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Testimoni di nozze (eLit): eLit
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Ebook140 pages1 hour

Testimoni di nozze (eLit): eLit

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About this ebook

Bachelor Battalion 1
Ma dove troverà il tempo? Elizabeth Stone non riesce proprio a capire come sua sorella, prossima al matrimonio, riesca a preoccuparsi anche della sua vita sentimentale. È così ossessionata dall'idea di trovarle un fidanzato da organizzarle un incontro galante il giorno delle sue stesse nozze. A dire il vero, il testimone dello sposo, Harding Casey, è sicuramente attraente, brillante e sexy, ma per Elizabeth Stone, quell'uomo ha un grande difetto: è un Marine. Lei conosce il genere di vita che l'attenderebbe se si lasciasse incantare dal fascino della divisa e non vuole rischiare. Ma presto scoprirà che opporsi al destino è impossibile.
LanguageItaliano
Release dateJun 1, 2020
ISBN9788830511569
Testimoni di nozze (eLit): eLit
Author

Maureen Child

Maureen Child ha al suo attivo più di novanta tra romanzi e racconti d'amore. È un'autrice molto amata non solo dal pubblico ma anche dalla critica, infatti è stata nominata per ben cinque volte come migliore autrice per il prestigioso premio Rita.

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    Testimoni di nozze (eLit) - Maureen Child

    Immagine di copertina:

    actionsportsnc / iStock / Getty Images Plus

    Titolo originale dell'edizione in lingua inglese:

    The Littlest Marine

    Silhouette Desire

    © 1998 Maureen Child

    Traduzione di Giorgia Lucchi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2000 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-156-9

    1

    La damigella della sposa e il testimone dello sposo non si rivolgevano la parola. A parte quello, la cena era un successo.

    Dov’era scritto che, dal momento che era la damigella d’onore, doveva per forza piacerle il testimone dello sposo?, si domandò per l’ennesima volta Elizabeth Stone.

    «Allora» le sussurrò all’orecchio sua sorella, «cosa ne pensi di lui? Non trovi anche tu che sia perfetto per te?»

    Lui era Harding Casey, testimone dello sposo, Marine di carriera e causa del bizzarro sfarfallio che Elizabeth sentiva in fondo allo stomaco.

    Lei prese il suo bicchiere di vino, sorseggiò lo Zinfandel bianco, poi rispose piccata a bassa voce: «Mi sto sforzando di non pensare a lui».

    «Mi sembra promettente» replicò la donna più giovane, sollevando le sopracciglia.

    Rabbuiandosi impercettibilmente, Elizabeth posò il bicchiere sul tavolo. Era inutile discutere con sua sorella. Era quasi un anno che Terry cercava di convincerla a uscire con Harding Casey, il migliore amico del suo fidanzato Mike.

    «Senti» suggerì Terry tranquilla. «Voi due trascorrerete insieme tutta la settimana prossima. Non sarebbe più facile se cercassi di fartelo piacere almeno un po’?»

    «A proposito» ribatté Elizabeth, voltandosi verso la sorella. «Non ho ancora capito perché io dovrei trascorrere tutta la settimana con lui. Sei tu quella che sta per sposarsi.»

    Terry assunse un’espressione sognante. Benché Elizabeth non avesse alcuna intenzione di legarsi a nessuno, si sentì trafiggere da una punta di invidia. Come sarebbe stato, si domandò, provare ciò che Terry palesemente provava per Mike?

    L’istante successivo, però, ricordò a se stessa che non doveva desiderare un uomo. Aveva la sua vita, ed era felice. Perché andarsi a cercare qualcuno che l’avrebbe costretta ad apportare un’infinità di cambiamenti in quella che lei considerava un’esistenza quasi perfetta?

    «Terry, sai bene che sono felice di essere la tua damigella, ma...»

    «Nessun ma» la interruppe la sorella. «Hai promesso che mi avresti aiutata, Lizzie. Non riuscirei mai a occuparmi da sola di tutte le faccende alle quali sarà necessario pensare questa settimana» si lamentò, stringendole la mano. «Dai, Lizzie. Non vorrai farmi credere di non essere in grado di sopportare Harding per sette giorni, vero?»

    Elizabeth diede un’occhiata inquieta all’uomo di fronte a sé. Capelli neri, mandibola forte, naso diritto, labbra carnose, e occhi tanto blu da far sembrare grigi perfino quelli di Paul Newman. Un metro e novantadue di muscoli compatti, Harding Casey aveva una voce tanto profonda da poter causare un terremoto, e bastava un suo sguardo perché lo stomaco di Elizabeth fosse serrato dalla tensione. Certo. Poteva sopportarlo. Nessun problema.

    Era nei guai. L’unica cosa che le impediva di immaginarsi coinvolta con lui in una fantasia erotica era l’uniforme che il Marine indossava con tanto orgoglio.

    Soffocando un sospiro, rispose: «Sorellina, capisci meglio di chiunque altro perché preferisco restare lontana dai militari».

    Elizabeth era cresciuta nella famiglia di un Marine e ne aveva sofferto: doversi spostare di continuo da un luogo all’altro, dovunque l’avessero condotta gli ordini di suo padre, non era stato piacevole. Mai una casa propria. Costretta ogni volta a doversi trovare dei nuovi amici, per poi lasciarli alle spalle. L’unica costante nella sua vita, l’unica amica sulla quale aveva sempre potuto contare, era Terry. Che aveva finito per innamorarsi proprio di un Marine. Se non altro, però, il futuro marito di Terry aveva deciso di congedarsi.

    «Detesti l’esercito.»

    «No» negò Elizabeth. «Ne ho soltanto avuto abbastanza. Ammettilo, anche tu sei più tranquilla, sapendo che Mike ha lasciato il Corpo.»

    «Io gli avevo detto che per me non sarebbe stato necessario. La decisione è stata sua.»

    «Ed è stata saggia» ribatté Elizabeth, prendendo di nuovo il bicchiere. «Non sarai costretta a girovagare per il mondo come la mamma, cercando di trasformare un alloggio militare in una vera casa.»

    «Santo cielo, Lizzie!» esclamò Terry, poi abbassò di nuovo la voce per evitare che gli altri commensali la udissero. «A sentire te, sembra che sia stato orribile. Invece avevamo una famiglia meravigliosa. Una vita straordinariamente eccitante. Abbiamo visto posti che la maggior parte della gente può solo sognarsi.»

    Vero, pensò Elizabeth. Ma mentre giravano per il mondo come moderni zingari, l’unica cosa che lei aveva sempre desiderato era una vera casa. Dove vivere per più di tre anni. Dove poter dipingere le pareti di qualsiasi colore desiderasse, senza doversi preoccupare di chi sarebbe vissuto là dopo di lei.

    «Sì» rispose piano. «È stato fantastico.»

    Terry non colse il suo tono sarcastico. «Okay. E adesso dimmi se non avevo ragione riguardo a Harding. Non è male, vero?»

    Decisamente no. Ma Elizabeth non l’avrebbe mai ammesso di fronte a sua sorella. Diede a Harding Casey un’occhiata furtiva, e si accorse che i suoi occhi incredibili la stavano fissando. Le venne la pelle d’oca, mentre le sue pulsazioni acceleravano. Fu come se qualcosa dentro di lei lo avesse riconosciuto. Come se lui fosse l’uomo che lei aspettava da sempre.

    Ritorna subito in te, si ammonì Elizabeth.

    Prendila tra le braccia, pensò Harding. Prendila tra le braccia e baciala. Accarezzala... Scosse lentamente il capo, cercando di ignorare quell’impulso pressante. Impulso che lo tormentava da quando aveva incontrato Elizabeth Stone tre ore prima.

    I capelli castano chiari lunghi fino al mento sembravano invitarlo ad accarezzarli. Gli occhi marrone ancora più scuro lo avevano ipnotizzato; si sarebbe voluto perdere nella profondità del suo sguardo, scoprendo tutti i segreti di quella donna.

    Fu costretto a ricorrere ad anni di severo addestramento per nascondere le reazioni che il suo corpo gli suscitava. Un corpo fatto per sdraiarsi languidamente davanti a un camino, e per fare picnic solitari su spiagge al chiaro di luna. Harding si sentì trafiggere il petto quando lei si chinò verso sua sorella. La scollatura della camicetta di seta si scostò, lasciando intravedere per un momento la pelle color avorio. Improvvisamente lui si accorse di avere la bocca secca.

    Si sentiva nei guai.

    Spostò lo sguardo sulla bottiglia di birra che aveva di fronte. Doveva smettere di fissarla. Serrò le dita sul collo di vetro.

    «Allora, Testa Dura» gli sussurrò Mike. «Cosa te ne pare della nostra Lizzie?»

    Lizzie?

    Lui guardò brevemente la donna seduta di fronte a sé, cercando di evitare di mangiarsela con gli occhi. No, non era una Lizzie, ma decisamente una Elizabeth.

    «E dai, Testa Dura!» insistette Mike. «Qual è il tuo verdetto?»

    Lui si strinse nelle spalle, fingendosi indifferente. «Be’, mi sembra abbastanza carina.»

    «Carina?» Mike lo guardò esterrefatto. «Ti parlo di lei da un anno, e tutto ciò che sai dire quando finalmente la incontri è che ti sembra carina

    «Non dimenticare che mi hai anche detto che detesta il fatto di essere cresciuta in un ambiente militare, e che ti ha reso la vita un inferno, cercando di convincere Terry a lasciarti.»

    Mike si rabbuiò. «Stava solo cercando di proteggere sua sorella. E poi è cambiata. Adesso andiamo d’accordo» ribatté scuotendo la testa. «Ha capito che amo Terry.»

    Harding sorseggiò a lungo la sua birra. «Sono contento per te. Ma ciò non toglie che continui a detestare il Corpo.»

    Mike alzò le spalle. «Terry dice che a Lizzie non è mai piaciuto spostarsi di continuo per seguire i loro genitori. Anch’io sono convinto che sia difficile crescere dei figli in quel modo, perciò ho deciso di lasciare i Marines.»

    «Non riesco ancora a crederci.»

    «Mi sono bastati tutti questi anni.»

    «A me no» replicò Harding piatto. Non riusciva a capire come un uomo potesse abbandonare il Corpo per una donna. I Marines gli avevano dato tutto. Una casa. Una famiglia che includeva ogni Marine di stanza nel mondo. Un senso di appartenenza, e la consapevolezza di rendere un servizio al proprio paese.

    No. Non avrebbe mai lasciato i Marines per compiacere una donna che probabilmente lo avrebbe lasciato comunque.

    «Per me voi due sareste una bella coppia.»

    Harding lanciò all’amico un’occhiata minacciosa. «Ti prego, lascia perdere.»

    Mike si appoggiò allo schienale della sedia scuotendo la testa. «Sei davvero fuori forma, Testa Dura! Non riesci a riconoscere una splendida donna nemmeno quando ce l’hai davanti?»

    «Ma cosa succede a te e a quelli della tua specie?» chiese Harding preoccupato.

    «Quale specie?» domandò Mike ridendo.

    Harding deglutì un altro sorso di birra, evitando deliberatamente di guardare Elizabeth. «Voi abitanti dell’arca di Noè. Non appena trovate la vostra anima gemella, non vi sentite soddisfatti finché tutte le persone intorno a voi non viaggiano a loro volta in coppia.» Tenne la voce bassa, in modo che solo Mike potesse sentirlo. Mentre parlava, scomparve il sorriso dal volto del suo amico. «Lo sai che alcuni di noi sono fatti per restare soli. Non tutti vivono per sempre felici e contenti dopo essersi sposati. Alcuni non ci pensano neppure lontanamente.»

    Mike appoggiò

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