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L irriverente proposta del milionario: Harmony Collezione
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L irriverente proposta del milionario: Harmony Collezione
Ebook159 pages2 hours

L irriverente proposta del milionario: Harmony Collezione

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About this ebook

Il milionario e playboy internazionale Byron Maddox è abituato a ottenere sempre tutto quello che vuole. E per qualche strana ragione ora desidera la sua timida assistente personale Cleo Shelton.

Finalmente libera da un matrimonio soffocante, Cleo non ha alcuna intenzione di lasciarsi schiacciare da un altro uomo, soprattutto se è arrogante e sexy come il suo capo. Tuttavia il suo rifiuto non ha fatto altro che accendere il desiderio di Byron, che sembra sempre più deciso ad andare fino in fondo. Così, quando le propone di passare la notte con lui, Cleo sente la propria volontà sbriciolarsi sotto la forza della sua esperta seduzione.
LanguageItaliano
Release dateAug 19, 2018
ISBN9788858986035
L irriverente proposta del milionario: Harmony Collezione
Author

Miranda Lee

Scrittrice romantica, e moglie fortunata di un uomo molto, generoso!

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    L irriverente proposta del milionario - Miranda Lee

    successivo.

    1

    Cleo non pianse quando depositò i fiori sulla tomba di suo marito. Lo aveva fatto quella mattina, non appena si era accorta di essersi dimenticata dell'anniversario della morte di Martin.

    Quando aveva spiegato al suo capo molto preoccupato che andava sempre al cimitero con la suocera in quell'occasione, lui le aveva lasciato il resto della giornata libera.

    E adesso eccola lì, con gli occhi stranamente asciutti, mentre la madre di Martin singhiozzava disperata. Forse, aveva già versato tutte le sue lacrime, o forse invece aveva finito il suo lutto.

    Aveva amato Martin. Alla fine. E all'inizio. Ma poi c'era stato quel terribile periodo in mezzo, quando non l'aveva amato affatto. Difficile restare innamorata di un uomo che cercava di controllare ogni aspetto della moglie, a partire dal lavoro fino ai vestiti che indossava, o agli amici che frequentava.

    A casa era stato lo stesso. Dal primo giorno in cui si erano sposati Martin aveva assunto il controllo dei soldi, pagava i conti e prendeva tutte le decisioni.

    Colpa sua, naturalmente. All'inizio le era piaciuto quell'atteggiamento. La sua risolutezza l'aveva affascinata, specialmente se paragonata alla propria mancanza di fiducia e maturità. Si era fidanzata a vent'anni e sposata a ventuno... una bambina in tutti i sensi. Ma alla fine anche i bambini crescevano e presto aveva compreso quanto fosse soffocante essere sposata a un uomo che voleva una moglie dipendente del tutto da lui. Un uomo che non voleva un figlio finché il mutuo non fosse stato pagato, così che avrebbe potuto fare la mamma a tempo pieno e smettere di lavorare.

    Lei aveva sempre amato il suo lavoro alla McAllister Mines, anche se glielo aveva scelto Martin, che a sua volta era impiegato nel settore commerciale.

    Cleo aveva deciso di lasciare il marito il giorno in cui gli avevano diagnosticato un tumore molto aggressivo. Il medico li aveva avvertiti che probabilmente sarebbe stato incurabile. Martin aveva impiegato due anni a morire e in quel periodo lei aveva imparato ad amarlo di nuovo.

    Suo marito aveva affrontato la malattia con grande coraggio e si era scusato per quello che le aveva fatto passare durante il loro matrimonio. Sapeva bene che il suo comportamento era sbagliato, ma non aveva potuto farne a meno. A quanto pareva suo padre aveva trattato nello stesso modo sua madre e di conseguenza era l'unico modo di agire che conosceva.

    Ovviamente ai suoi occhi non era una scusa valida, tuttavia la malattia lo aveva obbligato a rinunciare alla sua natura dominatrice, affidandole gradualmente la gestione di tutto. Quello spostamento di potere le aveva dato una nuova sicurezza che l'aveva aiutata ad affrontare la morte del marito.

    Aveva pensato di provare sollievo e in un certo senso era stato così, ma poi era subentrata la depressione. Se non fosse stato per il suo capo alla McAllister Mines, che l'aveva promossa a sua assistente personale, non sapeva cosa ne sarebbe stato di lei.

    Aveva sempre sofferto di depressione, fin dal giorno in cui i suoi genitori erano morti in un incidente d'auto quando era una ragazzina ed era stata affidata ai nonni paterni, ormai troppo vecchi per occuparsi di una tredicenne.

    Pensare agli anni della sua adolescenza le fece salire agli occhi le lacrime finora rimaste assenti. Doreen le si avvicinò e l'abbracciò forte.

    «Su, su, tesoro» le disse porgendole un fazzoletto. «Non dovremmo essere tristi. Adesso ha smesso di soffrire ed è in pace.»

    «Sì, certo» rispose Cleo, non osando confessare alla suocera che stava piangendo per se stessa e non per Martin.

    «Forse non lo dovresti più fare» continuò Doreen. «Sono passati tre anni e non sempre è bene restare ancorati al passato. Sei ancora giovane e dovresti uscire con qualcuno.»

    «Uscire con qualcuno?» ripeté lei sorpresa.

    «Non devi essere così scioccata.»

    «E con chi dovrei uscire secondo te?»

    Doreen si strinse nelle spalle. «Immagino che incontrerai tanti uomini affascinanti con il tuo lavoro.»

    «In realtà no. Se lo sono di solito sono anche sposati. E poi non mi interessa.»

    «Perché no?»

    Cleo non poteva confessare alla suocera che suo figlio aveva annientato qualsiasi interesse da parte sua sotto quell'aspetto. All'inizio il sesso le era piaciuto, ma poi i suoi ormoni erano andati in ibernazione una volta sposata, con Martin che le diceva continuamente cosa fare, rimproverandola quando non veniva e obbligandola così a fingere orgasmi per avere un po' di pace.

    Era stato un sollievo quando la chemioterapia aveva ridotto al minimo i suoi livelli di testosterone. Dovendo lottare per la sua vita, il sesso era diventato l'ultimo dei pensieri di suo marito. Così, venuto meno l'effetto tossico della loro intimità, era tornata ad affezionarsi a lui.

    E il giorno in cui era morto gli aveva detto quanto lo amava mentre gli stringeva la mano. Ed era vero. Ma ormai il danno era stato fatto. Non aveva più guardato un uomo e nemmeno pensato al sesso. Ragion per cui non le era mai passato per l'anticamera del cervello di accettare appuntamenti, o sposarsi di nuovo.

    Perché il matrimonio significava sesso, tenere in considerazione i desideri del partner.

    «Non voglio uscire e non voglio più risposarmi.»

    Doreen annuì come se la capisse perfettamente. Doveva essersi resa conto che il figlio era della stessa pasta del padre. Anche lei era stata maltrattata dal punto di vista emotivo durante il suo matrimonio.

    Cleo guardò sua suocera e pensò che era ancora giovane e attraente a cinquantadue anni. Era lei che doveva uscire e rifarsi una vita. Di certo esistevano degli uomini perbene. Per esempio Scott, il suo capo, era una persona meravigliosa e un marito fantastico... quando non si comportava da stupido.

    Ancora non riusciva a credere quanto lui e Sarah fossero stati vicini a una rottura. La settimana precedente era stata un incubo, ma adesso finalmente tutto si era risolto per il meglio.

    «Credo che dovremmo tornare a casa» le disse Doreen.

    Cleo sorrise alla donna che era sempre stata più di una suocera. Era la sua migliore amica e si era trasferita da lei durante l'ultimo periodo della malattia di Martin.

    Era rimasta vedova poco prima che Cleo si fidanzasse e dal momento che non aveva mai avuto una casa di sua proprietà, dopo la morte del figlio le aveva chiesto di restare a vivere da lei.

    Doreen aveva accettato subito e nessuna delle due si era mai pentita della scelta. Grazie all'assicurazione sulla vita di Martin era riuscita a pagare il mutuo della loro abitazione, che si trovava in un quartiere di Sydney molto rivalutato ultimamente a causa della sua vicinanza al cuore finanziario della città. Non era molto grande, ma era sua, il che significava indipendenza e libertà.

    «Bella idea» rispose incamminandosi verso il parcheggio. «Cosa c'è alla televisione questa sera?»

    «Non molto» rispose Doreen. «Potremmo guardare uno di quei film che ho registrato.»

    «Okay, purché non sia triste.» Prima che sua suocera potesse commentare il cellulare di Cleo suonò. Era Scott. «È il mio capo» le spiegò mentre le allungava le chiavi dell'auto. «Devo rispondere. Non ci impiegherò molto. Ciao, Scott, che succede?» gli chiese sperando che fosse tutto a posto con sua moglie.

    «Niente di grave. Scusami se rovino il tuo pomeriggio. Tutto bene con i fiori?»

    «Oh sì» ribatté lei sentendosi un po' in colpa perché si era già scordata del cimitero.

    «Bene. Volevo informarti che ho deciso di portare Sarah a Phuket per una seconda luna di miele.»

    «Oh, Scott, che idea meravigliosa! Quando?»

    «È per questo che ti sto telefonando. Partiamo domani pomeriggio.»

    «Domani!»

    «Sì. Staremo via due settimane.»

    «Ma hai un appuntamento con Byron Maddox a pranzo mercoledì» gli ricordò lei.

    Con la caduta dei prezzi dei minerali e quell'infernale raffineria di nichel la McAllister Mines si trovava abbastanza in difficoltà.

    Scott le aveva chiesto di trovarle un potenziale partner con fondi sufficienti da investire nella sua società. Byron Maddox era l'unico che aveva tutte le carte in regola per quella operazione.

    «Lo so» disse Scott per nulla preoccupato. «Pensavo che potresti sostituirmi.»

    «Maddox non sarà molto contento. È con te che vuole parlare, non con me.»

    «Non necessariamente. E poi tu conosci la McAllister Mines tanto quanto me.»

    «Mi lusinghi, ma non è così.»

    «Non sottovalutarti, Cleo. Mi fido ciecamente di te.»

    Santo cielo, Scott stava per partire lasciando tutto nelle sue mani. Cleo era consapevole delle difficoltà insite nel trattare con un uomo dello stampo di Byron Maddox.

    Certo, accompagnava spesso Scott alle sue riunioni d'affari, ma le sue abilità sociali erano parecchio carenti quando veniva lasciata da sola con uomini che si aspettavano che le donne con cui avevano a che fare flirtassero con loro e li adulassero.

    Lei non sarebbe mai stata in grado di farlo. Così come non sarebbe mai potuta essere compiacente, civettuola o sottomessa. Era una donna diretta che trovava impossibile usare astuzie femminili mentre discuteva d'affari. Ed era questo suo aspetto che la rendeva popolare tra le mogli. Di sicuro non con i businessman scapoli che aveva incontrato.

    Cleo fece una smorfia al pensiero di andare sola a un pranzo di lavoro con Byron Maddox.

    «Farò del mio meglio» mormorò rassegnata. «Ma non aspettarti miracoli.»

    «Come ti ho già spiegato, io ho molta fiducia in te. Bene, adesso devo telefonare a Harvey e agli altri dirigenti e comunicare loro che per le prossime due settimane dovranno rispondere a te. E poi devo correre subito a casa. Sarah è molto agitata per la partenza. Probabilmente non riuscirò a vederti domani per cui ti saluto adesso.»

    «Vuoi che ti chiami dopo l'incontro con Maddox?»

    «Assolutamente. Buona fortuna.»

    Cleo respirò a fondo mentre raggiungeva l'auto. Era felice per Scott e non le importava assumere il comando per le prossime due settimane, ma temeva fortemente l'incontro di mercoledì.

    «Cosa voleva il tuo capo?» le domandò Doreen non appena salì in macchina. «Mi sembri preoccupata.»

    Lei sospirò, poi avviò il motore.

    Sì, era davvero molto preoccupata.

    2

    Chi avrebbe mai pensato che sposarsi si sarebbe rivelato così difficile?, si chiese Byron mentre faceva pratica di golf sul tappeto del suo spazioso ufficio.

    Chi avrebbe detto che uno scapolo ricco come lui avrebbe fatto fatica a trovare una moglie?

    Dopo essersi separato per quanto riguardava il denaro dal padre, cinque anni prima, era tornato a Sydney con due missioni in testa. Primo, mettere in piedi la sua società di investimenti. Secondo, sposarsi e godersi una felice vita familiare come aveva finalmente realizzato suo padre.

    Il primo obiettivo era stato raggiunto, ma aveva fallito il secondo. Non che non ci avesse provato. Negli ultimi anni si era fidanzato due

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