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Gioco di passione e di potere: Harmony Collezione
Gioco di passione e di potere: Harmony Collezione
Gioco di passione e di potere: Harmony Collezione
Ebook160 pages2 hours

Gioco di passione e di potere: Harmony Collezione

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About this ebook

Kia Benton è la segretaria perfetta: precisa, puntuale e, soprattutto, discreta. Il milionario australiano Brant Matthews non l'ha mai considerata una donna da conquistare, fino a quando non viene a sapere che si è ufficialmente fidanzata con il suo socio in affari. Brant, però, è convinto che Kia non sia affatto innamorata di Phillip e si domanda come possa preferirlo a lui. Deciso a non perderla e a svelarle cosa significhi la vera passione inizia con lei un gioco di seduzione che molto presto li porta in camera da letto. E Brant scopre che sotto quei tailleur eleganti si cela un'anima appassionata che si accende di desiderio a ogni suo tocco.

LanguageItaliano
Release dateMar 10, 2014
ISBN9788858920367
Gioco di passione e di potere: Harmony Collezione
Author

Maxine Sullivan

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Gioco di passione e di potere - Maxine Sullivan

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Millionaire’s Seductive Revenge

    Silhouette Desire

    © 2007 Maxine Sullivan

    Traduzione di Gil Bancor

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2014 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-036-7

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Tutti gli uomini presenti nella stanza divoravano con gli occhi Kia Benton. E Brant Matthews non faceva eccezione. Ne aveva viste di bombe sexy in vita sua, però nessuna lo sconvolgeva tanto quanto la donna appena entrata nella sala da ballo dello Shangri-La Hotel di Darwin.

    Perfettamente agghindata per una serata che prometteva sfarzo e glamour, Kia era uno schianto con i capelli biondo cenere tirati indietro in un elegante chignon e il trucco degli occhi, messi in risalto dall’eyeliner nero, che sottolineava la sua incredibile bellezza.

    Gli occhi di una seduttrice, pensò Brant mentre con lo sguardo le accarezzava le spalle nude, scivolava sull’abito argentato luccicante che le fasciava il seno e poi giù fino ai fianchi esili e alle lunghe gambe tornite.

    Non era soltanto la sua bellezza a risvegliare un certo appetito sessuale che lo pervadeva tutto. Quella donna aveva qualcos’altro che lo calamitava, una dote mai riscontrata in nessun’altra, neanche nella sua ex fidanzata, Julia. Decisamente no. Julia era completamente diversa.

    Serrò la bocca. Non doveva dimenticare che Kia era fatta della stessa pasta: entrambe volevano la medesima cosa.

    Soldi.

    Kia lo aveva insospettito sin dal primo istante in cui, salito sull’aereo di ritorno dall’Europa, aveva notato una fotografia di lei e del suo socio Phillip nella rubrica di cronaca mondana di un rivista locale. L’uomo seduto accanto a lui stava leggendo l’articolo e la foto mostrava Kia a braccetto con Phillip a un cocktail party. Aveva un’aria molto soddisfatta. Dalle ultime informazioni in suo possesso, Phillip aveva ancora una relazione con la segretaria di un tempo, quindi la comparsa di Kia era stata un fulmine a ciel sereno.

    Il titolo recitava: Uno degli scapoli d’oro d’Australia finalmente accalappiato dalla sua nuova assistente personale? Era ovvio che Kia Benton sapeva bene come andare sul personale. Quello che però non sapeva era che lui il giorno dopo l’aveva sentita al telefono in ufficio.

    «Certo che sto cercando di beccarmi un riccone» stava dicendo quando Brant era passato accanto all’ufficio di Phillip e l’aveva vista appoggiata alla scrivania con l’aria da padrona. Poi con una risata, lei aveva aggiunto: «Dopotutto è più facile innamorarsi di un ricco che di un povero, no?».

    Ecco perché a tempo di record si era resa indispensabile per il suo socio. Nel giro di due mesi Phillip era diventato il cagnolino di quella bellissima e spudorata cacciatrice di milionari.

    «Oh, non sono una coppia deliziosa?» La consorte di un manager si inserì nella conversazione in corso, distogliendo Brant dai propri pensieri e riportandolo alle festività natalizie che in quel periodo dell’anno rappresentavano un male necessario.

    «Sì, stanno benissimo insieme» concordò un altro ospite dopo che tutte le teste si furono girate verso Kia e Phillip in piedi sotto l’insegna di Buon Natale sulla porta.

    A quel punto la moglie di Simon, il capo dell’ufficio legale, mise la mano sul braccio del marito. «Tesoro, non so cosa ci mettano nell’acqua del vostro ufficio, ma quella donna è un fiore di bellezza.»

    Lui sbuffò con una strana sorta di orgoglio paterno. «Quella è Kia. Non è solo bella, ha anche un cervello.»

    Bellezza e cervello.

    E non ha alcuna remora a servirsi di entrambi, pensò Brant, che detestava l’intensità di quell’attrazione ma nello stesso tempo si sentiva disarmato.

    Se almeno l’avessi conosciuta prima, porca miseria. Invece due mesi prima, in qualità di socio anziano, si era recato a Parigi per avviare il nuovo ufficio e renderlo operativo. Phillip si era rifiutato di andare perché troppo cotto della sua ragazza di allora, Lynette. Peccato che al suo rientro, un mese dopo, la segretaria di Phillip si fosse licenziata per motivi di salute e Kia si fosse comodamente installata come sua assistente personale durante l’orario di lavoro e come compagna onnipresente fuori dall’orario lavorativo.

    Proprio come in quel momento.

    Naturalmente, se Brant l’avesse vista prima, sarebbe scoccato subito qualcosa, non c’erano dubbi. L’aveva capito nell’istante in cui l’aveva fissata in quei suoi splendenti occhi color acquamarina.

    Perché?

    Perché Kia era consapevole del suo desiderio di possederla. Le bastava un’occhiata per mandarlo a fuoco. Anche in quel momento Brant smaniava dalla voglia di sentirla dentro di sé, avvinghiata a lui mentre si muoveva adagio dentro e fuori e la immaginava sussurrare il suo nome a fior di labbra.

    «Ha anche una macchina nuova di zecca.» Qualcuno interruppe i suoi pensieri, facendolo irrigidire per lo sconcerto. «Una Porsche. È fantastica.»

    «Che fortuna» fu il commento di uno dei commensali. «Gliel’ha comprata Phil?»

    Simon lanciò un’occhiata a Brant, come a dire che non era un argomento di cui discutere davanti al capo. «Ehm, non saprei» rispose con un certo disagio.

    «È comprensibile» aggiunse la moglie di Simon in tono solidale. «Non vorrà che rischi un incidente simile a quello che ha avuto lui.»

    Fingendosi estraneo alla conversazione, Brant si mise comodo sulla sedia a sorseggiare il whisky. Una sera sul tardi, mentre rincasava dopo un appuntamento con Kia, l’auto di Phil era rimasta in panne. Lui era sceso per controllare il guasto e un veicolo lo aveva investito ferendogli gravemente una gamba. Il ginocchio distrutto e la caviglia rotta lo avevano condannato a una zoppia permanente.

    Kia da quel giorno era stata ben contenta di fare la spola tra l’ospedale e l’ufficio per aiutare Phil con il suo carico di lavoro. E doveva averlo abbindolato per bene affinché comprasse la macchina. Una Porsche, per giunta. Che diamine, il suo amico e socio in affari non meritava certo una donna che lo usava soltanto per il suo conto in banca.

    Era tentato di dimostrargli con che razza di donna fosse finito. Non sarebbe stato difficile portarsi a letto Kia se ci si metteva di buzzo buono, però non voleva. Non si faceva scrupoli per lei, ma per Phillip. Brant sapeva come ci si sente quando una persona vicina ti porta via la donna.

    E poi non avrebbe mai messo in pericolo la società. Certo, quando tre anni prima avevano iniziato ad acquisire altre società, gli era toccato correggere il tiro di alcune decisioni infelici di Phillip, ma l’ultima cosa che desiderava era creare instabilità, soprattutto adesso che la società stava cavalcando l’onda di un successo strepitoso.

    Eppure tutto può andare in malora a causa di una femmina disposta ad arraffare quello che può, rammentò a se stesso mentre osservava la coppia muoversi fra i tavoli nella sua direzione. Kia spingeva la sedia a rotelle di Phil e nel frattempo si fermava a scambiare due parole con gli invitati. Lei sapeva bene come lavorarsi i propri estimatori.

    Disgustato che una simile bellezza potesse celare un cuore di pietra, Brant si alzò e bofonchiò un generico Torno subito prima di avviarsi all’uscita. La sua accompagnatrice era sparita nei meandri della toilette, quindi non avrebbe sentito la sua mancanza.

    Provava il bisogno di uscire e riempirsi i polmoni dell’aria fresca dell’oceano per eliminare il fetore dell’inganno. Forse così il corpo avrebbe smesso di tormentarsi per una donna che non meritava altro che il suo disprezzo.

    Dopo aver finalmente raggiunto il loro tavolo, Kia si accomodò con una coppa di champagne e cercò di rilassarsi. Brant sembrava scomparso, ma sapeva che sarebbe tornato. Per quanto si sforzasse di non considerarlo, quell’uomo la sconvolgeva da pazzi.

    Quella sera, ad esempio, aveva sentito i suoi occhi spogliarla non appena era entrata nel salone. E non era la prima volta che percepiva il suo desiderio. Sin dal loro primo incontro si era resa conto che la voleva... dentro e fuori dal letto. Ovunque e in qualsiasi momento.

    E il suo desiderio si univa immancabilmente a un’urgenza che la attanagliava nel profondo. Quella sera l’aveva sentita pulsare nelle vene e toglierle il respiro, acuendo la sua smania.

    «Tutto bene, Kia?»

    Prese fiato e si incollò un sorriso sulle labbra a beneficio di Phillip, consapevole dell’attenzione degli invitati seduti agli altri tavoli. «Tutto a posto.»

    Lo sguardo di Phillip le scivolò sulla gola e negli occhi gli si accese una scintilla di euforia. «Sono felice che il regalo sia di tuo gradimento.»

    Kia si toccò con la mano la sfavillante collana di brillanti che lui le aveva chiesto di indossare. Voleva addirittura che la tenesse, ma lei si era rifiutata ed erano giunti a un compromesso: l’avrebbe sfoggiata soltanto per quella sera e poi gliel’avrebbe restituita. «È stupenda.»

    «Un dono stupendo per una dama stupenda.»

    Si agitò sulla sedia. Che bisogno c’era di prodigarsi in complimenti? Non serviva comportarsi come attori di un melodramma degli anni Trenta soltanto perché lui voleva dare a tutti l’impressione che fossero una coppia. La metteva a disagio.

    A un tratto Kia si irrigidì. Brant danzava con una donna all’estremità opposta della pista da ballo. Il respiro le mancò per un attimo e il desiderio la infiammò ovunque.

    Quell’uomo era puro piacere per gli occhi. Bello, ricco e supersexy con il completo nero che richiamava il colore scuro dei capelli splendenti e calzava a pennello al fisico asciutto. Trasudava un fascino difficile da negare.

    «Chi è la ragazza che balla con Brant?» Un uomo seduto al loro tavolo diede voce alla domanda che le ronzava in testa.

    «La sua amichetta» rispose qualcuno.

    Kia celò la propria sorpresa. Stando alle foto sui giornali, Brant di solito frequentava bionde mozzafiato con un fisico da urlo e uno stile impeccabile. Le donne che entravano nel suo ufficio erano bionde e belle e, secondo Evelyn, la sua assistente personale, lo erano anche quelle che lo tempestavano di telefonate.

    Quella brunetta decisamente non reggeva il confronto. Non era né bella né brutta, però le mancava la sicurezza delle altre e quell’abito a fiori rossi e bianchi stonava proprio indossato da lei. La faceva sparire. Esattamente

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