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Da manager a rancher: Harmony Destiny
Da manager a rancher: Harmony Destiny
Da manager a rancher: Harmony Destiny
Ebook170 pages2 hours

Da manager a rancher: Harmony Destiny

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About this ebook

Richard, giovane miliardario della Virginia, annoiato dalla vita di società decide di fare una scommessa col cugino: per un mese dovrà guadagnarsi da vivere, senza l'aiuto di nessuno e lontano da casa. Nel ranch dove trova lavoro, però, incontra Silver, la figlia del proprietario, donna dal carattere forte che stimola i suoi sensi in modo travolgente... La sua vita ha il destino segnato e l'addestramento di Lucy Hand, un purosangue a cui la ragazza è molto affezionata, ne è la prova.

LanguageItaliano
Release dateJan 11, 2016
ISBN9788858943830
Da manager a rancher: Harmony Destiny

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    Da manager a rancher - Meg Lacey

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Million Dollar Stud

    Harlequin Temptation

    © 2002 Lynn V. Miller

    Traduzione di Tiziana Tursi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-383-0

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Richard Darcy Kristof, erede dell’omonima fortuna, entrò nella biblioteca privata del club. Si sfilò la cravatta a farfalla e si slacciò il primo bottone della camicia. Vuotò d’un solo sorso il bicchiere di bourbon che l’anziano cugino, Nicholas Demetries, gli aveva versato e glielo restituì per averne un secondo.

    «Nottataccia, cugino?» gli domandò questi sorridendo.

    «Un altro ballo con una debuttante e mi sarei gettato dalla finestra.»

    I gemelli Tremont raccolsero le fiches e si concessero una pausa.

    «Se meditavi il suicidio, ti sarebbe andata male. La finestra è a meno di un metro da terra» scherzò Tommy.

    «Già» insistette Terry. «Il peggio che poteva capitarti era un tuffo tra i rovi di crespino.»

    Nicholas, alto, affascinante e impeccabilmente vestito, afferrò il cugino per le spalle. «E le adorabili debuttanti alle quali volevi sottrarti avrebbero fatto la fila dietro la porta della tua camera per offrire conforto al nostro playboy multimiliardario

    «Che il cielo non voglia!» esclamò Darcy unendosi al tavolo del poker. «E ti sarei grato se mi risparmiassi quell’insulso epiteto...»

    «Anche i giornalisti devono campare, cugino.»

    «Se vuoi una mano a tenere a bada le ammiratrici, considerami sin d’ora al tuo servizio» si candidò Tommy.

    Darcy mischiò le carte. «Serviti pure. Non ho conosciuto una sola donna che tenga vivo il mio interesse per più di quarantotto ore.»

    Dubitava che ne esistesse una in grado di catturargli la mente e i sensi, ma questo comunque non gli impediva di spassarsela ogni volta che poteva.

    «A letto o fuori dal letto?» indagò Tommy. «Non mi dirai che ci parli anche?»

    Terry annuì studiando le carte. «Sarebbe fiato sprecato. Io ci ho rinunciato.»

    «Meglio limitarsi a guardarle. Non si corre il rischio di annoiarsi» convenne il gemello.

    Darcy scosse la testa. Nel corso degli ultimi mesi aveva incamerato un crescente senso d’insoddisfazione. L’assenza di obiettivi lo stava distruggendo, ma non era riuscito a mettere a fuoco cosa volesse veramente.

    «Non c’è cosa che non mi annoi al momento» ammise.

    «Oh, povero ricco incompreso...» lo schernì Nicholas. «Quanto li vorremmo anche noi i tuoi crucci!»

    «Dacci un taglio, Nick.»

    «Qualcuno deve pur tenerti con i piedi per terra.»

    «Se non vi va di giocare, io me ne torno di là a ballare» minacciò Terry.

    Per qualche minuto giocarono in assoluto silenzio. Poi Darcy vuotò un altro bicchiere e alzò le mani. «Scusate, ma non è serata.»

    I Tremont si guardarono l’un l’altro. «Si può sapere che ti prende?» gli domandarono all’unisono.

    «In che senso?»

    «Lascia perdere» tagliò corto Tommy e fece cenno al fratello di seguirlo. «Ho visto una rossa in pista che non era niente male...»

    Nicholas li guardò allontanarsi e si rivolse al cugino. «Che c’è? Ti serve un anticipo sul conto fiduciario?»

    «No. I soldi non mi mancano.»

    «Allora, cos’è? Una donna?»

    «Una donna?»

    Non ce n’era stata una da settimane. Non da quando Susanne Westingham lo aveva sedotto in piscina alla festa degli Overton.

    «So che i tuoi ti stanno soffiando sul collo perché ti sistemi.»

    «Con una donna alla mia altezza» gli rammentò Darcy. «Il che significa con vagonate di soldi e conoscenze altolocate. A sentir loro dovrei chiedere copia della dichiarazione dei redditi prima di un appuntamento.»

    «Non puoi biasimarli. C’è molto in ballo per la tua famiglia.»

    «Fortuna, reputazione, eredità... Al diavolo, Nick. Ne ho piene le tasche di questi discorsi. È tutto così dannatamente prevedibile.»

    «Non direi. Puoi fare quello che vuoi e andare dove vuoi.»

    «Lo so, ma a volte vorrei altro.»

    «Per esempio?»

    «Non lo so.» Darcy giocherellò con il bicchiere vuoto. «Non ti capita mai di non poterne più delle stesse facce, degli stessi posti? Mai una sfida. Un evento realmente eccitante. Un’avventura.»

    «Forse il problema non è intorno a te, ma dentro di te.»

    «L’hai detto. Mi domando come mi sentirei se fossi uno qualunque, ignorato dai paparazzi e dalla cronaca rosa e snobbato dalle donne a caccia di polli da spennare.»

    Nicholas scoppiò a ridere. «Come se potessi davvero essere uno qualunque.»

    «Potrei» ribatté Darcy.

    «Hai un tenore di vita che la maggior parte della gente ti invidia. Sei lo scapolo più ambito dalla Virginia a Palm Beach da quando hai compiuto diciotto anni.» Nicholas scosse il capo. «Non potresti mai essere uno normale.»

    «Vuoi scommettere?»

    «Cosa?»

    «Che posso vivere da comune mortale per un mese.»

    Nicholas si stropicciò il mento. «E che cosa ti andrebbe di scommettere?»

    «La mia auto.»

    «Ma se ami quel catorcio più di quanto tu abbia mai amato una donna!»

    «Infatti. Sono certo che non la perderò.»

    «E dove conteresti di realizzare il miracolo?»

    «Cerchiamo una cartina.»

    Darcy si accostò alla libreria e sfilò un atlante dallo scaffale. Lo portò al tavolo e lo aprì. Si coprì gli occhi con la mano e puntò il dito a caso.

    «Cecil. Nel Kentucky» lesse.

    «Mai sentito nominare.»

    «È... a sudovest di Lexington.»

    «Lexington è la patria delle corse dei cavalli. Cosa ti fa credere che la gente non ti riconoscerà da quelle parti? La tua famiglia possiede una scuderia» obiettò Nicholas.

    «Non me ne sono mai occupato direttamente e comunque sono più conosciuto nei circuiti ippici della Virginia. Nessuno mi collegherà a Darcy Kristof delle scuderie WindRaven

    Nicholas corrugò la fronte. «Quest’idea puzza di disastro a un miglio di distanza.»

    «Il solito menagramo.»

    «Mi paghi per esserlo.»

    «E tu ti applichi fino all’ultimo centesimo. È deciso. Io sparisco e mi concedo un’avventura di un mese. Nessuno, tranne te, saprà dove mi trovo.»

    La sua vita reclamava una smossa. O una nuova donna.

    «È la trovata più balzana che potessi avere. Se vuoi cambiare davvero qualcosa, perché non ti accolli una quota delle attività di famiglia con rispettive responsabilità?» suggerì il cugino.

    «Per mettere in mezzo a una strada gente che è pagata per farlo al posto mio?»

    «Darcy... È tempo che tu prenda in mano le redini della tua vita.»

    «È esattamente ciò che intendo fare.»

    «Tagliando la corda e concedendoti un’avventura?»

    «Che male c’è?»

    «Continuo a credere che...»

    «Nick, promettimi che non dirai a nessuno dove mi trovo. Neanche ai miei.»

    «Dimentichi che sono in Europa.»

    «E io dovrei raggiungerli la prossima settimana.»

    «Per il compleanno di zia Rosalind.»

    «Dovrai inventarti qualcosa per coprirmi. Coraggio, tira fuori il tuo spirito sportivo. Se non trascorro il prossimo mese come uno qualunque, la mia Jaguar è tua. Se vinco, la tua barca è mia per i prossimi sei mesi.»

    Nicholas ponderò la proposta e gli tese la mano. «D’accordo» acconsentì. «Ma che accidenti farai a Cecil?»

    «Mi farò venire un’idea.»

    «Sento di doverti dire che...»

    «Sei il mio avvocato, Nick, non la mia balia. Stai tranquillo. Voglio soltanto spassarmela un po’.»

    «E va bene, ma non andare a letto con tutte le donne del paese. La tua famiglia non la prenderà bene, soprattutto se toccherà a me tirarti fuori dai guai.»

    «Non passo tutto il tempo a pensare alle donne.»

    «Non ne hai bisogno. Lo fanno loro per te.»

    «Quando è stata l’ultima volta che hai dovuto tirarmi fuori dai guai, a parte con Christina Petrova?»

    «Ti sto solo chiedendo di muoverti con circospezione.»

    «Non farò nulla che possa essere frainteso» promise Darcy portandosi la destra sul cuore. «A meno che non me lo chiedano espressamente.»

    «Ora sì che mi sento sollevato» lo rimbeccò Nicholas.

    Darcy sorrise. «Fidati. Se vedrò un bel bocconcino, porgerò l’altra guancia.»

    «Al diavolo!» si arrese Nick. «Ma chiamami se ti serve aiuto.»

    Darcy lo salutò con un cenno della mano. «Ci vediamo tra un mese, cugino.»

    Avendo maturato la decisione di partire, Darcy non perse tempo. Quel lunedì mattina, alle prime luci dell’alba, caricò una sacca su un furgone preso in prestito e si mise in viaggio. Si sentiva pervadere da un’insolita sensazione di libertà.

    Quando era stata l’ultima volta che si era concesso un’avventura del genere? Mai, ora che ci pensava. Le sue fughe, infatti, avevano sempre incluso destinazioni esotiche, alloggi a cinque stelle e costose attrezzature. Al momento invece disponeva soltanto di cinquecento dollari, qualche cambio di vestiti e un paio dei suoi libri preferiti.

    Ignorò le interstatali e imboccò percorsi secondari, vagando per le lussureggianti vallate della Virginia. Oltrepassò le catene montuose a ovest e un’infinità di fiumiciattoli e torrenti dedicati ai primi coloni. Infine entrò indisturbato e senza clamore nel Kentucky.

    Silver Braybourne tirò saldamente le redini mentre il cavallo trotterellava in cerchio. «Bravo. Ora che hai capito come funziona, sarà uno scherzo.»

    Lucky Hand non era un puledro inesperto, ma andava riaddestrato perché potesse esprimere al massimo le sue potenzialità. Silver era persuasa che ne avesse, e molte. Il problema era convincere suo padre.

    Il cavallo le era stato affidato da un paio di mesi, ma lei aveva cominciato a lavorarci sul serio soltanto da uno.

    «Molti campioni sono usciti dalle scuderie Braybourne e io mi aspetto che tu sia uno di loro.»

    Avevano allevato e allenato un numero incalcolabile di cavalli da corsa di classe, anche

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