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Il ricatto del greco: Harmony Collezione
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Ebook164 pages3 hours

Il ricatto del greco: Harmony Collezione

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About this ebook

Theo Pantelides si è recato in Brasile con un unico desiderio: distruggere l'uomo che ha rovinato la sua vita. E quando mette gli occhi sulla bellissima figlia del suo nemico, capisce che il sapore della vittoria potrebbe essere ancora più dolce...

Inez da Costa desidera solo fuggire dall'ombra di suo padre, inseguire i propri sogni e conquistare la libertà che non ha mai avuto. Essere ricattata e diventare uno strumento nelle mani di qualcun altro, quindi, non fa certo parte di questo progetto.

La linea che separa odio e amore è però assai sottile, e in breve tempo Theo e Inez dovranno capire quello che desiderano davvero di più dalla vita.

LanguageItaliano
Release dateJan 20, 2016
ISBN9788858944349
Il ricatto del greco: Harmony Collezione

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    Il ricatto del greco - Maya Blake

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    What the Greek Wants Most

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2014 Maya Blake

    Traduzione di Maria Paola Rauzi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-434-9

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Theo Pantelides fece schizzare la sua Aston Martin nera lungo la leggera salita per poi inchiodare sotto il portico dell’hotel a cinque stelle. Era un quarto d’ora in ritardo al ricevimento organizzato per una raccolta fondi a causa di un’altra telefonata inquisitoria di suo fratello Ari.

    Scese nell’afosa notte di Rio de Janeiro e lanciò le chiavi al parcheggiatore, che si mise subito al volante con lo stesso entusiasmo che aveva avuto un tempo lui per la guida. Per la vita.

    Entrò nell’atrio in marmo del lussuoso albergo, il migliore della città, scelto di proposito perché chi aveva organizzato il ricevimento voleva proiettare una falsa immagine nel tentativo di ingannarlo. Per il momento aveva deciso di stare al gioco, anche perché presto si sarebbe presentata l’occasione per porvi fine.

    Una bionda piena di brillanti, con indosso un abito da sera firmato e tacchi a spillo, incurvò le labbra rosse con fare malizioso.

    «Ben arrivato, signor Pantelides, siamo molto onorati che sia potuto venire.»

    Il sorriso che Theo aveva imparato a far apparire e sparire da quando aveva diciotto anni comparve sul suo volto. Lo aveva salvato da parecchie situazioni difficili e lo aiutava a nascondere ciò che non voleva fosse visto.

    «Naturalmente. Essendo l’ospite d’onore sarebbe stato davvero imperdonabile non presenziare all’evento.»

    «La maggior parte degli invitati è già qui e sta bevendo e chiacchierando nella sala da ballo. Di qualunque cosa lei abbia bisogno il mio nome è Carolina» lo informò la donna a quel punto, lanciandogli un’occhiata che andava ben oltre i suoi doveri di hostess.

    Theo sorrise di nuovo.

    «Obrigado» rispose in perfetto portoghese. Aveva trascorso molto tempo a studiare le sfumature della lingua perché ciò che aveva in mente non lasciava spazio ad alcun tipo di malinteso. O fallimento. «Benedicto da Costa e la sua famiglia sono già qui?» le domandò aspro mentre si dirigevano verso il salone del ricevimento.

    Il sorriso della bionda sfumò leggermente. Lui non ebbe bisogno di chiedersi il perché. La famiglia da Costa aveva una certa reputazione, specialmente Benedicto.

    «Sì, sono arrivati mezz’ora fa» rispose la bionda.

    Theo riuscì a mascherare il proprio subbuglio emotivo. «Grazie, mi è stata di grande aiuto.»

    La donna lo fissò con una certa malizia, ma lui si affrettò ad allontanarsi con un senso di anticipazione che gli pulsava nelle vene da quando aveva avuto la prova che Benedicto da Silva era l’uomo che cercava. La strada che aveva portato alla sua individuazione era stata lunga e faticosa, per non parlare del rischio che le emozioni offuscassero la sua lucidità di pensiero.

    E Theo era assai meticoloso quando si trattava di pianificare. Era proprio per quella sua abilità che si occupava di individuare problemi e situazioni a rischio da risolvere all’interno della Pantelides Inc., la multinazionale di famiglia.

    Non credeva nel destino, tuttavia non era un caso che la sua professione lo avesse portato a Rio e all’uomo che, dodici anni prima, aveva annientato ciò che restava della sua infanzia già a brandelli. Il suo istinto lo invitava a strapparsi quella patina di sofisticatezza e buone maniere dietro le quali si era imposto di agire e reclamare la propria vendetta. Ora. Subito.

    Presto...

    Fece una smorfia ripensando alla telefonata con il fratello. Ari stava iniziando a sospettare i motivi del suo prolungato soggiorno a Rio. Tuttavia, malgrado le pressioni della sua famiglia, né Ari né Sakis, i suoi fratelli maggiori, lo avrebbero fermato. Ormai era un uomo adulto capace di controllare perfettamente il suo destino.

    Non aveva dubbi che Ari avrebbe fatto di tutto per dissuaderlo dal raggiungere il suo obiettivo se avesse scoperto cosa aveva in mente. Prendeva molto seriamente il suo ruolo di patriarca della famiglia. Del resto era stato lui a tenerli uniti dopo che il padre li aveva traditi nel peggiore dei modi.

    Per fortuna adesso il radar del fratellone era momentaneamente puntato sulla ritrovata felicità con la sua fidanzata Perla e l’arrivo del loro primogenito. Ma Ari era pur sempre Ari...

    Allontanò dalla testa quei pensieri mentre varcava la porta del salone da ballo.

    Lei fu la prima cosa che vide quando entrò. Iniziò a curvare le labbra nel suo sorriso di circostanza, ma poi si rese conto che qualcosa stonava e che lo aveva fatto in modo deliberato. L’abbigliamento richiesto per quell’evento era bianco e nero, la ragazza invece aveva indossato un abito rosso. Non solo, ma era anche provocatoriamente corto e le avvolgeva la figura snella in modo da attirare gli sguardi di tutti gli uomini presenti.

    Inez da Costa, la più giovane dei figli di Benedicto, era una seduttrice mondana di ventiquattro anni. Suo malgrado, Theo trattenne il respiro mentre si soffermava con lo sguardo sulla curva del suo seno, la vita sottile e i fianchi. Conosceva ogni singolo dettaglio sui da Costa. Perché il suo piano avesse successo aveva dovuto fare ciò in cui eccelleva: scavare ed estrarre fino all’ultima informazione, informazioni che adesso giacevano raccolte in un voluminoso dossier in suo possesso.

    Inez da Costa non era migliore di suo padre e suo fratello, ma mentre i maschi di famiglia usavano il ricatto e la forza, lei sfruttava il suo corpo a proprio vantaggio.

    Le fissò le labbra mentre conversava con la disinvoltura di una consumata donna di mondo.

    Theo avanzò ulteriormente nel salone. Inez si voltò a parlare con un altro invitato e la curva del suo fondoschiena entrò nel suo campo visivo, procurandogli una fitta all’inguine.

    Diavolo, no!

    Serrò i pugni per scacciare quella indesiderata reazione. Era passato parecchio tempo da quando aveva avuto una relazione, tuttavia non era il momento per simili constatazioni. Respirò a fondo per ritrovare l’equilibrio, poi scese lo scalone e si unì agli invitati con la consapevolezza di trovarsi nel posto giusto al momento giusto.

    Se l’amore per l’eccesso di Pietro da Costa non l’avesse spinto a fare il passo più lungo della gamba, commissionando alla Pantelides uno yacht che non poteva permettersi, non sarebbe venuto a Rio tre anni prima a controllare la situazione finanziaria dei da Costa. E non avrebbe scoperto quei documenti segreti che riconducevano ad Atene e ai loschi affari di suo padre.

    Di certo non avrebbe scavato più a fondo venendo a conoscenza delle conseguenze di quegli intrecci per la sua famiglia.

    E per lui personalmente.

    Contrasse la mascella e accantonò quelle emozioni velenose che lo avevano già privato di quasi tutto. Non era più quel ragazzino spaventato incapace di placare le sue paure, o allontanare gli incubi che invadevano le sue notti. Ormai aveva imparato ad accettarle come parte integrante della sua vita e così facendo aveva trionfato su di loro.

    Il che non significava però che non fosse determinato a farla pagare a coloro che avevano preso temporaneamente potere su di lui.

    Focalizzò l’attenzione su Benedicto e suo figlio e meditò sul modo migliore di avvicinare la sua preda. Malgrado l’aspetto esteriore che cercava di mostrare al mondo con l’abito di sartoria, Benedicto non era in grado di mascherare a lungo il suo carattere da rettile. Il volto spigoloso e gli occhi da serpe esprimevano una crudeltà che veniva subito captata da chi gli stava attorno.

    Theo sapeva benissimo che era in grado di affinare superbamente quelle caratteristiche quando occorreva. Diventava prepotente se il suo fascino falliva. Metà della gente presente in quel salone aveva partecipato al ricevimento solo per farsi vedere da Benedicto.

    Cinque anni prima aveva espresso chiaramente le sue ambizioni politiche e da allora stava costruendo la sua ascesa al potere con mezzi spesso equivoci.

    Gli stessi che il padre aveva usato causando vergogna e devastazione alla sua famiglia.

    Afferrò un calice di champagne e si addentrò tra la folla scambiando convenevoli con alcuni ministri che conosceva. Intuì subito il momento in cui Benedicto e Pietro notarono la sua presenza. Raddrizzarono la schiena e i sorrisi si allargarono.

    Lui voltò loro deliberatamente le spalle e andò diretto dalla figlia, intenta a fare la carina con Alfonso Delgado, un multimilionario brasiliano filantropo, nonché sua ultima vittima.

    «Se vuoi che organizzi un ricevimento per te, Alfonso, devi solo dirlo. Mia madre era bravissima a creare eventi simili e tutti dicono che ho ereditato il suo stesso talento. Oppure dubiti di me?» disse Inez con fare civettuolo.

    Alfonso sorrise alla ragazza con un’espressione molto vicina all’adorazione.

    Theo abbozzò una smorfia, poi bevve un altro sorso di champagne.

    «Nessuno oserebbe mettere in dubbio i tuoi talenti. Forse potremmo discuterne a cena una sera di questa settimana?» le propose.

    Il sorriso che iniziò a curvare le labbra di lei procurò un’altra fitta a Theo.

    «Naturalmente, con grande piacere. Credi che potremo discutere anche della tua promessa di impegnarti a sostenere la campagna di mio padre?»

    Theo si avvicinò, sconfinando deliberatamente nel loro spazio.

    L’attenzione di Alfonso Delgado si spostò su di lui e il suo fascino da playboy venne sostituito da un amichevole benvenuto.

    «Amigo, non sapevo che fossi tornato nel mio amato Paese. A quanto pare non riusciamo a tenerti lontano.»

    «Niente ci riuscirebbe, considerando quello che io ho in mente» ribatté Theo senza guardare volutamente Inez da Costa, anche se il suo profumo sensuale di fiori gli invadeva le narici.

    «Che ne dici di partecipare alle mie corse ai cavalli?»

    «No, Alfonso, non mi interessano. Se vuoi fare una gara di velocità in motoscafo nella baia di Copacabana...»

    Alfonso rise. «No, amico mio. Tutti sanno che sotto quello smoking si nasconde uno squalo. Preferisco giocare le mie carte sulla terraferma.» Un delicato colpo di tosse lo fece voltare di nuovo verso la sua compagna con un sorriso di scuse.

    Da quando l’aveva conosciuto, dieci anni prima, Theo sapeva che

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