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Emozioni senza freni (eLit): eLit
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Emozioni senza freni (eLit): eLit
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Emozioni senza freni (eLit): eLit

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About this ebook

Lui è una sfida esaltante.



Cos'ha di speciale il surfista estremo John "Cash" Cashman? L'ambiziosa documentarista Rina Calhoun ha già filmato in precedenza altri fanatici degli sport ad alta tensione, ma non ha mai pensato di tenere per sé uno di quei nastri. Con Cash, però, è diverso: lui è più devastante delle onde che si diverte a cavalcare. Bello, dannato ed eccitante come nessun altro.



Lei è la più pericolosa delle distrazioni.



Cash vorrebbe aiutare la splendida donna che lo guarda attraverso la macchina da presa, ma sa di non poterlo fare. Il suo lavoro gli impone la più stretta privacy, perciò si vede costretto a negarle la possibilità di diffondere le immagini che lo riguardano. Forse potrà consolarla regalandole intense emozioni più... personali.
LanguageItaliano
Release dateApr 28, 2017
ISBN9788858968925
Emozioni senza freni (eLit): eLit
Author

Stephanie Tyler

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Emozioni senza freni (eLit) - Stephanie Tyler

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Risking It All

    Harlequin Blaze

    © 2007 Stephanie Tyler

    Traduzione di Elisabetta Frattini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5896-892-5

    1

    Guardando l’uomo che gli altri surfisti chiamavano Cash, Rina Calhoun stava per avere un orgasmo. E il soggetto in questione non era nemmeno nella stanza. Non in carne e ossa, almeno.

    Doveva ricordarsi di ringraziarlo. Più tardi. Dopo aver visionato l’intero filmato nel quale era stato immortalato mentre cavalcava onde altissime, sfoggiando un fisico perfetto. Dopo che il suo respiro fosse tornato regolare e lei fosse riuscita a ricomporsi. Ma soprattutto dopo aver realizzato una copia di quel segmento del video da portarsi a casa.

    Chi sosteneva che realizzare documentari offriva ricompense ben più soddisfacenti del denaro non aveva tutti i torti.

    Una persona in grado di prodursi in certe evoluzioni su una tavola da surf doveva essere molto brava anche in altri campi. Il pensiero di come quell’uomo potesse tradurre in camera da letto il talento di cui era dotato rese soffocante la piccola stanza in cui Rina si trovava. Scostando i lunghi capelli castani dal collo, si fece aria con una cartelletta.

    Come diavolo aveva fatto il cameraman a trovare un esemplare di quel genere? Era l’elemento migliore che avessero filmato fino a quel momento.

    Il segmento che lo riguardava mirava a spiegare l’evoluzione del surf tradizionale in uno sport estremo. Le telecamere avevano seguito i surfisti mentre venivano trainati al largo nelle acque più pericolose che Rina avesse mai visto e poi lasciati da soli a cavalcare le onde. Non di rado cadevano rovinosamente, a volte facendosi anche male.

    Rina non riusciva a distogliere lo sguardo dallo schermo. Seguiva ogni singolo movimento dell’atleta, ipnotizzata dal modo in cui si muoveva nell’acqua, come se fosse in grado di dominare le onde. Si capiva che sapeva il fatto suo e che aveva il pieno controllo delle sue azioni. Il genere di uomo sul quale lei aveva sempre fantasticato, ma che non era mai riuscita a incontrare nella vita reale. Nella maggior parte dei casi, alla luce del giorno e fuori dal video, i campioni che aveva conosciuto erano semplicemente degli zotici che non facevano nulla per essere all’altezza dell’immagine che lo schermo proiettava di loro. Forse era per quella ragione che Rina aveva deciso di frequentare uomini più tranquilli, con lavori sicuri e regolari, prevedibili tra le lenzuola.

    E probabilmente era per quel motivo che era ancora single e insoddisfatta. Il lavoro era diventato la sua unica fonte di gratificazione. Fino a quel giorno.

    Rina mosse alcuni pulsanti sul pannello di controllo, usando una serie di effetti speciali in modo da dare l’impressione che le onde spruzzassero lo spettatore, così come avevano bagnato la lente della telecamera. Zoot, il cameraman, doveva essersi avvicinato molto al luogo dell’azione in quel punto.

    Si intuiva che l’idea di filmare Cash era stata una decisione dell’ultimo momento. Fino a quel punto era stato dato grande rilievo ai surfisti tradizionali e ai jet skier.

    Quel documentario sarebbe stato il quarto di una serie sugli sport estremi la cui realizzazione era stata affidata a lei. Niente di ciò che aveva visto fino a quel momento, dopo un anno che lavorava al progetto, l’aveva entusiasmata quanto le evoluzioni di Cash.

    Non riusciva a capire come un’attività tanto pericolosa potesse essere considerata uno sport, anche se si trattava senza dubbio di una pratica terribilmente emozionante. Non riusciva a immaginare che cosa si provasse nel trovarsi sulla tavola.

    Dopo aver riavvolto il nastro, aggiunse la grafica e salvò il lavoro prima dell’aggiunta del commento musicale. Il segmento più importante veniva completato per primo dal momento che era quello che forniva il taglio all’intero video. Vic, l’editor, si fidava di lei, ma essendo molto pignolo voleva avere l’ultima parola per quanto riguardava l’approvazione finale.

    Una voce ruppe il silenzio. «Sei da sola?»

    «Più o meno» rispose Rina, invitando Stella Taylor a entrare. Le aveva portato un contenitore con il pranzo e una lattina. Sopra il bikini indossava un pareo e profumava di crema solare.

    «Accidenti, adesso che me lo fai notare, sto morendo di fame» confessò Rina posando il cibo sulla scrivania, lontano dall’attrezzatura. «Vedo che hai trovato il tempo per andare in spiaggia» aggiunse poi, appoggiando la lattina fredda sulla guancia.

    «Be’, dovevo leggere il copione post produzione e quindi avevo bisogno di luce. Senza contare che non sono una stacanovista, ossessionata dal lavoro come te» replicò Stella che da sceneggiatrice si stava rapidamente trasformando nel suo alter ego di mistica e astrologa, pronta a farle la solita predica.

    «Strano, credevo che ci avessero mandate qui per lavorare» commentò.

    «Se non cerchi di divertirti un po’, la tua aura ne soffrirà. Hai bisogno di una valvola di sfogo per la tensione.»

    «Per favore, non tirare fuori di nuovo i tarocchi!»

    Stella la fulminò con lo sguardo. «Non hai bisogno di un giro di carte, tesoro, ma piuttosto di andare a letto con qualcuno.»

    «Basta così.» Rina sollevò una mano in segno di resa. «In questo momento non ho bisogno di distrazioni. Devo finire questo video e assicurarmi un futuro.»

    Rina non aveva intenzione di editare documentari sugli sport estremi per il resto della vita. I compensi e le esperienze erano accattivanti, ma la sua aspirazione era di vincere il primo premio del concorso sponsorizzato dalla World Film Organization.

    Voleva raccontare le storie di quelle persone che avevano lasciato un’impronta nel mondo, diventando a sua volta famosa. Le sarebbe piaciuto raccogliere l’eredità di suo zio David, continuare il lavoro che lui aveva iniziato e purtroppo mai completato.

    «Vedrai che vinceremo il concorso. Tuttavia prima è necessario che tu dia una lustratina al tuo karma. Magari potresti farti aiutare da lui.» Stella indicò il fermo immagine che ritraeva Cash e Rina si maledisse per non aver spento lo schermo.

    «Il mio karma sta bene così com’è.»

    «Il tuo karma non viene ripulito da almeno sei mesi, per dirla con un eufemismo, e anche in quell’occasione non è stato fatto brillare a sufficienza.»

    C’era da aspettarsi che Stella avrebbe tirato in ballo la sua ultima relazione. Del resto Rina stessa doveva ammettere che era stata tutt’altro che soddisfacente su più livelli. «Ho rinunciato alle canaglie, le lascio tutte a te.» Peccato che, spostando lo sguardo sull’immagine di Cash, uno sfarfallio nello stomaco smentì la sua determinazione.

    Sei patetica, si rimproverò tra sé.

    «Vuoi farmi credere che un tipo come quello non provoca in te alcuna reazione?» le chiese Stella appoggiando le mani sui fianchi.

    «Non ho detto questo, ma non è il mio tipo.»

    «Perché non è noioso né prevedibile?»

    «Preferisco definire i miei ex fidanzati come persone stabili e serie.»

    Stella scosse la testa. «La maggior parte degli uomini che ho frequentato era stabile.»

    «Per tua conoscenza, il termine in questione non si adatta agli uomini adulti che si divertono a lanciarsi dai tetti su degli skateboard.»

    «Per tua conoscenza, Dan lo faceva perché è uno stuntman. E poi ci siamo lasciati. È strano che ogni volta che vuoi evitare di parlare della tua vita sentimentale, tiri in ballo la mia. Fossi in te mi lascerei aiutare dal bel surfista a rompere il ghiaccio.»

    «L’unica cosa che gli permetterò di fare sarà aiutarmi a rendere questo video il migliore che sia mai stato girato.»

    Sconfitta, Stella si lasciò sfuggire un sospiro di frustrazione. «Hai completato il lavoro?»

    «Certo e voglio che tu lo veda.» Rina riavvolse la cassetta per la centesima volta in quell’ultima ora.

    Stella fissò lo sguardo sull’immagine di Cash che guardava dritto verso la telecamera e sorrideva. Poi tolse il telecomando di mano all’amica e si avvicinò allo schermo. «Non vedo l’ora di scrivere un commento a questo primo piano» mormorò sognante.

    «Non ho ancora finito di lavorarci sopra» protestò Rina, rimpossessandosi del telecomando. «E poi non dovevi preparare la proposta da presentare al concorso?»

    Stella si sedette e aprì l’involucro con il tramezzino, senza distogliere lo sguardo dal monitor. «Completata. Manca solo una copia del lavoro più strabiliante che abbiamo mai realizzato.»

    «Che è questo.»

    «E la tua scelta non ha niente a che vedere con il soggetto ripreso, vero?»

    Rina sorrise. «Marginalmente» mentì. In fondo le fantasie non facevano male a nessuno. Era nel momento in cui si faceva la conoscenza del soggetto idealizzato che ci si scontrava con la dura realtà. Fissato in quell’immagine sullo schermo restava prefetto. E poi Rina non aveva nessun bisogno di lasciarsi invischiare in una relazione problematica. Non poteva permettersi distrazioni ora che lei e Stella erano così vicine a realizzare il loro sogno.

    Rina aveva incominciato a occuparsi della realizzazione di documentari subito dopo la laurea. Aveva conosciuto Stella proprio in quel periodo e tra loro si era stabilita un’amicizia solida.

    L’argomento principale della presentazione che intendevano proporre per il concorso concerneva la psicologia del pericolo, la ragione per cui la gente comune veniva spinta a compiere azioni straordinarie. Perciò lavorare su quella serie che si occupava di sport estremi rappresentava un ottimo esercizio per entrambe.

    «Tuo zio sarebbe fiero di te.» Stella sorrise, posandole una mano sulla spalla.

    In effetti era stato suo zio David il primo a metterle in mano una telecamera, a mostrarle come usarla e a riconoscere il suo talento nel riprendere le persone.

    David era stato ucciso da una mina mentre filmava il covo di alcuni ribelli sul confine occidentale della Tanzania con il Burundi quando Rina aveva quindici anni. Era stato anche uno dei primi giornalisti a seguire le truppe.

    La sua morte cruenta aveva traumatizzato la madre di Rina, facendola diventare apprensiva e soffocante. La situazione era peggiorata dopo la scomparsa del padre di Rina e la decisione di sua zia di sposare un Navy SEAL ancora più sprezzante del pericolo di quanto non fosse stato David.

    Di conseguenza, Rina aveva qualche problema a lanciarsi in avventure estreme. Desiderava fare nuove esperienze a patto poi di poter tornare al suo porto sicuro. Per quanto desiderasse vincere il concorso, viaggiare, vedere il mondo, incontrare persone straordinarie e portare avanti il lavoro di suo zio, l’idea del pericolo la spaventava.

    Un anno trascorso dietro la telecamera, cercando di capire che cosa spingeva uomini e donne a esplorare i propri limiti fisici non l’aveva aiutata molto. Un buon realizzatore di documentari doveva mantenere una certa distanza dal soggetto che riprendeva e la sua paura di venire coinvolta le era di grande aiuto. Essere imparziali significa riuscire a guardare quello che il soggetto fa con occhio critico, senza per altro giudicare.

    Guardando l’immagine di Cash, Rina non era sicura di esserci riuscita.

    Atteggiando le labbra a una smorfia pensò che suo zio l’avrebbe esortata a impegnarsi per vincere il concorso, a partire subito per l’Africa e a realizzare il progetto che le stava cuore. Peccato che l’idea di viaggiare, ma soprattutto di mettere sua madre al corrente dei suoi programmi, la terrorizzasse.

    Supera il ponte e già che ci sei anche qualche oceano, era solito esortarla suo zio. David amava il suo lavoro al punto da rischiare la vita per realizzarlo. Al momento giusto, anche lei avrebbe accettato la sfida, ma fino ad allora doveva concentrarsi solo e soltanto su come riuscire a vincere il concorso.

    «Mio zio sarebbe salito su una tavola da surf per affrontare le onde» commentò.

    «Quel surfista potrebbe insegnarti qualcosa. Lasciati andare e ricordati che non si vive soltanto di lavoro.»

    «In questo caso cedo a te l’iniziativa. Tra le due sei tu la più spregiudicata.»

    Stella scosse la testa. «Tu allora vedi di muoverti a mostrare il video a Vic.»

    «Non c’è problema» mormorò Rina, sorridendo all’immagine di Cash che ammiccava dal video. «Non c’è nessuna difficoltà.»

    «Abbiamo un problema» dichiarò Vic.

    Sospirando Rina fissò il suo capo che, sopra a un paio di pantaloncini da bagno arancioni, indossava la camicia hawaiana più sgargiante che si fosse mai vista. Com’era che tutti nella produzione riuscivano a ritagliare un po’ di tempo per andare in spiaggia tranne lei? «Di che cosa si tratta?» chiese sconsolata.

    «Quello che mi hai mostrato ha tutte le carte in regola per poter diventare il video migliore dell’intera serie. Hai superato te stessa» la lodò mentre Rina aspettava con il fiato in sospeso. «Purtroppo l’assistente di Zoot non si è fatto firmare la liberatoria dal tizio di nome Cash.»

    Senza liberatoria non potevano usare la parte del filmato che lo ritraeva. Rina impallidì.

    «Ne sei proprio sicuro?» chiese con voce rotta dal panico. Avrebbe preferito che Stella fosse lì con lei invece che su una jeep con Zoot, diretta dall’altra parte dell’isola.

    «Sicurissimo. Devi tagliare i fotogrammi che lo riguardano.»

    «Tagliare quei fotogrammi significa rovinare tutto» gli fece notare lei. Inoltre avrebbe impiegato giorni interi per montare di nuovo il video che non avrebbe avuto lo stesso impatto.

    La sua mente accolse immagini del viso di Cash e dei sogni di gloria che la riguardavano. Avvalersi della prestazione di un famoso surfista di professione sarebbe costato troppo alla produzione.

    «Non vedo altra soluzione.»

    «Posso cercare di rintracciarlo» propose Rina.

    Vic non sembrava d’accordo. «Il filmato è stato girato ieri

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