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Indimenticabile Romeo: Harmony Jolly
Indimenticabile Romeo: Harmony Jolly
Indimenticabile Romeo: Harmony Jolly
Ebook167 pages2 hours

Indimenticabile Romeo: Harmony Jolly

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About this ebook

Due uomini potenti e affascinanti in cerca di una sposa... di convenienza!
Natasha Bates ha bisogno di un lavoro, e in fretta! Quando le viene offerta la possibilità di scrivere una serie di articoli su Verona ne approfitta subito. Sembra un incarico da sogno, fino a quando non incontra il suo nuovo capo ed ex fidanzato Mario. Lei, però, non sarà mai più la sua Giulietta!
Mario Ferrone non crede ai propri occhi: Natasha è tornata! Certo, non per lui, e la colpa è solo sua. Si è comportato come uno sciocco rubacuori, ma ora intende dimostrarle che è cambiato e che l'amore che sente per lei nessuno potrebbe mai provarlo, neanche Romeo!
LanguageItaliano
Release dateApr 10, 2020
ISBN9788830513556
Indimenticabile Romeo: Harmony Jolly
Author

LUCY GORDON

Lucy Gordon cut her writing teeth on magazine journalism, interviewing many of the world's most interesting men, including Warren Beatty and Roger Moore. Several years ago, while staying Venice, she met a Venetian who proposed in two days. They have been married ever since. Naturally this has affected her writing, where romantic Italian men tend to feature strongly. Two of her books have won a Romance Writers of America RITA® Award. You can visit her website at www.lucy-gordon.com.

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    Indimenticabile Romeo - LUCY GORDON

    Traditore.

    1

    Due anni dopo...

    «Mi dispiace, Natasha, ma la risposta è no. È definitivo. Devi accettarlo.»

    Con il volto distorto dalla rabbia, Natasha strinse il telefono tra le dita. «Non dirmi quello che devo fare» sbottò. «Mi avevi detto di non vedere l'ora di pubblicare qualsiasi cosa avessi scritto...»

    «Te l'avevo detto molto tempo fa. Le cose sono cambiate. Non posso più acquistare i tuoi pezzi. Sono gli ordini che ho ricevuto.»

    «Ma tu sei l'editore!» protestò. «Sei tu quello che impartisce gli ordini!»

    «È il proprietario della testata a suggerirci che cosa fare, ha lui l'ultima parola. Sei fuori. Addio.»

    L'uomo interruppe la telefonata, lasciando Natasha a fissare il telefono, furibonda.

    «Un altro?» domandò la voce femminile alle sue spalle. «È il sesto editore che ti scarica improvvisamente, dopo aver comprato i tuoi pezzi per anni.»

    Natasha si volse verso l'amica Helen, che era anche la sua coinquilina.

    «Non posso crederci» gemette. «È come se ci fosse un ragno al centro della ragnatela che li controlla tutti, imponendo loro di buttarmi fuori.»

    «È così, infatti. Sai di certo di che cosa parlo. Il nome del ragno è Elroy Jenson.»

    È vero, rifletté Natasha con riluttanza. Jenson possedeva un enorme numero di testate giornalistiche che, fino a quel momento, le avevano consentito di vivere in modo agiato. Ma l'uomo aveva preso una cotta per lei e aveva cominciato a corteggiarla, ignorando le sue suppliche di lasciarla stare. Alla fine, si era spinto troppo oltre, costringendola a schiaffeggiarlo abbastanza forte da farlo gridare. Purtroppo, uno dei suoi impiegati aveva assistito alla scena e si era affrettato a diffondere la notizia.

    «Tutti sanno che lo hai fatto sembrare uno stupido» affermò Helen. «Così, adesso, è diventato un tuo nemico. È un peccato che tu abbia un carattere tanto impulsivo, Natasha. Avevi tutto il diritto di essere arrabbiata, ma...»

    «Ma avrei dovuto evitare di colpirlo. Avrei dovuto rimanere calma e controllata e pensare al futuro. Hah!»

    «Sì. So che non è giusto, ma guarda il prezzo che stai pagando.»

    «Già» sospirò Natasha.

    Essere una giornalista freelance di successo era stato entusiasmante. Riviste e quotidiani avevano richiesto a gran voce i suoi articoli impertinenti e penetranti.

    Fino a ora.

    «Come può, un uomo, avere tanto potere?» gemette.

    «Forse dovresti andare all'estero per un po'» suggerì Helen. «Fino a quando Jenson si sarà dimenticato di te.»

    «Sarebbe piuttosto difficile...»

    «Non necessariamente. L'agenzia per cui lavoro mi ha offerto un impiego in Italia, nel campo della pubblicità. Stavo per chiamare per dire di cercare qualcun altro e ho pensato... perché non vai tu al mio posto?»

    «Ma non posso... È un'idea folle.»

    «A volte un pizzico di follia è la cosa migliore. Potrebbe essere ciò di cui hai bisogno in questo momento.»

    «Non parlo italiano.»

    «Non è necessario parlare italiano. Si tratta di promuovere la città a livello internazionale.»

    «Quale città? Non si tratterà di Venezia, vero?»

    «No, non preoccuparti. Non te lo avrei nemmeno proposto. È Verona, la città di Romeo e Giulietta. Dei proprietari di hotel di lusso si sono associati e hanno deciso di promuovere la zona, basandosi proprio sulla vicenda di Romeo e Giulietta. So che non sei esattamente una fan delle storie romantiche...»

    «Non mi dà fastidio» si affrettò a dire Natasha. «Non ho intenzione di tirarmi indietro solo perché un uomo... Be', lasciamo stare...»

    «Bene. Perché non accetti il lavoro, allora?»

    «Ma come posso? È tuo.»

    «Vorrei davvero che andassi tu. Ho detto sì impulsivamente, dopo aver litigato col mio ragazzo. Pensavo che tra noi fosse finita, invece abbiamo risolto i nostri problemi. Mi farebbe davvero comodo se decidessi di andare al mio posto.»

    «Ma loro si aspettano di vedere te...»

    «Ti metterò in contatto con la mia agenzia e canterò le tue lodi. Natasha, non puoi permettere che la tua vita sia governata da un uomo che non vedi da due anni. Soprattutto, dal momento che era un mascalzone traditore. Parole tue, non mie.»

    «Già» mormorò lei. «Lo dissi davvero. E ne ero assolutamente convinta.»

    «Allora vai. Lasciati Mario alle spalle, così come Elroy. Cogli l'occasione per un nuovo inizio.»

    Natasha inspirò a fondo. «Va bene. Lo farò.»

    «Bene. Adesso, mettiamoci all'opera.»

    Helen contattò la sua agenzia e, dopo pochi minuti, Natasha ricevette un'e-mail scritta in inglese perfetto, in cui le si offriva l'impiego a Verona e le si fornivano le istruzioni.

    Si relazionerà con Giorgio Marcelli. L'associazione di proprietari alberghieri ha affidato a lui il tema della pubblicità. Non vede l'ora di incontrarla a Verona.

    «Vedi, è stato un gioco da ragazzi!» esclamò Helen. «Adesso ti lascio a riflettere.»

    Rimasta sola, Natasha si affacciò alla finestra, provando a decidere che cosa fare. Nonostante le parole di Helen, non era facile fare mente locale.

    «Non è Venezia» mormorò, rassicurandosi, perché nulla l'avrebbe persuasa a tornare in quella meravigliosa e romantica città, dove però le si era spezzato il cuore.

    Natasha ripensò a com'era due anni prima: una giovane donna ossessionata dagli avvertimenti di sua madre, che le aveva ripetuto fino allo sfinimento di non fidarsi degli uomini. Aveva perseguito una carriera di successo e aveva dedicato il suo tempo alla scrittura, evitando le relazioni affettive. Certo, aveva avuto delle storie, ma mai di lunga durata. Alla fine, la sfiducia le aveva sempre impedito di avvicinarsi a ogni uomo che la attraeva.

    Ne era stata felice. Di certo, la cautela le aveva impedito di provare lo stesso dolore che aveva colpito sua madre.

    Fino a quando aveva incontrato Mario.

    Lui l'aveva colpita come nessun altro uomo aveva mai fatto prima. Insieme avevano passeggiato per le calli di Venezia, lungo i canali. In un vicolo angusto, lui l'aveva stretta tra le braccia per il loro primo bacio. Nonostante i tentativi per dimenticarlo, il ricordo era ancora vivido nei suoi pensieri.

    Il suo corpo aveva risposto a quell'uomo, e lei si era sentita viva come mai prima. Aveva percepito che per lui era lo stesso, anche se istintivamente si era resa conto che Mario era un amante esperto. Ovunque andassero, le donne lo guardavano con ammirazione, rivolgendo a lei occhiate di invidia. Aveva pensato che la ritenessero una donna fortunata, a dividere il letto con lui. Non avevano mai compiuto quel passo, però, anche se molte volte Natasha aveva quasi ceduto alla tentazione.

    Quando era arrivato il giorno del suo ritorno in Inghilterra, Mario l'aveva pregata di rimanere con lui ancora per un po' e, felice oltre l'immaginabile, lei aveva acconsentito.

    Perfino adesso, dopo due anni, ricordare quella felicità era la cosa più dolorosa di tutte. Aveva più volte tentato di immaginare l'espressione che Mario doveva aver assunto quando, tornando al loro tavolo, non l'aveva più trovata.

    Svanita nel nulla. Per quanto gli concerne, io non esisto più e lui non esiste più per me.

    In effetti, l'uomo che lei pensava che fosse non era mai esistito. Questa era la dura verità.

    Amaramente, rivisse la scena. Lei si era sentita sicura che Mario stesse per dichiararle i suoi sentimenti e che desiderasse chiederle di sposarlo quando, in realtà, aveva avuto l'intenzione di lasciarla.

    Probabilmente, aveva poi trascorso quel pomeriggio con Tania, nel suo letto.

    Dopo essere fuggita da Venezia, Natasha aveva fatto di tutto per scomparire nel nulla, cambiando l'indirizzo mail e il numero di telefono.

    Ma una mail l'aveva raggiunta lo stesso, prima del cambio definitivo di indirizzo:

    Dove sei sparita? Che cosa è successo? Stai bene?

    Si, aveva pensato lei con aria di sfida. Sto bene. Mi sono liberata dell'unica persona in grado di farmi male. Nessuno potrà mai più ferirmi.

    Non aveva mai risposto a Mario, limitandosi a bloccarne i messaggi. Poi si era trasferita da Helen. Se lui fosse andato al suo vecchio appartamento a cercarla, avrebbe trovato la porta chiusa, così come lei aveva chiuso il proprio cuore.

    Oh, Mario. Traditore. Traditore.

    Da allora, si era gettata anima e corpo nel lavoro, guadagnando una tale fama da essere notata da Elroy Jenson. Il magnate dei media le aveva chiesto di uscire, sicuro che una giornalista freelance non si sarebbe mai rifiutata. Quando lei aveva detto di no, Elroy non le aveva creduto e aveva insistito fino a rimediare uno schiaffo. A quel punto, l'uomo aveva decretato la fine improvvisa della sua carriera.

    Da quel momento, la vita di Natasha era diventata una spirale discendente. Il suo reddito era collassato e, adesso, riusciva a malapena a pagare a Helen l'affitto della stanza.

    Era giunto il momento di agire. Se questo voleva dire compiere un salto verso l'ignoto, lo avrebbe fatto. Era pronta a tutto.

    Scambiò qualche mail con Giorgio, il responsabile della pubblicità, e prese accordi per il suo soggiorno a Verona, presso l'hotel Dimitri. Due giorni dopo, Natasha partì per il viaggio che avrebbe potuto essere un trionfante nuovo inizio o un disastro.

    Durante il volo, rimase concentrata sul lavoro. Quella di Romeo e Giulietta era una storia conosciuta a livello mondiale: due giovani che si innamorano, nonostante l'inimicizia tra le rispettive famiglie, e che, alla fine, decidono di morire piuttosto che vivere l'uno senza l'altro.

    Sembrava che la tragedia di Shakespeare fosse basata su fatti reali e che i due amanti avessero davvero vissuto a Verona e avessero deciso di togliersi la vita. Il suo lavoro sarebbe stato quello di immergersi in quella storia e invogliare il mondo a unirsi a lei.

    All'aeroporto trovò ad attenderla un autista che la accompagnò nel centro di Verona, all'hotel Dimitri, che era situato sulla sponda del fiume.

    Verona era una città antica e meravigliosa. Estasiata, Natasha osservò dal finestrino, incantata dagli scorci pittoreschi che il percorso le offriva.

    «Eccoci all'albergo» annunciò a un tratto l'autista, fermandosi davanti a un grande edificio.

    Entrando nell'elegante hall, fu accolta da un uomo sulla sessantina, di corporatura robusta, con un volto paffuto e sorridente, che la salutò in inglese.

    «L'agenzia mi ha detto che c'è stato un cambio di programma» disse lui. «A quanto pare, la candidata originale ha avuto un ripensamento, ma mi hanno assicurato che lei ha tutte le credenziali che stiamo cercando.»

    «Grazie. Sono una giornalista esperta. Spero di essere all'altezza delle vostre attese.»

    «Sono certo che sarà così. Sono felice che lei sia qui. Ho promesso al Presidente che stasera una signora avrebbe cenato con lui e non è mai un bene deluderlo.»

    L'uomo rabbrividì comicamente e questo spinse Natasha a porre una domanda. «È un uomo difficile? Fa paura?»

    «A volte. Più che altro, è molto determinato. La gente cerca di evitare di contraddirlo, se possibile. Comprò questo albergo solo due anni fa e cominciò a cambiare le cose praticamente dal primo giorno. L'edificio è stato ristrutturato e il personale è stato riorganizzato in modo da soddisfarlo. Ogni cosa è stata fatta come ha voluto lui. Nessuno ha osato protestare.»

    «L'ha chiamato Presidente...»

    «È il Presidente del Consorzio. È stata una sua idea quella di far sì che tutti i proprietari alberghieri lavorassero insieme, costituendo appunto il consorzio di cui lui è a capo. Quando impartisce un ordine, tutti noi eseguiamo all'istante, specialmente io, perché potrebbe licenziarmi su due piedi. Le sto dicendo tutto questo solo affinché lei presti attenzione a non offenderlo. Ceneremo con lui

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