Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Un ereditiera da sposare: Harmony Destiny
Un ereditiera da sposare: Harmony Destiny
Un ereditiera da sposare: Harmony Destiny
Ebook167 pages1 hour

Un ereditiera da sposare: Harmony Destiny

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Eva Atraeus deve sposarsi. Ma ogni pretendente viene incentivato a uscire di scena dall'esecutore testamentario del padre. Con questo diabolico stratagemma, Kyle Messena si è reso l'unico marito disponibile.

In passato, lui le ha spezzato il cuore e, adesso, l'affascinante banchiere è l'ultimo uomo che Eva vorrebbe sposare. Kyle, però, vuole tenerla lontana da chi cerca solo di approfittare della sua fortuna. Certo, il loro non sarà un matrimonio d'amore... almeno finché lui commette il fatale errore di attirare la moglie in camera da letto.
LanguageItaliano
Release dateApr 20, 2017
ISBN9788858964590
Un ereditiera da sposare: Harmony Destiny

Read more from Fiona Brand

Related to Un ereditiera da sposare

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Un ereditiera da sposare

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Un ereditiera da sposare - Fiona Brand

    1

    Kyle Messena strinse gli occhi e osservò l'auto che si fermava davanti alla chiesa sulle ventose colline di Dolphin Bay. La sposa, con un abito di tulle bianco e il viso celato dal velo, scese dalla limousine e il sole l'accolse, scintillando sui suoi capelli castani.

    Quella figura fin troppo familiare gli fece sobbalzare il cuore e il tempo parve cristallizzarsi. Considerò con amarezza che, nonostante i suoi sforzi per evitare che Eva Atraeus sposasse un uomo interessato solo al patrimonio, lei avesse deciso diversamente.

    Scostandosi dall'ombra di una vecchia quercia, Kyle fu investito dall'afosa calura estiva, tipica della Nuova Zelanda, prima che la brezza dell'oceano sollevasse il velo della sposa.

    Non era Eva.

    Sospirò sollevato mentre la feroce tensione che gli attanagliava i muscoli si allentava. Una tensione che contrastava con la radicata indifferenza alle relazioni da quando sua moglie e il figlio avevano perso la vita.

    L'ansia era andata crescendo mese dopo mese, da quando era stato incaricato di assicurarsi che l'ereditiera di una parte della fortuna degli Atraeus si sposasse per soddisfare una rigorosa clausola del testamento del padre adottivo. Per ottenere il controllo dell'eredità, Eva avrebbe dovuto sposare un Messena – in tal caso lui – o un uomo onesto che non fosse interessato al suo denaro.

    Essere il curatore testamentario di Eva non andava per niente a genio a Kyle. Aveva capito perfettamente che il suo scaltro prozio Mario aveva nominato lui come ultimo gesto per manovrarlo e convincerlo a sposare la donna con la quale aveva avuto una breve relazione e che poi aveva lasciato.

    Di fronte all'ipnotica attrazione che lo assoggettava, e incapace di accettare che la ragazza che non aveva mai dimenticato sposasse un altro, Kyle non era riuscito a rifiutare l'incarico.

    Un'altra folata di vento scostò ancora il velo dal viso della sposa. Formosa, i suoi capelli erano più chiari di quelli fulvi di Eva. Un colore particolare che lo aveva colpito sin da quando lui aveva sedici anni.

    Serrò la mandibola. Ora che l'ultimo piano matrimoniale di Eva era stato sventato, era pronto a partire.

    Proprio allora una scattante vettura sportiva con la scritta Perfect Weddings parcheggiò poco distante e Kyle comprese che non sarebbe andato da nessuna parte.

    Eva Atraeus, con un attillato abito rosa pallido che le fasciava il corpo mozzafiato, aprì la portiera. Cellulare all'orecchio, afferrò la borsa della stessa tinta dell'abito e si diresse con passo deciso verso la chiesa. La falcata più sexy che avesse mai ammirato con un paio di sandali dal tacco così vertiginoso. Con il suo metro e settanta, la figura sinuosa, gli zigomi alti e gli scuri occhi a mandorla, Eva era una modella spettacolare. Bellissima ed eccentrica, affascinava i giornalisti di gossip da anni e aveva abbagliato più uomini di quanti si potesse immaginare, lui compreso.

    Lo stomaco contratto, notò da un piccolo cedimento della sua andatura che lei lo aveva individuato.

    Mentre il gruppo della sposa scompariva all'interno della chiesa, Eva terminò la telefonata e cambiò direzione. «Che cosa ci fai al mio matrimonio?»

    Kyle trattenne la propria irritazione al deliberato gioco di parole. Era vero. Quelle avrebbero dovuto essere le sue nozze. Comprensibilmente, si era stizzita perché lui aveva fatto saltare il suo pianificato matrimonio di convenienza offrendo allo sposo un interessante lavoro a Dubai. Per come la vedeva Kyle, non aveva fatto altro che barattare un impiego con un altro. Il fatto che Jeremy, un anonimo commercialista, avesse accettato con tanta rapidità e un profondo senso di sollievo, giustificava più che mai il suo intervento.

    «Non avresti dovuto organizzare un matrimonio che sapevi non sarebbe mai andato avanti.»

    Lo fulminò con i suoi esotici occhi scuri. «E se fossi stata innamorata di Jeremy?»

    «Dopo solo quattro settimane?» Lui sollevò un sopracciglio.

    «L'amore non è una questione di tempo» ribatté con le gote in fiamme. «Ora sono proprio curiosa di sapere che cosa ci fai qui, a delle nozze private. Mi auguro non per discutere.»

    Kyle incrociò le braccia. «Se credi di potermi cacciare, ti sbagli di grosso. Sono un invitato dello sposo. Gestisco il suo portafoglio azionario.»

    Eva prese un profondo respiro, quindi la sua irritazione venne cancellata da uno di quei sorrisi ammaliatori che erano in grado di mandare in tilt ogni uomo e che avevano occupato copertine di riviste e cartelloni pubblicitari.

    «Debole scusa, persino per te.»

    «Funziona, però.»

    «E io che credevo che fossi qui per assicurarti che io non avessi tirato fuori l'asso dalla manica e trovato un altro sposo.»

    Stordito dal suo seducente profumo floreale, Kyle si trattenne dall'avanzare di un passo. «Non sta a me fermarti se vuoi sposarti.»

    «No, non vuoi che sposi un uomo di mia scelta» asserì gelida, inclinando la testa di lato.

    «Devi compiere scelte migliori.»

    Eva aveva scartato un impressionante numero di possibili mariti e ne aveva selezionati solo tre. Purtroppo, tutti e tre erano a corto di denaro e disposti a firmare qualsiasi accordo prematrimoniale che sanciva la durata delle nozze. Due anni, come specificava il testamento di Mario. Inoltre, Kyle aveva il potere di veto sul matrimonio.

    «Jeremy era il marito perfetto. Attraente, simpatico, con un impiego rispettabile e...»

    «Motivazioni esplicitamente venali.»

    «Aveva bisogno di soldi per saldare qualche debito. Che cosa c'è di male?» replicò dura.

    «Mario si rivolterà nella tomba se sposerai un uomo con il vizio del gioco.»

    Un pesante silenzio cadde tra loro, enfatizzato dalle note della marcia nuziale che giungevano dalla chiesa.

    «Dato che devo sposare Mister Perfezione secondo le tue regole, allora dovresti scegliere tu qualcuno per me. Rammenta però che devo trovare un marito entro il prossimo mese. Grazie alle tue intromissioni, mi restano tre settimane prima che l'eredità venga bloccata per i prossimi tredici anni.»

    Nonostante la risolutezza con cui aveva sempre affrontato le pressioni di Eva, Kyle avvertì una morsa di senso di colpa attanagliargli lo stomaco.

    Le donne e le relazioni erano sempre state un tasto dolente per lui. Si sentiva a suo agio nel mondo delle operazioni militari o in quello degli affari della banca di famiglia.

    Era esperto in armi e tattiche operative, così come era imbattibile in fatto di cifre e mercati finanziari. Amore e responsabilità erano campi in cui non avrebbe più rischiato.

    «Non è mia intenzione metterti il bastone tra le ruote e non ottenere l'eredità.»

    Eva lo fissò seria. «No, ma le cose sono andate così.» Girando sui tacchi, ritornò verso la sua auto.

    Kyle assunse un'espressione accigliata. La voce della ragazza gli era parsa sospettosamente roca, come se fosse sul punto di scoppiare in lacrime. In tutta la loro difficile storia, aveva visto piangere Eva – sempre controllata e calma – solo due volte. Alla morte del padre, avvenuta un anno prima, e quando lui aveva diciannove anni. La mattina in cui Mario aveva dato loro una lavata di capo per il loro intermezzo amoroso sulla spiaggia di Dolphin Bay.

    I ricordi balenarono nella sua mente. Le calde ombre della notte, una luna che scivolava sul mare, il frastuono lontano di una festa al resort ed Eva avvinghiata a lui. Kyle aveva trattenuto il fiato, stordito dal profumo dei suoi capelli, della sua pelle. Teso fino allo spasimo, si era abbandonato alla tentazione che lo aveva tormentato per tutta l'estate e l'aveva baciata.

    Se Mario non fosse arrivato in quel momento, alla ricerca della figlia adottiva, sarebbero andati ben oltre un semplice bacio. Il terzo grado che avevano subito era stato breve e severo. Incantevole e beneducata, Eva aveva dimostrato tutta la vulnerabilità dei suoi sedici anni. Segnata da una famiglia disfunzionale, aveva bisogno di sicurezza e protezione, non di essere sedotta. Mario non era andato per il sottile e il suo messaggio era stato chiaro e diretto. Eva era off-limits.

    Fino a ora.

    Kyle non si era fatto illusioni sul motivo per cui Mario avesse cambiato opinione e lo avesse nominato proprio esecutore testamentario, quando lo aveva sempre trattato come un rapace predatore che dava la caccia al suo dolce pulcino. Per anni, Eva aveva opposto una strenua resistenza ai tentativi del padre di trovarle un marito tra i figli dei suoi ricchi soci d'affari.

    Costretto a cambiare piano, Mario aveva rivolto le proprie attenzioni ai ragazzacci Messena cercando di accasare Eva con i fratelli di Kyle, Gabriel e Nick. Quando quella strategia era fallita, poiché i due avevano sposato altre donne, e scartato anche Damian che era fidanzato da tempo, a Mario non era rimasta che l'ultima mossa disperata e aveva puntato tutto su Kyle.

    Lo sguardo incollato a Eva, tornò verso la sua Maserati. Ora che si era assicurato che lei non fosse la sposa, sarebbe tornato ad Auckland, alla sua vita super impegnata e organizzata. Se fosse partito subito, sarebbe anche riuscito a cenare con Elise, una manager della banca, con la quale usciva da un po', soprattutto per eventi aziendali.

    Giunto all'auto che era parcheggiata dietro quella di Eva, avvertì la strana sensazione che ci fosse qualcosa di stonato nel modo in cui lei si era allontanata. Gli era sorto il dubbio che le lacrime che le aveva visto spuntare negli occhi fossero false. Dopotutto, aveva preso lezioni di recitazione. Era diventata così brava che le era stata offerta una parte in una popolare soap opera. Eva l'aveva rifiutata perché era in conflitto con il suo progetto di avviare l'attività di wedding planner.

    Più che mai certo di essere stato preso in giro, rimise in tasca le chiavi della Maserati. C'era un'unica ragione per cui lei desiderasse farlo sentire tanto in colpa da confonderlo. Aveva di certo trovato un altro candidato e sarebbe stato suo ospite a quelle nozze. Dato che aveva solo tre settimane per organizzare il colpo finale, era fondamentale tenere vicino il potenziale marito.

    Kyle ebbe l'assoluta certezza che le proprie congetture fossero giuste quando colse la parte finale della sua conversazione telefonica in cui veniva fatto il nome di un certo Troy. S'irrigidì. Non poteva trattarsi che di Troy Kendal, una star sportiva che Eva aveva conosciuto la settimana precedente. All'improvviso, venne assalito da un attacco di gelosia. Una gelosia stupida e illogica che lo perseguitava da molto tempo.

    Quelle di Eva erano state lacrime di coccodrillo. Aveva tentato di liberarsi di lui.

    Determinato a rimanere, Kyle attese finché lei non ebbe terminato la telefonata. «Dobbiamo parlare.»

    «Pensavo che l'avessimo appena fatto.»

    Gettando la borsa sul sedile del passeggero, Eva si sfilò gli occhiali da sole e controllò l'orologio, come per sottolineare che aveva fretta di andarsene. Il vento la spettinò e alcune ciocche le ricaddero sulle gote, facendola sembrare più giovane e fragile, sebbene Kyle conoscesse la sua leggendaria reputazione con gli uomini.

    «Esiste una soluzione per il tuo problema. Se tu sposi un Messena, non ci saranno altre condizioni oltre al fatto che il matrimonio dovrà durare due anni.»

    Lei sollevò le sopracciglia, soppesando quelle parole. «Anche se volessi – ma non è così – non è possibile. Gabriel e Nick sono già sposati e Damian lo sarà presto.»

    Kyle contrasse la mandibola mentre lei contava sulla punta delle dita i suoi fratelli, lasciandolo deliberatamente fuori dalla lista. Come se la sua mano non fosse mai stata intrecciata a quella di lui mentre passeggiavano lungo il buio sentiero verso Dolphin Bay, come se lei non gli avesse mai cinto il collo con le braccia e l'avesse baciato.

    «Be', ci sarebbe un altro Messena» le fece notare spazientito. «Sto parlando di te, di me e di un matrimonio di convenienza.»

    2

    Eva diede un colpo di tosse, trattenendosi dal rifiutare la proposta di Kyle. Non aveva idea del perché la propria reazione fosse stata tanto violenta. Tutti i precedenti tentativi di Mario di farle sposare un Messena l'avevano lasciata indifferente.

    Un anno prima, quando aveva letto i termini del testamento e ne aveva assorbito il pieno significato, era rimasta inorridita. L'idea che Kyle – l'unico Messena

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1