Un capo da romanzo: Harmony Jolly
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Con il solo desiderio di incontrare qualcuno che possa amarla davvero, Madeleine Fitzroy inizia a lavorare come organizzatrice di eventi presso il castello del Conte Dante Falcone sulle Dolomiti. E quando il suo attraente capo ha bisogno di una fidanzata di copertura, Maddie si presta volentieri alla finzione. La finta relazione, però, diventa in breve tempo un vero e proprio flirt, e il flirt un'intensa attrazione, prima di inciampare in una serie di malintesi mai chiariti che finiscono con lo spegnere ogni scintilla tra loro.
Quell'amore, nato come nelle pagine di un romanzo, si rivelerà sufficientemente forte da portare Dante al di là dell'oceano per riprendersi la donna che ama?
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Un capo da romanzo - Jessica Gilmore
successivo.
1
Madeleine si accovacciò sul bordo del piccolo molo di legno e immerse un piede nudo nel lago.
In genere il contatto con l'acqua ghiacciata aveva un effetto rigenerante su di lei, così come perdersi a guardare il meraviglioso panorama. Anche dopo quasi un anno, infatti, le vette delle Dolomiti che si innalzavano maestose verso il cielo riuscivano a infonderle una grande emozione.
Soltanto il castello che si trovava dall'altra parte del lago stonava con quella vista magnifica. Madeleine, in effetti, ne aveva avuto abbastanza dei palazzi antichi e sfarzosi e ora preferiva gli chalet semplici e accoglienti, tipici di San Tomo, il paesino che sorgeva appunto sulle sponde del lago.
Oggi, tuttavia, aveva troppi pensieri per la testa per godersi la frescura dell'acqua o la bellezza del paesaggio. Estraendo dalla tasca una busta stropicciata, tolse infatti il cartoncino color crema e lesse per l'ennesima volta le parole stampate in bella calligrafia. Anche se ormai le aveva imparate a memoria.
Lady Navenby ha il piacere di invitare Madeleine Fitzroy al matrimonio del figlio, Lord Theo Willoughby, Conte di Navenby, e di Elisaveta Marlow, a Villa Rosa, Isola dei Fiori, il 1 Agosto. RSVP a Flintock Hall
Madeleine girò e rigirò la partecipazione, rendendosi conto che aveva la fronte corrugata e immaginando sua madre che la rimproverava perché le sarebbero venute le rughe facendo quelle smorfie.
A che cosa era servito, si domandò, frequentare una scuola d'elite svizzera se ora non sapeva nemmeno che cosa prevedeva il bon ton quando si riceveva l'invito al matrimonio del proprio ex? Soprattutto se con l'ex in questione si era arrivati a un passo dal fatidico sì?
Non che avesse intenzione di partecipare alla cerimonia. Sicuramente, infatti, la sua presenza non sarebbe stata gradita e non voleva che gli sposi si sentissero a disagio. Ma doveva mandare loro un regalo? E che tipo di regalo? Era contenta per Theo ed Elisaveta. D'altra parte era stata lei a lasciare il suo quasi marito, dopo che il prete aveva pronunciato la frase: se c'è qualcuno tra i presenti...
Il problema non erano gli sposi. Theo ed Elisaveta erano fatti l'uno per l'altro ed era certa che sarebbero stati bene insieme. Ciò che davvero la preoccupava era che il matrimonio di Theo, un anno dopo la fine della loro storia, riportasse l'attenzione dei media su di lei.
Prendendo un profondo respiro, Madeleine cercò di calmarsi. Era al sicuro lì, lontano dai paparazzi inglesi e da uno scandalo che ormai, molto probabilmente, era stato dimenticato dalla maggior parte delle persone. Finire sulle prime pagine dei giornali era stato scioccante. Non le era mai capitato prima e si augurava di non dover più vivere una simile esperienza.
Ora, infatti, desiderava solo cancellare quel gran polverone e andare avanti. Per poter essere semplicemente Maddie, e non più Madeleine Fitzroy, con tutto quello che il suo cognome comportava.
A proposito – guardò l'orologio – la pausa pranzo di semplicemente Maddie stava per finire. Avrebbe impiegato circa venti minuti per girare intorno al lago e raggiungere il castello, dove la aspettavano e-mail, liste di cose da fare e una miriade di commissioni da sbrigare.
Infilò dunque la busta in tasca e si alzò, pensando a tutto ciò che doveva fare quel pomeriggio: confermare il numero degli invitati con i McKellans, scegliere il menu con i Wilson e parlare con la fiorista perché gli Shepherd volevano solo botton d'oro e margherite come decorazioni floreali. In effetti non vedeva l'ora di riferire alla fiorista i desideri della sposa e di ascoltare le sue lamentele riguardo ai gusti barbarici
degli inglesi.
Già, era buffo che una persona come lei, che era scappata dal proprio matrimonio e dagli ambienti sontuosi in cui era cresciuta, ora si mantenesse facendo la wedding planner al Castello Falcone. Era il colmo! Se non altro, però, adesso veniva pagata. Era la prima volta in ventisei anni che guadagnava e non lavorava ore e ore per passione o per avere in cambio vitto, alloggio e una ridicola rendita. Era liberatorio, letteralmente e metaforicamente.
E, entro la fine dell'anno, avrebbe messo da parte abbastanza per potersi trasferire in un luogo dove nessuno aveva mai sentito parlare della Nobile Sposa Fuggitiva.
Un momento. Maddie si voltò verso le montagne alzando le braccia per sentire idealmente il contatto con la natura e, chiudendo gli occhi, si lasciò scaldare il viso dal calore del sole, inspirando il profumo del bosco. Rimase in quella posizione per qualche istante, finché il rintocco della campana non le ricordò che doveva assolutamente tornare al lavoro. Abbassò dunque le braccia e aprì gli occhi, solo che a quel punto rimase bloccata dalla scena che si trovò di fronte.
Dall'altra parte del lago, un uomo si stava svestendo.
Trattandosi di un lago lungo e stretto, la distanza tra una sponda e l'altra era meno di trecento metri, e questo significava che Maddie riusciva a vedere perfettamente la spiaggia e l'uomo che si stava togliendo le scarpe, i pantaloni, la maglietta, le calze, rimanendo in boxer.
Guarda altrove...
Del resto quell'uomo aveva tutto il diritto di fare la sua nuotata, chiunque egli fosse. E lei aveva un milione di cose da fare, quindi non avrebbe dovuto rimanere lì imbambolata a spiarlo. Il fatto era che non riusciva a staccare lo sguardo da lui. Come avrebbe potuto?
Quello sconosciuto aveva il fisico perfetto di un atleta, con gambe lunghe e muscolose, un busto snello e scolpito e spalle larghe. I capelli erano mossi e scuri, mentre non si vedevano nitidamente i tratti del viso.
In maniera del tutto inaspettata, Maddie si sentì pervadere da un desiderio bruciante, potente, che le fece tremare le gambe. Seguito da una profonda nostalgia, altrettanto potente. Era trascorso così tanto tempo dall'ultima volta in cui aveva provato un'emozione così intensa. Anzi, in realtà non aveva mai provato nulla di simile prima d'ora.
«E così ti sei ridotta a rimanere a bocca aperta di fronte a uno sconosciuto mezzo nudo» borbottò, provando un certo disprezzo per se stessa. «Sii realista, Maddie, devi ricominciare a uscire. Vuoi trovare il grande amore della tua vita? Allora fatti conoscere!»
Non che avesse mai avuto una vita sociale particolarmente movimentata. Aveva avuto solo qualche breve relazione, più o meno seria, che aveva troncato quando si era resa conto di essere sul punto di morire di noia. Infine si era fidanzata con Theo Willoughby. Theo, però, non l'aveva mai fatta tremare di desiderio, né lei aveva mai avuto questo effetto su di lui. In effetti nei due anni di fidanzamento non era mai esplosa la passione tra loro.
Osservò di nuovo lo sconosciuto che ora stava guardando verso di lei e, nonostante la distanza che li separava, Maddie percepì una forte tensione vibrare tra loro. Come se fosse stata immobilizzata dal suo sguardo predatore, infatti, rimase lì ferma, con la bocca secca e il corpo pesante, del tutto inerme di fronte a tanta virile bellezza.
Dopo qualche attimo, tuttavia, trovò la forza di spezzare l'incantesimo quindi si voltò e se ne andò, solo che riuscì a fare solo pochi passi perché poi, come se fosse stata attirata da una forza magnetica, si girò ancora una volta e, vedendo che l'affascinante sconosciuto stava nuotando con bracciate rapide e decise, restò lì a osservarlo.
Non aveva idea di chi fosse ma interpretò quello strano incontro, unito all'invito al matrimonio di Theo, come un segno del destino. Theo era andato avanti – in realtà lo aveva fatto nel momento stesso in cui lei lo aveva mollato all'altare, se non prima – ed era giusto che anche lei lo facesse. Del resto aveva deciso di lasciare tutto per poter vivere pienamente la propria vita. Per scoprire le gioie dell'amore e della libertà, e doveva smettere dunque di nascondersi dietro al lavoro e alla paura. Ora doveva afferrare al volo ogni opportunità.
Non che ci fossero molte possibilità di incontrare il Principe Azzurro nel Castello Falcone, o a San Tomo, il piccolo villaggio che si era sviluppato intorno al castello e dove non esistevano i divertimenti o la vita mondana delle grandi città. D'altra parte era stata proprio la pace di quel luogo isolato ad attirarla lì.
Persa com'era nei suoi pensieri mentre camminava, Maddie non si rese conto di avere imboccato la strada sbagliata, finché non si trovò di fronte al maestoso vialone che portava direttamente all'ingresso principale del castello, invece che a quello secondario, che era riservato appunto allo staff.
Esitò, non sapendo che cosa fare. Avrebbe impiegato troppo tempo a tornare indietro, rifletté, decidendo dunque di proseguire. Chiaramente questa scelta non aveva nulla a che vedere con il fatto che quella strada costeggiasse la spiaggetta dove si era tuffato il misterioso nuotatore, si disse. Riprendendo il cammino, si impose quindi di guardare avanti, eppure a un certo punto non poté resistere e si voltò verso il lago. Il nuotatore era sparito. Non c'erano più né lui, né i suoi vestiti.
Delusa, chinò il capo e aumentò il passo, finendo dritta addosso a qualcosa. O meglio, a qualcuno. Una specie di colosso che borbottò off, quando lei lo colpì con la testa.
Mortificata, Maddie subito indietreggiò. Avrebbe voluto scusarsi soltanto che non riuscì a pronunciare nemmeno una sillaba quando si trovò di fronte un paio di occhi blu, di ghiaccio, che la trapassarono da parte a parte.
«Stava ammirando il panorama, signorina?»
Maddie ebbe l'impressione che il suo cervello si fosse completamente spento. «Come... scusi?»
«Le ho chiesto se stava ammirando il panorama.»
Oh no. Non poteva essere. Maddie fece un altro passo indietro e guardò attentamente l'uomo: spalle larghe sotto la camicia bianca e capelli scuri, spettinati, bagnati. Bagnati.
Era lui. Il misterioso nuotatore.
Dante sollevò un sopracciglio ma la ragazza bionda e snella non disse nulla, mentre fissava lo sguardo sul secondo bottone della sua camicia.
Lui la osservò con attenzione. Alta, aggraziata – se si eccettuava il fatto che lo aveva travolto – lunghi capelli biondi legati in una coda di cavallo. Non sembrava una turista.
Quando alzò il viso, aveva le guance arrossate e i suoi occhi erano dello stesso colore del lago nei giorni d'inverno: un grigio quasi argentato, intenso, cupo, che pareva nascondere mille segreti.
«Io... ero distratta... per favore, mi perdoni.»
«Sì, la capisco. In effetti questo panorama riesce a togliere il fiato.»
Anche se lei arrossì di nuovo, la sua espressione rimase fredda. «Le montagne sono magnifiche, non è vero? Non mi stanco mai di guardarle e ogni volta ne rimango affascinata.»
«Sono contento che le piacciano, signorina...»
Lei esitò. «Fitzroy. Madeleine Fitzroy» precisò. «Mi perdoni ancora. È stato un piacere conoscerla.» E se ne andò, con passo calmo, tranquillo, come se non fosse stata completamente sconvolta.
Dante la seguì con lo sguardo, non potendo evitare di apprezzare la sua camminata elegante e sensuale e il suo fisico sinuoso, avvolto nel completo formale.
Il suono del cellulare, però, lo riportò nel mondo reale, ricordandogli che aveva del lavoro da sbrigare e che non poteva dunque rimanere lì imbambolato, per quanto fosse piacevole la vista. L'indomani avrebbe fatto una lunga camminata in montagna, come faceva da ragazzo. Oggi però doveva controllare vari documenti, conoscere il nuovo staff e ambientarsi nel castello, considerando che erano passati mesi dall'ultima volta in cui era stato lì.
Ricominciò dunque a camminare, lasciandosi cullare dai ricordi.