Tentazione al cioccolato: Harmony Destiny
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About this ebook
Come può Sadie rifiutare una simile proposta? Anzi, è una vera opportunità per tentare di scatenare in Ethan la scintilla della passione.
Maureen Child
Maureen Child ha al suo attivo più di novanta tra romanzi e racconti d'amore. È un'autrice molto amata non solo dal pubblico ma anche dalla critica, infatti è stata nominata per ben cinque volte come migliore autrice per il prestigioso premio Rita.
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Tentazione al cioccolato - Maureen Child
successivo.
1
«Ne abbiamo già discusso a sufficienza, mi pare.» Spazientito, Ethan Hart si appoggiò allo schienale della poltrona girevole e fissò suo fratello Gabe, seduto dall'altra parte della scrivania. Con i gomiti puntati sui braccioli, intrecciò le mani e socchiuse gli occhi. Santo cielo, quante volte ancora dovevano tornare sullo stesso argomento?
Punto sul vivo, Gabriel Hart scattò in piedi e si infilò le mani in tasca. «No. Non ne abbiamo affatto discusso. Sei tu che hai deciso da solo, come al solito.»
Con un sopracciglio alzato, Ethan affrontò il suo sguardo accusatorio. «Visto che rammenti così bene la nostra ultima conversazione, non capisco perché vuoi riprenderla da capo.»
«Perché, nonostante la tua ostinazione, continuo a sperare di convincerti che ho ragione.»
«E poi sarei io quello cocciuto?» Ethan rise e scosse la testa. «Curioso che sia proprio tu a dirlo.»
«Dannazione, sto solo cercando di creare qualcosa di speciale, di dare la mia impronta personale.»
E ne era sinceramente convinto, Ethan lo sapeva bene. Tra loro due, Gabriel, cinque anni meno di lui, era sempre stato quello desideroso di tentare nuove avventure, di mettere alla prova i propri limiti.
Qui però c'era in ballo il futuro dell'azienda di famiglia. E di un marchio portato al successo con l'impegno e il sacrificio di generazioni di Hart, famosi produttori di cioccolato.
Da quando Gabe era entrato nel consiglio di amministrazione, era scoppiata una guerra quotidiana, nonostante fossero sempre stati molto legati. Ethan se ne rammaricava. Tuttavia, in quanto amministratore delegato, la decisione finale sulle strategie societarie spettava a lui. E Gabriel doveva rassegnarsi.
Si alzò a sua volta. «La realtà, Gabe, è che lo scorso anno abbiamo venduto trentuno milioni di libbre di cioccolato. La compagnia è in buona salute. Non abbiamo bisogno di correre rischi inutili.»
«Dannazione, Ethan, il nostro bisnonno Joshua Hart non avrebbe potuto fondare questo impero, se non avesse accettato di correre dei rischi.»
«Vero. E da allora ogni generazione ha dato il massimo per rafforzare il marchio. Oggi siamo tra i primi cinque produttori di cioccolato al mondo, perché diavolo dovremmo cambiare?»
«Per diventare i numeri uno» rispose Gabriel. Esasperato, si passò la mano tra i capelli. «I tempi cambiano, Ethan. E cambiano i gusti del pubblico. E noi possiamo continuare a fare lo stesso cioccolato di sempre, oppure aggiungere nuovi gusti e consistenze, con cui attrarre clienti più giovani, che ci resteranno fedeli per i decenni a venire.»
Ethan guardò il fratello con un mix di affetto e irritazione. Era sempre stato così, tra loro. Gabriel era quello più inquieto e spericolato, curioso di provare sensazioni nuove, di visitare posti sconosciuti. Più di una volta, dopo qualche bravata, Ethan era dovuto correre in suo soccorso. Tutto bene, finché non si trattava di affari.
Tuttavia non avrebbe messo a repentaglio l'impresa di famiglia per un suo capriccio.
«Se vuoi creare una tua società e vendere cioccolatini all'origano, fai pure. Però la Heart Chocolates rimarrà leader di mercato offrendo ai suoi clienti esattamente ciò che si aspettano da noi.»
«Che noia mortale» bofonchiò Gabriel.
Ethan sbuffò. «Il successo è noioso secondo te? Noi produciamo per vendere e ricavare profitti. Non per appagare il nostro ego.»
Gabe sbatté le mani sulla scrivania. «Anch'io faccio parte di questa compagnia. Papà l'ha lasciata a entrambi, e voglio poter dire la mia.»
«E sei libero di farlo» sibilò Ethan, mentre la stizza diventava rabbia.
«Però l'ultima parola sarà comunque la tua.»
«Certamente, visto che l'amministratore delegato sono io.» Ethan si sforzò di comprendere le ragioni di Gabe. Suo fratello desiderava lasciare il segno nella società di famiglia. Giusto. Ma senza compromettere la solidità della Heart Chocolates.
Potevano anche introdurre gusti nuovi e strani ripieni per le loro praline, i clienti tradizionali, però, non avrebbero apprezzato.
«Non mi permetterai mai di dimenticarlo, vero?» Gabriel si scostò bruscamente dalla scrivania.
«Ascolta, io sto solo cercando di proteggere il prestigio della nostra azienda.»
«E credi che invece io voglia distruggerla?» Il fratello lo fissò sbalordito.
«No, certo che no. Però non consideri tutti gli aspetti della questione.» La pazienza di Ethan era al minimo storico. Perciò cambiò tattica. «Inoltre lanciare una nuova linea di cioccolatini richiederebbe una campagna pubblicitaria straordinaria.»
«Pam dice che potremmo inserirla in quella già in programma.»
«E chi sarebbe questa Pam?»
Gabriel sospirò, pentito di essersi lasciato sfuggire quel nome. «Pam Cassini. È una ragazza davvero in gamba che sta aprendo una società di pubbliche relazioni. Ha grandi idee.»
«E tu vai a letto con lei.»
«E questo che c'entra, adesso?»
Prima che Ethan potesse rispondere, bussarono alla porta. Sadie Matthews, la sua assistente, fece capolino dalla soglia. I grandi occhi blu si spostarono da lui a Gabe. «La battaglia è finita?»
«Nemmeno per idea» chiarì Gabriel.
Ethan lo fulminò con lo sguardo.
«Che cosa c'è, Sadie?»
«Niente, a parte che le vostre urla hanno incrinato il soffitto» osservò lei, chiudendosi la porta alle spalle.
Ethan si concesse di fissarla per una manciata di secondi. Alta, capelli biondi, corti e ondulati, occhi blu, sorriso perenne sulle labbra, era la sua assistente esecutiva da cinque anni.
Efficiente, bella, intelligente, sexy.
E decisamente off-limits, visto che lavorava per lui.
Era stata dura imporsi di ignorarla. Accidenti, una sola occhiata a quelle curve esplosive avrebbe messo in ginocchio qualunque uomo con del sangue nelle vene.
La bocca carnosa era una tentazione continua. E quella scintilla di ribellione nello sguardo lo aveva sempre intrigato. All'inizio aveva persino pensato di licenziarla, per poterci provare con lei. Tuttavia Sadie era troppo brava nel suo lavoro.
«C'è gente che ha scommesso su chi dei due si sarebbe aggiudicato questo round» ironizzò lei, avvicinandosi alla scrivania.
«Chi è stato?» chiese Ethan.
«Non te lo dirò mai.»
«Accidenti, Sadie...»
Lei lo ignorò e si rivolse a Gabriel. «Il nuovo distributore ti aspetta nel tuo ufficio. Se preferisci, posso sempre dirgli che sei impegnato a litigare con tuo fratello...»
Gabriel strinse i denti e annuì.
«No, va bene, lo raggiungo subito.» Fissò Ethan in cagnesco. «Però non finisce qui.»
«Non l'ho mai sperato.»
Quando fu andato via, Ethan sospirò. «E tu Sadie? Hai puntato su di me, vero?»
La sua impagabile assistente personale sorrise. «Come sai che ho scommesso sulla tua vittoria?»
«Sei troppo sveglia per non avermi dato per favorito.»
«Wow. Un complimento per me e una gratificazione per te stesso in una sola frase. Notevole.»
«Il nuovo distributore è davvero nell'ufficio di Gabe o lo hai detto solo per farci cessare le ostilità?»
«No, no, c'è sul serio» confermò lei avvicinandosi alle grandi finestre. «Però volevo comunque farvi smettere, perciò mi sarei inventata qualunque bugia, se fosse stato necessario.»
«Gabe mi sta mandando al manicomio» ringhiò Ethan, affiancandola davanti alle vetrate affacciate sull'Oceano Pacifico. Gennaio poteva anche essere freddo e nuvoloso in California, ma il mare d'inverno conservava comunque il suo fascino. L'acqua era grigia come il cielo e le onde spumeggianti si srotolavano una dopo l'altra sulla riva, dove i surfisti aspettavano quella perfetta per lanciarsi sulle tavole, mentre le barche a vela scivolavano veloci.
La scena idilliaca avrebbe dovuto placare il suo animo. Quel continuo duello con Gabriel, però, stava diventando di volta in volta sempre più sgradevole e doloroso.
«È tornato alla carica con le sue proposte, vero?»
«Sì. E adesso c'è pure la sua ultima conquista che lo incoraggia.»
«Non è un progetto del tutto insensato» osservò Sadie.
Ethan la fissò sconcertato. «Per favore, non ti ci mettere pure tu.»
«Cambiare non è per forza negativo.»
«Nella mia personale esperienza sì, lo è» ribatté lui. Poi la prese per le spalle, ignorando la fiammata di eccitazione. «Anche restare fedeli alla tradizione offre i suoi vantaggi.»
«A volte però resta l'unica strada.»
«Non questa volta» borbottò Ethan, lasciandola andare e voltando le spalle alla vista panoramica, per tornare alla scrivania. Riprese in mano l'ultimo rapporto del marketing. «Se intendi schierarti con Gabriel in questa crociata, sei libera di farlo. Io, però, non sono in vena di affrontare un'altra discussione.»
«Tutti spesso siamo costretti a fare cose che non vorremmo.»
«Che intendi dire?» Ethan sollevò lo sguardo.
Sadie fece un bel respiro e gli porse un foglio di carta. «Ho deciso di lasciare il mio posto alla Heart Chocolates.»
«Non puoi. Abbiamo una riunione tra venti minuti...»
«Non importa. Me ne vado lo stesso.»
Ethan la fissò corrucciato, pensando di non aver capito bene.
Tutto questo non aveva senso.
«No che non lo farai.»
Lei gli sventolò il foglio davanti al naso. «Leggi, è la mia lettera di dimissioni.»
Lui gliela strappò di mano e scorse in fretta le poche righe sul foglio. «È ridicolo! Non intendo accettarle.»
Sadie incrociò le mani dietro la schiena, così non sarebbe stata tentata di riprendersi la lettera e fingere che non fosse successo niente. Aveva messo in conto che sarebbe stato difficile e che Ethan avrebbe provato a convincerla a restare.
E che forse ci sarebbe riuscito.
Perché lei non voleva davvero lasciare la Heart Chocolates.
Però non voleva nemmeno passare altri cinque anni della sua vita come quelli vissuti finora: innamorata persa del principale, per cui invece non era altro che un pezzo di arredo, né più e né meno come un attaccapanni o una poltrona.
Solo più efficiente.
«Non puoi andartene» insistette Ethan, gettando la lettera di dimissioni sul tavolo, capovolta, come se non riuscisse nemmeno a guardarla. «C'è la campagna pubblicitaria di primavera ancora da chiudere e poi...»
«Puoi farlo senza di me» lo interruppe Sadie sperando che lui non cogliesse la nota malinconica nella sua voce.
«Perché? Vuoi un aumento? Bene, lo avrai.»
«Non si tratta di soldi, Ethan» dichiarò lei con fermezza. Aveva già guadagnato più che in qualunque altro ufficio.
Ethan Hart era molto generoso con i suoi dipendenti.
Lui si alzò di scatto. «D'accordo, allora avrai altre due settimane di ferie all'anno, più l'aumento.»
Sadie rise. Per essere così in gamba, a volte sembrava quasi ingenuo. «Non vado mai in vacanza. A che mi servono altre due settimane?»
«Sei irragionevole.»
«No, solo pragmatica.»
«Non ti capisco.»
«Mi dispiace.» Ed era vero. Sadie non avrebbe voluto licenziarsi. Anzi, il pensiero di non rivederlo mai più le apriva un buco nero e profondo nello stomaco. Il che le confermò che non aveva altra scelta.
«E allora qual è il problema?»
«Nessuno. Solo che desidero una vita fuori di qui» ammise Sadie anche se detestava sembrare così disperata.
D'altra parte erano otto anni che lavorava per la Heart Chocolates, cinque come assistente personale di Ethan, con orari impossibili. Non vedeva quasi mai i suoi stessi familiari, figuriamoci gli amici. E le piante, sul terrazzo, erano tutte secche perché non aveva tempo di annaffiarle.
E poi, come tutti, sognava l'amore. E il sesso. E una famiglia sua, prima di diventare troppo vecchia.
«Tu hai già una vita» protestò lui. «Sei fondamentale per questa azienda. E per me.»
Magari.
Il vero problema di Sadie era uno solo: era innamorata di lui da troppi anni. Non ricambiata. Senza speranza. Per il suo stesso bene, doveva andarsene al più presto.
«Questo è soltanto lavoro» ribatté scuotendo la testa. «E ci sono molte altre cose nella vita.»
«Non che io sappia.»
«Appunto. Io e te abbiamo orari assurdi. L'anno scorso mi hai