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Profumo d'amore: Harmony Jolly
Profumo d'amore: Harmony Jolly
Profumo d'amore: Harmony Jolly
Ebook150 pages2 hours

Profumo d'amore: Harmony Jolly

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About this ebook

Chi lo ha detto che i milionari devono essere sempre solo belli e dannati? Esistono anche quelli romantici e sognatori e ve lo dimostreremo!
Diventare CEO di un'importante azienda di profumi a soli ventisei anni non è da tutti, ma Jasmine Martin ha un dono: un naso perfetto, in grado di cogliere ogni sfumatura delle essenze più pregiate. Questo, però, non basta a renderla accetta a Lucien Charriere, il principale finanziatore della compagnia. Lui si considera un uomo tutto d'un pezzo, allergico ai sogni e al romanticismo, eppure c'è qualcosa negli occhi di quella meravigliosa ragazza che lo spinge, piano piano, a offrirle il suo sostegno. Mai avrebbe pensato che sarebbe stato tentato di donarle anche il suo cuore.
LanguageItaliano
Release dateFeb 10, 2020
ISBN9788830510227
Profumo d'amore: Harmony Jolly
Author

Rebecca Winters

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Profumo d'amore - Rebecca Winters

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Taming the French Tycoon

    Harlequin Mills & Boon Romance

    © 2015 Rebecca Winters

    Traduzione di Daniela Alidori

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2016 HarperCollins Italia S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-3051-022-7

    1

    Maggio

    Conclusi gli impegni di lavoro a Cipro, Luc aveva deciso di prendersi una mattina libera per visitare Yeronissos prima di tornare in Francia. Aveva sempre nutrito un interesse speciale per l’archeologia, e l’isolotto roccioso di fronte alla costa era famoso perché si pensava un tempo vi sorgesse un tempio di Apollo.

    Luc aveva visitato gli scavi per un’ora ed era rimasto incantato dalla bellezza del sito finché era arrivata un’imbarcazione carica di adolescenti rumorosi a disturbare la quiete del posto. Invece di appassionarsi ai reperti, avevano cominciato a scalare le rocce a picco sul mare e a tuffarsi da lì, anche se c’era un cartello che lo proibiva.

    Non sopportando la vista di quei giovani sprezzanti del pericolo, decise che era tempo di andarsene e scese i gradini scavati tra gli scogli. Il caldo sole di maggio lo costrinse a inforcare gli occhiali scuri per combattere il riflesso della luce sull’acqua blu. Quando guardò in lontananza e vide che stava arrivando un altro dinghy, si affrettò a tornare verso il motoscafo che aveva noleggiato e a sciogliere le cime dalla banchina.

    In quel momento, la barca attraccò alle sue spalle e altri giovani saltarono giù, pronti a salire sulla scogliera e a sfidarsi in una gara piena di rischi.

    Tra loro c’era una ragazza con uno zaino in spalla e un paio di gambe favolose. La maglietta bianca non riusciva a nascondere il bikini e le curve voluttuose, e aveva una lunga treccia castana avvolta intorno alla testa.

    Mentre gli passava davanti, Luc si ritrovò a fissare un viso dai lineamenti classici, gli zigomi alti e una bocca provocante. Gli rammentava un po’ Sabine, la ragazza che aveva amato e perso in un incidente aereo, anni prima, anche se non riusciva a scorgere il colore degli occhi perché erano coperti dalle lenti scure. Era talmente concentrata a guardare la scogliera che dubitò si fosse accorta della sua presenza. Possibile che facesse parte di quella massa di adolescenti chiassosi?

    In sottofondo si udivano le urla eccitate di quelli che si tuffavano nelle acque agitate e pericolose. Uno dopo l’altro, saltavano tra le onde e poi a nuoto raggiungevano le rocce per risalire. Con lo stomaco stretto, Luc si sentì trasportare indietro all’ultimo anno di liceo.

    Quel giorno, lui e i suoi amici avevano deciso di lanciarsi col paracadute, ma l’avventura era finita in tragedia quando l’aereo si era schiantato contro una collina. Dei sei, ne erano sopravvissuti quattro. Tra i due deceduti, una era Sabine.

    La paura per quei ragazzi spericolati si intensificò. Luc sapeva che chiunque di loro poteva rimanere ucciso tuffandosi in modo così imprudente e si ritrovò in un bagno di sudore mentre guardava l’attraente ragazza che si avviava su per i gradini scoscesi, pronta a sfidare la sorte. Ripensò a Sabine, e la sola idea che potesse succedere qualcosa di brutto a quella giovane lo dilaniò.

    In preda a un’ansia incontrollabile, risalì sulla banchina e la chiamò.

    Lei si fermò. «Sì?» rispose in francese, girandosi. «Parla con me?»

    La vista del volto di quella donna gli fece accelerare i battiti, una reazione che non provava più da anni. «Non ha letto il cartello? Niente tuffi dalle rocce! Ha sentito quelle urla? Non si rende conto che qualcuno potrebbe ferirsi, se non peggio?»

    Lei corrugò la fronte. «Se è il suo lavoro far rispettare le regole, avrebbe dovuto fermare il gruppo del primo dinghy.»

    Luc si avvicinò. «È compito di tutti impedire a una manciata di teste calde di farsi male.» E senza riflettere aggiunse: «Detesterei veder morire una donna carina come lei per un’inutile prova di coraggio. Non pensa alla sua famiglia o a quelli che le vogliono bene che sarebbero devastati se le accadesse qualcosa?». Luc non avrebbe mai dimenticato il dolore.

    Lei lo fissò per un lungo minuto, un angolo della bocca sollevato in una piega sarcastica. «Félicitations, monsieur. Questo è il più originale tentativo di abbordaggio che mi sia stato fatto da un francese e, mi creda, ne ho ricevuti parecchi.»

    Un francese? Strano sentirsi dire una cosa simile da lei, che era chiaramente francese. Ma fu l’insinuazione a coglierlo di sorpresa. «Pensa che stia cercando di rimorchiarla?»

    «Sì. Mi sto chiedendo quante volte le è già successo di indugiare sul pontile in attesa di una ragazza da avvicinare.»

    «Cosa?» sibilò allibito.

    «Se mi sono sbagliata... je regrette.» Si strinse nelle spalle. «Lei non ha mai fatto niente di così temerario come tuffarsi dalle rocce, quand’era giovane? Potrei farle notare che ha rischiato la vita venendo qui su un motoscafo a noleggio?»

    Luc era diviso tra la preoccupazione per l’incolumità della ragazza e le sue maligne allusioni. «In che senso?» gracchiò.

    «Sicuramente sa che nel Mediterraneo vivono gli squali bianchi. Quanti anni ha? Si sta avvicinando ai quaranta? Spero che sia un buon nuotatore nel caso dovesse incontrarne uno in mare. Una barca a noleggio non è sempre affidabile, ma le consiglio di godersi il suo giorno di vacanza invece di tentare di rovinarlo agli altri. Ciao.»

    Un attimo dopo, attaccò gli scalini con sorprendente velocità per raggiungere la vetta.

    Di pessimo umore per i dolorosi flashback, Luc saltò a bordo del motoscafo senza voltarsi e avviò il motore, dirigendosi verso la terraferma.

    Quindi ripensò a quella scioccante conversazione, e cercò di trovare una giustificazione alle accuse che gli aveva lanciato. Doveva avere poco più di vent’anni, ma era talmente bella che sicuramente aveva ricevuto decine di proposte indecenti e aveva dovuto imparare a difendersi.

    Seccato con se stesso, non riuscì a togliersela dalla mente né durante il volo verso casa e neppure mentre recuperava la macchina all’aeroporto di Nizza e tornava alla sua villa a Cagnes-sur-Mer. Continuava a pensare a lei che si tuffava dalla scogliera, incurante dei rischi. Anche se era sempre stato un tipo coraggioso, dopo l’incidente aereo aveva capito quanto era preziosa la vita e da allora era diventato particolarmente prudente, anche quando si trattava di prendere decisioni sul lavoro o che riguardavano la sicurezza della sua famiglia.

    Quella tragica vicenda l’aveva cambiato, trasformandolo in una persona diversa, più timorosa. Quella cautela lo teneva lontano dalle relazioni coinvolgenti che potevano minacciare la sua tranquillità emotiva.

    L’esperienza gli aveva insegnato che le sciagure erano sempre in agguato, dietro l’angolo.

    Jasmine raggiunse la cima dell’isola e si accorse che le restava poco tempo. Il dinghy pieno di ragazzi desiderosi di lanciarsi dalla scogliera era stato noleggiato per due ore. Il gruppo di adolescenti si era offerto di farle posto in barca e lei aveva accettato volentieri, felice di non dover guidare un natante da sola.

    Mentre loro si tuffavano, lei avrebbe scattato le foto degli scavi e avrebbe spedito i negativi al suo editore. Finito quell’ultimo incarico, il libro poteva andare in stampa, pronto per essere pubblicato entro la fine del mese.

    Purtroppo, l’incontro con l’uomo al molo l’aveva scossa. Quello sconosciuto con gli occhiali da sole le aveva ricordato André, il ragazzo francese che aveva conosciuto all’università e che aveva lasciato perché era diventato troppo possessivo.

    Col senno di poi, Jasmine si rese conto di essere stata esageratamente scortese, ma con quei capelli neri spettinati, i lineamenti virili e i bermuda bianchi che pendevano bassi sui fianchi, quel tizio era talmente maschio da risultare indisponente.

    L’immediata attrazione che aveva provato per lui si era rivelata una sorpresa e l’aveva spinta a rispondergli male. In realtà, anche lei pensava che quei ragazzi che rischiavano la vita per buttarsi in quelle acque agitate fossero pazzi, ma era cresciuta con dei fratelli maggiori e sapeva che a quell’età non si potevano fermare, se intravedevano una sfida.

    Ma era stata la menzione alla famiglia a farla innervosire, poiché aveva portato in superficie un senso di colpa che era sempre latente. Come osava insinuare che lei non si curava di loro?

    Come reazione, gli aveva rivolto degli insulti pesanti con la speranza di danneggiare il suo ego, anche se dubitava di esserci riuscita. In fondo, sapeva che quel tipo poteva conquistare con facilità qualunque donna desiderasse, e non aveva bisogno di bighellonare sul molo in attesa di circuire una turista solitaria.

    Durante l’ora successiva, scacciò dalla mente il pensiero dello sconosciuto e si concentrò sulle foto. Poi tornò verso il dinghy e consumò il suo pranzo mentre aspettava gli altri.

    Di lì a poco, arrivarono i ragazzi di corsa perché uno di loro si era fatto male e aveva un taglio sul polpaccio che continuava a sanguinare. Salparono in fretta e appena giunti sulla terraferma lo affidarono alle cure di un medico.

    Jasmine si guardò attorno. Per fortuna non c’era traccia dell’uomo con cui aveva discusso, altrimenti avrebbe accolto con un ghigno ironico la vista del ragazzino ferito che veniva caricato in ambulanza.

    Determinata a buttarsi alle spalle quell’incidente, salì sull’auto che aveva preso a noleggio e coprì la breve distanza che la separava da Nicosia. Da lì sarebbe salita sul primo volo del pomeriggio per tornare in Francia.

    Più tardi quel giorno, quando l’aereo cominciò la discesa su Nizza, le sovvenne che il tizio aveva parlato con uno spiccato accento del Sud della Francia. Un brivido le corse lungo il corpo all’idea che potesse abitare lì, ma le occasioni di incontrarlo erano poche. Anzi, era quasi impossibile.

    Per la seconda volta quel giorno, si domandò perché si interessasse tanto a quell’uomo quando l’aspettava un periodo frenetico in cui doveva esaudire una promessa che sarebbe stata importante per la sua vita e per quella degli altri.

    Luglio

    Quando il telefono squillò alle sei e trenta di un venerdì mattina, Jasmine era sveglia, ma non si era ancora alzata. Suo malgrado, aveva sognato di nuovo lo sconosciuto di Yeronissos. Erano due mesi che continuava a tormentarla ed era stanca.

    Ringraziando il cielo, quel giorno compiva ventisei anni ed era giunto il momento di affrontare ciò che lei e il nonno avevano programmato nei minimi dettagli prima della sua morte. Jasmine guardò lo schermo del cellulare. Era Robert Lambert, l’avvocato di suo nonno.

    «Bonjour, Robert.»

    «Bon anniversaire, Jasmine. So che è presto, ma non abbiamo tanto tempo prima che si riunisca il consiglio d’amministrazione. L’incontro è previsto per le dieci, nella sala conferenze.»

    «Sarò puntuale.» Si stava preparando a quel momento da anni.

    «Perfetto. Secondo i desideri di tuo nonno, sarai intervistata nel suo laboratorio durante

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