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Conquistare Jackson Cade: Harmony Destiny
Conquistare Jackson Cade: Harmony Destiny
Conquistare Jackson Cade: Harmony Destiny
Ebook134 pages1 hour

Conquistare Jackson Cade: Harmony Destiny

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About this ebook

A Jackson Cade non piacciono le donne in carriera. E non si fida nemmeno della veterinaria socia del fratello. Ma quando si vede costretto a rincorrere al suo intervento professionale per una vera emergenza, deve ammettere che è proprio brava. La cosa, però, che non riesce a digerire è quella forte e irresistibile per lei. Aveva giurato a se stesso di starle alla larga. Ma eccolo suonare alla sua porta per scusarsi della propria scortesia. Entra e poi...
LanguageItaliano
Release dateAug 10, 2016
ISBN9788858952849
Conquistare Jackson Cade: Harmony Destiny

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    Conquistare Jackson Cade - Bj James

    successivo.

    Prologo

    Jackson Cade era accanto alla porta della stalla, del tutto incurante della pallida luce che illuminava la porzione di pavimento davanti ai suoi piedi.

    Il proprietario di River Trace, la tenuta che si estendeva fin oltre l'orizzonte visibile, aveva lo sguardo fisso nel vuoto. Il turbinio dei suoi pensieri non gli permetteva di godersi la vista dei pascoli illuminati dalla luna. Impossibile riconoscere il profumo della notte del sud che gli accarezzava la pelle.

    C'era stato un tempo in cui era stato contento di fermarsi in quello stesso punto, orgoglioso dello spettacolo straordinario che si apriva davanti ai suoi occhi. La terra che con tenacia era riuscito a trasformare in una tenuta che suscitava l'invidia dei vicini era sull'orlo della catastrofe.

    Jackson Cade sapeva che la sua sciocca ostinazione avrebbe causato la morte di una splendida creatura. E con essa la fine di tutti i suoi sogni.

    Il tocco grave di una mano sulla spalla lo riportò di colpo alla realtà. «Cosa ci fai qui?»

    Riconobbe subito la voce. Era di Jesse Lee, amico di vecchia data ed esperto come pochi in fatto di cavalli.

    «Vorrei poter fermare il tempo» sospirò sconsolato.

    «Anche a me piacerebbe» gli fece eco l'anziano, «ma non si torna indietro, purtroppo. Bisogna pensare al futuro.»

    «E come potrei?» ribatté il proprietario del ranch, con un sorriso sarcastico.

    «Non resta altro che entrare in casa e fare quella telefonata...» suggerì Jesse Lee, aumentando per un attimo la pressione delle dita sulla spalla di Jackson. «Non possiamo essere sicuri che funzioni, ma è la nostra ultima risorsa. Ingoiare un rospo non sarebbe così grave, se dovesse bastare a salvare quella povera creatura.»

    «Parli sempre senza mezzi termini, non è vero?» lo sfidò Jackson, guardandolo da sopra la spalla.

    «Già» rise Jesse Lee, «e sono ormai troppo vecchio per cambiare.»

    Lo sguardo verso l'orizzonte, Jackson sentì il peso della decisione. Non era solo River Trace a essere in pericolo. La sua intera esistenza era in gioco. Aveva investito in quell'avventura fino all'ultimo centesimo e, dopo aver lottato per anni per realizzare il suo sogno, si ritrovava sul punto di perdere ogni cosa.

    «A meno che...» rifletté a voce alta.

    «Cosa vuoi dire?» intervenne il vecchio, interrompendo finalmente il contatto.

    «Quello che ho detto: a meno che» ripeté dirigendosi con passo deciso verso la porta.

    «Dove vai?»

    «A fare quella maledetta telefonata» ammise Jackson, senza fermarsi. «E a ingoiare il rospo.»

    «Abbiamo fatto il possibile» sussurrò Jesse Lee.

    «È un peccato che mio fratello non sia qui» sospirò Jackson Cade, ormai a metà strada verso la grande casa che sorgeva al centro della tenuta.

    «Chiama!» ordinò l'altro quasi parlando a se stesso, un attimo prima che l'alta figura scomparisse, inghiottita dall'oscurità. «Neppure tu puoi sapere quale fortuna ti potrebbe capitare.»

    1

    «Spero che non sia troppo tardi» ripeté per l'ennesima volta Haley Garrett. Le mani strette sul volante, schiacciò il tacco a spillo sull'acceleratore, cercando di non pensare al vestito da sera del tutto fuori luogo per il posto verso il quale stava correndo a tutto gas.

    I fari del fuoristrada fendevano il buio, lontane erano le luci scintillanti della serata di gala che aveva lasciato in tutta fretta, lontano l'uomo che era stato il suo cavaliere.

    Lo sguardo fisso sulla porzione di strada illuminata dai fari, Haley cercò di cancellare il ricordo di quei lamenti strazianti. Il cancello d'ingresso della tenuta sembrò sbucare di colpo dall'oscurità: il viaggio era quasi alla fine. La strada asfaltata lasciò spazio al viale di ghiaia. Le querce che segnavano il cammino intrecciavano i rami alti, fino a formare un intricato groviglio attraverso il quale neppure i raggi del sole riuscivano a penetrare.

    Haley sapeva che, oltre il cancello, la recinzione correva per parecchi chilometri a racchiudere i pascoli nei quali venivano allevati i famosi cavalli di River Trace. In quel momento, però, nella sua mente c'erano solo quei nitriti di dolore. Sebbene attenuata dal telefono, la voce dell'animale aveva aggiunto una nota di disperazione alla richiesta di aiuto. Jackson Cade doveva essere più che disperato per ricorrere a lei, Haley Garrett, la giovane veterinaria di Belle Terre.

    La radura illuminata dalla luna si aprì di colpo davanti ai suoi occhi, lo spettacolo pastorale di una notte del South Carolina. Quando giunse in vista della grande casa circondata dai prati pettinati, ebbe la sensazione di trovarsi davanti a una foto tratta da un libro di storia.

    «L'unica cosa che manca è un rosolio alla menta!» esclamò a voce alta. Si pentì quasi subito di quel pensiero, anche se sapeva perfettamente che il sarcasmo era una componente essenziale del suo caratterino al vetriolo. Conscia del suo nervosismo, Haley si esortò a tenere a freno la lingua.

    Continuando a guidare, considerò che l'unica nota stonata nel paesaggio era la stalla. L'edificio era molto vecchio, ma una recente ristrutturazione gli aveva conferito un aspetto troppo moderno rispetto al resto della tenuta.

    Scesa dal fuoristrada, Haley indossò un paio di stivali e infilò un paio di guanti, per nulla preoccupata del contrasto stridente con il vestito da sera. Al contrario, trovò comodo il lungo spacco che le avrebbe permesso di muoversi con maggiore agilità. Presa la borsa dal sedile posteriore, si avviò decisa verso la stalla. L'erba attutì i suoi passi, almeno finché non si ritrovò sul pavimento di pietra della costruzione.

    Accecata dalle lampade, si riparò la vista con una mano aperta, aspettando che i suoi occhi si abituassero alla luce.

    «Doc!»

    Haley non impiegò molto a riconoscere quella voce. «Jesse» rispose, lieta di incontrare una persona amica. Jesse Lee era una sua vecchia conoscenza. Originario dell'Arizona, l'uomo aveva lavorato per anni nella vicina Belle Reve, la tenuta che Gus, patriarca della famiglia Cade, aveva guidato per molti anni. Non era sorpresa di incontrarlo, data la grande esperienza del vecchio cowboy in fatto di cavalli. In assenza di Lincoln Cade, il veterinario per il quale lei lavorava come assistente, Jesse Lee era il primo a essere chiamato in caso d'emergenza. Quando i lamenti del cavallo si attenuarono, Haley si chiese dove fosse finito il resto del personale.

    Dove fosse finito lui.

    Lui. Jackson Cade, il fratello di Lincoln, il terzo dei figli di Gus. L'uomo che si era sempre dimostrato ostile nei suoi confronti, e che fino a quel giorno aveva sempre rifiutato di chiederle aiuto.

    Haley si sforzò di mantenere il controllo. «Come sta?» chiese, incerta se la sua domanda si riferisse al cavallo oppure al suo proprietario. «Mi è parso di capire che fosse urgente, così mi sono precipitata.»

    «Non ha perso tempo» commentò Jesse, accennando all'abito nero.

    «Cosa hai intenzione di dimostrare, dottoressa?» La seconda voce proveniva dalle spalle di Haley. Parole pronunciate con freddezza, che non suonavano certo come un benvenuto. Niente a che vedere con il tono amichevole e scherzoso di Jesse.

    Haley si voltò a guardare colui che l'accusava. L'uomo aveva lo sguardo fisso su di lei, nessun dubbio sull'avversione nei suoi confronti. Rifiutò di lasciarsi intimidire. «Ho solo risposto a una chiamata urgente» replicò senza scomporsi. «Non ho un bel niente da dimostrare.»

    «Ah!» esclamò l'altro, un sorriso compiaciuto sulle labbra, mentre gli occhi si soffermavano sullo scollo generoso dell'abito nero. «Dunque ne dobbiamo dedurre che ti rechi in visita nelle stalle vestita come se fossi la Duchessa di Belle Terre?» insistette. «Oppure tutto questo significa che Sua Signoria sta degnando di una visita noi miseri mortali?»

    Le parole di Jackson Cade diventavano sempre più pungenti, ma Haley era decisa a non cedere alla provocazione. «Non sono mai venuta a River Trace» puntualizzò. «Non mi hai mai voluto tra i piedi. Questa sera sono accorsa così com'ero perché mi è sembrata un'emergenza. Lincoln non è reperibile e a quanto pare io sono la tua ultima risorsa, Signor Allevatore di Cavalli.» Aveva parlato senza interrompersi, e una piccola pausa servì a farle riprendere fiato. «Vestita in modo da soddisfare le tue esigenze oppure no, sono tutto quello che hai a disposizione.»

    Jesse Lee soppresse a fatica una risatina, ma Haley non poté voltarsi a controllare, impegnata com'era a sostenere lo sguardo di Jackson Cade. Senza interrompere la sfida, si eresse in tutta la propria altezza. Un errore, dovette constatare, poiché l'uomo distolse sì gli occhi, ma solo per posarli sull'incavo dei suoi seni.

    In quel momento non avrebbe concesso nulla all'arroganza del padrone della tenuta, neppure il minimo rossore d'imbarazzo. La situazione era grave, eppure quel rozzo allevatore invece di darsi da fare, sprecava il suo tempo con un'insolita dimostrazione di sciovinismo.

    Insolita, perché Jackson Cade era noto per l'interesse che dimostrava nei confronti delle donne. Belle o brutte, alte o basse, il suo interesse verso la maggior parte di loro era incondizionato. Solo quelle concentrate sulla carriera erano in grado di frenare il suo impeto. Per alcune, tra le quali Haley, la sua diffidenza si trasformava in aperta ostilità.

    Persino in un momento così delicato, per un motivo noto solo a lui, il disprezzo era più forte della disperazione. Nulla di più strano, visto che Jackson Cade di River Trace non aveva mai risparmiato tempo e fatica per garantire ai suoi cavalli una forma perfetta.

    Haley tuttavia trovava inspiegabile l'atteggiamento che l'uomo aveva nei suoi confronti, ed erano trascorse alcune settimane da quando aveva deciso di rinunciare del tutto a trovare una spiegazione.

    A dire il vero, se si fosse trattato soltanto di Jackson Cade, avrebbe alzato i tacchi e avrebbe lasciato River Trace al suo destino. Il fatto era che c'era di mezzo uno splendido esemplare che languiva nella stalla, colpito da un'inspiegabile malattia. Nel bel mezzo di quel confronto, l'animale riprese a lamentarsi, dando a Haley

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