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Cedere al piacere: Harmony Destiny
Azioni libro
Inizia a leggere- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Aug 10, 2015
- ISBN:
- 9788858938942
- Formato:
- Libro
Descrizione
LA SCOMMESSA DEI REILLY . VOL. 3. Restare novanta giorni a digiuno di sesso. Per i tre fratelli non sarà facile, soprattutto quando il destino bussa. Per fortuna i tre mesi più lunghi della vita di Aidan stanno per finire. Solo tre settimane ancora è si aggiudicherà il premio della scommessa "no sesso per 90 giorni". Sta già assaporando la vittoria, quando incontra Terry Evans. La sua voce è così languida e dolce. Lei tormenta i suoi sogni e lui maledice la sua sfortuna: ha una donna meravigliosa a portata di mano e non può sfoderare il famoso fascino dei Reilly per conquistarla. Lui la desidera ogni notte, nel suo letto. Solo che non può cedere, non quando è l'ultimo dei fratelli a essere ancora in gara!
I romanzi della serie:
1) Una donna irresistibile
2) Provocante vedndetta
3) Cedere al piacere
Informazioni sul libro
Cedere al piacere: Harmony Destiny
Descrizione
LA SCOMMESSA DEI REILLY . VOL. 3. Restare novanta giorni a digiuno di sesso. Per i tre fratelli non sarà facile, soprattutto quando il destino bussa. Per fortuna i tre mesi più lunghi della vita di Aidan stanno per finire. Solo tre settimane ancora è si aggiudicherà il premio della scommessa "no sesso per 90 giorni". Sta già assaporando la vittoria, quando incontra Terry Evans. La sua voce è così languida e dolce. Lei tormenta i suoi sogni e lui maledice la sua sfortuna: ha una donna meravigliosa a portata di mano e non può sfoderare il famoso fascino dei Reilly per conquistarla. Lui la desidera ogni notte, nel suo letto. Solo che non può cedere, non quando è l'ultimo dei fratelli a essere ancora in gara!
I romanzi della serie:
1) Una donna irresistibile
2) Provocante vedndetta
3) Cedere al piacere
- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Aug 10, 2015
- ISBN:
- 9788858938942
- Formato:
- Libro
Informazioni sull'autore
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Anteprima del libro
Cedere al piacere - Maureen Child
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
The Last Reilly Standing
Silhouette Desire
© 2005 Maureen Child
Traduzione di Lucilla Negro
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.
© 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5893-894-2
www.harlequinmondadori.it
Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.
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1
Aidan Reilly era così vicino alla vittoria che gli sembrava già di sentire in bocca il sapore dello champagne stappato per festeggiare. Be’, se non proprio dello champagne, di una bella birra ghiacciata... e ugualmente frizzante.
Stavano per concludersi i tre mesi più lunghi di tutta la sua vita. Ancora tre settimane e sarebbe stato proclamato vincitore della scommessa in cui si erano lasciati coinvolgere lui e i suoi fratelli all’inizio dell’estate.
Gli venivano i brividi solo a pensarci. Novanta giorni di assoluta castità e il vincitore sarebbe entrato in possesso della generosa somma di diecimila dollari lasciati in eredità ai gemelli Reilly da un loro prozio.
L’idea della scommessa era venuta in mente al fratello maggiore, Liam, padre Liam Reilly, per la precisione. Aveva gettato loro il guanto della sfida insistendo che i preti possedevano... più attributi dei marine in quanto avevano dovuto rinunciare ai piaceri della carne per la vita. E siccome nessun Reilly che si rispetti si era mai tirato indietro di fronte a una sfida, ai tre gemelli non era rimasto altro che raccogliere il guanto, sebbene stavolta il terreno su cui gareggiare fosse veramente duro e insidioso.
Brian e Connor erano già fuori combattimento, il che lasciava Aidan da solo a tenere alta la bandiera della famiglia ed evitare che Liam si burlasse a vita di tutti e tre.
Per lui non era più una questione di soldi, si ripeteva, fissando il fratello maggiore che gli stava seduto di fronte al tavolo del Lighthouse Restaurant. L’intento di Liam era sostanzialmente far sì che tutti e tre perdessero la scommessa perché così l’intero bottino sarebbe andato a lui, che lo avrebbe utilizzato per rifare il tetto alla sua amata chiesa.
Be’, Aidan non era ancora intenzionato a dirglielo, ma, una volta vinta la scommessa e ricevuto il meritato elogio da parte dei fratelli, avrebbe comunque consegnato il denaro a Liam.
Non aveva bisogno di quei soldi. Guadagnava già quello che gli serviva con il suo lavoro nei marine. Non era stato certo per avidità che aveva accettato la sfida.
Quel che contava per lui era vincere. Dimostrare agli altri che era il più forte.
Si appoggiò allo schienale ed evitò di lasciare scorrere lo sguardo per la sala gremita. Il Lighthouse era un ristorante frequentato da famiglie, per cui si sentiva abbastanza al sicuro lì dentro. Le uniche donne di cui doveva preoccuparsi erano le cameriere, tutte fin troppo carine per i suoi gusti.
A quel pensiero, spostò di nuovo lo sguardo sulla sua birra.
«Nervoso?» lo punzecchiò Brian, notando il suo impaccio.
«No... perché dovrei esserlo? Sto per tagliare il traguardo.»
«Non hai ancora vinto, però.»
«È solo una questione di tempo.» Aidan accennò un sorriso, continuando a fissare il bicchiere.
«La sai una cosa?» interloquì Connor, appoggiandosi con i gomiti al tavolo e sporgendosi in avanti. «Non credevo saresti durato così a lungo.»
«Se è per questo, neanch’io» ammise Liam.
«Be’, ciò significa che sono il più forte, no?» si vantò Aidan, sorridendo al fratello maggiore e ignorando gli altri due.
«Uhm, non saprei» dubitò Liam, con un risolino beffardo. «Dalla tua hai che sei sempre stato il più ostinato, questo è poco ma sicuro. È la tenacia, infatti, il tuo punto di forza. La testa dura...»
Accanto a lui, Connor sghignazzò e Aidan gli conficcò una gomitata nelle costole. «Ride bene chi ride ultimo» sibilò a denti stretti. «Voglio proprio vedere le vostre facce quando mi intascherò tutto il malloppo.»
«Non dire gatto finché non ce l’hai nel sacco. Mancano ancora tre settimane» gli rammentò Brian dal suo posto accanto a Liam, citando il vecchio adagio. «Sta di fatto che, per il momento, io e Connor ce la spassiamo con le nostre dolci mogliettine, mentre tu sei solo come un cane, senza una donna che ti scaldi il letto la sera.»
Purtroppo, aveva ragione. Con una faccia truce, Aidan ingoiò una sorsata di birra, impegnandosi a non distogliere lo sguardo dai tre uomini seduti al tavolo con lui. Un’occhiata fugace a una bionda sensuale o una procace brunetta di passaggio e sarebbe dovuto correre a casa a buttarsi sotto la doccia ghiacciata. Aveva speso più tempo nell’acqua gelida negli ultimi tempi che in tutta la sua vita. Tra le docce terapeutiche e il suo lavoro come membro della squadra di soccorso in mare dei marine, si stava trasformando in una specie di pinguino.
«Ce la farò» asserì, convinto.
«Tre settimane non sono poche» insistette Connor con voce cantilenante.
«Ne ho già superate nove» gli fece presente Aidan. Nove terribili settimane. Il peggio era passato, si disse. Era ormai in dirittura di arrivo e niente e nessuno lo avrebbe ostacolato.
«Già. Ma sanno tutti che gli ultimi chilometri prima del traguardo sono sempre i più difficoltosi» incalzò Liam con malcelata goduria.
«Grazie tante per l’incoraggiamento.»
«Ventuno lunghi giorni» scandì il fratello in tono solenne, facendo sembrare quelle tre settimane ancora più lunghe.
«Quante ore?» gli fece eco Brian.
«Certo è che siete proprio dei sadici!»
«Che fratelli saremmo, altrimenti?» ribatté Connor con un ghigno canzonatorio.
Aidan sbuffò e si spinse indietro con la sedia. Ignorando Liam, indirizzò ai gemelli un sorrisetto compiaciuto. «Devo ricordarvi che razza di mollaccioni siete? Quanto poco avete resistito?»
Brian storse il viso in una smorfia e Connor si mosse a disagio sulla sedia.
«Mmh, no..» mugugnò, ridendo sotto i baffi. «Immagino che lo sappiate già.»
Di buon’ora, il mattino seguente, Terry Evans si guardò intorno e si disse che lavorare alla Casa del Principe Ranocchio, la libreria della sua amica Donna, sarebbe stato un gioco da ragazzi. Oltre che un piacevole diversivo e un’interessante variazione nel percorso lungo e lineare della sua vita.
Almeno finché un bambino di cinque anni non strappò un libro di mano a una bambina di tre e ne derivò un urlo, degno di un documentario sui coyote trasmesso sul canale satellitare dedicato alla natura.
Terry trasalì e sorrise osservando le mamme accorrere precipitosamente per dividere i rispettivi pargoli. Oh, certo, pensò, rivalutando la sua generosa offerta d’aiuto all’amica, proprio un gioco da ragazzi.
C’erano bambini dappertutto, il che era normale, dal momento che la libreria si rivolgeva a un’utenza dai dieci anni in giù. Bambini e mamme.
La Casa del Principe Ranocchio non era una libreria come le altre. C’erano sedioline e soffici puf sparsi ovunque, dove i piccoli lettori in erba potevano consultare un libro mentre le loro mamme sedevano a dei tavolini rotondi a sorseggiare un tè o un caffè in santa pace. I bambini si divertivano moltissimo a esplorare un luogo dove era tutto a portata di mano e le mamme si rilassavano, sapendo che i loro tesori non sarebbero incorsi in alcun pericolo in un posto simile.
Donna desiderava un negozio che fosse a misura di bambino, allegro e colorato, e nell’allestirlo si era ispirata alle fantasie dei più piccoli. Sulle pareti erano raffigurate favole diverse e in un angolo erano stati disposti dei lunghi tavoli, affollati di libri da colorare e di pastelli di ogni tipo. Durante l’ora della favola, alle quattro in punto tutti i pomeriggi, almeno una ventina di bambini si sedevano a gambe incrociate sui tappetini variopinti e ascoltavano rapiti il lettore di turno.
Terry sospirò e sorrise guardando i due contendenti messi di nuovo a tacere, ciascuno con il proprio libro in mano, stavolta.
Il suo sguardo indugiò qualche secondo in più sul maschietto e le si strinse il cuore. Era un dolore antico, non più intenso come un tempo, con il quale aveva imparato a convivere perché sapeva che non sarebbe mai andato via.
E a dire il vero, non voleva che se ne andasse, perché, se avesse perso quel dolore, sapeva che avrebbe perso anche il ricordo di ciò che lo aveva causato. E lei non voleva che ciò accadesse.
«Mi scusi.»
Terry staccò lo sguardo dai bambini radunati attorno al tavolo, disseminato di album spaginati e pastelli rosicchiati, e si trovò davanti... UN UOMO.
A prima vista, le venne naturale pensare a lui a caratteri cubitali. Mentre la temperatura corporea saliva, lo guardò meglio.
Alto, di sicuro intorno al metro e novanta, indossava una maglietta a mezze maniche con il logo dei marine stampato sul petto a sinistra.
Non era strano trovarsi di fronte un marine. Baywater era a un tiro di schioppo da Parris Island, dove era situato il centro di addestramento delle reclute, così come la vicina base aerea di Beaufort.
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