Più dolce del cioccolato (eLit): eLit
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About this ebook
Non c'è niente di più eccitante dell'intreccio tra sesso e peccati di gola.
Sabrina Bliss ha l'acquolina in bocca e non solo perché il suo nuovo lavoro si svolge in un raffinato bistrot di New York, ma anche perché lo chef pasticciere, Kit Rex, è decisamente... appetitoso. Peccato che sia off limits per lei. Sabrina ha infatti scommesso con la sorella che rimarrà lontana dagli uomini per un anno intero, a meno che non si innamori. Ma come combattere la frustrazione dovuta all'astinenza forzata? Divorando delizie al cioccolato preparate da Kit, è ovvio!
Carrie Alexander
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Più dolce del cioccolato (eLit) - Carrie Alexander
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
The Chocolate Seduction
Harlequin Temptation
© 2003 Carrie Antilla
Traduzione di Raffaella Fontana
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
© 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5898-995-1
Frontespizio. «Più dolce del cioccolato (eLit)» di Alexander CarriePrologo
«Che matrimonio!» esclamò Sabrina Bliss rivolgendosi alla sorella. «Quando il prete è arrivato al finché morte non vi separi credevo di non farcela.»
«È per questo che ti ho dato il pizzicotto!» Mackenzie cercò di assumere un’aria di rimprovero, ma non ci riuscì. «Non è tanto indicato mettersi a ridere nel bel mezzo di una cerimonia nuziale.»
«Ma almeno avrai notato che non ho mosso alcuna obiezione.»
«Perché? Avresti voluto?»
«Mmh... no, però non sono molto ottimista.» Sabrina assunse un’espressione dubbiosa e con la mano strinse saldamente l’astuccio di velluto blu. «Lo sai che non credo nei lieto fine delle fiabe» concluse.
Sabrina e Mackenzie erano uscite sulla terrazza del Fontaine Hotel per stare un po’ da sole, lontane dalla confusione del ricevimento, e avevano sorpreso i loro genitori, appena tornati a essere marito e moglie, che ballavano teneramente abbracciati sotto il cielo stellato nel giardino dell’hotel sottostante la terrazza. La scena aveva un che di terribilmente romantico.
Sabrina pensò che erano tutte sciocchezze, ma non riusciva a crederci fino in fondo. Fortunatamente era una vera esperta nel nascondere le proprie emozioni.
Mackenzie invece era l’opposto. Aveva piagnucolato durante tutta la cerimonia e ora continuava a fissare i novelli sposi con gli occhi pieni di speranza.
Un paio di mesi prima, i genitori avevano confessato alle figlie che, nonostante i molti anni di divorzio, non avevano mai smesso di amarsi e avevano deciso di provarci un’altra volta. Sabrina e Mackenzie erano rimaste di stucco. Non avevano idea che i loro genitori si vedessero al di là delle solite ricorrenze familiari.
Ovviamente Mackenzie aveva trovato la cosa terribilmente romantica. Sabrina invece non era altrettanto disposta a lasciarsi alle spalle il rancore e le sofferenze che erano seguite al divorzio, sebbene fossero già passati ben sedici anni. E se i piatti avessero ricominciato a volare, non aveva intenzione di essere presente.
«Forse non è un finale da fiaba. Forse è la realtà.»
«Ah! Per piacere...» Sabrina sbuffò e bevette un goccio di champagne. «Gli do sei mesi, non uno di più.»
Mackenzie le mise un braccio intorno alle spalle e le fece venire voglia di ritirare quello che aveva appena detto. Sua sorella era sempre in grado di farla sentire meglio, era la sua migliore amica. Erano state separate troppo a lungo. Mackenzie si era sistemata a New York, mentre Sabrina si spostava da un posto all’altro a seconda dell’umore.
«Oh, Sabri. Come fai a essere sempre così cinica?» le chiese usando il vecchio nomignolo con cui la chiamava da bambina.
Significava per caso che erano di nuovo una famiglia? Sabrina scrollò le spalle. Le due ragazze erano diverse tra di loro, ma a partire dagli anni del divorzio erano state molto unite e si erano sempre aiutate a vicenda, nonostante i chilometri che le separavano.
«Guardala da un punto di vista statistico. Se è vero che il cinquanta per cento dei matrimoni fallisce, il loro è praticamente inaffondabile.»
«Le statistiche non mi convincono.»
«Non si tratta solo di numeri, bisogna avere fede.»
«Fede? Stai scherzando?»
Mackenzie diede un’occhiata ai suoi genitori ancora abbracciati. «Guardali e dimmi che il tuo cuore non si sta sciogliendo.»
Sabrina strinse l’astuccio dell’anello e guardò giù.
I loro genitori erano uno l’opposto dell’altro. Charlie Bliss era alto e castano, con una spiccata propensione ai sogni a occhi aperti, scombinato e irresponsabile. Nicole era bassa e paffuta. Affidabile, proprio come Mackenzie, ma ben più dura. A volte era una vera schiacciasassi.
Sabrina augurava ogni genere di felicità ai genitori, ma la fede, be’, quella era sepolta nel fondo degli zaini che usava da ragazzina, quando faceva la spola tra casa di papà e quella di mamma dopo che avevano divorziato. Pensò che sei mesi erano fin troppi. Non si sarebbe stupita più di tanto se avessero iniziato a litigare appena tornati dal viaggio di nozze. Ogni più piccola sciocchezza era stata un pretesto per scambiarsi ingiurie. «Certo, sembrano felici» ammise Sabrina. «Per il momento.» Bevve un altro goccio di champagne. Anche il suo cuore si era intenerito. Un pochino.
Si sollevò un po’ di vento e Mackenzie, sempre pratica e preparata per ogni evenienza, condivise con la sorella la stola di cachemire rosa.
Mackenzie era assennata e con la testa sulle spalle, Sabrina era alta e atletica e non voleva saperne di legami. Ma allora perché teneva ancora stretto in mano quell’astuccio?
«Ma ci pensi, Sabri?»
«A cosa?»
«Mamma e papà non hanno avuto paura di riprovarci. Forse dovremmo prendere esempio da loro.»
Sabrina fece un passo indietro. «Di cosa stai parlando? Dell’amore? Del matrimonio? Stai dando i numeri? Non fa per me.»
Mackenzie si sfilò la stola e la mise sulle spalle della sorella. Lei non ne aveva bisogno. I suoi capelli scuri, morbidi e leggermente mossi, le arrivavano in vita. Aveva avuto la stessa pettinatura fin da quando aveva dieci anni. «No, Sabrina. Sto parlando di un cambiamento radicale, di una nuova vita, chiamalo come ti pare. Ci farebbe bene.»
«Sai che cerco sempre di evitare ogni cosa che mi faccia bene. Inoltre sono soddisfatta della mia vita.»
Mackenzie inarcò le sopracciglia. «Davvero?»
«Sì, davvero.»
«Eppure io mi ricordo di una telefonata alle tre del mattino...»
«Avevi giurato di non rivangare l’argomento. Andiamo, era una crisi passeggera. Ero appena uscita dall’ennesima relazione fallimentare.»
«Sei uscita con quel tizio per più di quattro mesi. Non era solo l’ennesima relazione fallimentare. Se non ti avesse ferita, non saresti partita per il Messico il giorno dopo.»
«Avevo già preso decisioni repentine in passato. Lo sai» insistette Sabrina.
Mackenzie si impuntò. «Solo perché l’hai già fatto non significa che tu ne sia felice. Se non ricordo male, prima che rompeste stavi giusto parlando di fermarti da qualche parte e iniziare una carriera come si deve.»
Sabrina esitò. Mackenzie aveva ragione. Ultimamente le era capitato di pensare che aveva girovagato abbastanza e che tutto quello che le era rimasto era un curriculum in più tomi e un ex fidanzato in ogni stato.
In effetti era pronta per un cambiamento. In meglio possibilmente. «E con te come la mettiamo?» rilanciò. «Tra di noi sei la più assennata, ma credo ci sia spazio per un miglioramento anche nella tua, di vita. Da quanto tempo si trascina il tuo limbo con Mister Valium? E per quanto tempo ancora hai intenzione di aspettare una promozione alla Regal Foods?»
«Non sei aggiornata. Sono stata promossa un mese fa, mentre tu facevi surf ad Acapulco.»
«Oh, wow, questo è favoloso.» Sabrina si domandò come facesse sua sorella a essere sempre così responsabile e affidabile. Per un attimo pensò che avrebbe dovuto dare a lei il prezioso gioiello di famiglia, però...
«E come vanno le cose con Mister Valium?»
«Si chiama Jason, Jason Dole, e per tua informazione lui è...»
«Soporifero. Di una noia mortale.»
«Ti sbagli. Forse non è all’altezza dei tuoi uomini da brivido, ma è un bravo ragazzo.»
Sabrina sbuffò. «I bravi ragazzi sono di una noia mortale.»
«Non per me. Ci assomigliamo molto e andiamo d’accordo.»
«Non parleresti di cambiamenti se tutto quello che volessi fosse semplicemente andare d’accordo.»
Da quando il divorzio aveva rivoluzionato le loro vite, Mackenzie era stata refrattaria ai cambiamenti. Non si era mai trasferita e aveva sempre lavorato nella stessa ditta alimentare. Doveva essere stufa della solita routine almeno quanto Sabrina era stanca di aeroporti e stazioni ferroviarie.
«Guarda» disse Sabrina indicando i loro genitori che si stavano baciando in giardino. «Dimmi che hai anche solo metà di quella passione con il tuo buono e gentile Jason Dole e io sarò ben lieta di venire al tuo matrimonio.»
«Non posso.» L’ammissione arrivò addirittura più velocemente di quello che Sabrina si aspettava.
«Visto?» esclamò inclinando la testa di lato.
Charlie e Nicole si stavano ancora baciando. Si sporse dalla balaustra e urlò: «Ehi, piccioncini, perché non vi prendete una stanza?».
I due si separarono e guardarono in su con aria sorpresa. Quando videro le figlie sul terrazzo, le salutarono agitando le mani.
Sabrina sollevò il calice, quindi lo svuotò con un sorso. «Ci sono. Dovremmo invertirci le vite!»
«Oh, per carità. Non sono tagliata per cambiare fidanzato con la velocità con cui mi rifaccio il guardaroba. In più non so andare sui pattini a rotelle.»
L’ultimo lavoro di Sabrina era stato lavorare, munita di rollerblade, in un locale di Portland che si ispirava agli anni Cinquanta. Aveva scelto la città chiudendo gli occhi e facendo cadere a caso l’indice su una cartina degli Stati Uniti.
«Abbiamo bisogno di qualcosa di nuovo. Io ci sto solo se ci stai anche tu» insistette Mackenzie.
Sabrina storse il naso. «Che cosa avevi in mente?» chiese con cautela.
«Tu dovrai stabilirti in una città e firmare un vero contratto d’affitto. Basta con la solita filosofia del giorno per giorno.»
Non sarebbe stato difficile. «E tu dovrai mollare Mister Valium.»
Mackenzie annuì. «Io posso farcela. Ma tu dovrai trovarti un lavoro e lo dovrai portare avanti per almeno un anno.»
«Un anno intero...» Sabrina deglutì. «D’accordo, ma tu devi dimetterti dalla Regal Foods.»
«E perché? Ho appena avuto una promozione.»
«Ma hai sempre desiderato aprire il tuo negozio di dolciumi e so che hai messo da parte i soldi. Forse è ora di provarci davvero.»
Mackenzie sbiancò, ma infine annuì con riluttanza. «Ci sto solo se tu rinunci agli uomini» rispose sperando che lei non accettasse.
Astinenza?, rifletté Sabrina. È assurdo! Impossibile! Rilanciò senza dare a vedere i suoi dubbi. «Solo se ti tagli i capelli.»
«Di quanto?»
«Per quanto?» chiese Sabrina quasi all’unisono.
«Fino al giorno in cui ti innamorerai veramente» rispose Mackenzie.
Sabrina strinse l’astuccio. «Allora te li tagli fin sopra le orecchie.»
Le due sorelle si azzittirono per un attimo, riflettendo sulle possibili conseguenze di quella conversazione.
«I miei capelli?» sospirò Mackenzie passandosi una mano tra la folta capigliatura.
«Niente uomini?» farfugliò Sabrina con un filo di voce. Non ce l’avrebbe mai fatta. Lei adorava gli uomini.
Mackenzie chiuse gli occhi per un attimo. «Un anno per cambiare le nostre vite. Accetto la scommessa!» E... da non credere, le porse la mano senza metterci la solita settimana prima di decidere una cosa.
Sabrina scosse la mano. «Io...»
«Coniglio.»
«Non ho paura, mi domando semplicemente quale sia la posta in gioco.»
«Ottenere dei risultati sarà già una buona ricompensa.»
«Troppo poco. Cosa ne dici invece di questo?» Scostò la stola e sollevò una mano col palmo in su.
Mackenzie si immobilizzò fissando quell’astuccio di velluto così familiare a entrambe. Sabrina lo aprì e rivelò il diamante che Nicole Bliss si era sfilata dal dito il giorno del divorzio dicendo che non se lo sarebbe mai più rimesso. Di tanto in tanto, quando la mamma non era a casa, le due sorelle si infilavano in