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I progetti di Mallory (eLit): eLit
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Ebook143 pages1 hour

I progetti di Mallory (eLit): eLit

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About this ebook

Mallory e Cliff abitano nello stesso palazzo e sono diventati amici. Ma, oltre a questo, che cos'hanno in comune? Entrambi sono molto attaccati al lavoro e ciò crea non pochi problemi nei loro rapporti sentimentali. Una sera, dopo essere stati piantati in asso dai rispettivi partner, decidono di imbastire una relazione che preveda tanto sesso e nessun impegno. Con il passar del tempo, però, Mallory scopre di desiderare di più, così lascia Cliff e si trasferisce in montagna...per dimenticare. Finché una sera, tornando a casa...
LanguageItaliano
Release dateAug 31, 2017
ISBN9788858973660
I progetti di Mallory (eLit): eLit

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    I progetti di Mallory (eLit) - Marissa Hall

    successivo.

    1

    Per la quarta volta di seguito, Mallory Reissen si trovò a giocherellare irritata con il bicchiere di acqua ghiacciata sistemato accanto al piatto. Ma perché mai aveva ceduto alle insistenze di Mark, accettando di consumare in sua compagnia il brunch domenicale?

    Non era seccata per la scelta del locale. Frequentava regolarmente il buffet domenicale che si teneva a La Grande Passion, fin da quando, tre anni prima, si era trasferita nell'appartamento di un condominio poco distante.

    E non era colpa del clima. Lei e il suo compagno erano seduti a un tavolo in un cantuccio della terrazza del ristorante, riscaldati dal dolce sole primaverile di San Diego. A un altro tavolo, poco distante, intenti in una conversazione privata, avevano preso posto il suo bel vicino di casa, Cliff Young, e la sua attuale ragazza.

    Non era nemmeno per via della compagnia: Mark era un uomo attraente e piacevole... almeno, quasi sempre.

    Tranne quando la tartassava per via delle sue abitudini lavorative.

    «Mallory» disse lui. «Tu devi imparare a mettere le cose nella giusta prospettiva. Non sei mai puntuale a un nostro appuntamento. Senza contare quelli che mandi all'aria all'ultimo momento, perché il tuo capo decide di punto in bianco di avere bisogno di un impegno extra da parte tua.» Il volto di Mark arrossì, assumendo un'espressione petulante che lo rese meno attraente.

    «Però, oggi, sono arrivata puntualissima, no?»

    «Sì!» scattò lui. «Per la prima volta da quando usciamo insieme. Che cosa dovrei fare? Darti una medaglia?»

    Mallory posò la forchetta e cercò d'ignorare la fitta che le stringeva lo stomaco. Dio, come odiava quelle situazioni! Quante volte aveva dovuto affrontare discussioni del genere con altri uomini? Cinquanta? Cento?

    «No, figurati» rispose. «Ma almeno mi piace rebbe avere il semplice riconoscimento che, per una volta...»

    Mark non le permise di finire la frase. «Lascia perdere. Sei arrivata in orario solo perché ti ho detto che altrimenti la storia tra noi sarebbe stata chiusa!»

    «Parla più piano! Siamo in un luogo pubblico!» si raccomandò lei. Troppo tardi. Lo sguardo di Mallory intercettò brevemente quello di Cliff, a pochi metri di distanza. La compagna di Cliff volgeva loro le spalle, mentre lui era seduto proprio di fronte.

    «Pensi che me ne importi?» la rimbeccò Mark, senza curarsi di abbassare il tono della voce. «Non sono un uomo da trascurare. Potrei avere praticamente ogni donna di San Diego... e tu, invece, preferisci dedicare tutto il tuo tempo a telecamere e trucco.»

    Mallory sospirò. «Come coordinatrice di programmi televisivi, ci tengo a sottolineare che telecamere e trucco fanno parte della mia attività. È il mio lavoro» gli fece notare, cercando di mantenere la calma. Avvicinò alle labbra il delicato tovagliolo di lino rosa per nascondere una smorfia ironica. Aveva sentito quella lamentela almeno un centinaio di volte. «Eppure, sapevi del mio lavoro prim'ancora di chiedermi di uscire con te.»

    «Sì, ma non immaginavo che per te fosse una simile ossessione. E, soprattutto, che fosse a tempo pieno.»

    Maledizione! Ma perché gli uomini volevano avere sempre di più di quello che lei poteva dare? Possibile che nessuno di loro riuscisse a capire che una donna occupata nel settore del giornalismo televisivo doveva impegnarsi più duramente per ottenere un po' di rispetto?

    Per avere successo, per diventare veramente qualcuno e sfondare, Mallory doveva emergere dal ristretto mondo delle notizie locali per catapultarsi sulla scena nazionale. E quel salto di qualità era dietro l'angolo, l'aspettava. Se lo sentiva nella pelle. Aveva già ricevuto qualche avvisaglia dalla rete televisiva. Niente di definitivo, ovviamente, però...

    Tuttavia, per afferrare quell'opportunità quando finalmente si fosse presentata, doveva dimostrarsi migliore di tutti gli altri colleghi.

    Doveva essere la migliore in assoluto.

    Ed essere la migliore significava trovarsi sem pre pronta a piombare come un falco su un'anteprima, in qualsiasi luogo e momento si verificasse. E, spesso, quell'eterno stato di all'erta poteva significare appuntamenti mandati all'aria, ritardi, danni all'ego ogni volta che tentava d'instaurare una relazione con un uomo.

    Nessuno di loro riusciva a capire quanto potesse essere importante per lei avere successo. Nessuno si rendeva conto che qualsiasi relazione, o persino un amante, dovevano essere sempre necessariamente messi in secondo piano rispetto alla carriera. Non aveva alcuna alternativa: l'unico modo che riusciva a concepire per andare avanti era mettere in cima alla propria lista di priorità lavoro e carriera.

    E quel genere di priorità si era spinto talmente avanti, che Mallory si era lasciata alle spalle una lunga scia di relazioni interrotte e amici perduti.

    Frustrata, temendo di poter dire qualcosa che inducesse Mark a dare un taglio agli ultimi brandelli della loro relazione, Mallory si alzò fingendo un sorriso. «Vado a prendere un po' di frutta al tavolo» annunciò.

    Poi, si attardò davanti a una pila di frutta esotica, artisticamente disposta, riluttante all'idea di tornare al tavolo per riprendere la discussione che Mark sembrava decisissimo a portare a termine. Tese la mano verso una succosa fragola, ma le pinze che teneva tra le dita tremavano tanto, che per poco non fece cadere il frutto.

    Una calda mano maschile si posò sulla sua, raddrizzando le pinze e aiutandola a sistemare la fragola sul piatto. Stupita, si guardò alle spalle, pronta a tirarsi indietro. Ma subito si rilassò ve dendo che la mano apparteneva a Cliff.

    «Grazie.» Si protese verso un'altra fragola da accompagnare con una cucchiaiata di panna montata, sua estrema debolezza, e ancora una volta la mano di lui le impedì di combinare un guaio.

    Allora Cliff s'impadronì delle pinze e le servì tre fragole succulente sul piatto. «Ti bastano?» le chiese.

    «Sì.» Più grata di quanto fosse disposta ad ammettere, Mallory studiò la frutta messa in mostra, più che altro per evitare d'incontrare il suo sguardo. Non voleva altro da mangiare... sapeva che avrebbe già avuto difficoltà a mandare giù tutto quello che aveva sul piatto.

    «Hai problemi con il tuo accompagnatore?» le domandò Cliff a bassa voce.

    Lei fu sul punto di mentire, poi si bloccò. A che cosa sarebbe servito? Cliff doveva avere colto i punti essenziali della sua discussione con Mark. Inoltre, dopo tre anni che vivevano porta a porta, era arrivata a considerarlo un vero amico su cui contare, nonostante avesse poco tempo a disposizione da dedicarle. Nelle rare occasioni in cui avevano potuto chiacchierare, aveva confidato a Cliff più cose di quanto avesse mai fatto con altri.

    C'era qualcosa in quell'uomo che ispirava confidenza. Probabilmente, per questo motivo era un avvocato con i fiocchi. Tuttavia, già da molto tempo aveva deciso di tenere a bada quell'impulso di attrazione che provava occasionalmente per lui, a favore di un'amicizia puramente platonica.

    Cliff sembrava aver stabilito di mantenere un atteggiamento simile nei suoi confronti e non aveva mai mostrato il minimo segno di desiderare qualcosa di più da lei.

    «Sì» ammise con un sospiro, riportando la mente al problema che l'assillava in quel momento. «A dire il vero, Mark non sembra essere troppo felice in mia compagnia.»

    «Perché? Stai forse tenendo il piede in due scarpe? Hai conosciuto qualcuno che al momento t'interessa come o più di lui?» le domandò Cliff con tanta naturalezza che a lei occorse un attimo per capire a pieno.

    «Ovviamente no!» Si voltò per guardarlo bene in faccia. «Ho appena il tempo per tenere in piedi una relazione. Come riuscirei ad avere un altro uomo?»

    Lui scrollò le spalle e posò una succosa fetta di kiwi nel proprio piatto. «Le donne trovano sempre il tempo per questo genere di cose.»

    «Non io.» Mallory tornò a guardare da sopra la spalla: dall'angolo in cui si trovava, riusciva a scorgere il volto della ragazza di Cliff. Se non sbagliava, doveva essere un'attrice di teatro, il cui spettacolo stava furoreggiando in città, in quel periodo. «Se proprio vuoi saperlo, anche la tua amica non ha l'aria molto giuliva.»

    Lui fece una smorfia e aggiunse una cucchiaiata di lamponi nel suo piatto. Inarcò un sopracciglio per chiederle silenziosamente se ne desiderasse un po', e lei annuì automaticamente.

    «Non lo è» confessò. «In effetti, credo che Suzanne e il tuo amico siano sintonizzati sulla stessa onda di pensiero.»

    «Non capisco...»

    «Per caso, Mike non si stava...»

    «Mark, non Mike.»

    «Oh! Be', per caso, Mark non si stava lamentando con te per il fatto che passi troppo tempo lavorando? Che mandi a monte gli appuntamenti per impegni di lavoro? Che tu volontariamente sacrifichi la tua vita sociale, se è necessario svolgere un incarico professionale?»

    Mallory spalancò la bocca, ma la chiuse in fretta. «Come fai a saperlo?»

    Cliff sollevò una spalla per indicare di nascosto la sua ragazza che adesso stava nervosamente tamburellando le dita sul tavolo. «Perché è la stessa solfa che mi stava cantando Suzanne.»

    I loro sguardi s'incontrarono comprensivi. Mallory sapeva che Cliff era uno dei più giovani e brillanti avvocati di tutta San Diego. Una volta, bevendo un caffè, le aveva confidato che aveva in programma di diventare socio dello studio legale in cui prestava collaborazione, uno dei più prestigiosi di San Diego. E conosceva abbastanza i suoi ritmi per sapere che la sua settimana lavorativa andava dalle sessanta alle ottanta ore.

    Esattamente come accadeva a lei.

    «Mi dispiace» mormorò.

    «Capita.» Lanciò un'occhiata verso i loro tavoli, mentre posava due dolcetti sul piatto. «Credo che ci siamo attardati troppo.»

    Mallory si voltò e vide Mark che, bevuto l'ultimo sorso del cocktail di champagne, si alzava dirigendosi a grandi passi verso l'uscita. Mentre passava davanti al tavolo della frutta, non le disse una parola, ma le rivolse un'occhiata che avrebbe potuto incenerirla sul posto.

    Suzanne lo seguì a ruota. Sollevò lo sguardo dalle ciglia palpitanti su Cliff, tese una mano dalle lunghe unghie laccate di rosso e gli assestò un buffetto sprezzante sulla guancia.

    «Ci vediamo, Cliff» gli sussurrò. «La prossima volta che intendi vedermi, fammi una telefonata. Se non avrò nulla da fare, quella sera...» Il tono indicava chiaramente che, piuttosto, avrebbe preferito rimanere a casa a contare il numero degli appendiabiti nell'armadio. «... magari potremmo uscire.»

    Poi, si allontanò ancheggiando e attirando l'attenzione di tutti gli uomini presenti nella sala.

    Mallory abbassò gli occhi

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