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Luna... di fiele! (eLit): eLit
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Ebook148 pages2 hours

Luna... di fiele! (eLit): eLit

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About this ebook

Pamela Bradford è determinata a perdere la verginità, in un modo o nell'altro. E quando il piano per sedurre il suo fidanzato infedele fallisce, immagina che potrebbe anche godersi da sola la luna di miele che ha organizzato. Poi si ritrova tra le braccia del sexy Ken McBain e decide che, dopo tutto, non è il caso di passare quei giorni da sola. E un nuovo piano di seduzione è subito organizzato!
LanguageItaliano
Release dateAug 31, 2018
ISBN9788858989654
Luna... di fiele! (eLit): eLit
Author

Leslie Kelly

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Luna... di fiele! (eLit) - Leslie Kelly

    Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:

    Relentless

    Harlequin Temptation

    © 2001 Next Temptation

    Traduzioni di Carol Fonso e Maria Latorre

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2002 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5898-965-4

    1

    Pamela Bradford stava soffocando in una sorta di tomba di compensato e cartone, sotto cinque chili di glassa. Se ne rese conto quando l’euforia procuratale dalla bevanda a base di whisky e ginger la abbandonò. Sentiva lo stomaco sottosopra e le mani che le tremavano.

    «Fatemi uscire di qui» urlò, sebbene non fosse sicura che le sue damigelle fossero ancora nelle vicinanze. Sentì una risatina e qualcuno suggerirle di fare silenzio. «Sue? Sue, ho cambiato idea. Non posso farlo.»

    «Sì, invece» replicò qualcuno.

    Non era la voce di Sue, della sua dolce damigella d’onore, timida come un coniglietto nei confronti di ogni cosa, divoratrice appassionata di romanzi rosa. Si trattava di una voce cinica e divertita, grave e autoritaria, che non poteva appartenere che a una donna afroamericana di circa ottanta chili.

    «LaVyrle, per favore, abbiamo avuto un’idea sbagliata. Peter non ne sarà felice.»

    «Non ne sarà felice? Ragazza, per favore! Quell’uomo si trasformerà in un’esplosione di ormoni quando ti vedrà uscire dalla torta! E se non lo farà... be’, lo avrai scoperto questa sera, anziché domani dopo il matrimonio. E adesso, fa’ silenzio, dobbiamo pensare al nostro piano di evacuazione.»

    Pamela sospirò, sapendo che LaVyrle non si sarebbe dispiaciuta per lei. La sua migliore amica Sue, che era sempre stata un angelo, l’avrebbe liberata subito. Ma non LaVyrle e Wanda... Non l’avrebbe spuntata con le due amiche e colleghe del Centro Adolescenti di Miami.

    Pamela aveva visto LaVyrle stendere un uomo che importunava alcuni ragazzi del centro d’accoglienza all’uscita della palestra di basket. Sicuramente non desiderava che Sue rischiasse di ritrovarsi con un occhio nero prendendo le sue difese.

    Sarebbe potuta saltare fuori dalla torta in quel momento ed evitare la festa di addio al celibato di Peter, ma le sue amiche ormai avevano portato la torta nella hall del Fort Lauderdale Hotel, quindi non sarebbe stata una buona idea, avrebbe comunque attratto l’attenzione di qualcuno, magari di qualche fotografo, e sarebbe finita sul giornale.

    «Santo cielo!» esclamò Pamela, sentendosi sempre più in trappola.

    Era piegata in due, con le ginocchia sotto il mento, e non poteva muoversi, nemmeno per grattarsi. Guardò verso l’alto e notò che la cima della torta di carta, si stava infossando proprio sopra la sua testa. La struttura sembrava sostenere a fatica il peso della glassa.

    «Non pensavo che mettessero della vera glassa su queste stupide cose.»

    «Di solito no» disse LaVyrle. «Il testimone, o chiunque sia il cretino che ha pagato perché la mia amica Nona si spogliasse questa sera, ha richiesto che utilizzassero della vera glassa. Lo sposo... dovrà leccare la ballerina per ripulirla.»

    Pamela deglutì.

    «Naturalmente sappiamo tutti che Peter non lo farebbe mai» intervenne Sue, sempre sensibile.

    «Oh, lo dovrà fare invece» commentò Wanda. «Pamela, sono sicura che Peter ti ripulirà completamente... sempre che gli piacciano le donne... cioè, volevo dire, i dolci!»

    «Per favore, lasciatemi uscire.»

    «Smettila di piagnucolare, fifona!» le ordinò LaVyrle.

    «Ho il fondoschiena gelato!»

    Le amiche risero divertite, lei invece si guardò attorno, chiedendosi come fosse finita in un tale pasticcio. Sebbene non potesse muovere la testa con facilità, abbassò lo sguardo e tremò. Sì, indossava ancora un reggiseno rosso rubino, coperto di brillantini, con perizoma abbinato, più un paio di scarpe con tacco vertiginoso che LaVyrle chiamava le scarpe per arrapati.

    Okay, aveva anche qualcosa sopra, ma si trattava di una camicia di organza rossa, trasparente, che le arrivava appena alle cosce. Era talmente sottile che non offriva protezione al suo sedere quasi nudo, appoggiato direttamente sul freddo metallo del carrello sul quale era sistemata la torta.

    Ma cosa le era saltato in mente di trascorrere la notte precedente il suo matrimonio in quel modo assurdo?

    Be’, in realtà aveva dato ascolto a una vocina che spesso si faceva sentire dentro di lei, e che le domandava come mai Peter non avesse mai cercato un contatto fisico con la sua fidanzata. In sei mesi trascorsi insieme non ci aveva provato una sola volta. L’aveva baciata, certo, con dolcezza e gentilezza, dimostrando una passione controllata, ma niente di più.

    Perché lo sposi?, si era domandata nei momenti di sconforto.

    Non aveva bisogno di cercare una risposta, la conosceva. Peter forse non l’aveva mai sedotta fisicamente, ma l’aveva conquistata nei sentimenti. Non aveva mai conosciuto un uomo che fosse così in sintonia con lei. Avevano gli stessi gusti, dallo sport al gelato, dalla musica alle idee politiche. Non avevano mai litigato. Pensando alle battaglie che aveva sempre dovuto combattere con i propri genitori, Pamela con lui si sentiva finalmente tranquilla.

    E poi c’era dell’altro. Peter era il primo uomo con cui usciva che l’aveva sostenuta senza riserve, nella sua carriera lavorativa. L’aveva incoraggiata a combattere per quegli adolescenti emarginati ai quali teneva tanto. L’aveva consolata nei momenti in cui i suoi genitori le avevano contestato le scelte che aveva compiuto, scelte che non includevano le partite a golf, né le vacanze in yacht.

    Secondo loro, stava solo vivendo una fase transitoria della sua vita, del resto era sempre stata difficile sin da bambina. Aveva sempre fatto e desiderato cose lontane dalle aspettative dei suoi genitori, non perché intendesse essere difficile, ma perché voleva essere davvero se stessa... il che significava essere diversa da coloro che amava!

    Peter l’aveva sempre sostenuta in tutto, conquistandola con la sua comprensione.

    Ma dal punto di vista fisico... L’aveva mai toccata? Niente, nada, nichts.

    Pamela non aveva molta esperienza con gli uomini, non ne aveva per niente, però sapeva che le persone che si amano e che intendono sposarsi, di solito si desiderano, cercano un contatto fisico. Eppure Peter non aveva mai cercato di fare l’amore con lei, sebbene lei gli avesse lasciato intendere che lo desiderava.

    Aveva la reputazione di dongiovanni. Negli uffici di suo padre aveva più volte sentito dire che aveva avuto molte donne, in passato. Quindi il disinteresse nei suoi confronti la stupiva e la infastidiva.

    Aveva programmato la luna di miele più romantica a cui si potesse pensare. Aveva pagato una fortuna per prenotare una stanza in un albergo sul lago Tahoe. Peter credeva che sarebbero andati a casa di un amico, sul lago, e lei non sapeva come avrebbe reagito alla sua sorpresa una volta arrivati in quel luogo di lusso. E se non gli fosse piaciuto?

    Accidenti! Non doveva essere così timorosa nei confronti dell’uomo che stava per sposare. Aveva sbagliato quando, la sera della festa d’addio al nubilato, dopo un bicchiere di troppo, aveva confidato le proprie paure alle amiche.

    Sue aveva sgranato gli occhi, Wanda aveva assunto un’aria scettica e LaVyrle aveva urlato che secondo lei Peter era gay.

    «Non è gay!» esclamò ora da dentro la torta. Sapeva che Peter non poteva essere omosessuale, dato il suo passato e la sua fama, ma che altra spiegazione poteva trovare alla mancanza di interesse nei suoi confronti?

    Amava Peter, però non poteva sposare un uomo non interessato al sesso. Al sesso con lei. Era un bell’uomo, di successo, disponibile e comprensivo, e Pamela non riusciva a immaginare un matrimonio senza desiderio, non dopo aver constatato la passione che aveva sempre caratterizzato l’unione dei suoi genitori.

    «Bene, tesoro, abbiamo un piano» annunciò LaVyrle, che doveva trovarsi alla destra della prigione di glassa di Pamela. «Sue andrà da Peter e gli dirà che gli deve parlare di un piccolo problema da risolvere riguardo il matrimonio. Mentre staranno parlando, io e Wanda entreremo nella sala e diremo che c’è una bomba e che tutti se ne devono andare. Sue però tratterrà Peter.»

    «Mai sentito niente di più stupido. Non credi che Peter si domanderà perché Sue lo voglia trattenere per qualche stupido dettaglio rischiando la vita di entrambi?»

    «Le dirà che sei tu la bomba, tesoro! E poi... hai forse un’idea migliore?»

    Pamela si scostò, soffiando, una ciocca di capelli separatasi dalla massa di riccioli che teneva legati alla nuca, e che le solleticava un occhio. «Perché non dite ai ragazzi che al bar c’è l’elezione di Miss Maglietta Bagnata? Peter non sarebbe interessato comunque.»

    «Lo credo anch’io» commentò LaVyrle ridacchiando. «Credo che funzionerà. Tu rimani seduta lì dentro. Noi andiamo a vedere dov’è il bar, poi ci occuperemo degli uomini. Torneremo a prenderti tra una decina di minuti.»

    «Per favore, LaVyrle, assicurati che escano dalla sala tutti quanti. Quello che sto facendo è già così umiliante di per sé, non vorrei mai che qualcuno assistesse.»

    Soprattutto perché la maggior parte degli uomini presenti alla festa erano colleghi di Peter e, di conseguenza, dipendenti di suo padre!

    Sentì le amiche allontanarsi ridacchiando. Ora era sola, nel piccolo recesso vicino al salone nel quale era in corso la festa di addio al celibato. L’avevano spostata dopo averla aiutata a entrare nella torta preparata, in origine, per l’amica spogliarellista di LaVyrle, Nona.

    Che strana coincidenza che LaVyrle conoscesse la donna che avrebbe dovuto esibirsi alla festa di Peter. Quando, qualche sera prima, lei aveva deciso di confidarsi con le amiche, loro non si erano date pace, finché a LaVyrle era venuta l’idea di sostituirla all’amica spogliarellista.

    E ora eccola lì. Quasi nuda, dentro una torta di carta ricoperta di glassa. Tremava in attesa di vedere uno sguardo carico di desiderio, oppure una smorfia di disprezzo sul volto del suo sposo.

    Perché? Oh, perché aveva acconsentito?

    «Perché mi era sembrata una buona idea in quel momento» mormorò, ormai rassegnata.

    Ken McBain sedeva in un angolo dell’opulento salone dell’hotel, sorseggiando una birra. Per la prima volta si domandò perché si fosse scomodato ad andare alla festa. Non conosceva i testimoni, ma solo qualcuno degli invitati. Osservò i loro visi tradizionali, puliti, con l’espressione goffa di chi desidera trasgredire a tutti i costi. Dai, facciamo qualcosa di contrario alle regole, guardiamo un film porno su Playboy Channel!

    E poi, non gli piaceva nemmeno lo sposo.

    Aveva la sensazione di avere sprecato un venerdì sera. Era lì, da solo, era trascorsa solo un’ora e desiderava già andarsene.

    «Pete, ti ricordi queste

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