Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Trattative scottanti (eLit): eLit
Trattative scottanti (eLit): eLit
Trattative scottanti (eLit): eLit
Ebook192 pages2 hours

Trattative scottanti (eLit): eLit

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Abbey Parrish non può nascondersi dietro i suoi occhiali e gli abiti dimessi per sempre. Se vuole conquistare il sexy milionario Flynn Granger, unica chance per sostenere il lancio della sua rivista, non le basterà usare il cervello, dovrà sciogliersi anche un po'. Flynn, dal canto suo, sembra molto interessato ad andare oltre i vestiti della rigida ed efficiente Abbey per raggiungere la provocante donna che vi si nasconde sotto.
LanguageItaliano
Release dateMar 30, 2018
ISBN9788858981887
Trattative scottanti (eLit): eLit
Author

Ally Blake

Autrice australiana, ha ballato e recitato in televisione prima di dare libero sfogo alla sua innata passione per la scrittura.

Read more from Ally Blake

Related to Trattative scottanti (eLit)

Related ebooks

Erotica For You

View More

Related articles

Reviews for Trattative scottanti (eLit)

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Trattative scottanti (eLit) - Ally Blake

    successivo.

    1

    I DIECI MODI MIGLIORI PER ATTIRARE L'ATTENZIONE DI UN UOMO.

    10: FARGLI DESIDERARE QUALCOSA DI PIÙ.

    Flynn Granger aveva una passione per le gambe delle donne.

    «Diavolo, Fly, hai anche tu un paio di gambe. Non capisco questa fissazione!» esclamava George, il suo migliore amico, ogni volta che intavolavano questo argomento.

    Inutile dire che George aveva invece una fissazione per il seno.

    Per tutta risposta, Flynn si arrotolava i pantaloni, mostrando i polpacci villosi e le ginocchia su cui erano ancora visibili la cicatrice dovuta a una caduta da cavallo e la lieve deformazione causata da anni di corse in bicicletta e da ore passate al vogatore, poi diceva: «George, vecchio mio, posso anche avere due gambe funzionanti, ma non c'è confronto. Lo spettacolo offerto da due polpacci femminili torniti che ti passano accanto su un paio di tacchi alti, mi dà ogni volta le vertigini. Adoro il movimento elegante dei piedi, adoro le fossette dietro le ginocchia, l'oscillazione di tutta la gamba. A questo, aggiungi la sensazione di passare la mano lungo la coscia levigata di una donna vogliosa e avrai davanti a te la scala che porta dritto in paradiso.»

    Non stupisce quindi che quel mercoledì mattina di aprile, mentre dava gli ultimi colpi di remi al vogatore, Flynn restasse senza fiato, vedendo apparire sul monitor che inquadrava l'ufficio adiacente, due gambe lunghe e snelle, inguainate in calze di seta e sorrette da un paio di scarpe con vertiginosi tacchi a spillo.

    Sbalordito, abbandonò i remi che si bloccarono sugli scalmi, si passò le dita tra i capelli umidi di sudore e decise che i cinque minuti di colloquio concessi da Wanda, la sua segretaria mastino alla proprietaria di quelle meraviglie, fossero troppo pochi.

    Qualunque cosa desiderasse quella creatura divina, meritava tutta la sua attenzione.

    Abbey Parrish cercò di abbassare l'aderente gonna viola che aveva preso in prestito, ma il punto massimo che raggiunse fu di tre dita sopra le ginocchia.

    «Tutto quello che posso concederle, signorina Parrish, sono cinque minuti» l'avvertì un cerbero di nome Wanda, una donna d'aspetto severo, con i capelli corti e gli occhiali, mentre la guidava verso l'ufficio di Flynn Granger.

    Fingendosi tranquilla, Abbey si passò la mano sui capelli raccolti. «Capisco. Le sono grata d'avermi trovato un momento libero.»

    «Sono stata una grande ammiratrice di sua nonna» spiegò Wanda. «Quando ero giovane, partecipai a una marcia lungo Collins Street organizzata da lei. Lo consideri un favore personale.»

    Non era la prima volta che Abbey veniva ricevuta per via del suo cognome, perciò annuì e la segretaria se ne andò, lanciandole uno sguardo sospettoso come se temesse di vederla scappare con un posacenere in tasca appena le avesse voltato le spalle.

    Udendo il suono della porta che si chiudeva, Abbey ruotò su se stessa, rischiando di inciampare nel folto tappeto e quando riacquistò l'equilibrio, sbarrò gli occhi per lo stupore. Quello in cui si trovava non assomigliava per niente a un ufficio. Il suo aspetto era piuttosto quello di un boudoir maschile, allestito per piacevoli incontri.

    Mordendosi il labbro inferiore, come faceva sempre quando era nervosa, osservò i mobili scuri, l'immenso divano di morbidissima pelle, i quadri raffiguranti barche a vela e cavalli in corsa e il tappeto rosso che copriva tutto il pavimento e terminava alla base di un caminetto acceso.

    L'atmosfera che regnava in quella stanza era così tipicamente maschile da trasmetterle una sensazione di disagio.

    Attraverso una porta socchiusa nella parete di fondo, Abbey intravide un letto disfatto, delle lenzuola marroni arrotolate e dei cuscini rossi buttati per terra. Quello spettacolo le mozzò il respiro, ma le permise anche di capire che se cercava il luogo migliore in cui un uomo potesse elaborare le fantasie più ardite, era arrivata nel posto giusto.

    Le ricerche che aveva effettuato, le letture, le cose udite, tutto le assicurava che Flynn Granger era il suo uomo.

    Proveniente da una delle famiglie più altolocate di Melbourne, Flynn era un capitalista dall'animo avventuroso che preferiva le imprese rischiose e ne usciva sempre vittorioso. Disgustosamente ricco, famoso dovunque, era il prototipo del playboy. Il fatto che il suo ufficio contenesse oltre a uno scrittoio e a una seggiola anche un letto disfatto non avrebbe dovuto rappresentare una grande sorpresa.

    «Buongiorno» la salutò il giovanotto in questione con voce morbida quando finalmente, alle undici e tre minuti apparve dalla porta in fondo alla stanza. In verità non era per niente un giovanotto. Aveva trentaquattro anni, dieci più di lei, pensò Abbey, ergendosi in tutta la sua altezza.

    «Buongiorno» gli rispose, voltandosi. A quel punto, vedendo che lui non indossava quasi niente, rimase senza fiato.

    I suoi piedi erano grandi e abbronzati, i capelli umidi e arruffati come se avesse appena fatto la doccia e il suo viso era coperto da un velo di barba. Portava dei pantaloni scuri e larghi, bassi sui fianchi e un asciugamano intorno al collo che gli nascondeva gran parte del torace, ma lasciava esposte le braccia muscolose.

    Sentendo la bocca secca, Abbey deglutì. «Sono Abbey Parrish» gli disse, porgendogli la mano.

    «Flynn Granger» rispose lui, stringendogliela. Poi si diresse verso la sua scrivania accanto a una finestra che andava dal pavimento al soffitto e offriva lo spettacolo impressionante dei grattacieli di Melbourne, si sedette e cominciò a frizionarsi i capelli con l'asciugamano.

    Abbey rimase senza parole. Non si era aspettata che lui, vedendola, andasse in brodo di giuggiole, ma nemmeno che restasse tanto indifferente. Granger era un famoso cacciatore di sottane. Come mai la sua non gli faceva alcun effetto?

    Di sicuro non cercava di mascherare il suo assoluto disinteresse per un'oscura affarista che veniva da Fitzroy.

    «Le sono riconoscente per aver trovato il tempo di ricevermi nonostante i suoi numerosissimi impegni» esordì Abbey, irritata. «Spero di non aver interrotto niente... d'importante» concluse, spostando lo sguardo dall'asciugamano al viso di lui e trovandosi a fissare due occhi scuri e intensi.

    Ebbene, se non altro l'aveva costretto a reagire.

    Abbey strinse i pugni. Il suo respiro divenne affannoso e uno strano formicolio le corse lungo il corpo.

    Come se sapesse quali sensazioni le avesse provocato, lui dischiuse le labbra e abbozzò un sorriso.

    Che razza di arrogante, pensò lei, imponendosi d'ignorarlo. Ma quando cercò di distogliere lo sguardo, si accorse che quegli occhi neri erano una trappola. Infami come la sua reputazione. Occhi color cioccolato che avevano costretto delle donne molto più navigate di lei a cadergli davanti ai piedi.

    Ma lei non avrebbe ceduto al suo fascino. Non era una sua ammiratrice, o una seduttrice. La sola idea la faceva ridere. Non era venuta lì per il suo corpo, per il suo torace ampio, per le sue braccia muscolose. Era venuta lì per via del suo nome.

    «Si metta il cuore in pace, signorina Parrish» disse lui. «La cosa che m'importa di più è la proposta che ho davanti.»

    Poi le ammiccò e l'aria nella stanza parve incendiarsi. Quell'uomo non aveva bisogno d'avere di fronte una seduttrice, riusciva a far salire la temperatura di qualunque ambiente da solo.

    Abbey si sentì percorrere da una corrente calda che le attraversò la schiena e scese fino ai piedi, ma resistette.

    Ciò che lui non sapeva era che quel mattino lei era una donna in missione e non avrebbe permesso a nessuno di fermarla. «Ebbene, ho una proposta per lei, signor Granger» dichiarò, sollevando il mento. «Una proposta che credo non potrà rifiutare.»

    «Mi dica» la invitò lui, togliendosi l'asciugamano dal collo. Poi lo appallottolò e lo lanciò sulla poltrona vuota, restando a torso nudo.

    Il suo torace era abbronzato, ampio, perfetto come una scultura. Ma che cos'erano quelle gocce di sudore sulla pelle?

    Abbey abbassò lo sguardo e cercò di raccogliere i pensieri. Quando rialzò la testa, lui si era infilato una T-shirt azzurra a maniche lunghe che aveva tirato fuori da un cassetto e, se non altro, si era coperto. Peccato, pensò lei, maledicendo subito dopo la propria dabbenaggine.

    Non volendo rimanere in piedi davanti alla porta, avanzò fino allo scrittoio e a quel punto sentì d'avere il controllo della situazione.

    «Alpha» sillabò, lasciando che quella parola evocativa gli penetrasse nella mente. «È il nome della rivista maschile più esclusiva, più elegante e raffinata che lei avrà mai il privilegio di leggere.»

    Flynn si passò le dita tra i capelli ma la massa di riccioli scuri gli ricadde sulla fronte come prima.

    «Vuole farmi un'intervista per quella rivista, Abbey? Se è così, deve passare attraverso George, all'ufficio stampa. Se Wanda scopre che l'ha ingannata per riuscire a vedermi, non le assicuro che uscirà viva da qui.»

    «Io non ho ingannato nessuno, signor Granger» replicò lei, cercando di nascondere la sua frustrazione. «E non sono venuta qui per farle perdere del tempo. Non desidero farle un'intervista. Voglio solo ottenere la sua attenzione per cinque minuti.»

    Flynn le fece scivolare un rapido sguardo dalla testa ai piedi, ma bastò quell'istante a darle l'impressione che la pelle le bruciasse. Poi lui agitò una mano languidamente. «L'avrà per i prossimi due minuti e mezzo. Dopo di che non le prometto niente.»

    Non le aveva proposto di sedersi, ma nonostante tutti i suoi sforzi di restare dritta, le ginocchia le tremavano, perciò Abbey prese l'iniziativa, afferrò la seggiola a schienale alto, la trascinò vicino allo scrittoio e si sedette.

    Subito dopo aprì la sua cartella di cuoio e sciorinò sul ripiano una quantità di fogli.

    «Alpha è destinata a riempire un grande vuoto nel mercato delle riviste maschili. Finora nessun uomo che desidera essere informato sulla moda, sul modo di attrarre le donne, o che semplicemente desidera vedere una bella copertina ha mai trovato niente di meglio di Chic, o di Books R us

    Il sorriso pigro di lui si allargò, disegnandogli una deliziosa fossetta sulla guancia e Abbey si curvò sulle pagine che aveva aperto per non subirne l'effetto.

    «Ciò che mi preme spiegarle è che Alpha si rivolge agli uomini che cercano località di villeggiatura esclusive e riservate, angoli di paradiso per pochi eletti, o anche negozi in cui fare acquisti, possibilità di lavoro e via dicendo, invece di trovare delle donne in bikini, o le barzellette lette su Internet.»

    Abbey tirò il fiato e tacque. Lui stava guardando il monitor di un computer ultramoderno che le era capitato di ammirare su delle riviste e dalla sua espressione pensò che stesse facendo un solitario, poi si rese conto che stava leggendo la sua presentazione.

    Si trattava di un'elegante impaginazione fatta da Becky che moriva dalla voglia di dirigere il reparto artistico, e lavorare insieme a un'amica che scattava delle fotografie fantastiche ed era stanca d'immortalare le modelle tredicenni dall'aria famelica schiavizzate dalle esigenze dell'alta moda.

    Flynn si protese in avanti e indicò con un dito l'ultima riga di un articolo scritto da lei e intitolato Un single onesto che parlava in favore dell'adozione da parte di padri non coniugati. Uomini facoltosi, con ottime posizioni sociali che potevano circondarsi di decine di bambinaie per allevare i bambini. Avendo avuto lei stessa un solo genitore, si era trovata in difficoltà a non usare dei toni troppo enfatici ma le sembrava di essersela cavata bene.

    «Posso?» domandò lui.

    Abbey spinse la pagina in avanti e lui la prese delicatamente con due dita, come se sapesse che era la sola copia stampata che aveva. Poi si appoggiò allo schienale della poltrona affinché la luce che entrava dalla finestra illuminasse lo scritto e il suo profilo si stagliò contro quell'alone dorato, mettendo in evidenza il naso aristocratico, le ciglia lunghe e i riccioli scuri e scomposti.

    Leggendo, prese a passarsi un dito sulle labbra e continuò a farlo come se fosse ipnotizzato. La sua bocca dal disegno perfetto, pensò lei, le ricordava una statua italiana che aveva visto in un libro.

    Quando ebbe finito, Flynn posò il foglio sullo scrittoio, si massaggiò il mento irsuto e guardò fuori della finestra la città su cui regnava.

    Abbey si morsicò le labbra. Non aveva più un soldo, il tempo che quella strega di Hail Mary le aveva concesso stava per scadere e quella era la sua ultima possibilità. «Mi piacerebbe sapere quali sono i giornali che lei legge regolarmente.»

    Lui si voltò e socchiuse gli occhi. «Time. BRW. The Financial Revue. Chic...»

    «Legge Chic?» si meravigliò Abbey.

    «Amo sapere che cosa combina l'opposizione» rispose lui. Non ci voleva un genio per capire che con opposizione intendeva le pubblicazioni rivali.

    «E una delle mie preferite è FHM, Abbey» seguitò, tornando ad avvicinarsi allo scrittoio. «Perciò qualunque idea si sia fatta con le sue ricerche, a noi uomini piace guardare le foto delle donne in bikini.»

    Detto questo, le scoccò un sorriso che le arrivò dritto al centro del petto, come un pugno che non aveva visto scattare e lei dovette incrociare le braccia sullo stomaco per mascherare il disagio.

    «Questo colloquio è stato divertente, Abbey, ma che cos'ha a che vedere con me?» le domandò.

    «Il fatto è che, pur essendo questa un'amara constatazione, sono convinta che per avere successo ci sia bisogno di avere al timone un uomo di eccezionale successo. E voglio lei.»

    Flynn smise di dondolarsi sulla poltrona e la sua espressione cambiò di colpo. Temendo che stesse per liquidarla, Abbey balzò in piedi, si curvò sullo scrittoio e rimise a posto i fogli.

    «I lettori di Alpha saranno gli uomini d'affari più importanti di questo paese, uomini che la conoscono, che cercano d'imitarla e altri là fuori che pensano di poter essere come lei un giorno. E io so che nemmeno in quest'epoca cosiddetta illuminata, nessun uomo leggerebbe una rivista edita da una... da una

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1