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Prima di tutto, un bacio: Harmony Collezione
Prima di tutto, un bacio: Harmony Collezione
Prima di tutto, un bacio: Harmony Collezione
Ebook160 pages2 hours

Prima di tutto, un bacio: Harmony Collezione

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About this ebook

Prepotente, arrogante e sfrontato. E terribilmente affascinante. La giornalista Gemma Hampton si impone di non cedere all'attrazione che prova per Marcus Rossini, magnate dell'editoria da cui ha avuto un bambino. Così, quando lui fa irruzione nella sua vita sconvolgendone ogni aspetto, Gemma è combattuta tra rabbia e amore. Intanto Marcus tenta di tutto per riconquistare la sua fiducia, fino ad arrivare a una proposta incredibile ma irrinunciabile.

LanguageItaliano
Release dateSep 10, 2015
ISBN9788858939512
Prima di tutto, un bacio: Harmony Collezione
Author

Kathryn Ross

Americana, viene giustamente considerata uno dei nuovi "talenti" della narrativa rosa targata Harlequin.

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    Prima di tutto, un bacio - Kathryn Ross

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Italian Marriage

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2003 Kathryn Ross

    Traduzione di Cinthia Mondini

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5893-951-2

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Papà si sposa.»

    Le tre parole echeggiarono nel caldo umido di quel pomeriggio d’estate con il fragore di un ordigno incendiario.

    «Come hai detto, scusa?» domandò Gemma, rovesciandosi sul vestititino a fiori e sulla coperta da picnic parte della limonata che stava versando in un bicchiere per suo figlio. «Che cosa hai detto, Liam?»

    «Hai rovesciato la limonata» osservò il bambino, allungando una mano per prendere una tavoletta di cioccolata dal cestino di vimini.

    «Sì, lo so.» In circostanze normali Gemma avrebbe detto a suo figlio di non provare neppure a toccare la cioccolata se prima non avesse finito i suoi panini, ma in quel momento era molto turbata. «Che cosa stavi dicendo di papà?» gli domandò di nuovo, cercando di nascondere la sua agitazione.

    «Ho detto che sta per sposarsi» ripeté Liam cominciando a sbocconcellare la cioccolata e fissandola con due occhi scuri che ricordavano quelli di suo padre in modo quasi snervante. «Questo significa che avrò due mamme, proprio come Annie?»

    «Be’, immagino di sì... cioè...» Gemma non sapeva che cosa dire. Era ancora sconvolta da quella notizia.

    Strana la vita, rifletté. Un attimo prima sembrava che filasse tutto liscio, regolare come il meccanismo di un orologio svizzero, e un attimo dopo era come se una voragine le si fosse aperta all’improvviso sotto i piedi. E non sapeva nemmeno perché si sentisse così sconvolta... o sorpresa. Marcus Rossini aveva trentotto anni, era incredibilmente bello e ricco. Per anni aveva avuto ai suoi piedi tutte le ragazze che voleva. Ma con l’avvicinarsi dei quarant’anni, probabilmente, pensava che fosse arrivato il momento di lasciarsi alle spalle la carriera di playboy e di mettere, come si suol dire, la testa a posto.

    Chi poteva essere, la prescelta? si chiese lei. Avrebbe scommesso che era la sua vecchia amica d’infanzia, Sophia Albani. Erano state in molte, a entrare e uscire dalla sua vita in quegli anni, ma Sophia era sempre stata presente, magari sullo sfondo, un po’ in disparte... nonostante le decine di chilometri che a volte li separavano, nonostante Marcus avesse avuto un figlio da un’altra donna. Sophia si era adattata a qualunque situazione, aveva superato qualunque difficoltà, e la loro relazione sembrava essere sopravvissuta a tutto, contro ogni aspettativa.

    Forse era quella la prova da superare per scoprire il vero amore? Per qualche misteriosa ragione, quel pensiero le provocò una fitta al cuore.

    «Ne sei sicuro, Liam?» domandò al bambino dolcemente. «Come fai a sapere che papà si sposa? Te l’ha detto lui?»

    Liam scosse la testa e infilò una mano nel cestino alla ricerca di un biscotto. «In realtà io sarei dovuto essere a letto, ma mi ero alzato perché avevo mal di stomaco, e ho sentito che parlava...»

    «Ieri sera?»

    Il piccolo annuì.

    Gemma era divorata dalla curiosità. «Con chi stava parlando?»

    Liam si strinse un po’ nelle spalle.

    «Credi che stesse parlando con Sophia? Era a casa di papà, ieri sera?»

    «Stava parlando al telefono» le rispose, prendendo un pacchetto di patatine fritte, e lei si risvegliò da quello stato di confusione. Interrogare un bambino di quattro anni non era la cosa giusta da fare, e la vita privata di Marcus non la riguardava affatto.

    «Liam, basta con quelle schifezze. Piuttosto mangia un panino, per favore.»

    «Non mi piacciono» protestò lui arricciando il naso. «Non mi piace quella roba verde tutta umida e molliccia.»

    «Non è roba molliccia, è cetriolo! E ti è sempre piaciuto moltissimo.»

    «Lo detesto» insistette il piccolo scuotendo la testa in un gesto di ribellione.

    «Prendine uno, solo per farmi contenta.»

    «Papà non mi costringe a mangiare certe cose orribili.»

    Gemma provò una sensazione di collera improvvisa. Era sempre la stessa storia. Liam idolatrava suo padre, e capitava piuttosto spesso di sentirgli dire frasi simili a quella durante la giornata. Papà non mi manda a letto così presto... Papà mi lascia guardare quel programma in televisione... Papà mi legge le favole se mi sveglio durante la notte...

    Di solito cercava di non badarci ed evitava qualsiasi commento sarcastico, ma a volte, quando era stanca o di cattivo umore, era molto più di quanto potesse sopportare. A volte, sì, le veniva voglia di... ridimensionare l’immagine del padre agli occhi di suo figlio, di dirgli qualcosa che... qualcosa che facesse capire a Liam che il suo meraviglioso papà non era un uomo di cui ci si poteva fidare.

    Ma naturalmente non sarebbe mai, mai, caduta così in basso. Perché la verità era che, per quanto Marcus Rossini l’avesse fatta soffrire molto in passato, per quanto avrebbe voluto dimenticare persino di averlo conosciuto, per il bambino era un padre fantastico, e quella, alla fine, era l’unica cosa che contava.

    «Per favore non discutere, Liam. Mangia quel panino, punto e basta. Altrimenti dovrò dire a papà che sei stato disubbidiente quando verrà a prenderti, stasera.»

    Funzionava sempre, si disse osservando il piccolo che, dopo un attimo di esitazione, obbediva in silenzio. Anche se, in realtà, le sue conversazioni con Marcus erano ridotte al minimo indispensabile. Con lui discuteva soltanto degli orari in cui sarebbe stato insieme a Liam. In effetti erano mesi che non l’incontrava perché, appena la sua automobile compariva all’esterno, lei gli spediva Liam con lo zainetto già pronto, evitando che lui potesse entrare in casa. E quando tornava, mandava sua madre ad aprire la porta. Così le sembrava tutto più semplice. Non le era facile parlare con un uomo che era stato tanto importante nella sua vita... non senza riaprire molte vecchie ferite.

    Grazie al cielo, Liam era ancora troppo piccolo per rendersi conto della situazione, ma sarebbe venuto un giorno in cui la minaccia di dirlo a papà non avrebbe più funzionato.

    Possibile che Marcus stesse davvero per sposarsi? si domandò. Sentiva qualcosa che le faceva male dentro.

    La cosa, comunque, non la riguardava, si disse con fermezza. E poi si era rassegnata da tempo al fatto che il caro signor Rossini non fosse l’uomo per lei. L’unica cosa che la preoccupava erano le conseguenze che avrebbe potuto subire il bambino nato dalla loro relazione.

    «Posso andare sull’altalena, adesso?» le domandò Liam quand’ebbe finito il panino.

    «Ma certo, tesoro, se vuoi.»

    Osservò per un attimo quel fagottino che correva verso l’altalena con l’energia di un piccolo tornado. A metà strada si fermò e corse di nuovo da lei, l’abbracciò e la baciò su una guancia. «Ti voglio bene, mamma!» le gridò felice.

    «Anch’io te ne voglio» gli rispose Gemma, abbracciandolo.

    «Lo sai che io so andare veramente molto in alto sull’altalena? Vuoi vedere?» le domandò con gli occhi che brillavano di eccitazione.

    «Ma certo, tesoro.» E mentre il piccolo si allontanava di nuovo, lei si perse nelle sue riflessioni.

    Si domandò che cosa stesse facendo il suo ex in quel sabato pomeriggio così pieno di sole. Di solito passava a prendere Liam al mattino e trascorreva il fine settimana con lui, ma c’era stato un cambio di programma all’ultimo minuto. Marcus aveva tenuto il figlio la sera prima, ma l’aveva riportato a casa dalla madre al mattino, spiegando che aveva qualcosa da fare nella giornata e che l’avrebbe preso di nuovo alle quattro e mezzo.

    Forse doveva vedere Sophia... O forse sarebbe andato con lei a comprare l’anello di fidanzamento...

    Ripose la scatola con i panini nella cesta e si sedette di nuovo sulla coperta per continuare a guardare da lontano i giochi di suo figlio. Per quello che gliene importava, si disse convinta, Marcus poteva organizzarsi un harem. Non erano affari suoi!

    Il ronzio delle api che si posavano sui fiori dell’aiuola vicino a lei riempiva l’aria. Per un momento il caldo e la tranquillità le riportarono alla memoria un pomeriggio lontano, quando lei si trovava stretta fra le braccia di Marcus sulla riva di un fiume. Le sue mani l’avevano accarezzata con un gesto che racchiudeva in sé un misto di sicurezza, di tenerezza e di possesso, slacciando senza esitazione i bottoni della camicetta, sfiorandole la pelle calda e nuda. «Voglio far l’amore con te, Gemma... ti voglio subito.»

    Quel ricordo la turbò, risvegliando in lei un desiderio che credeva addormentato per sempre. Per un attimo arrivò quasi a odiarsi. Erano passati anni da quando aveva... dormito con Marcus, e quei sentimenti erano morti, si rimproverò. Morti e sepolti, gettati definitivamente, dolorosamente, dietro alle spalle.

    «Ciao, Gemma!» Quella voce maschile che giungeva così improvvisa proprio mentre lei era persa nei ricordi la fece sussultare. Si voltò di scatto.

    Era come se l’avesse in qualche modo evocato dal passato, come se fosse uscito dai suoi sogni ed entrato nella realtà.

    «Che ci fai tu qui?» gli domandò sorpresa.

    «Sono venuto a trovarti.» Si sedette sulla coperta accanto a lei, tranquillo e ottimista come se quell’incontro ai giardini nel pomeriggio di sabato fosse un’abitudine. «Liam mi aveva detto che oggi venivate qui per un picnic.»

    «Ah, sì?» Era talmente bello e attraente che Gemma non riusciva a concentrarsi. Marcus era per metà italiano, lo si intuiva facilmente dai suoi splendidi lineamenti, tipici dei popoli latini. Pelle olivastra e capelli corvini che nel sole avevano riflessi blu. Un paio di pantaloni di cotone blu e una sbiadita camicia di jeans mettevano in risalto le sue spalle larghe, il suo corpo alto e slanciato.

    Tutte le volte che Gemma lo vedeva, restava colpita come il primo giorno dal suo aspetto. Era semplicemente bellissimo. E aveva anche un fascino particolare che non dipendeva soltanto dall’armonia del suo corpo muscoloso. Aveva la mascella quadrata, un profilo perfetto e una luce particolare negli occhi di velluto scuro. E mentre quegli occhi fissavano in fondo ai suoi, Gemma sentì come un brivido, una strana sensazione.

    «Hai un bell’aspetto» commentò lui con garbo.

    «Grazie.»

    «Sembra passato un secolo, dall’ultima volta che ti ho visto» continuò lasciando scorrere lo sguardo sui suoi capelli biondi e sul suo corpo

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