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Una lettera inattesa (eLit): eLit
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Ebook106 pages1 hour

Una lettera inattesa (eLit): eLit

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About this ebook

Inghilterra, 1816 - Per evitare di perdere l'amata tenuta di famiglia Madeleine Kirkby deve sposarsi al più presto. Quale sposo potrebbe fare al caso suo meglio di Lord Ravensfell, l'uomo del quale era perdutamente innamorata anni prima?

Ash non riesce a credere ai propri occhi quando legge la lettera di Madeleine, in cui lei gli propone un matrimonio di convenienza, e soprattutto non riesce a smettere di pensare a come potrebbe essere la loro prima notte di nozze...
LanguageItaliano
Release dateNov 30, 2016
ISBN9788858962329
Una lettera inattesa (eLit): eLit

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    Una lettera inattesa (eLit) - Elizabeth Rolls

    successivo.

    1

    Inghilterra, 1816

    Mentre l'orologio impolverato sul caminetto ticchettava inesorabile, Madeleine Kirkby deglutì e strinse forte la borsetta tra le dita inguantate. «La corte non si pronuncerà a mio favore? Ne siete del tutto certo, sir?» Se Mr. Blakiston aveva ragione, con un veloce calcolo mentale sarebbe riuscita a stabilire l'esatto numero di secondi che le rimanevano prima di perdere la casa.

    L'anziano avvocato, in un completo nero sbiadito, sospirò. «Temo di no, Miss Maddy. Sapete com'è, non è consigliabile lasciare la proprietà, una tenuta poi, nelle mani di una donna nubile. E per giunta così giovane.»

    «Ma mando avanti la tenuta da anni!» ribatté lei. «Fin da prima che mio fratello morisse.» Era fuori di sé dalla rabbia. Stephen le aveva affidato l'incarico di badare alla proprietà ereditata mentre lui era a Londra a spassarsela. Eppure quella inadatta a ottenere Haydon era lei!

    Mr. Blakiston aveva un'espressione severa, ma si sporse sulla scrivania e le toccò la mano con delicatezza. «Lo so, mia cara, e ho sollevato tutte le questioni del caso, ma il testamento di vostro nonno era inoppugnabile, e vostro cugino... be'...»

    Non c'era nient'altro da aggiungere. Edward, quinto Conte di Montfort, non soddisfatto dei suoi sconfinati possedimenti, era determinato a strapparle via Haydon. Lui, e suo padre prima ancora, se l'erano presa a morte perché il terzo conte aveva lasciato in dote alla figlia – la madre di Maddy – l'antico maniero e tutta la tenuta.

    «Immagino tenga i giudici in pugno» rispose sconsolata.

    Le orecchie di Mr. Blakiston arrossirono leggermente, prima che lui riferisse con molto tatto: «Corre voce che stiate accogliendo donne, ehm... di dubbia reputazione e, per farla breve, qualcuno ha messo in discussione la vostra linea di condotta». Alla fine del discorso le orecchie di Mr. Blakiston erano paonazze.

    Questo era davvero troppo! «Ho accolto una casara che mio cugino ha mandato in rovina! Che ha violato, per essere precisi. Ha solo quindici anni, è una bambina! E cosa mi dite del divieto di sposarmi imposto da Edward?»

    Alla morte di Stephen, divenuto parente maschio più stretto, Edward aveva richiesto al tribunale di essere nominato tutore di Maddy. Non aveva nessun potere su Haydon, dato che Mr. Blakiston era l'amministratore fiduciario di Miss Kirkby, ma aveva la facoltà di impedire qualsiasi matrimonio finché questa non avesse compiuto ventun anni.

    L'avvocato si schiarì la voce. «A tal proposito, mi risulta che Sua Signoria in persona si sia offerto di sposarvi, no?»

    Al tono fin troppo fiducioso dell'avvocato, Maddy serrò forte i pugni. «Credete che sarebbe opportuno sposare il tipo d'uomo che oltraggia le casare? Si è offerto, è vero, ma ho rifiutato e mi ha fatto capire abbastanza chiaramente che non avrebbe acconsentito a nessun altro matrimonio! Che se fossi riuscita a sposarmi senza il suo consenso, l'avrebbe fatto annullare. E in effetti mi ha reso alquanto difficile soddisfare i requisiti del testamento di nostro nonno.»

    E non solo per la questione del matrimonio. Infangava la sua reputazione ogniqualvolta se ne presentava l'occasione e a Newcastle Maddy era diventata un'emarginata per colpa sua. Dubitava ci fosse anche un solo gentiluomo in tutta la Gran Bretagna che fosse disposto a prenderla in moglie. Di sicuro nemmeno uno tra i fiumi Tweed e Tees. Lei non bramava certo di sposarsi, ma se fosse servito a salvare Haydon, allora...

    «Spiacente, Miss Maddy» continuò il legale in tono pacato. «Ma a meno che non facciate ricorso in Corte di giustizia, non vi è altra soluzione. Sua Signoria entrerà in possesso di Haydon il 7 gennaio.»

    Non aveva abbastanza soldi per intentare una causa e avrebbe dovuto aspettare fino alla Vigilia di Natale per compiere ventun anni. Nella migliore delle ipotesi, avrebbe fatto appena in tempo a trovarsi un marito prima dell'Epifania. E con il Natale alle porte, le toccava dare la brutta notizia alla servitù. Aveva perso.

    «Non potrebbero concedermi almeno fino all'Annunciazione?» suggerì la donna. Per fine marzo poteva farcela...

    Mr. Blakiston scosse la testa. «No, mia cara. Ho avanzato la proposta, ma non l'hanno accolta di buon grado.»

    Le si spezzò il cuore. Casa e servitù erano ormai perduti. Sapeva cosa sarebbe successo. Edward avrebbe cacciato tutti quanti e demolito il maniero per i preziosi conci. Voleva solo ettari di terra in più per le sue pecore. Non gli importava di tutta la gente che avrebbe perso il lavoro, delle famiglie distrutte e dei bambini che sarebbero finiti in fabbrica.

    La porta dello studio si aprì e un assistente fece capolino nella stanza. «Mr. Blakiston, Sua Signoria è arrivato. Devo dirgli di attendere fuori?»

    Maddy si sentì gelare il sangue. «Sua Signoria?» Era forse...

    Mr. Blakiston sfoderò un sorriso rassicurante. «Lord Ashton Ravensfell, il fratello del duca. Mi ha richiesto una consulenza. Lo conoscete, per caso?»

    «Sì.» Maddy venne travolta dai ricordi e i pugni serrati si allentarono. «Ma sono anni che non ho più sue notizie. Da quando comprò una carica nell'esercito.» Aveva pianto a dirotto quando Lord Ashton era partito per la guerra.

    Mr. Blakiston guardò l'assistente che attendeva istruzioni ed ebbe un'intuizione geniale. «Grazie, Felton. Fate accomodare Sua Signoria.»

    Mordendosi il labbro, Maddy intese quelle parole come un invito a prendere congedo. Aveva fatto perdere fin troppo tempo all'avvocato con le sue cause perse. Si alzò. «Vi auguro una buona giornata, sir. Grazie per...»

    «No, no, Miss Maddy.» Mr. Blakiston scattò in piedi e le si parò davanti. «Non c'è nessuna fretta. Sono certo che Lord Ashton sarà lieto di rivedervi.»

    Maddy arrossì e raccolse svelta le carte. «No, farei meglio ad andare.» L'ultima volta che aveva visto Lord Ashton era poco più che quindicenne, nonché perdutamente innamorata di lui, nel solo modo in cui un'adolescente poteva esserlo. Sperò con tutta l'anima che il lord non si fosse accorto di quanto le facesse battere forte il cuore. E neppure di tutte quelle volte in cui aveva fantasticato su come sarebbe stato se, all'improvviso, lui l'avesse stretta tra le braccia e le avesse dichiarato il suo amore. «Dubito che si ricordi...»

    «Mr. Blakiston, ecco Lord Ashton.» L'assistente Felton teneva la porta aperta.

    Mr. Blakiston raggiunse il nuovo arrivato. «Lord Ashton. Non serve che vi presenti Miss Kirkby, vero?»

    Con suo grande imbarazzo, Maddy sentì il cuore guizzarle nel petto proprio come le succedeva in passato. Poi rimase impietrita, mentre il lord la scrutava con i gelidi occhi grigi e le sopracciglia aggrottate. La guardava, ma era come se non riuscisse a ricordarsi di lei, figurarsi se con affetto...

    Ma anche Lord Ashton, fratello del quarto Duca di Thirlmere, non era esattamente quello di un tempo. Be', sì, era ancora alto, con gli occhi grigiazzurri e una testa di capelli biondi che tradivano le sue origini vichinghe. E dopo anni di battaglie contro l'esercito napoleonico nella Penisola Iberica, era ancora tutto intero e senza cicatrici evidenti. Tuttavia c'era qualcosa di diverso in lui che non riguardava l'età. Era piuttosto una questione di esperienza, pensò Maddy.

    «Miss...?» La fronte corrugata del lord cominciò a distendersi e la bocca accennò quello che sembrava un sorriso. Gli occhi, invece, rimasero di ghiaccio. «Ma certo. Miss Kirkby.»

    Le porse la mano e si chinò in cerca della sua, con fare da vero gentiluomo. Vampate di calore e brividi di freddo la attraversarono tutta mentre la mano inguantata del lord toccava la sua. Maddy riuscì a ricambiare educatamente il saluto nonostante il cuore le battesse all'impazzata e le pulsazioni fossero ormai alle stelle.

    Che Dio me ne scampi! Ancora tu, piccola rompiscatole!

    Maddy si ricordò che lui la chiamava così. Poi le sorrideva, le ordinava di legare il pony e di tenere il suo cagnaccio fuori dai piedi.

    Motteggi a parte, Ash Ravensfell le aveva sempre riservato sorrisi amichevoli. Anche quando era contrariato e giurava che lei e il suo pony avrebbero fatto una brutta fine se non fossero stati alla larga

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