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Rachel (eLit): eLit
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Rachel (eLit): eLit

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Fortune's children 5
Rachel Fortune è tutto ciò che Luke Greywolf ha sempre disprezzato in una donna: ricca, viziata, egoista e dannatamente bella. Proprio per questo sa che sarà quasi impossibile resisterle, anche perché lei, di natura coraggiosa e indomita, non si arrenderà finché non lo avrà tra le sue grinfie...
LanguageItaliano
Release dateAug 1, 2019
ISBN9788830503427
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    Rachel (eLit) - Linda Turner

    successivo.

    1

    Il piccolo Michael Hawks abbracciò con l'abituale trasporto il dottor Luke Greywolf, poi uscì dall'ambulatorio rapidamente, per quanto consentitogli dalla gamba malata.

    E Luke, fermo sulla soglia, lo seguì con lo sguardo imprecando sottovoce.

    Quel bambino aveva bisogno di un bravo chirurgo, che gli rimettesse a posto l'osso fratturato che sei mesi prima non si era saldato a dovere, ma era difficile che riuscisse a trovarlo.

    Il padre faceva il manovale, e quel poco che guadagnava gli bastava a malapena per il mangiare e per i vestiti.

    Un intervento chirurgico, dunque, era e sarebbe sempre rimasto un lusso irraggiungibile.

    «Non farti problemi anche per questo» mormorò alle sue spalle Mary Littlejohn, l'infermiera che da tre anni lavorava come sua assistente. «Tu fai già tutto il possibile.»

    «Non è abbastanza» replicò lui atono. «Quel bambino ha solo cinque anni, ed è destinato a rimanere zoppo per tutta la vita solo perché non ha denaro sufficiente per curarsi. Oh, se solo potessi portarlo a Cheyenne e farlo visitare da Jeremy Stevens...»

    «Purtroppo non puoi» lo interruppe Mary con la franchezza che solo un'amica di vecchia data poteva permettersi. «I suoi genitori sono troppo orgogliosi per accettare l'elemosina. E tu aiuti già fin troppa gente che senza di te non potrebbe permettersi un medico.»

    «Non incominciare, adesso» protestò Luke, ma già sapeva che era fiato sprecato.

    Abbastanza vecchia da essergli madre, Mary non aveva peli sulla lingua.

    «So bene che sei tornato a casa per aiutare la gente della riserva, Luke Greywolf, ma devi imparare a farlo con giudizio. Metà dei pazienti che hai non riesce a pagare i conti, e tu lasci perdere nella maggior parte dei casi. Mi chiedo come fai a pagare i tuoi conti.»

    «Finora me la sono cavata» tagliò corto Luke, che per niente al mondo avrebbe accettato soldi da gente che a stento riusciva a sbarcare il lunario. «Chi è il prossimo?»

    «Jane Birdsong, il vecchio Thompson, Bill Parsons, Abigail Wilson e Rachel Fortune.»

    Luke le scoccò un'occhiata incredula. «Fortune? Una delle nipoti della vecchia Kate?»

    «Proprio lei. Una delle gemelle, se non sbaglio: le figlie di Jake.»

    «Ed è venuta qui

    Mary si strinse nelle spalle. «Avrà sentito dire che sei un ottimo medico.»

    «Andiamo, Mary, torna alla realtà. Stiamo parlando dei Fortune, ricordi? I ricconi del paese, gli amici dei Kennedy e dei Rockfeller. Hanno tanti soldi da potere addirittura comprare un intero ospedale, quindi perché una di loro dovrebbe rivolgersi a un medico di campagna per essere curata? Ti sembrava in cattivo stato?»

    «In cattivo stato? Darei un occhio per stare come lei. Vuoi che la faccia entrare?»

    Incuriosito, Luke annuì. «Sì, nella stanza numero tre» rispose, ma subito dopo scosse la testa.

    Insomma, cosa gli prendeva? Aveva dei pazienti malati in sala d'attesa, e invece dava la precedenza a Rachel Fortune, comportandosi come se tutto le fosse dovuto soltanto perché la sua famiglia era più ricca del Padreterno.

    «Lascia perdere» si corresse subito dopo. «Può aspettare il suo turno anche lei. Lascia passare la signora Thompson.»

    «Il capo sei tu» replicò Mary con una scrollata di spalle, e uscì per chiamare la persona in attesa.

    Quando due ore più tardi Rocky fu scortata nella saletta di visita, la sorpresa le strappò un'esclamazione. «Oh, ma io non sono venuta per una visita» spiegò. «Devo parlare di affari con il dottor Greywolf. Mi spiace di non avere telefonato per prendere un appuntamento, ma temevo che con tutti i suoi impegni, il dottore mi avrebbe ricevuta tra una settimana.»

    «E lei non voleva fare troppa anticamera» ipotizzò Mary allegra.

    «Già» convenne Rocky ridendo. «È sempre così affollato l'ambulatorio?»

    Un lampo divertito illuminò gli occhi azzurri di Mary. «Affollato? Questa è una giornata tranquilla. La maggior parte delle volte non riusciamo a tornare a casa prima delle otto. Si accomodi, prego» soggiunse indicandole una delle sedie appoggiate alla parete. «Mi spiace doverglielo dire, ma temo che dovrà attendere ancora. Il dottore la raggiungerà appena possibile.»

    Rocky la ringraziò, ma non appena Mary fu uscita, si rese conto che per niente al mondo sarebbe riuscita a starsene ferma e seduta. Era troppo nervosa, troppo ansiosa, troppo eccitata.

    Da quattro mesi ormai aveva ereditato dalla nonna un elicottero e tre piccoli aerei, e da allora non aveva fatto altro che cercare il luogo adatto in cui stabilire la sua agenzia di noleggio aereo. Aveva cercato dappertutto, e alla fine aveva trovato ciò che le serviva a un palmo dal proprio naso, sul confine settentrionale del ranch della nonna, nel Wyoming.

    Non capiva come aveva fatto a non pensare subito a Clear Springs. Era un paesino tranquillo, grazioso, con caratteristiche da vecchio west, e Rocky ne era sempre stata innamorata.

    Situato in posizione invidiabile tra le Montagne Fantasma a nord e la riserva degli Indiani Shoshoni a sud, attirava ogni anno un buon numero di turisti e di cacciatori. E, incredibilmente, in tutta la zona non esisteva un solo pilota che accompagnasse escursionisti e cacciatori sulle montagne o che effettuasse missioni di soccorso.

    La situazione non sarebbe stata più favorevole nemmeno se nonna Kate avesse organizzato tutto dal cielo.

    E la nonna ne sarebbe stata capace, rifletté Rocky con un sorrisetto malizioso. Non esisteva cosa al mondo che Katherine Winfield Fortune non avesse intrapreso o sperimentato in vita sua.

    Aveva sempre fatto tutto ciò che voleva, e lo aveva fatto a modo suo, in uno stile diventato leggendario. Era lei che, quando la nipote aveva sedici anni, le aveva insegnato a volare, e Rocky trovava ancora difficile credere che fosse morta.

    Com'era possibile che una donna così vivace, così piena di spirito, avesse incontrato la morte in un incidente aereo in chissà quale zona sperduta della giungla?

    Kate era senza dubbio più dura, più forte. E pilotava troppo bene per permettere a uno stupido aereo di precipitare. Lei avrebbe fatto di tutto per tenerlo in aria, e se questo non fosse stato possibile, avrebbe trovato un sistema per atterrare. Si sarebbe salvata, per la miseria.

    Invece era morta.

    Rocky deglutì per mandare giù il nodo che le serrava la gola. Dio, quanto le mancava! La nonna Kate era sempre stata la sola a comprendere la sua sete di indipendenza, il suo bisogno di cavarsela da sola, senza l'aiuto del denaro dei Fortune, della ditta di cosmetici dei Fortune, delle aspettative dei Fortune. E, morendo, le aveva fornito i mezzi per realizzare i suoi sogni.

    Grazie a nonna Kate, adesso Rocky aveva i suoi aerei, l'esperienza necessaria per volare tra i monti, e le conoscenze mediche che le aveva fatto acquisire inducendola a impratichirsi di pronto soccorso. Aveva provveduto a tutto, la nonna.

    Fuorché a una pista di atterraggio.

    Il cugino Kyle, che aveva ereditato il ranch di Kate, le aveva offerto di adoperare la pista di atterraggio della tenuta, ma l'orgoglio le aveva impedito di accettare.

    Era cresciuta con vantaggi in cui i comuni mortali non potevano nemmeno sperare, e adesso era arrivato il momento di dimostrare di sapersi reggere in piedi da sola. E questo significava rifiutare tutti i favori dei familiari. Doveva fallire o riuscire da sola.

    Il che la riportava alla necessità di una pista di atterraggio.

    E l'unica disponibile nella zona era quella di proprietà di Luke Greywolf.

    Luke aveva acquistato il suolo pochi anni prima dall'Areonautica Militare, aveva adoperato l'edificio principale come ambulatorio, ma per il resto aveva lasciato tutto nello stato di abbandono in cui l'aveva trovato. Ed era proprio di questo che Rocky voleva parlargli.

    Aveva sentito dire che era un uomo ragionevole, quindi aveva tutti i buoni motivi per sperare che non rifiutasse l'accordo che lei intendeva proporgli. Se solo non fosse stato per l'insegna sulla porta dell'ambulatorio...

    Intagliata nel legno da una mano esperta, rappresentava la testa di un lupo grigio. Lupo grigio, Greywolf. E se Luke Greywolf assomigliava anche solo lontanamente al lupo grigio, ed era altrettanto geloso del suo territorio, fare affari con lui non sarebbe stato troppo semplice.

    Non per niente, comunque, lei era la nipote di Kate Fortune.

    Kate le aveva insegnato che quando una donna voleva qualcosa da un uomo, doveva giocare tutte le sue carte. E questo era esattamente ciò che Rocky aveva fatto quel giorno.

    Girandosi verso lo specchio appeso a una parete, si dette una rapida occhiata e sorrise. Quel giorno assomigliava in tutto e per tutto ad Allie. Be', era ovvio che assomigliasse alla sorella gemella, ma mentre Allie adorava truccarsi e vestirsi all'ultima moda, lei preferiva essere meno appariscente.

    Quel giorno, tuttavia, si era preparata con più cura del solito. E il risultato era tanto soddisfacente che a Luke Greywolf sarebbe bastato guardarla per accettare la sua proposta. A meno che, naturalmente, fosse un uomo senza sangue.

    Luke prescrisse una cura di vitamine ad Abigail Wilson, poi riportò alcune annotazioni nella sua cartella clinica. La donna era alla sesta gravidanza, e sebbene apparisse al settimo cielo, Luke sapeva che un'altra bocca da sfamare le avrebbe soltanto causato ulteriori grattacapi.

    Come tutte le donne della riserva, anche Abigail desiderava qualcosa di più per i suoi figli, ma le circostanze erano contro di loro.

    I più fortunati scappavano quando, e se, ne avevano l'occasione, mentre gli altri restavano a combattere per il resto dei loro giorni nel tentativo di guadagnare l'indispensabile per sopravvivere.

    Irritato, Luke chiuse la cartella e la porse a Mary. «È ancora qui Rachel Fortune?»

    «Sì, nella stanza numero uno. E non si è lagnata nemmeno una volta per avere dovuto aspettare. Anzi, si è addirittura scusata per non avere chiesto un appuntamento.»

    «Già, una vera principessa» commentò ironico lui. «Lo scoprirò presto, non temere. Sto andando da lei. Tu, intanto, accompagna Christie Eagle nella stanza numero tre e assicurale che la raggiungerò tra non molto.»

    Dopo avere dato queste istruzioni all'infermiera, si diresse deciso verso la stanza in cui lo aspettava Rocky, ripensando a quel poco che sapeva a proposito della famiglia Fortune.

    La vecchia, Kate, era morta da pochi mesi in un incidente aereo, e a giudicare da ciò che si diceva in giro di lei, in vita doveva essere stata un vero osso duro. Aveva retto con mano ferma l'impero di famiglia, e se l'improvviso tracollo delle azioni della Fortune Cosmetics sul mercato poteva considerarsi un fattore indicativo, la sua scomparsa incominciava a farsi sentire.

    Ma cosa voleva mai da lui la nipote di Kate? Non si poteva dire che frequentassero le stesse compagnie e, a parte una conoscenza superficiale con Kyle, il cugino di Rocky che abitava al ranch, Luke non aveva mai avuto modo di incontrare nessuno degli altri membri della famiglia Fortune. Né aveva il benché minimo desiderio di farlo.

    Giunto alla stanza in cui Rachel lo stava aspettando, spinse la porta ed entrò senza fare rumore. Lei gli dava le spalle, tutta intenta a esaminare la

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