Una modella in fuga: Harmony Collezione
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Costretta a uscire allo scoperto e ad accettare la proposta di Rocco, Olivia deve ora affrontare gli antichi demoni. Ma invece di percorrere la navata per raggiungere il suo carismatico, futuro sposo, scompare nel nulla. Di nuovo! Il mondo trattiene il respiro: riuscirà Rocco a condurre all'altare la donna di cui si è innamorato?
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Una modella in fuga - Jennifer Hayward
successivo.
1
«Temo che non supererà la notte.»
L'anziano sacerdote, che da anni si prendeva cura delle anime dei Mondelli di Varenna sulla sponda del Lago di Como, posò la mano rugosa e pallida sulla maniglia della porta della camera da letto di Giovanni Mondelli e annuì in direzione dei due nipoti del patriarca.
«Dovreste dirgli addio.»
Il tono era triste e fu come una pugnalata per Rocco Mondelli, al punto che fu incapace di dire una sola parola. Giovanni Mondelli, icona della moda italiana, era stato per lui il padre che non aveva mai avuto, la sua guida quando l'aveva sostituito nella direzione della Casa di Moda Mondelli, traghettandola con decisione e perizia nel ventunesimo secolo, trasformandola in una maison di fama mondiale.
Non poteva perderlo.
Il cuore parve arrestarsi poi ricominciò a battere, un battito accelerato. Giovanni era tutto per lui. Padre, mentore, amico... non era pronto a lasciarlo andare. Non ancora.
Sua sorella Alessandra gli afferrò il braccio, le nocche bianche contro la stoffa scura del suo abito.
«Non... non credo di poterlo fare» balbettò, gli occhi sbarrati. «È stato tutto troppo improvviso. Avrei tante cose da dirgli...»
Rocco faticò a bloccare l'impulso di buttarsi sul pavimento e urlare che non era giusto, come aveva fatto a sette anni quando, gli occhi colmi di lacrime, si era trovato sul ponte dell'imbarcazione sul Lago di Como mentre suo padre spargeva le ceneri di sua madre nelle acque azzurre. La vita non era giusta. Non sapeva neppure cosa fosse la giustizia. Gli aveva dato Alessandra, d'accordo, ma gli aveva sottratto l'adorata madre. Non si poteva certo definire un giusto compromesso.
Si voltò e afferrò per le spalle la sorella, il respiro affannoso. «Dobbiamo e lo faremo, perché è necessario.»
Alessandra aveva il viso rigato di lacrime. «Non posso, Rocco, non voglio.»
«Lo farai.» La prese tra le braccia e posò il mento sul suo capo. «Pensa a ciò che vuoi dirgli. Non c'è molto tempo.»
Le cinse le spalle con un braccio poi guardò il medico che era accanto al sacerdote.
«È sveglio?»
Il dottore annuì.
La sua giovane, coraggiosa sorella tremava mentre la sospingeva verso il letto. Si diceva che si potesse sentire l'odore di morte nell'aria, ma in quel caso non era così. Rocco sentiva solo l'energia vitale che Giovanni Mondelli aveva indossato come una seconda pelle. Un'energia che aveva riversato in ogni suo modello. Gli pareva di sentire la sua caustica risata prima che diventasse ricco e saggio. Di percepire l'aroma speziato e sofisticato che emanava ogni suo abito.
Ma furono gli occhi a privarlo di ogni speranza. La vista del nonno, perso in un mare di lenzuola bianche, la pelle olivastra ormai priva di colore, gli tolsero il respiro. No, quello non era Giovanni.
Deglutì a fatica. «Vai» intimò ad Alessandra sospingendola in avanti.
Sua sorella salì sul letto e abbracciò il nonno, mentre lui, incapace di guardare quegli occhi quasi privi di vita, si avvicinava alla finestra.
Avevano percorso i cinquanta chilometri dalla sede di Milano in elicottero non appena avevano ricevuto la notizia. Ma il vecchio testardo aveva voluto ignorare la sofferenza al petto per tutto il giorno e quando l'avevano raggiunto c'era ben poco che il medico potesse fare.
Abbozzò una smorfia. Conoscendo bene il nonno, doveva ammettere che per lui questo sarebbe stato il modo migliore di andarsene, nel pieno del successo.
Del resto, dovette riconoscere Rocco, Giovanni era sempre stato pronto a raggiungere la sua adorata moglie, Rosa, in un'altra vita, come lui la definiva, da vent'anni. Aveva vissuto la propria in pieno, rifiutando di lasciarsi abbattere dalla perdita, ma una parte di lui non aveva fatto altro che rimpiangerla.
L'avrebbe riavuta, si era ripromesso.
Con un singhiozzo Alessandra si precipitò fuori dalla camera mentre Rocco si avvicinava al letto, gli occhi fissi sul viso pallido del nonno. «Le hai spezzato il cuore.»
«Sandro l'ha fatto tanti anni fa» sospirò il vecchio riferendosi al padre di Rocco da cui Alessandra aveva preso il nome. Gli occhi erano spenti mentre faceva cenno al nipote di sedersi sul letto.
Inghiottendo le lacrime, Rocco obbedì. «Nonno, voglio dirti...»
Il vecchio posò sulla sua la mano rugosa. «Lo so. Ti voglio tanto bene. Sei diventato un grand'uomo. Proprio come sapevo che sarebbe successo.»
Un nodo chiudeva la gola di Rocco.
Il nonno lo fissò sforzandosi di tenere gli occhi aperti. «Abbi fiducia in te, Rocco. Credi nell'uomo che sei diventato. Cerca di capire le cose che ho fatto.»
Subito dopo chiuse le palpebre. Rocco sentì il proprio il cuore mancare un battito. «Nonno, non è ancora il tuo momento!»
A fatica il vecchio riaprì gli occhi. «Promettimi che ti prenderai cura di Olivia.»
«Olivia?» Rocco aggrottò la fronte.
Il nonno chiuse gli occhi, che questa volta non si riaprirono più. Lui ebbe l'impressione di aver ricevuto un pugno al petto. Afferrò il nonno per le spalle e lo scosse.
«Torna qui. Non puoi lasciarmi.» Ma gli occhi di Giovanni rimasero chiusi.
Lo spirito della Casa di Moda Mondelli, la fiamma della passione che aveva infuso in ogni collezione per quasi mezzo secolo, si erano estinti.
Rocco appoggiò la fronte su quella del nonno.
«No...» continuò a sussurrare. Era troppo presto.
Rocco non lasciò trasparire le sue emozioni mentre organizzava la cerimonia funebre nei minimi dettagli, una cerimonia che peraltro aveva una risonanza mondiale. L'impero Mondelli era vasto, con interessi sparsi in tutto il globo.
Alessandra gli diede una mano. Pareva che tutti volessero essere presenti all'evento, capi di stato e celebrità che Giovanni aveva vestito nei suoi quarantacinque anni di attività.
E ovviamente ci sarebbero stati anche i tre giovani che Rocco aveva conosciuto, con i quali aveva stretto amicizia alla Columbia University. Anche se le loro vite erano dense d'impegni, Christian Markos, Stefano Bianco e Zayed Al Afzal non sarebbero mancati. Nato ad Atene, Christian Markos era un mago della finanza, che divideva il proprio tempo tra la Grecia e Hong Kong. L'enigmatico siciliano, Stefano Bianco, preferiva accumulare i suoi milioni gestendo gli affari immobiliari più lucrativi al mondo dal proprio jet privato piuttosto che da Manhattan, ma del resto tutti sapevano che a Stefano non piaceva stare fermo in un posto. L'ultimo membro del gruppo, lo sceicco Zayed Al Afzal, sarebbe stato colui che avrebbe fatto il viaggio più lungo, in quanto viveva nel cuore del deserto arabico, in un piccolo stato chiamato Gazbiyaa.
Mentre sedeva di fronte a Adamo Donati, l'avvocato di famiglia da sempre, in attesa che leggesse le ultime volontà del nonno, a Rocco era di conforto la vicinanza dei suoi tre amici, giovani che considerava come fratelli. Il legame che li univa era indissolubile, costruito in anni di profonda conoscenza e confidenza. Benché molto impegnati, i suoi tre amici non avevano esitato a raggiungerlo, incluso Zayed, il cui paese era ai ferri corti con uno confinante, al punto che da un momento all'altro sarebbe potuta scoppiare una guerra.
Memento vivere era il motto dei Quattro della Columbia. Ricordati di vivere. Ossia rischiare alla grande e proteggersi l'un l'altro.
«Possiamo cominciare?»
Adamo, il sessantenne amico di Giovanni da una vita, che non solo era un brillante avvocato ma anche una mente eccezionale negli affari, rivolse un'occhiata interrogativa a Rocco che annuì.
Guardò il documento che aveva davanti. «Giovanni ha suddiviso le proprietà tra te e Alessandra. Immagino che questa non sia una sorpresa per voi due, perché ne avevate parlato con lui. Alessandra riceverà la casa di St. Barts e l'appartamento di Parigi, mentre tu avrai Villa Mondelli e la casa di New York.»
Rocco chinò il capo. Alessandra, che si era fatta un nome come fotografa e viaggiava per il mondo, aveva sempre considerato Villa Mondelli troppo grande per sé, mentre per lui era l'unico luogo che gli dava un senso di pace. Inclinò il capo verso l'avvocato. «E mio padre?»
«Si proseguirà come adesso. Tu amministrerai una certa somma a nome suo.»
Da tempo ormai Rocco aveva rinunciato all'idea che suo padre fosse in grado di gestire del denaro, eppure si domandava spesso se mai potesse giungere il giorno in cui Sandro si sarebbe scusato per essersi giocato la casa di famiglia, per essersi rivolto in continuazione a Giovanni tutte le volte che era stato a corto di denaro. Se un giorno potesse recuperare il buonsenso, scioccandoli. Ma per ora suo padre aveva a disposizione un appartamento a Milano, un rifornimento settimanale di generi alimentari e una cifra limitata che inevitabilmente finiva nel gioco a discapito delle sue necessità personali.
Esaurita questa cifra chiedeva altri soldi, e quando gli venivano negati si vendicava presentandosi ubriaco, come aveva fatto al party del venticinquesimo compleanno di Alessandra, mettendo tutti in imbarazzo.
Le labbra serrate, Rocco fece cenno a Adamo di proseguire.
L'avvocato diede un'altra occhiata ai documenti. «C'è un altro appartamento a Milano. Giovanni l'ha acquistato un anno fa. Non è incluso nel testamento.»
«Un altro appartamento?» Rocco aggrottò la fronte. Al nonno non era mai piaciuto abitare in città. Preferiva tornare ogni sera alla villa sul lago.
L'avvocato assunse un'espressione imbarazzata. «È intestato a Giovanni, ma ci abita una donna. Ho fatto qualche ricerca. Si chiama Olivia Fitzgerald.»
Rocco trattenne il respiro. «Olivia Fitzgerald... la modella?»
«Pare di sì. Abbiamo dovuto indagare parecchio, non usa il suo vero nome.»
Rocco fissò stupito l'avvocato. Olivia Fitzgerald, una delle modelle più conosciute al mondo, assunta da un concorrente della Casa di Moda Mondelli, era sparita dalla faccia della terra un anno prima. Da quel momento non aveva più lavorato, infrangendo un contratto da tre milioni di dollari con una compagnia di cosmetici francese. E Giovanni la teneva in un appartamento in città? Mentre i giornali le davano inutilmente la caccia?
Cercò lo sguardo dell'avvocato mentre giungeva alla conclusione inevitabile.
«Aveva una storia con lei.»
Il colore sulle guance di Adamo s'intensificò. «Sì, in un certo senso. I vicini riferiscono che trascorreva del tempo con lei in casa e qualche volta uscivano sottobraccio per andare a cena.»
Rocco si premette le dita sulle tempie. Giovanni, il nonno settantenne, si era preso un'amante di poco più di vent'anni? Una delle modelle più note del globo... una ragazza straordinaria che apparentemente dilapidava i suoi guadagni. Era assurdo.
Promettimi che ti prenderai cura di Olivia.
Il sangue gli salì alla testa, pulsando alle tempie. Come se lui fosse disposto a permettere a quella ragazza di continuare a vivere in una proprietà dei Mondelli adesso che suo nonno se n'era andato. Una donna che si era avvalsa del proprio fascino per mettere le grinfie sulla sua fortuna.
Guardò l'avvocato. «Mi dica quello che sa su di lei. Di Olivia Fitzgerald mi occupo io.»
Adamo annuì. Si passò una mano sul cranio calvo poi gli rivolse uno sguardo esitante, del tutto insolito per lui.
Rocco aggrottò un sopracciglio. «La prego, non mi dica che ci sono altre amanti.»
Un fuggevole sorriso increspò le labbra di Adamo.
«Non che io sappia.»
«E allora di cosa si tratta? Sputi il rospo.»
Il sorriso dell'avvocato evaporò. «Giovanni ti ha lasciato il cinquanta per cento delle azioni della Casa di Moda Mondelli, Rocco. Il restante dieci per cento è stato