Seduzione a mezzanotte: Harmony Destiny
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Barbara Dunlop
Tra le autrici più note e amate dal pubblico italiano.
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Book preview
Seduzione a mezzanotte - Barbara Dunlop
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
An After-Hours Affair
Harlequin Desire
© 2011 Harlequin Books S.A.
Traduzione di Rita Pierangeli
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.
© 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-3051-733-2
1
Jenny Watson riconosceva una pessima idea quando gliene proponevano una.
«Non è un appuntamento» dichiarò in tono acido, rivolta alla sua migliore amica, Emily Kiley. Liberandosi delle scarpe con un calcio, si sedette sul letto di Emily e raccolse una gamba sotto il corpo.
«Solo perché lui non lo definisce un appuntamento, non significa che tu non possa apparire al tuo meglio» replicò Emily dalle profondità dell’armadio.
«Lui è il mio capo. Ed è per lavoro.»
«È un matrimonio.»
«Un matrimonio al Texas Cattleman’s Club, e l’hanno invitato perché ne è il presidente ad interim.»
Emily emerse dall’armadio con un indumento di chiffon color borgogna. «Avevo in mente questo.» Si mise l’abito contro il corpo; il corpetto lasciava una spalla nuda e la gonna, a due strati, terminava a metà coscia.
«Ha-ha» la schernì Jenny.
Emily sapeva che Jenny non avrebbe mai voluto indossare qualcosa di così eccentrico, tanto meno di un colore così audace.
«Sarai fantastica con i capelli raccolti in uno chignon.» Emily piroettò per la stanza a passo di valzer. «Ti posso prestare i miei sandali di vernice nera. E anche i miei favolosi orecchini a goccia con la relativa collana. I brillanti sono sintetici ma non lo capirebbe nessuno.»
«Non intendo indossare quel vestito» insistette Jenny.
«Perché no?»
«Devo farti un elenco?»
«Suvvia» cercò di blandirla Emily. «Goditi la vita, ragazza. Sarai meravigliosa, e Mitch se ne accorgerà.»
«Farò la figura della sciocca.» Jenny si rifiutava di esibirsi davanti agli amici e i conoscenti di Royal, presentandosi come una specie di diva di Manhattan. «Non c’è niente che non vada nel mio vestito nero.»
Era la sua mise preferita... di jersey, senza maniche, con una scollatura quadrata e lungo fino alle ginocchia. Lo avrebbe abbinato a un bolerino nero abbottonato alla gola.
«E quante volte Mitch ti ha visto con quel vestito?»
«Un paio» ammise Jenny.
Mitch non faceva caso a quello che lei indossava. Voleva al suo braccio una donna semplice, che lo aiutasse a superare quell’evento. Al suo capo piaceva tenersi informato sui soci del Texas Cattleman’s Club, e si vantava di ricordare particolari della vita di ognuno di loro. Jenny sapeva di essergli di grande aiuto in quel settore.
«È da quando avevi dodici anni che hai una cotta per lui» le fece notare Emily.
«Cotta è la parola chiave» precisò Jenny. E le era passata molto tempo prima. «Lui ha lasciato la città quando avevo solo sedici anni.»
Mitch Hayward, attaccante della squadra di football, aveva frequentato il college a Dallas grazie a una borsa di studio. Per le prime due estati era tornato a lavorare a Royal. Dopodiché, la sua carriera sportiva era decollata e l’aveva tenuto lontano. Fino all’anno precedente, quando un infortunio alla spalla l’aveva costretto a rinunciare allo sport.
«È tornato da dodici mesi» disse Emily.
«Da così tanto?» replicò Jenny, fingendo di non ricordare la data, l’ora e il minuto esatti in cui Mitch Hayward aveva rimesso piede a Royal. «Come vola il tempo.»
Emily si lasciò cadere sul letto al suo fianco. «Sei una pessima bugiarda.»
Jenny sospirò, avvertendo il bisogno di iniettare un po’ di realtà nella situazione. «Non intendo rendermi ridicola mettendomi in ghingheri per Mitch.»
«Allora fallo per Rick Pruitt e Sadie Price.» Emily si riferiva agli sposi. Rick era da sempre socio del club, e molto rispettato in tutta la regione.
«Come se a loro importasse come mi vesto.»
Emily l’afferrò per l’avambraccio e la sua voce assunse un tono pressante. «È un tentativo estremo, Jen.»
«In che senso?»
«È da un anno che ti struggi per lui. O cerchi di conquistare Mitch oppure cominci a frequentare altri uomini.»
«Io non mi sto struggendo.»
Ma mentre Emily diceva la nuda e cruda verità, Jenny si sentì stringere il petto in una morsa e contrarre lo stomaco per l’apprensione. Per tutto l’anno si era sforzata di ignorare l’attrazione che provava per Mitch, dicendosi che era una cotta infantile e che l’aveva superata da tempo.
«Stai per compiere trent’anni» disse Emily.
«Anche tu.»
«Esatto. E ho un piano.»
«Che cosa hai tu?»
«Un piano per la mia vita» rispose Emily, assumendo un’aria sognante. «Se non incontro un uomo giusto...» Aggrottò la fronte. «Be’, quantomeno un uomo che potrebbe essere quello giusto, entro il mio compleanno il mese prossimo, avrò comunque un figlio.»
Jenny rimase scioccata. «Madre single? Stai scherzando? Hai idea...»
«Voglio un figlio.»
«So per esperienza quanto può essere dura.»
«Non stiamo parlando della tua infanzia.» Emily diede un’occhiata all’orologio e balzò giù dal letto. «Infatti, stiamo ancora parlando del matrimonio di stasera. Se io fossi attratta da un tipo come Mitch, e se quel tipo si trovasse nel raggio di cento miglia da qui, eccome se farei qualcosa.»
«Non faresti niente.»
«Farei» ribadì Emily con fermezza. «Coraggio, Jen. Che rischi corri? Se lui non ti nota, pazienza. Ti sei presentata alle nozze di amici indossando un bel vestito. Ma se ti nota, la partita è ancora tutta da giocare.»
«Se non mi nota» iniziò Jenny, dicendosi che era una discussione inutile perché escludeva di poter indossare quel vestito, «allora la partita è persa.»
Gli occhi azzurri di Emily si colmarono di compassione. «Se non ti nota mentre indossi questo, la partita è persa comunque. Non preferisci saperlo?»
Jenny fece per scuotere la testa, poi si bloccò. Voleva davvero passare il prossimo anno, o i prossimi due o tre, desiderando un uomo che non provava il minimo interesse per lei? Preferiva mantenere viva quella fantasia o affrontare la realtà, per quanto dolorosa fosse?
«Se non è interessato a te, allora devi andare avanti con la tua vita.»
Jenny analizzò le sue opzioni, considerandole spassionatamente da ogni punto di vista, ma non riusciva a impedire che le emozioni avessero il sopravvento. Il cuore le batteva forte mentre ammetteva in silenzio che il consiglio di Emily non era da scartare.
Forse era davvero una questione di ora o mai più.
«Comportati con coraggio» la sollecitò Emily, porgendole il vestito.
Jenny trasse un respiro profondo, scese dal letto e s’impadronì dell’abito. «Non posso credere che sto per fare una cosa del genere.»
«Prima la doccia» l’avvertì l’amica, riprendendo il vestito. «E depilati le gambe. Abbiamo quattro ore esatte per trasformarti.»
Quando Emily ebbe finito di pettinarla, truccarla e aiutarla a indossare il vestito, aggiungendovi qualche scintillante gioiello, Jenny era un fascio di nervi. L’amica non le aveva permesso di guardarsi allo specchio e ora si trovava al centro della camera da letto, in equilibrio precario su sandali dai tacchi vertiginosi.
Finalmente, l’altra indietreggiò per esaminarla. «Sei pronta?»
«Lo sono da tre ore.»
Il sorriso di Emily andava da un orecchio all’altro. «Hai un aspetto fantastico.»
«Questi sandali mi faranno cadere.»
«Non succederà.»
«Odio le lenti a contatto.»
«Resisti. Ne varrà la pena.»
«Il vestito nero sarebbe stato perfetto.»
«Il vestito nero non ti avrebbe cambiato la vita.»
Jenny fissò accigliata l’amica. Quella sera non sarebbe cambiata la vita di nessuno. Mitch non l’avrebbe notata dal lato opposto della sala del club, rendendosi conto che, prima di allora, non aveva mai visto la vera Jenny, e non si sarebbe precipitato a prenderla tra le braccia.
Dopo quella sera, non sarebbe più riuscita a illudersi.
«Ecco fatto» disse Emily, trascinandola davanti allo specchio.
Jenny fissò la propria immagine, mise a fuoco la vista e ammiccò, sbalordita.
La donna che la fissava dallo specchio non le assomigliava per niente.
«Qualcosa non va» disse a Emily.
«Eh?»
«Quella non sono io.»
L’altra scoppiò a ridere. «Certo che sei tu.»
Jenny provò a cambiare posizione. I sandali le allungavano le gambe, abbronzate per aver nuotato nel lago tutta l’estate. Il collo sembrava più lungo del solito, le braccia più aggraziate, e l’acconciatura dei folti capelli biondi era esaltata dagli incantevoli orecchini dell’amica. Le ciglia, allungate artificialmente, battevano sui suoi occhi verdi.
La scollatura era profonda e la spalla nuda le dava un’aria sexy. Per chissà quale motivo, la sua vita era più sottile del solito; forse dipendeva dalla gonna voluminosa o dal taglio del corpetto che poneva in risalto il seno.
La fronte le si coprì di sudore dovuto al nervosismo. «Non posso uscire conciata così.»
«Cosa? Hai paura di fermare il traffico?»
«Ho paura di ricevere proposte indecenti.»
«Oh, signore! Sembri una star del cinema, non una puttana.»
«Mi sento come una puttana.»
Emily scoppiò a ridere, prese da un cassetto una borsetta da sera e vi trasferì il contenuto della borsa di Jenny.
«Non c’è niente di divertente.» Il panico cominciò a impadronirsi di Jenny.
La trasformazione andava bene come fantasia, ma in nessun modo sarebbe potuta uscire dalla casa di Emily in quello stato. I pettegolezzi sarebbero circolati per Royal per mesi a venire.
Come aveva potuto permetterlo?
Come aveva potuto essere così sciocca?
Deglutì. «Devo cambiarmi.»
«Non c’è tempo. Se non esci subito, la sposa arriverà in chiesa prima di te.»
«Parlo sul serio, Emy.»
«Anch’io.» Emily le ficcò in mano la borsetta e le diede le chiavi della sua auto. «Devi andare.»
«Ma...»
«Vuoi arrivare in ritardo?»
«No di certo.» Jenny andava orgogliosa della sua puntualità ma, a prescindere da quello, non avrebbe offeso un socio così rispettato del TCC arrivando all’ultimo minuto al suo matrimonio.
Emily le diede una leggera spinta. «Divertiti, Cenerentola.»
Mitch Hayward sarebbe arrivato in ritardo. Dovevano capitargliene di tutti i colori proprio quel giorno. A quel ritmo, Rick e Sadie sarebbero già stati dichiarati marito e moglie prima che lui riuscisse a raggiungere il parcheggio del TCC.
Al volante della sua Corvette rossa, svoltò a tutta velocità in River Road e pigiò sull’acceleratore, pregando che l’agente Brendall non fosse in giro di pattuglia in quel momento.
Il tetto del club apparve davanti a lui nell’attimo stesso in cui scorse più avanti una lunga limousine bianca. Doveva essere Sadie con le sue damigelle. Scalò la marcia, accelerò e sorpassò la limousine, augurandosi che Sadie gli perdonasse quella bravata.
Si arrestò nel parcheggio del club con uno stridore di pneumatici, quindi balzò a terra e si precipitò verso le scale.
La sua assistente, Jenny Watson, lo stava aspettando accanto alla porta che dava nel foyer.
Ebbe una visione lampo di un audace color borgogna prima di prenderla per un braccio e trascinarla verso l’ingresso del club.
«Cos’è successo?» chiese lei, trotterellando per restare al suo passo.
«Uno stormo di fenicotteri» mugugnò Mitch, scrutando le file di sedie per individuare quelle ancora libere.
«Cosa?»
Ne scorse un paio sul lato opposto della sala, ornata con fiori e candele, e vi si diresse.
«Quei fenicotteri di plastica per la raccolta di fondi per beneficenza» bisbigliò, ignorando le occhiate di disapprovazione che gli indirizzavano i soci del Texas Cattleman’s Club riuniti per la cerimonia. «Hanno piazzato l’intero stormo sul mio prato.»
Spinse Jenny su una sedia e si sedette a sua volta nel momento in cui la musica cambiava e tutte le teste si voltavano per guardare la prima damigella avanzare lungo il corridoio.
Le damigelle erano graziose nei loro vestiti color lilla, ma a rubare la scena erano le gemelle di due anni di Rick e Sadie. Indossavano identici abiti di pizzo color crema, avevano fiori intrecciati nei capelli e spargevano coscienziosamente manciate di petali di rose dai loro cestini.
Subito dopo il pianista attaccò la marcia nuziale e Sadie apparve in uno stupendo abito bianco, con un sorriso tremulo mentre si avvicinava a Rick. Mitch era tutt’altro che un tipo romantico, ma perfino lui non poté fare a meno di provare un’ondata di calore per la coppia, così palesemente innamorata e sul punto di creare