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Dodici bollenti giorni: Harmony Destiny
Dodici bollenti giorni: Harmony Destiny
Dodici bollenti giorni: Harmony Destiny
Ebook176 pages2 hours

Dodici bollenti giorni: Harmony Destiny

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About this ebook

La valigia piena di biancheria sexy e olii per massaggi di Madison West non le serve a molto quando si trova isolata dalla neve in un resort di montagna, a meno che non scopra di non essere sola. Sam McCormack ha deciso di prendersi una pausa dal lavoro per dedicarsi alla sua arte, e certo l'ultima persona che avrebbe voluto incontrare era una donna altezzosa come Madison. Ma tutto può accadere in una baita isolata durante una tempesta di neve, anche che una gelida notte diventi bollente.
Un'altra cosa che può capitare, poi, è che una sola notte non basti e che i due amanti decidano di concedersi anche i dodici giorni che mancano a Natale per dare libero sfogo ai loro più sensuali desideri. Saranno sufficienti per esaurire la passione che li travolge e tornare ciascuno alla propria vita?
LanguageItaliano
Release dateJan 21, 2019
ISBN9788858992876
Dodici bollenti giorni: Harmony Destiny

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    Book preview

    Dodici bollenti giorni - Maisey Yates

    successivo.

    1

    «Ritocco fotografico» borbottò Madison West mentre digitava il codice di sicurezza per accedere allo chalet in cui avrebbe soggiornato per il fine settimana.

    Voltandosi verso il panorama innevato, notò che c'era un altro alloggio, situato decisamente troppo vicino a quello da lei prenotato. Sul sito web di appartamenti per le vacanze avevano omesso quanto fossero a ridosso gli edifici. E, inoltre, era evidente che le fotografie erano state scattate scegliendo angolazioni ben studiate.

    Comunque non aveva importanza. Niente e nessuno avrebbe potuto intralciare i suoi piani. Dopo dieci anni di castità, aveva programmato di trascorrere un weekend all'insegna del sesso sfrenato. E finalmente aveva trovato l'uomo giusto. Giusto per passare una serata bollente e non tutta la vita, ovviamente. Le persone come Maddy non credevano nell'amore. Quando si viene ingannati e umiliati all'età di diciassette anni, non ci si può aspettare altrimenti. Un matrimonio felice non rientrava tra i suoi desideri, tuttavia avere orgasmi mozzafiato era in cima alla lista.

    E aveva trovato l'uomo perfetto per risvegliarla dal torpore. Perciò non vedeva l'ora di abbandonare ogni freno inibitorio e lasciarsi andare a quarantott'ore di pura passione. Si era portata una valigia piena di lingerie sexy e ben quattro bottiglie di vino. Certo, avrebbe preferito che lo chalet fosse più isolato dagli altri villeggianti, questo, però, non le avrebbe impedito di godersi quel momento tanto agognato.

    Madison aprì la porta ed entrò. Quando vide che, fortunatamente, l'arredamento rispecchiava quello mostrato nelle foto presenti sul sito web, tirò un sospiro di sollievo. Malgrado l'alloggio sembrasse più piccolo di quanto si aspettava, si augurò che si trattasse della prima e ultima delusione della serata. D'altronde, non c'era alcun bisogno di aggiungere altra pressione. Mettere fine a dieci anni di astinenza sessuale era già abbastanza complicato.

    Dato che Christopher sarebbe arrivato a momenti, decise di andare al piano di sopra a prepararsi. Si diresse in camera da letto, aprì la valigia e tirò fuori la biancheria in pizzo rosso che aveva scelto appositamente per la loro prima volta. Quel colore le stava molto bene, anche se era forse un filino troppo audace. D'altronde, quella sera il suo obiettivo era proprio sedurre Christopher.

    Non era il suo ragazzo, e non lo sarebbe diventato. Era un venditore d'integratori vitaminici per cavalli che Madison aveva conosciuto qualche settimana prima, quando si era recato alla proprietà della famiglia West. Dopo che lei aveva acquistato qualche prodotto per i suoi cavalli, si erano messi a chiacchierare e avevano finito per flirtare. Di solito, quando si arrivava a quel punto, Maddy era abituata a stroncare qualsiasi cosa potesse nascere. Quella volta non l'aveva fatto. Forse perché cominciava a sentire il peso di dieci anni di astinenza. Perciò aveva accettato di uscire con lui e, quando aveva cercato di baciarla, non si era tirata indietro.

    Si era trattato di un passo importante perché non si era mai spinta fino a quel punto con gli uomini che l'avevano corteggiata prima di Christopher. L'aveva aiutata a rendersi conto di quanto fosse bello lasciarsi andare e, una volta che quella consapevolezza si era fatta strada... era stato impossibile scacciarla.

    Eppure aveva rifiutato l'invito per un secondo appuntamento. In fin dei conti, l'idea di avere una storia di sesso era decisamente più invitante. E Christopher non si era tirato indietro, ovviamente. Era un uomo, no? Maddy aveva sempre evitato di lasciarsi coinvolgere da uomini che vivevano a Copper Ridge per evitare che l'intera città potesse spettegolare. Ed era stato proprio questo a farle venire l'idea di affittare uno chalet in montagna per il weekend.

    Si tolse i vestiti e indossò il babydoll in pizzo rosso che le copriva a malapena il fondoschiena. Poi si sistemò la folta chioma bionda e applicò un rossetto in tinta con la biancheria. Non aveva intenzione di accogliere Christopher vestita in quel modo, perciò decise di coprirsi con un lungo cappotto nero e poi si fermò a guardarsi allo specchio. Era da parecchio tempo che non si vestiva con il chiaro intento di sedurre un uomo. Di solito, quello che desiderava ottenere era proprio l'effetto contrario.

    «Non questa sera» disse. «No.»

    Scese le scale e si affacciò alla finestra, scorgendo un furgone parcheggiato vicino allo chalet che si trovava di fronte. Nevicava abbondantemente e il panorama si stava imbiancando alla svelta. Nella città di Copper Ridge, in Oregon, non nevicava quasi mai. Per riuscire a vedere qualche fiocco di neve, bisognava spingersi verso le montagne, proprio come aveva fatto Maddy. Per lei si trattava di uno spettacolo eccezionale, nonostante il freddo. Tuttavia, in camera da letto non ci sarebbe voluto molto per scaldare l'atmosfera e farla diventare rovente.

    Mentre aspettava l'arrivo di Christopher, pensò che fosse il caso di tenere a portata di mano dei preservativi. Perciò corse di sopra e, rovistando nella borsa, ne afferrò qualcuno. Poi tornò al piano di sotto ma, appena raggiunse il salotto, le luci tremolarono e poi si spensero definitivamente. Lo chalet precipitò in uno strano silenzio e la temperatura si abbassò di qualche grado ma, quasi sicuramente, si trattava di una sua impressione.

    «Stiamo scherzando?» disse Maddy al buio.

    L'unica cosa che udì fu un flebile scricchiolio.

    Probabilmente era il rumore del tetto gravato dal peso di tutta quella neve. Chissà, magari sarebbe anche potuto crollarle addosso. Una punizione divina per aver avuto la presunzione di comportarsi come una donna normale e fare sesso.

    Quel pensiero le fece venire un brivido lungo la schiena. Improvvisamente, l'entusiasmo iniziale si era trasformato in negatività. No, si rimproverò. Non puoi lasciarti demoralizzare.

    Dopo dieci anni di sconforto e autocommiserazione, si era finalmente decisa a invertire la rotta. E, poi, non credeva affatto nei segni del destino. In caso di maltempo, poteva capitare che un fusibile saltasse. Lo chalet era vecchio e, sicuramente, aveva impianti datati. Spiegazione trovata. Però, purtroppo, avrebbe dovuto attendere l'arrivo di Christopher per risolvere il problema.

    Sospirò e si diresse verso il bancone della cucina, dove posò i preservativi e afferrò la borsa che aveva lasciato al suo arrivo. Appena estrasse il cellulare, si accorse che non c'era segnale. Poi si ricordò di aver pensato che la mancanza di servizio telefonico avrebbe contribuito a tagliarli completamente fuori dal mondo esterno, spingendo entrambi a godersi appieno quel weekend di passione. Peccato che, adesso, quel pensiero le sembrò tremendamente stupido. Visto che non poteva usare il telefono fisso per via del blackout, si ritrovava sola e del tutto isolata dal resto del mondo.

    «Oh, no» sospirò Maddy tra sé, «sembra quasi la scena d'apertura di un film dell'orrore. Come minimo, sto per essere fatta a pezzi con un'ascia da un serial killer e morire da vergine rinata.»

    Andò alla finestra per osservare il panorama innevato e cominciò a sentirsi turbata, dato che di Christopher non c'era ancora traccia. Notò che lo chalet di fronte aveva ancora l'elettricità. Detestava l'idea di andare a bussare alla porta del vicino. Dopotutto, lo scopo di andare in un luogo così isolato era proprio mantenere l'anonimato e non incontrare nessuno. Eppure non le restavano molte alternative. Perciò strinse la cintura del cappotto e si preparò ad affrontare il gelo polare.

    Raggiunta l'abitazione illuminata, si fermò davanti all'uscio. A giudicare dall'aspetto caldo e accogliente, doveva trattarsi della versione di lusso. Quella che le avevano rifilato, invece, era quasi sicuramente infestata da roditori che avevano rosicchiato i cavi dell'elettricità. Maddy sbuffò, si sistemò il cappotto e bussò alla porta. Mentre aspettava che qualcuno venisse ad aprire, cominciò a muoversi per evitare di congelare. Aveva soltanto bisogno di telefonare a Christopher per domandargli quando sarebbe arrivato e, nel caso in cui mancasse ancora un po', chiedere al vicino di darle una mano a far ripartire la corrente elettrica o, perlomeno, ad accendere il fuoco.

    Appena la porta si aprì, il suo cuore si fermò. L'uomo che si trovò di fronte era imponente, così alto che gli arrivava a malapena a metà torace. Aveva spalle ampie e muscolose, il tipo di fisico scolpito che si può ottenere solo con il duro lavoro e non con sessioni in palestra. Quando Madison alzò lo sguardo, notò il naso dritto, la mascella squadrata, i corti capelli castani e un paio di occhi scuri che la fissavano con un'espressione più rigida di tutti i muscoli che quell'uomo aveva in corpo. Un'espressione fin troppo familiare.

    «E tu che cosa ci fai qui?»

    Sam McCormack cercò di tenere a bada l'irritazione che lo invase appena Madison West chiese ciò che lui stesso stava per domandarle.

    «Ho preso in affitto questo chalet» rispose senza invitarla a entrare. «Potrei farti la stessa domanda.»

    Maddy continuò a spostare il peso da un piede all'altro, stringendo le braccia al corpo.

    «E otterresti la stessa risposta» disse. «Occupo lo chalet dall'altra parte del vialetto.»

    «Allora sei venuta alla porta sbagliata» replicò Sam e fece per chiuderle la porta in faccia, però lei lo fermò.

    «Devi essere sempre così antipatico?»

    Non era certo la prima volta che qualcuno gli poneva quella domanda e Sam si limitò a rispondere come sempre. «Sì.»

    «Sam» insistette lei, irritata. «C'è stato un blackout e sto congelando. Mi faresti entrare?»

    Dopo un sospiro lungo ed esasperato, Sam si scostò per farla passare. Madison West era proprio insopportabile. Otto anni prima era stato assunto come maniscalco alla proprietà dei West e, da quando aveva iniziato a occuparsi dei suoi cavalli, Madison non gli aveva mai rivolto una parola gentile. Dopotutto, però, lui non era stato da meno.

    Quella donna era gelida come il ghiaccio che ricopriva le vette delle montagne circostanti, e Sam non aveva un debole per le principesse di ghiaccio. Eppure ne era rimasto colpito fin dal primo momento in cui l'aveva conosciuta, anche se non era mai riuscito a dare un nome a quella sensazione. Sembrava tanto incomprensibile quanto inafferrabile.

    «Grazie» rispose Maddy in tono seccato, entrando in casa.

    «Sei una donna ricca e carina» osservò Sam chiudendo la porta. «E io sono squattrinato e nessuno mi sopporta. Se ti lasciassi fuori e morissi per il freddo, quasi sicuramente darebbero la colpa a me.»

    Madison tirò su con il naso ed eliminò ostentatamente i fiocchi di neve che si erano depositati sul cappotto. «Dubito fortemente che tu sia squattrinato» commentò in tono secco.

    E non si sbagliava. In effetti, in otto anni trascorsi a lavorare per la famiglia West, erano cambiate parecchie cose. Si poteva senza dubbio affermare che la sua vita fosse stata completamente rivoluzionata, soprattutto nell'arco degli ultimi dodici mesi.

    Le sue statue avevano riscosso successo e l'attività di forgiatura del metallo e ferratura dei cavalli che mandava avanti insieme a suo fratello Chase era cresciuta. Così adesso si ritrovava a dedicare più tempo alla realizzazione di opere d'arte anziché ai lavori manuali. La vendita di un solo pezzo era in grado di sistemarli per un intero trimestre. E Sam non avrebbe mai immaginato che la sua vita potesse prendere una piega così inaspettata.

    Faceva ancora fatica a identificarsi con l'etichetta di artista. Si vedeva ancora come un maniscalco e un fabbro ferraio, lavoro che svolgeva per la maggior parte del tempo nel ranch di famiglia. In fin dei conti, si trattava pur sempre di modellare il metallo e dargli un'altra forma. Solo che, per qualche strana ragione, alcune persone erano disposte a spendere parecchi soldi per il frutto di quella manipolazione.

    «La prima impressione è quella che conta» le rispose.

    Madison lo fissò con quegli occhi azzurri come il ghiaccio e gli rivolse uno sguardo che lo colpì come un pugno allo stomaco. Ecco un'altra cosa che Sam proprio non capiva di quella donna. Era carina. Anzi, molto più che carina. Era il tipo di donna in grado di popolare le fantasie più torbide di qualsiasi uomo. Eppure, quell'aspetto in apparenza seducente e focoso nascondeva un carattere freddo e pungente.

    «Certo. E, al momento, ho l'impressione di dover usare il tuo telefono.»

    «Quassù non c'è campo.»

    «Infatti intendevo quello fisso» rispose Madison. «Sono senza elettricità e il mio cellulare non prende. Quindi non so come telefonare.»

    «Okay, fai pure» rispose Sam dirigendosi verso la cucina. Afferrò la cornetta e gliela porse. Per un istante, Madison lo guardò come se le stesse dando un serpente e poi gli tolse il ricevitore di mano. «Hai intenzione di rimanere qui?»

    Sam fece spallucce, incrociò le braccia e si appoggiò allo stipite della porta. «Ti crea problemi?»

    Madison sbuffò e compose il numero, continuando a spostare il peso da un piede all'altro mentre attendeva che la persona dall'altra parte della cornetta rispondesse.

    «Christopher?»

    Appena le sentì pronunciare il nome di un altro uomo, Sam ebbe una reazione fisica

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