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Natale dei miracoli: Harmony Collezione
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Ebook143 pages1 hour

Natale dei miracoli: Harmony Collezione

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About this ebook

L'amore saprà trionfare ancora una volta sull'odio? Le famiglie di Vanessa e David sono divise da un doloroso fatto di sangue, tuttavia l'amore sboccia tra i due giovani ardente e tenace, tanto da convincerli a mettersi contro le rispettive famiglie. Con la complicità dell'eccentrica signora Silverman e in virtù del profondo sentimento che li lega cercheranno di ricomporre i dissidi tra i Martin e gli Shepherd e di coronare il loro sogno.

LanguageItaliano
Release dateOct 10, 2013
ISBN9788858915806
Natale dei miracoli: Harmony Collezione

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    Natale dei miracoli - Helen R. Myers

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    To Wed at Christmas

    Silhouette Romance

    © 1994 Helen R. Myers

    Traduzione di Anna Cristina Actis

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 1997 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-580-6

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Avvenne come avviene per tutti gli scippi: in modo veloce e inaspettato.

    David stava camminando tra la gente che entrava e usciva dai negozi, parlava, rideva e ascoltava la deliziosa musica che la ragazza sul marciapiede di fronte stava suonando. Si stava domandando quanto potesse avvicinarsi, prima che lei si accorgesse della sua presenza, quando, all’improvviso, sentì un urlo di terrore e la folla ondeggiò davanti a lui.

    Seppe all’istante chi aveva emesso quell’urlo, riconobbe la voce con ogni atomo del proprio essere, anche se era troppo lontano per vedere che cosa stesse succedendo.

    Se si fosse trovato più vicino, sarebbe stato certo molto meglio, ma non aveva voluto appositamente accostarsi troppo... per non turbarla. Si era fermato sul marciapiede opposto, ben nascosto dai passanti, avvinto dalla magia della sua musica, commosso dal suono che lei sapeva trarre dallo strumento.

    E se quella magia fosse stata rubata al mondo per sempre? Ma che cos’era successo?, si chiese subito dopo.

    Si lanciò in mezzo alla gente che affollava il centro di Appleton con un senso di ansietà che gli stringeva la gola, come se qualcuno volesse strangolarlo. Troppa gente per quella piccola città del Vermont, rifletté, anche se cominciava il fine settimana. Ma quello non era un ordinario venerdì sera: era il giorno dopo la festa del Ringraziamento, l’inizio delle feste natalizie.

    Attraversò la strada correndo in mezzo alle macchine. Si sentì rumore di freni che stridevano sull’asfalto innevato, i clacson strombazzavano. Una volta arrivato sull’altro marciapiede, si trovò di fronte un muro umano. «Polizia» gridò David. «Lasciatemi passare. Spostatevi.»

    A ogni respiro il fiato gli usciva dal naso come una spira di vapore. Quel freddo così intenso era prematuro anche per il clima del New England, ma fino ad allora aveva soltanto contribuito ad allietare la spensieratezza che permeava le strade in quel periodo natalizio.

    «Li ha visti?» gli chiese qualcuno alla sua destra. «Erano in due. L’hanno sbattuta a terra spingendola brutalmente e hanno afferrato la scatola dei soldi.»

    «Che cosa sta aspettando?» gli chiese una signora che gli bloccava la strada. «Corra dietro a quei delinquenti. Ci occupiamo noi della ragazza.»

    David non si sorprese quando si accorse che era Gladys Silverman che gli aveva impartito quell’ordine. Gladys, che era la proprietaria di un negozietto di bigiotteria di seconda mano, chiamato pomposamente I Tesori Antichi, e che sembrava indossasse personalmente gran parte della propria merce, aveva la fama di andare in giro a dare perentorie ingiunzioni alla gente. Anche se non era dell’umore giusto per ricevere direttive, David sapeva che aveva ragione: la preoccupazione per Vanessa l’aveva bloccato.

    Si fece fare una veloce descrizione dei due individui. «Stia con lei» disse poi alla signora. «Torno nel più breve tempo possibile.» E riprese a tallonare trafelato gli assalitori. Controllò negozi, macchine e stradine laterali, ma senza alcun risultato. Chiamò la centrale per informare di quello che era successo. Rassicurato dal centralinista che gli altri agenti in servizio si sarebbero subito messi alla ricerca dei due delinquenti, avvertì che sarebbe tornato ai Grandi Magazzini Revell, davanti ai quali Vanessa era stata assalita.

    Vanessa si era rimessa in piedi e gran parte della folla si era dispersa. David si accorse con enorme sollievo che il danno maggiore l’aveva subito il suo strumento. Il violino infatti aveva dei vistosi graffi, abrasioni in parecchi punti, e l’archetto era spezzato in due. Pensò che, molto probabilmente, la ragazza non avrebbe però condiviso il suo sollievo.

    La signora Silverman stava scuotendo la testa. «Ricordo bene quando tuo nonno, possa riposare in pace, te l’ha regalato. Ernesto Bonifanti... Un uomo con un raro talento. E come era orgoglioso che tu l’avessi ereditato!»

    Fantastico, signora mia! Proprio quello di cui Vanessa ha bisogno per sentirsi meglio!

    David si schiarì leggermente la gola. «Come si sente, signorina Martin?»

    «Come conosce il mio...» incominciò a dire lei girandosi. «Oh!»

    Lui se l’era aspettato. Aveva previsto quello sguardo di sorpresa che si era tramutato in preoccupazione, non appena Vanessa si era accorta di chi le stava parlando. Lui era uno Shepherd e lei una Martin. Non tutti ad Appleton conoscevano la loro storia, ma gran parte della gente aveva sentito parlare della profonda animosità che i Martin nutrivano per gli Shepherd.

    «È rimasta ferita?» disse. «Vuole che chiami un’ambulanza?» Odiava sentirsi come un pivellino al suo primo incidente, invece che un poliziotto al terzo anno di servizio, ma erano i teneri occhi marroni di Vanessa che lo stavano facendo confondere. No, era ancora peggio. Tutto di lei lo stava facendo confondere: era così dannatamente femminile e dolce... anche se la cosa poteva sembrare antiquata!

    «No, no. Sto bene. Sono soltanto un po’ sottosopra.»

    «Un po’! Altroché, è sotto shock!» esclamò la signora Silverman scuotendo la testa e facendo ondeggiare la stravagante penna di struzzo che aveva sul cappello. «Agente, pensa di farle il terzo grado qui fuori al freddo? Vieni con me, Vanessa cara. Entriamo nei Grandi Magazzini. Ti farò sedere da qualche parte, così ti riprenderai.» La prese per mano. «Ma tesoro!» esclamò. «Le tue dita sono ghiacciate! In una sera così fredda uscire senza essere ben coperta!»

    «Non si può suonare il violino con i guanti, signora Silverman.»

    Vanessa aveva risposto alla signora, ma continuava a guardare David. Lui notò che i suoi occhi dicevano qualche cosa di differente, qualche cosa come Non posso parlare con te. Lo sai che non posso. Perché ci sei proprio tu di servizio, questa sera?

    Dato che anche lui aveva avuto gli stessi pensieri, ma per ragioni completamente differenti, fu contento che la signora Silverman gli stesse dando quell’aiuto provvidenziale per sfuggire alla disapprovazione di Vanessa e alla curiosità degli sfaccendati che continuavano a stare lì intorno nella speranza che accadesse ancora qualche cosa di eccitante.

    «Buona idea» disse David. «La porti dentro. Io la raggiungerò subito. Voglio prima trovare qualche testimone.»

    Aveva bisogno di distogliere gli occhi da quelli di Vanessa; aveva bisogno di una pausa per allentare la tensione che gli attanagliava lo stomaco ogni volta che incrociava il suo sguardo.

    «Allora, chi di voi ha visto qualche cosa?» disse girandosi verso la folla.»

    «Erano in due» rispose Harvey Teesdale, il barbiere della cittadina. «Avevano la faccia coperta.»

    «Senta, io abito un po’ fuori città» disse un altro. «Pensa che ci sia pericolo a tornare a casa?»

    «Speriamo che non sia gente di qui, David» commentarono altri.

    Presero a parlare tutti insieme. David capiva la loro ansietà; faceva parte del suo lavoro ascoltare e tranquillizzare tutti. Ogni persona reagiva a modo proprio al crimine e situazioni come quella provocavano una scarica di adrenalina che richiedeva tempo per far ritornare tutto alla tranquillità. Non soltanto era salutare far parlare la gente, ma spesso, proprio in quel modo, si riusciva ad avere informazioni che servivano all’indagine.

    A lui piaceva essere un poliziotto e aveva voluto seguire fin da bambino le orme di suo padre e di suo zio. Niente l’aveva fermato, neanche la tragedia che aveva colpito la sua famiglia tanti anni prima. Era andato all’università e aveva fatto il servizio militare ma, quando aveva finito, si era arruolato nella polizia.

    Alcuni dicevano che l’aveva fatto perché prendeva il suo cognome troppo seriamente, in quanto Shepherd, in inglese, significa pastore; per questo, avrebbe sentito una necessità istintiva di ridare agli Shepherd la reputazione di tutori della legge di Appleton.

    Se la ragione era questa, ma lui non voleva prestar fede a quegli psicologi dilettanti, quella sera aveva deluso se stesso. E inoltre aveva fallito nel pensare che avrebbe potuto avvicinare Vanessa senza che lei si ricordasse di fare parte del clan dei Martin.

    «Bene, incominciamo dall’inizio» disse tirando fuori un taccuino. «Chi di voi ha assistito alla scena?»

    Gli ci vollero venti minuti prima di finire e di poter rivedere Vanessa. Lawrence Burton, direttore dei Grandi Magazzini l’aveva fatta accomodare nel suo ufficio. Quando lui entrò, Vanessa stava sorridendo alla signora Silverman e a Larry... ma poi lo vide sulla porta.

    «Temo che siano scappati» disse David, anche se lei con tutta probabilità l’aveva già immaginato, in quanto gli si leggeva a chiare lettere sul volto quanto fosse dispiaciuto.

    Larry Burton e la signora Silverman si scambiarono uno sguardo e Vanessa abbassò gli occhi sulla tazza di caffè che stringeva con mani ancora tremanti.

    «Ho bisogno di farle alcune domande» le disse lui. «Vi dispiacerebbe lasciarci soli?» aggiunse rivolto agli altri due.

    «Certamente» rispose subito Larry dandogli una pacca amichevole sulla spalla. Loro due si conoscevano

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