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Seduzione messicana: Harmony Destiny
Seduzione messicana: Harmony Destiny
Seduzione messicana: Harmony Destiny
Ebook180 pages2 hours

Seduzione messicana: Harmony Destiny

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About this ebook

Amori appassionati e nuovi scandali nel club più esclusivo d'America.

Chance McDaniel, stanco di essere ingiustamente accusato di un crimine che non ha commesso, decide di risolvere la questione e di affrontare il suo accusatore. È pronto a tutto quando si presenta a casa del suo nemico, ma certo non all'incontro con Gabriella del Toro. Mora e formosa, è in assoluto la più bella donna su cui abbia mai posato gli occhi. Gabriella è appena arrivata dal Messico ed è determinata a farsi strada senza l'aiuto di nessuno. Eppure quel rude texano che, invece di imporsi come fanno tutti gli uomini, si interessa ai suoi progetti potrebbe indurla a cambiare idea.
LanguageItaliano
Release dateMar 21, 2016
ISBN9788858946237
Seduzione messicana: Harmony Destiny

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    Seduzione messicana - Sarah M. Anderson

    successivo.

    1

    «¡Dios mio!» Il sangue zampillava dal taglio che Gabriella del Toro si era fatta con l'apriscatole. Non c'era mai fine al peggio.

    Joaquin, la sua guardia del corpo, seduto al tavolo della colazione, alzò la testa dal tablet. «Sto bene» rispose lei alla sua tacita domanda. «È solo un taglio.»

    Non aveva previsto che preparare brodo e toast per suo fratello Alejandro sarebbe stato così difficile. D'altronde, in quel momento era tutto difficile. Anche se aveva passato del tempo nella cucina di Las Cruces, la dimora ancestrale dei del Toro a ovest di Città del Messico, in realtà non aveva mai preparato niente di più complicato di tè e biscotti. La loro cuoca riteneva che cucinare non si addicesse alla signora della casa, anche se la signora aveva solo dodici anni. Nessuno aveva pensato di insegnarle i primi rudimenti della cucina da quando... la sua tia aveva tentato di mostrarle come fare le tortillas.

    Gabriella aveva sette anni l'ultima volta che il padre aveva portato lei e Alejandro a far visita alla sorella della loro madre. Da allora erano passati venti anni.

    Mentre si sciacquava il taglio sotto il rubinetto, si commiserò per la figura che stava facendo. Era la figlia di Rodrigo del Toro, uno dei più potenti uomini d'affari del Messico. Era una delle più affermate designer di gioielli di Città del Messico ma in quel momento era solo lo stereotipo della classica ereditiera.

    Non era nemmeno capace di aprire un barattolo di zuppa.

    Andò in cerca di bende per fasciare a ferita. Udì Joaquin che si alzava e la seguiva, tenendosi comunque a distanza. Capitava di rado che si separasse da quell'uomo massiccio e taciturno che suo padre aveva assunto per proteggerla quando aveva tredici anni. Joaquin Baptiste, che era vicino ai quarant'anni, si preoccupava molto più di suo padre che lei fosse felice, o perfino di suo fratello, e non aveva mai permesso che le succedesse qualcosa di male. Anche se diventava una sfida avere una vita sentimentale.

    Andò in bagno, dove trovò delle bende in un armadietto. Il taglio era sulla punta dell'indice. Sarebbe stato quasi impossibile tenere in mano le pinze per sagomare i metalli che usava per le sue creazioni.

    Gabriella si corresse. Non aveva con sé né le pinze né gli altri attrezzi che usava di solito. Si erano recati in America al solo scopo di prendere Alejandro e si sarebbero fermati solo lo stretto necessario.

    Il suo povero fratello. E anche il suo povero padre. La famiglia del Toro era ossessionata da sempre dallo spettro dei rapimenti, ma avevano pensato che Alejandro sarebbe stato al sicuro in Texas. I rapimenti non erano così frequenti in America come lo erano in Messico, e Alejandro aveva discusso quando Rodrigo aveva concepito il piano di mandarcelo per indagare su un'azienda energetica che voleva comprare. Si era rifiutato di portare con sé Carlos, la sua guardia del corpo, dicendo a Rodrigo che non sarebbe partito se non gli fosse stato permesso di vivere alla maniera americana.

    Quello che Gabriella stentava ancora a credere era che il padre avesse ceduto, consentendo che Alejandro, poco più di due anni prima, partisse da solo e, assumendo l'identità di Alex Santiago, vivesse come qualunque americano.

    Gabriella aveva avuto una crisi di gelosia.

    Moriva dalla voglia di essere libera di andare e venire come più le piaceva, ma da quell'orecchio suo padre non ci sentiva affatto. Così era rimasta a Las Cruces, costantemente sotto la sorveglianza di Joaquin... e di Rodrigo.

    Quantomeno, la sua gelosia era durata fino a quando avevano rapito Alejandro. Tuttavia i rapitori non avevano chiesto un riscatto esorbitante, anzi, non avevano dato notizie di sé... né ne aveva date Alejandro, fino al momento in cui l'avevano trovato nel retro di un camion di trafficanti, i coyote. I coyote aiutavano i migranti a entrare clandestinamente in America, e Alejandro era finito con un gruppo di quei poveracci che sognavano di iniziare una nuova vita.

    I rapitori non l'avevano trattato bene. Anche se le sue ferite stavano guarendo, non ricordava niente, di conseguenza non aveva informazioni da fornire alla polizia. Il caso era a un punto morto. Alejandro era tornato nella sua casa a Royal e, adesso che la sua vita non era più in pericolo, Gabriella aveva l'impressione che la polizia non fosse più così ansiosa di trovare i criminali che l'avevano rapito. Ciononostante, esigevano che Alejandro non lasciasse il paese. A dire la verità, lui non mostrava segno di volersene andare. Se ne stava nella sua stanza a riposare o a guardare partite di football alla TV.

    Non mostrava nemmeno segno di recuperare la memoria. In apparenza, non si ricordava né di lei né del loro padre. In effetti, l'unica reazione che gli avevano strappato, a parte un grazie borbottato quando lei gli portava i pasti, era stato quando Rodrigo aveva annunciato che sarebbero tornati a Las Cruces entro la settimana. Solo allora Alejandro si era animato, insistendo che non sarebbe andato da nessuna parte.

    Pertanto, Rodrigo aveva stabilito il suo quartier generale in una serie di stanze nella casa di Alejandro, e stava sfruttando le sue notevoli risorse per rintracciare i colpevoli del rapimento. Non era tipo da permettere che la passassero liscia dopo aver aggredito un membro della sua famiglia.

    Di conseguenza Gabriella non aveva idea di quanto a lungo sarebbero rimasti intrappolati insieme in quella casa.

    E quello era anche il motivo per cui Joaquin stava fuori dalla porta del bagno mentre lei bendava la ferita. Se aveva mai sperato di godere del genere di libertà che suo fratello aveva assaporato per due anni, ora quelle speranze erano svanite.

    Comunque, era in America, ed era già qualcosa. Era anche vero che non ne aveva visto granché, a parte il piccolo aeroporto privato dove erano atterrati con il loro jet, o il cielo notturno tanto buio che era quasi impossibile vedere il paese dove sospettava che suo fratello fosse stato più felice di quanto lo era mai stato.

    Desiderava fare qualcosa oltre che prendersi cura di un Alejandro chiuso in un silenzio frustrante o disinnescare gli scoppi d'ira del padre. Anche se non aveva mai pensato di poterlo dire, aveva nostalgia di Las Cruces. Era vero che non le era consentito uscire dalla proprietà, ma entro i suoi confini aveva molta più libertà di quanta ne aveva a Royal. Poteva chiacchierare con le cameriere e la cuoca, oppure lavorare nel suo laboratorio. Poteva sellare Ixchel, il suo cavallo azteco e, accompagnata da Joaquin, cavalcare per tutto il vasto territorio di Las Cruces. Comunque la sua, più che vera libertà, ne era un facsimile.

    Ciononostante, era più di quanto avesse al momento. Le uniche interruzioni in tanta monotonia erano state le brevi apparizioni di Maria, la cameriera di Alejandro, di Nathan Battle, lo sceriffo, e di Bailey Collins, l'investigatrice di stato che indagava sul caso di suo fratello.

    Stava ancora commiserandosi quando squillò il campanello.

    Forse era tornata Maria. A Gabriella piaceva parlare con lei. Era un sollievo avere una conversazione normale con un'altra donna, anche se si parlava del tempo e di cose da nulla. Qualsiasi cosa pur di spezzare la monotonia.

    Corse fuori dal bagno, seguita da Joaquin. Si erano già accordati che Gabriella avrebbe aperto la porta e lui si sarebbe tenuto pronto a entrare in azione.

    Il campanello squillò di nuovo, quindi non poteva essere Maria, che non era così impaziente. Doveva essere o lo sceriffo o l'investigatrice di stato. Ciò significava che suo padre avrebbe passato gran parte del pomeriggio a inveire contro le ingiustizie degli americani.

    Rassegnata, Gabriella fece una pausa per riprendere fiato. Era meglio che la famiglia del Toro si presentasse sotto una luce positiva, tanto più perché c'era chi guardava con sospetto i parenti di Alex Santiago. Controllò la propria immagine allo specchio nell'atrio e si incollò un sorriso cordiale sul volto. Conosceva bene il proprio ruolo avendo già fatto da padrona di casa per le cene d'affari del padre.

    Sulla veranda, però, non c'erano né lo sceriffo Battle né l'agente Collins. C'era invece un cowboy... alto, spalle larghe, fasciate da una giacca sportiva, camicia grigio scuro e un paio di jeans su stivali di pelle. Nell'attimo in cui la vide, si tolse il capello.

    Oh. Occhi verdi. ¡Dios mio! In tutta la sua vita non aveva mai visto occhi così verdi, del colore dell'erba primaverile a Las Cruces. Per un momento, guardare in quegli occhi fu come... Fu come tornare a casa. Il suo sguardo aveva su di lei un effetto mai provato prima.

    «Buongiorno, signora.» La sua voce aveva un timbro roco, come se avesse passato del tempo all'aperto, al vento di febbraio. Mentre la guardava, un angolo della sua bocca si sollevò, come se non fosse sorpreso di vederla, ma solo contento. «Vorrei parlare con Alex, se se la sente.»

    Gabriella si accorse troppo tardi che lo stava fissando. Forse perché non aveva visto molti estranei di recente. Ma il modo in cui quel cowboy la stava guardando l'aveva inchiodata sul posto.

    Il suo sorriso si allargò mentre le tendeva la mano. «Sono Chance McDaniel. Non credo di avere avuto il piacere, signorina...?»

    Chance McDaniel? Sapeva poco di quell'uomo, ma quel poco non contribuiva a renderglielo simpatico, a lei o a suo padre. Stando allo sceriffo Battle, il signor McDaniel era stato amico intimo di Alejandro... o piuttosto, di Alex Santiago. Tuttavia, era anche uno dei principali indiziati nella sua scomparsa, un reato dal quale non era stato scagionato.

    Cosa ci faceva lì? Più precisamente, come doveva comportarsi lei?

    Alle sue spalle, Joaquin infilò la mano sotto la giacca. Gabriella si affrettò a riprendersi. Non riusciva a immaginare cos'avesse spinto un indiziato a chiedere di parlare con la vittima di un crimine, ma non poteva neanche permettere che Joaquin gli puntasse contro un'arma. Dopotutto, lì non erano in Messico.

    Con una rapida occhiata che indusse Joaquin a bloccarsi, Gabriella ritrovò il sorriso. «Salve, signor McDaniel. Vuole accomodarsi?» Invece di stringergli la mano, indietreggiò e lo invitò a entrare.

    Lui rimase immobile per un secondo di troppo prima di abbassare la mano mentre avanzava nell'atrio a lunghi passi. Si muoveva con disinvoltura, dando un'impressione di forza a ogni passo. Era ovvio che fosse sicuro di sé, altrimenti non avrebbe osato chiedere di parlare con Alex.

    Vedendo Joaquin che lo fissava con aria truce, il signor McDaniel lo gratificò di un: «Salve, señor».

    Alle sue spalle, un lieve sorriso aleggiò sulle labbra di Gabriella. Era una sorpresa che un vero cowboy riuscisse a parlare con un linguaggio così forbito. Invece di suonare ridicolo, il timbro roco della voce del signor McDaniel le fece correre brividi lungo la spina dorsale.

    Joaquin non rispose, naturalmente. Rimase immobile come una statua, senza perderlo di vista.

    Era ovvio che McDaniel conosceva la casa perché si diresse senza esitare verso il soggiorno prima di riprendersi. Si fermò e si voltò verso di lei. «Mi scusi, non ho afferrato il suo nome, signorina...» Parlando, la squadrò dalla testa ai piedi.

    Lei si accorse che prendeva nota della camicetta bianca e degli aderenti pantaloni neri sotto la maglia color corallo, lunga fino al ginocchio, in contrasto perfetto con la collana di turchesi e argento che portava intorno al collo, e relativi orecchini. Lui stava cercando di scoprire se lei era la nuova governante, decise Gabriella, come se, in America, tutte le donne di origini ispaniche non potessero fare altro che le cameriere. Comunque, sapeva anche che poche cameriere si vestivano come lei. Quindi, a quale conclusione sarebbe arrivato?

    Se quell'uomo fosse stato chiunque altro tranne il principale indiziato nella scomparsa di Alejandro, si sarebbe affrettata a toglierlo dall'imbarazzo. Così come stavano le cose, decise di lasciarlo sulle spine.

    «Posso offrirle una tazza di tè?» propose con il suo tono più amabile.

    Invece di irritarsi, McDaniel le rivolse il genere di sorriso che probabilmente usava per far cadere ai suoi piedi qualsiasi donna normale. Bene, stava per scoprire che lei non era una donna normale, anche se si sentiva un po' turbata dalla luce calda nei suoi occhi.

    «Molto obbligato, signora.»

    Gabriella gli indicò il soggiorno, quindi si rifugiò in cucina, dove aveva già pronta una caraffa di tè freddo. Impiegò solo un minuto per preparare un vassoio con due bicchieri e dei biscotti, tendendo l'orecchio per avvertire eventuali rumori. Anche se aveva udito il campanello, non sembrava che Alejandro volesse scendere per vedere chi era arrivato. Ma neanche suo padre doveva essersi accorto dell'arrivo di un visitatore, e probabilmente era meglio così.

    Sapeva che il padre si sarebbe infuriato per non essere stato avvertito di quella visita. Dopotutto, però, lei era pratica nell'arte di condurre una conversazione, e in numerose occasioni le avevano detto che era una bella donna. Poteva gestire un tipo come Chance McDaniel. Inoltre, non correva rischi, con Joaquin presente.

    Trovò i

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