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Sfida milionaria: Harmony Destiny
Sfida milionaria: Harmony Destiny
Sfida milionaria: Harmony Destiny
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Sfida milionaria: Harmony Destiny

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AFFARI MILIONARI - Soldi e potere aprono ogni porta. Tranne quella del cuore.



È una sfida prestigiosa e stuzzicante quella che oppone gli architetti di grido Cole Marcum e Tamera Stevens: progettare il più incredibile e lussuoso hotel di tutta Miami. Ma la rivalità tra i due va ben oltre la loro professione. Cole, infatti, non ha mai potuto dimenticare il suo amore giovanile per l'algida bionda fin troppo irraggiungibile e altolocata, e adesso che ha accumulato parecchi milioni sente di poter finalmente giocare sullo stesso piano con lei. Non è più solamente una questione d'affari; Cole è pronto a portare la relazione con Tamera a un altro livello, più intimo e infuocato, e a riprendersi l'unica donna che abbia mai amato.
LanguageItaliano
Release dateOct 10, 2017
ISBN9788858973288
Sfida milionaria: Harmony Destiny

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    Sfida milionaria - Jules Bennett

    felici.

    1

    «Ho deciso di offrire il contratto a entrambi.»

    Tamera Stevens fu presa dal panico e scattò in piedi dalla poltrona di pelle, mentre Cole Marcum esclamava: «Parli seriamente?».

    «Io scelgo sempre il meglio.» Victor Lawson, albergatore noto a livello mondiale, allargò le mani e si appoggiò indietro sulla poltrona di pelle. «Ciò che voglio è fare progettare il mio primo hotel negli Stati Uniti dai migliori architetti del paese. Se ciò costituisce un problema, lo devo sapere prima di firmare qualsiasi documento. Spero che riusciremo a collaborare per fare di questo albergo il più grande e importante non solo di Miami, ma di tutto il paese.»

    Problema? Oh, assolutamente nessuno, pensò Tamera cercando di vincere l’impulso di piangere, urlare o semplicemente scappare dalla sala riunioni. Chissà se riuscivano a sentire il rapido tamburellare del suo cuore? Aveva già il sudore che si fermava sul labbro superiore o sulla fronte? Dio, se non avesse respirato sarebbe morta.

    Quindi, a parte il fatto che Cole Marcum era il suo ex fidanzato e le aveva spezzato il cuore al college e che era la prima volta che lo rivedeva dopo dieci anni, no, non esistevano problemi.

    E ora erano costretti a lavorare insieme perché nessuno, assolutamente nessuno, avrebbe gettato al vento la possibilità imperdibile di lavorare con Victor Lawson.

    Grandioso, davvero. Aveva voglia di vomitare sulle proprie scarpe argentate all’ultima moda. Se lei e Cole avessero accettato quell’opportunità unica, sarebbero stati costretti a lavorare mesi e mesi, per tutte le ore di veglia possibili, a stretto contatto.

    Era trascorsa una vita da quando avevano passato le ore di veglia, e di letto, insieme. Sarebbe stata una grande prova dover lavorare in un ambiente così piccolo insieme. Aveva appena assunto il comando della Stevens Group e intendeva dimostrare di possedere le stesse capacità che aveva suo padre, nella conduzione della società multimilionaria della famiglia.

    Ma doveva proprio trascorrere tanto tempo con Cole? Non poteva lavorare con qualcun altro della ditta? Era già abbastanza difficile partecipare alla riunione per dieci minuti.

    «Non ho mai lavorato con un’altra agenzia su un progetto» intervenne Cole, e lei sentì ogni terminazione nervosa vibrare. «Un progetto Marcum è unico e senza prezzo.»

    Quindi Cole aveva ancora un’alta opinione di se stesso, era ovvio che il suo ego era cresciuto ancora da quando si erano lasciati in modo brusco.

    Tamara non poteva negare che fosse diventato ancora più sexy con l’età, ma quell’aspetto affascinante era solo una facciata che copriva una persona sgradevole dietro un sorriso da milionario e costosi abiti italiani.

    Avrebbe desiderato buttarsi in quel progetto unico ed eccezionale con l’entusiasmo che le grandi imprese ispiravano, ma come poteva riuscirci quando il diavolo in persona sedeva accanto a lei?

    Victor annuì, si piegò in avanti appoggiando i gomiti sulla scrivania di mogano. Il multimilionario non aveva ancora quarant’anni, ma con le proprie attività in Europa aveva già portato a termine imprese che altri facevano in una vita intera. Con i capelli biondi, la pelle abbronzata e gli occhi blu, rappresentava la classica bellezza maschile americana. A quanto si diceva in giro aveva spezzato molti cuori femminili.

    «Capisco la sua preoccupazione e confusione, signor Marcum, ma assicuro a entrambi che l’impresa sarà di grande beneficio per noi tutti.»

    Di beneficio? Forse un’ottima mossa negli affari, ma a livello personale sarebbe stato dannoso per la sua salute.

    Quanto al suo cuore era riuscita con difficoltà a rimetterne insieme i frantumi, pezzo dopo pezzo. Forse il destino la stava sottoponendo a un test conclusivo per vedere se sarebbe sopravvissuta?

    Dannazione, perché doveva essere ancora più bello di quanto ricordasse? Le larghe spalle sotto la giacca grigia, i capelli neri e la linea cesellata del suo volto rappresentavano una notevole distrazione. Appariva molto professionale, ma anche un po’ severo, con quegli occhi scuri come la notte che mettevano chiunque al proprio posto.

    Non sorrideva più? Il suo atteggiamento era come il suo sguardo? Come affaristi lui e il gemello Zach erano dei pescecani, ma a livello personale come era ora Cole?

    No, non si sarebbe lasciata di nuovo attirare nel suo mondo. Non sarebbe rimasta ore a rimuginare su dove fosse nel tempo libero. Non avrebbe pensato a tutte le donne che avevano attraversato la sua vita da quando l’aveva lasciata, ferita e confusa. Lei era una professionista e tale sarebbe rimasta, almeno finché il progetto non fosse stato portato a termine.

    Cole era estremamente sensuale, ma lì a Miami ce n’erano tanti di uomini così. Solo perché le aveva preso la verginità, promettendole di amarla per sempre, non intendeva strapparsi i capelli e disperarsi per un sogno che era morto da tempo.

    Ora era più forte e c’erano questioni ben più pressanti di cui preoccuparsi che essere presa a schiaffi dal passato. Per esempio... suo padre stava morendo.

    Questo era anche uno dei motivi per cui aveva bisogno di ottenere la commissione del progetto. Adesso che la carica di amministratore delegato era passata a lei, non poteva deludere nessuno nella società, soprattutto suo padre. Prima che se ne andasse, voleva dimostrargli che si sarebbe occupata della compagnia, in mano alla sua famiglia da tre generazioni.

    Nessuno sapeva della sua malattia oltre alle infermiere. Non poteva permettere che la notizia circolasse; le azioni sarebbero crollate e i clienti avrebbero ritirato i progetti affidati alla società, se si fosse sparsa la voce che suo padre aveva un cancro ai polmoni in stadio terminale.

    Walter Stevens era l’essenza stessa del gruppo Stevens. Prima di andare al college lavorava già nella società. Aveva cominciato al livello più basso riuscendo ad arrivare in cima e non c’era impresario edile che non gli fosse amico. Doveva perciò essere assolutamente all’altezza con Victor Lawson, non poteva permettersi il minimo errore.

    Cole era all’oscuro del motivo per cui suo padre non poteva occuparsi del progetto, altrimenti avrebbe usato quell’intempestiva difficoltà a proprio vantaggio. Non gli avrebbe mai più lasciato prendere il sopravvento nella propria vita, come a nessun altro uomo, del resto.

    Forse doveva essere grata a Cole per averla trattata in modo così spietato. Ora si sentiva più forte, più indipendente.

    «Voglio che sia qualcosa di stravagante» continuò Victor. «Che Miami e il resto del mondo vedano che c’è passione dietro questa struttura, sensualità dietro la sua eleganza. La gente viene a Miami per rilassarsi, voglio che sia trascinata in un altro tempo e che gli amanti si sentano nel mezzo delle loro fantasie diventate realtà.»

    In qualsiasi altro progetto la parola amanti non le avrebbe scosso i nervi, ma non si trattava di un progetto come gli altri.

    Tamera fece appello a tutta la volontà di combattere e alla professionalità che riuscì a racimolare. «Signor Lawson, non posso parlare per i miei associati, ma a nome dello Stevens Group dichiaro che sono felice di lavorare a questo progetto con qualsiasi ditta vogliate scegliere. Non vediamo l’ora di cominciare.»

    Beccati questa signor Voglio-annullare-il-nostro-fidan-zamento-e-non-ho-bisogno-di-spiegarti-il-perché.

    Magnifico, si sentiva rinascere; anche se sferrare colpi ai propri colleghi, all’inizio della partita, avrebbe solo creato problemi e non ne aveva bisogno in quel momento, soprattutto dopo che Victor aveva usato termini come passione e sensualità.

    Victor le rivolse un sorriso trionfante e lei quasi applaudì alla propria esibizione.

    «Sono felice di sentirla così entusiasta, non mi aspettavo di meno, anche se suo padre si è ritirato dagli affari con un preavviso così breve. Sapevo che sua figlia sarebbe stata all’altezza delle aspettative.»

    Poi Victor si rivolse a Cole.

    «Signor Marcum? Non ha nulla da perdere in questo affare, non dovrà spartire la parcella. Ciascuno di voi avrà la somma stabilita quando mi presenterà la sua offerta. Mi sembra una cosa equa. Tenete presente che non l’ho mai fatto prima, ma ho messo in conto un budget maggiore. Sono comunque convinto che anche così, con i vostri progetti trarrò un buon guadagno investendo nelle vostre società.»

    Le grandi speranze di Victor nelle sue capacità le fecero aumentare la morsa allo stomaco. Non poteva inoltre negare l’interpretazione di Victor sul ritiro di suo padre. Per chiunque, tranne che per i medici e le infermiere, suo padre era in pensione. Se solo fosse stata la semplice verità!

    Era nella società da quando si era laureata, aveva cominciato dalla gavetta proprio come suo padre. Ora era l’amministratore delegato, ma avrebbe rinunciato a quella carica in cambio della salute del padre.

    Tamera soffocò un sospiro e cercò di resistere all’attacco dei sentimenti passati; come Victor, concentrò la propria attenzione su Cole e sulla risposta che avrebbe fornito. Passato o no, Tamera si sentì attratta dalla sua presenza potente e sensuale. Se l’avesse incontrato per la prima volta le sarebbe piaciuto conoscerlo su un piano personale. La qual cosa significava parecchio, dato che ultimamente non se l’era sentita di uscire con nessun uomo; ora che ci penava erano anni che non lo faceva.

    Dove erano andati a finire tutti quegli anni? Nello stesso luogo in cui se n’era andata la sua inesistente vita sessuale.

    Si era davvero trasformata in un’atipica trentenne che aveva rinunciato alla felicità e alle relazioni a causa di un’unica brutta esperienza?

    «Se questo è l’unico modo per ottenere una committenza, allora ci sto.»

    Tamera sospirò sollevata, eppure si sentiva invadere dalla paura all’idea di lavorare con Cole. Desiderava quel contratto più di ogni altra cosa, ma pensava che lui le avrebbe dato del filo da torcere.

    Potevano davvero fare finta che non ci fosse stato nulla tra loro? Il loro passato era ingombrante ed era piombato tra loro improvvisamente. Anche se l’atteggiamento e lo sguardo freddo di Cole la lasciavano perplessa: sembrava che non fosse toccato dalla sua presenza come lei lo era di quella di lui.

    Forse Victor lo aveva messo sotto pressione oppure anche lui era preso da quest’ultima sfida.

    Sarebbe andato tutto bene, Tamera cercò di rassicurare se stessa. D’altra parte, quale altra scelta aveva?

    Professionale, sarebbe rimasta professionale, non importava quel che sarebbe accaduto, il passato sarebbe rimasto dove l’aveva lasciato undici anni prima, insieme al proprio cuore.

    «Magnifico.» Victor si alzò e gli altri fecero altrettanto. «Farò stendere i contratti che saranno mandati ai vostri uffici. Spero di riuscire a concludere tutto entro la fine della settimana, così potremo cominciare. Vi farò anche avere un elenco delle mie richieste e qualche mia idea. Rivolgetevi direttamente a me per ogni domanda o problema. Sentitevi liberi di uscire dagli schemi. Lasciate gli uffici e lavorate dove la vostra creatività può fluire libera senza l’interruzione di fax, telefoni o assistenti. Lasciatevi trascinare dalla vostra fantasia mentre progettate.»

    Lasciarsi trascinare dalla fantasia? No, grazie. L’aveva già fatto, e il suo cuore ne era uscito a pezzi.

    Tamera strinse la mano a Victor, afferrò la sua cartella e uscì dall’ufficio. Finita la riunione non c’era bisogno di rimanere lì a torturarsi un attimo più del necessario con il fresco aroma della colonia di Cole. Anche se ormai avrebbe dovuto abituarsi a quella agonia. Il lavoro sul progetto avrebbe richiesto mesi, e questo per lei era solo un piccolo assaggio di quello che l’aspettava.

    Tamera prese l’ascensore di vetro per scendere all’ingresso del nuovissimo grattacielo di Victor Lawson, cercando di tenere il passato fuori dal proprio presente.

    Adesso era una professionista, non era più la ventiduenne inesperta e innamorata di un uomo che le aveva promesso il mondo, per poi lasciarla senza un motivo. Be’, aveva bofonchiato una scusa circa l’essere troppo giovane ed essersi fidanzato troppo in fretta, ma lei non gli aveva creduto. Doveva essere successo qualche cosa per fargli cambiare idea.

    Di qualsiasi motivo si fosse trattato, se lui non era stato abbastanza forte da combattere per lei e per il loro amore, allora lei non

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