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Dolci bugie: Harmony Collezione
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Dolci bugie: Harmony Collezione
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Dolci bugie: Harmony Collezione

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About this ebook

Per paura di perderlo, Alexandra Fortune non ha mai raccontato al fidanzato Dimitri Petronides tutta la verità sulla propria vita. Per esempio, il suo nome è un altro, e il suo passato è completamente diverso da quello che lei gli ha sempre lasciato immaginare. Ma la vera sorpresa arriva da Dimitri: all'improvviso, dopo un viaggio in Grecia, le annuncia che non potranno più stare insieme. Alexandra non riesce a credere alle sue motivazioni; infatti, sa benissimo che ad Atene lui...
LanguageItaliano
Release dateJul 11, 2016
ISBN9788858951972
Dolci bugie: Harmony Collezione
Author

Lucy Monroe

Innamorata dei libri fin da bambina, per le sue storie crea eroine indipendenti e sensibili allo stesso tempo.

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    Dolci bugie - Lucy Monroe

    «Sì.»

    1

    Alexandra lisciò nervosamente la camicetta sul ventre ancora piatto nel quale cresceva il suo bambino.

    L'insolito tepore della tarda primavera le aveva permesso di indossare quel completo sexy per tirarsi su il morale. Si girò su un fianco e osservò la propria immagine riflessa.

    Il suo corpo esile e flessuoso, fasciato dalla seta color champagne, non era cambiato dall'ultima volta in cui Dimitri era partito per la Grecia.

    La notizia della gravidanza poteva aver mutato l'espressione dei suoi occhi, colorati di verde brillante dalle lenti a contatto, ma non il resto del suo corpo.

    Sistemò la catenella d'oro che portava come cintura e i ciondoli che le pendevano dal braccialetto tintinnarono come campanellini. Poi, con un gesto spazientito, si ravviò uno dei boccoli biondi che le incorniciavano il viso. Arricciati e colorati da parrucchieri professionisti, simili a una cascata di sole, erano il marchio di riconoscimento di Xandra.

    Solo che in quel momento non era a suo agio nei panni di Xandra Fortune, la popolare modella e amante di Dimitri Petronides. Si sentiva Alexandra Dupree, figlia di un'antica famiglia di New Orleans, educata in convento e scioccata dalla sua condizione di donna single incinta del proprio amante.

    «Sei bella, pethi mou

    Alexandra si allontanò dallo specchio. Dimitri stava sulla soglia e la fissava con uno sguardo di apprezzamento mascolino negli occhi blu. Per un momento lei dimenticò la propria condizione. Dimenticò le tante verità che doveva svelargli. Dimenticò le paure. Dimenticò tutto tranne quanto le era mancato quell'uomo nell'ultimo mese.

    Corse attraverso la stanza e gli si appoggiò contro il petto. «Mon cher, ho contato i minuti da quando sei partito!»

    Braccia forti la cinsero, mentre il corpo di lui restava stranamente immobile.

    «È trascorso solo un mese e sei stata impegnata col lavoro. Non puoi avere avvertito così tanto la mia mancanza.»

    Le sue parole le ricordarono come si era risentito perché aveva rifiutato di lasciare il lavoro di modella quando erano diventati amanti, ma lei non desiderava essere una mantenuta. E poi non poteva smettere di lavorare. Le serviva il denaro per mantenere la famiglia di cui lui non sapeva nulla.

    «Ti sbagli. Niente può tenermi tanto occupata da non notare la tua assenza. Che si tratti di un giorno, di una settimana o di un mese.» Fece una smorfia di fronte alla propria lampante vulnerabilità. Dove era andata a finire la sua freddezza sofisticata, la facciata della modella in carriera che in un primo momento aveva attratto Dimitri?

    La prima incrinatura era apparsa quando lui le aveva comunicato che sarebbe rimasto in Grecia più di quanto le aveva anticipato e lei era scoppiata a piangere. Dopo due settimane e mezza di nausee mattutine, un test di gravidanza positivo e la reazione inorridita di sua madre, il personaggio di Xandra Fortune rischiava di scomparire definitivamente.

    Dimitri cercò di mantenere un certo autocontrollo, cosa tutt'altro che facile vicino a Xandra. Questo era un aspetto di lei che non aveva mai visto prima. Sembrava quasi vulnerabile, ma lui sapeva che non era il suo vero volto.

    Erano diventati amanti un anno prima e sebbene lei gli donasse il proprio corpo con una generosità commovente, gli teneva nascosti il proprio cuore e parte della propria vita.

    La loro era una relazione moderna, libera da impegni a lungo termine, e lei gli aveva fatto capire con chiarezza che non si aspettava nulla di più.

    Xandra premette il proprio corpo contro il suo in un palese invito e l'uomo rise.

    «Vuoi dire che hai sentito la mia mancanza nel tuo letto, non è così?»

    Quello era l'unico posto in cui si era convinto che avesse bisogno di lui. Non gli aveva permesso di mantenerla e preferiva trascorrere meno tempo in sua compagnia piuttosto che rinunciare alla propria carriera. Nessuna di queste cose, però, gli rendeva semplice dire ciò che doveva essere detto. Infatti era sicuro che sarebbe stato più difficile per lui parlare che per lei ascoltare.

    La sua sofisticata amante non avrebbe apprezzato una scenata o un addio sentimentale più di quanto non lo avrebbe apprezzato lui.

    Lei scosse il capo, si allungò per gettargli le braccia al collo e gli carezzò i capelli sulla nuca. «Mi sei mancato tu, Dimitri. Non provavo alcuna gioia a cucinare per me sola, né piacere a guardare il torneo francese di tennis senza sentirti borbottare quando il tuo giocatore preferito sbagliava un colpo.»

    Lui corrugò la fronte al ricordo della partita. Gli aveva sorriso in un modo che rischiava di fargli perdere il filo se non le avesse riferito subito la notizia del matrimonio. Bastava guardare la reazione immediata del proprio corpo.

    «Ci sono delle novità.»

    Le braccia di Xandra s'irrigidirono come reazione istintiva a quel tono serio.

    «Non può aspettare, mon cher

    Le prese le mani per allontanarle, ma lei strinse le dita con forza sorprendente. Allora le strinse i polsi. «Dobbiamo parlare adesso!»

    Alexandra, invece, non voleva parlare.

    Non era pronta per dirgli le proprie novità. Dimitri l'aveva sedotta fin dal principio e lei gli aveva dato il proprio cuore, il proprio corpo e la propria fedeltà, legandosi come può fare solo una moglie. Solo che non era sua moglie e non sapeva come avrebbe reagito Dimitri di fronte alla gravidanza della sua amante.

    Fu più la paura che il desiderio a spingerla ad avvinghiarsi a lui.

    «No.» Gli baciò il mento e lasciò che il proprio corpo aderisse al suo. «Niente parole.» Strusciò i seni protetti dalla camicetta sottile contro la camicia di lui. «Prima questo.»

    «Xandra, no.» Le aveva allontanato le mani dalla nuca, ma aveva fatto l'errore di lasciarle libere.

    Infatti lei le insinuò sotto la giacca, che gli fece scivolare giù dalle spalle.

    «Sì, invece. Ti voglio, Dimitri. Possiamo parlare più tardi.»

    Aveva bisogno della conferma che erano due metà di un essere unico prima di svelargli la verità sul bambino e, cosa altrettanto terrorizzante, la sua vera identità.

    Lui l'abbracciò per la vita e la sollevò finché le loro bocche non furono alla stessa altezza.

    «Che il cielo mi aiuti, anch'io ti voglio.»

    C'era qualcosa nel suo tono arrabbiato che lei non capì, ma non riuscì a focalizzarsi a lungo su quel particolare, non con quelle labbra calde che si chiudevano sulle sue con passione travolgente.

    Gli tolse la cravatta mentre lui si dava da fare con i ganci che chiudevano il suo top. L'aiutò a slacciargli i bottoni della camicia e i due capi scivolarono insieme sul pavimento insieme agli altri abiti, ma le loro labbra non si separarono mai. Poi, finalmente, i capezzoli già inturgiditi di lei si strofinarono contro la pelle calda del suo torace muscoloso.

    Lei fu scossa da un brivido, l'uomo gemette.

    «Non dovremmo farlo.»

    Alexandra registrò quelle parole solo a livello subliminale, le sorse spontanea la domanda sul perché non avrebbero dovuto, ma non fu in grado di rispondere. Era troppo stordita dal contatto tra la propria pelle e quella di lui dopo un mese intero di lontananza. E anche lui sembrava altrettanto sconvolto dal modo in cui la stringeva al punto da toglierle il respiro.

    Alcuni istanti dopo giacevano avvinghiati sul letto, privi anche degli ultimi abiti, con mani avide che si esploravano e bocche che si divoravano a vicenda. Raggiunsero la vetta con una velocità mai sperimentata prima, gridando insieme di piacere.

    Alexandra pose la mano sul cuore di Dimitri. Batteva ancora accelerato per la recente passione.

    «Un cuore forte» mormorò, «per un uomo forte.» Le notizie che doveva dargli avrebbero diretto quella forza a suo favore o contro di lei?

    Lui s'irrigidì, come se presentisse ciò che doveva accadere. Rotolò via e si alzò dal letto.

    «Ho bisogno di una doccia.»

    Xandra fissò il gigante che troneggiava su di lei. La tensione emanava da lui in modo quasi palpabile.

    «Vengo anch'io.»

    Dimitri scosse il capo. «Resta lì. Farò in fretta.»

    Il suo cuore si strinse di fronte a quel piccolo rifiuto, ma sorrise e annuì.

    «Va bene.» Da codarda quale era, accettava di buon grado un'altra scusa per rimandare le sue rivelazioni.

    Lui tornò dal bagno quindici minuti dopo, vestito con la solita eleganza sartoriale, ma i capelli erano ancora umidi.

    La sua scelta di un abito formale la bloccò.

    «Hai un incontro di lavoro?»

    I suoi lineamenti erano atteggiati a una maschera priva di emozioni.

    «Xandra, c'è qualcosa che devo dirti.»

    Lei si mise a sedere e si fece scudo con il lenzuolo di fronte a quegli occhi blu che l'avevano incantata fin dalla prima volta che si erano visti.

    «Di che si tratta?»

    «Sto per sposarmi.»

    Ogni emozione dentro di lei si pietrificò. Aveva sentito bene? No, non era possibile.

    «Sp-sposarti?»

    Con i pugni serrati e il corpo irrigidito dalla tensione, Dimitri confermò: «Sì».

    Doveva essere uno scherzo. «Se questa è la tua idea di proposta di matrimonio, hai molto da imparare.»

    «Non essere ridicola.»

    «Ridicola?» Avrebbe voluto che il cervello ricominciasse a funzionare, ma non riusciva a pensare.

    «Sei una donna in carriera come mi hai dimostrato più volte durante lo scorso anno. Una donna con ambizioni proprie che non farebbero di te una moglie adeguata per l'erede dell'impero dei Petronides.»

    Alexandra rabbrividì e il gelo le penetrò fin quasi nelle ossa.

    «Che cosa vorresti dire esattamente?»

    «Sto per sposarmi e naturalmente la nostra relazione deve finire.»

    Il pallore sul volto di Dimitri non servì ad alleviare il dolore di lei.

    «Mi avevi detto che la nostra relazione era esclusiva. Mi avevi detto che potevo fidarmi di te. Che non avresti mai fatto l'amore con un'altra donna finché dividevamo lo stesso letto.» Scese da quel letto, sentendosi sporca e usata, mentre la passione che avevano provato veniva insozzata dalla rivelazione dell'imminente matrimonio.

    Lui si passò la mano tra i capelli neri e sospirò. «Non ho fatto sesso con un'altra donna.»

    «Allora chi stai per sposare?»

    «Nessuno che conosci.»

    «Ovviamente.» Alexandra lo guardò col desiderio di ucciderlo, di gridare, col fondato timore, invece, di essere sul punto di piangere.

    Lui sospirò di nuovo. «Si chiama Phoebe Leonides.»

    Greca.

    L'altra donna era greca, docile, perbene e allevata per sposarsi per interesse.

    «Quando l'hai incontrata?» Anche se il dolore la lacerava, doveva sapere.

    «Conosco Phoebe praticamente da sempre. È la figlia di un amico di famiglia.»

    «La conosci da sempre e hai deciso solo ora che la ami?»

    Lui scoppiò in una risata cinica. «L'amore non c'entra niente.»

    Pronunciò amore come se fosse una parola sporca. Non avevano mai parlato d'amore. Alexandra adorava Dimitri con ogni fibra del proprio essere e aveva sperato che i suoi sentimenti fossero ricambiati almeno un po'. Quanto bastava perché fosse possibile il matrimonio e una famiglia, ora che portava in grembo suo figlio. Ma adesso era ovvio che lui non credeva in quel tipo di sentimenti.

    «Se non ami questa donna, perché la sposi?»

    «È tempo che mi sposi.»

    «Vuoi dire che era da sempre nei tuoi piani?»

    «Sì.»

    Il sangue le salì alla testa facendola arrossire e sentire debole. Oscillò.

    Dimitri disse una parolaccia in greco e l'afferrò per sostenerla. «Stai bene, pethi mou

    Da dove veniva quell'uomo, da Marte? Come poteva chiederle se stava bene? Le aveva appena rivelato di aver pianificato da sempre di sposare un'altra donna mentre usava lei come una... una prostituta.

    «Lasciami andare» scandì tra i denti. Lui lasciò cadere le mani con espressione offesa e lei desiderò con tale intensità di schiaffeggiarlo che le facevano male

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