Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Il potere del successo: Harmony Destiny
Il potere del successo: Harmony Destiny
Il potere del successo: Harmony Destiny
Ebook157 pages2 hours

Il potere del successo: Harmony Destiny

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

BLACKSTONE & HAMMOND - Due famiglie. Una rivalità che dura da oltre trent'anni. Un potere prezioso, inattaccabile e splendente come un diamante. Sono l'uomo giusto per una notte di passione e per affari spregiudicati.

Jake Vance, alias James Blackstone, pensa questo di sé e, a dire il vero, non si può che esserne d'accordo. Affascinante e infallibile uomo d'affari rappresenta una vera minaccia nel suo impeccabile completo firmato per il cuore di ogni donna. Ma anche per le società su cui posa gli occhi. La sua ultima preda è la Blackstone Diamonds e la bella Holly McLeod si ritrova a lavorare per lui. Imparare tutte le sue tecniche per impossessarsi di nuovo della società di famiglia, non la prepara però alla proposta che Jake le fa per raggiungere i suoi scopi: un'unione intima con lui!

LanguageItaliano
Release dateFeb 10, 2016
ISBN9788858945506
Il potere del successo: Harmony Destiny
Author

Paula Roe

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Read more from Paula Roe

Related to Il potere del successo

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Related categories

Reviews for Il potere del successo

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Il potere del successo - Paula Roe

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Boardrooms & A Billionaire Heir

    Silhouette Desire

    © 2008 Paula Roe

    Traduzione di Rita Pierangeli

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    HarperCollins Italia S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2009 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-550-6

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Ricchezza e potere aleggiavano nella spaziosa sala del consiglio, permeando ogni pannello di legno di ciliegio e ogni filo del folto tappeto.

    Le enormi vetrate panoramiche erano in sintonia con l’atmosfera del luogo, offrendo la visuale maestosa del porto di Sydney sulla destra e della cupola dello storico Queen Victoria Building sulla sinistra. Una luce discreta illuminava il tavolo dal quale una donna e tre uomini si stavano alzando. Jake Vance li riconobbe uno a uno: Kimberley Perrini; suo marito Ric, attuale presidente della Blackstone Diamonds; Ryan Blackstone, direttore finanziario; Garth Buick, segretario della società.

    Giorni prima, Jake si era trovato in quella stessa sala.

    All’epoca, vi aveva regnato un’atmosfera di stupefatto rifiuto dopo che lui aveva fatto esplodere la sua piccola bomba. Ciononostante, era una coincidenza troppo bella perché Kimberley se la facesse sfuggire; aveva notato la curiosità nella sua espressione sconvolta. Adesso, a giudicare dalla loro aria traumatizzata, era evidente che avevano in mano la prova.

    Scoprire che il proprio fratello, dato per morto, era vivo e vegeto era un avvenimento tale da cambiare la vita, anche se quella diceria aveva foraggiato la stampa per mesi. Ma non era niente in confronto alla possibilità che quel fratello si accaparrasse una fetta sostanziosa del patrimonio dei Blackstone.

    Deglutì il sapore amaro che aveva in bocca. Tutto quello non rientrava nel suo piano decennale. Guadagnare il primo miliardo, affermarsi sul mercato USA, finanziare le cause predilette di sua madre, sì. Perfino, per ultimo, una moglie e dei figli. Ma non quello.

    «James... Jake?» balbettò Kimberley Perrini, ovviamente incerta su come proseguire. Lui fece un breve cenno con il capo e rimase in silenzio. Mentre lei optava per rimettersi a sedere, ne notò il tailleur dal taglio classico, i capelli raccolti in uno chignon, l’aria di persona sofisticata e privilegiata che irradiava.

    Jake scacciò un’amarezza che non gli era abituale e si concentrò sul proprio piano: individuare i punti deboli.

    Era imbarazzante, quel primo faccia a faccia con sua sorella. Sua sorella, per amor del cielo! Ignorando le implicazioni più complesse, completò il suo esame. La somiglianza tra Kimberley e Ryan era evidente: capelli scuri, occhi verdi. Ma mentre in quelli di lei c’era un cauto ottimismo, quelli del fratello tradivano pura e semplice ostilità. La si avvertiva in ogni odore di cui era pervasa la sfarzosa sala, in ogni gesto che lui faceva nel suo completo da mille dollari.

    Jake guardò in direzione di Garth Buick. I due uomini più giovani, Ric e Ryan, erano in piedi dietro di lui, come se quella posizione desse loro un vantaggio psicologico.

    In passato, Jake aveva adottato spesso la stessa tattica.

    «Abbiamo fatto analizzare i documenti di April Kellerman, come anche i test del DNA» disse Ric Perrini, invitando Jake ad accomodarsi.

    «E...?» Jake si sedette, imitato da Ric e Ryan.

    «A quanto pare, tu sei James Blackstone.»

    Ci fu un respiro collettivo e un silenzio di attesa dilagò nella sala come un manto di neve. L’aria era altrettanto raggelante, e il gelo proveniva soprattutto dai due uomini che si erano battuti per il posto di presidente dopo la morte di Howard.

    Jake irrigidì i lineamenti per non tradire alcuna emozione. Cedere ai sentimenti significava rendersi vulnerabili, con la conseguenza di offrire ai propri avversari un punto debole da sfruttare.

    «Quindi, Howard ha sempre avuto ragione» commentò alla fine Kimberley.

    Ric si strinse nelle spalle. «Sembra di sì.»

    Lei aggrottò la fronte e aprì la bocca per aggiungere qualcosa, ma Ryan l’anticipò.

    «Ti abbiamo convocato per discutere di alcune cose. Primo, i tuoi piani per la Blackstone.» Il tono pacato di Ryan era smentito dallo sguardo fosco. «Vorremmo farti un’offerta per la tua quota di azioni.»

    Jake soffocò la sorpresa. Interessante. Prima di tutto gli affari. «Non intendo vendere.»

    «Non hai ancora sentito la nostra offerta.»

    «Non è necessario.»

    «Ascolta, Vance. Se si tratta di una specie di vendetta o...»

    «Perché dovrei fare una cosa simile?»

    Gli uomini si scambiarono un’occhiata. Alla fine fu Kimberley a parlare: «Esamina la questione dal nostro punto di vista. Tu e Quinn Everard siete amici. C’è stata una lunga storia di ostilità tra lui e Howard...».

    Jake sorrise, ben sapendo che li avrebbe spiazzati. «Non è un mio problema. Sono sicuro che avete fatto svolgere indagini sul mio conto. Quindi sapete che non permetto mai ai sentimenti personali di intralciare una decisione d’affari.»

    «Che cosa mi dici della Jaxon Financial?» chiese Ric.

    Jake prese tempo, per assimilare la frecciata senza lasciar capire che era stato punto sul vivo. «È successo più di otto anni fa. E la società non era la mia» rispose infine.

    «Ma ti hanno accusato di insider trading» puntualizzò Ryan.

    Jake si rilassò contro lo schienale della poltrona di pelle e allungò le gambe con calcolata nonchalance. «Accusato. Non condannato.»

    «Hai perso molti milioni. Il consiglio di amministrazione ti ha cacciato.»

    «E diciotto mesi più tardi ho ricambiato il favore quando ho rilevato la loro azienda. Ascoltate, possiamo parlare della mia complicata storia per ore, ma i fatti non cambiano. Per come la vedo io, avete due alternative. Combattermi, il che comporterebbe anni di battaglie legali, con il conseguente crollo delle azioni. Oppure collaborare con me. La Blackstone ha un problema. Oltre alla fuga di notizie che non siete riusciti a bloccare, la società è in crisi dalla morte di Howard. I prezzi delle azioni stanno calando. La lotta di potere tra te... e te» Jake indicò con il capo prima Ric e poi Ryan, «ha effetti disastrosi sul consiglio di amministrazione, per non parlare dei vostri azionisti. Si stanno innervosendo.»

    «Come fai a saperlo?» chiese Ryan.

    «Non sarei un buon affarista se non mi informassi.» Prima che Ryan potesse ribattere, Jake alzò una mano. «Intendo porvi rimedio.»

    «Perché?» chiese Ryan, socchiudendo gli occhi.

    «Perché posso farlo.»

    «Volevo dire...»

    «So che cosa volevi dire. Che ti piaccia o no, Howard ha fatto di me un beneficiario. Siete preoccupati che la Blackstone fallisca? Io posso evitarlo. Niente di personale. Si tratta di affari.»

    «Quindi, per te sono sempre e soltanto affari?» chiese Kimberley.

    «Be’, non si tratta certo di legami familiari.»

    A Jake non sfuggì il lampo di costernazione negli occhi della sorella quando lei scambiò una rapida occhiata con Ric.

    «Dunque, qual è il tuo piano?» volle sapere Ric.

    Jake lo studiò con attenzione. Ric Perrini aveva un’aria coriacea, e una reputazione all’altezza del suo aspetto. Era stato come un figlio per Howard, l’unico ritenuto degno di subentrargli alla Blackstone. Era probabile che si sentisse minacciato. Diamine, lo stesso valeva per tutti gli altri.

    Non c’era da stupirsi. Jake giocava sulla propria reputazione di imprevedibilità; il suo scopo era trasmettere paura e incutere rispetto ai cuori dei suoi avversari e renderli imprudenti.

    Era così che vinceva.

    Guardò di nuovo Kimberley, che lo stava fissando in silenzio. Quando ne incontrò i penetranti occhi verdi, lei si rifiutò di distogliere lo sguardo.

    «Sei l’immagine sputata di Howard» dichiarò di punto in bianco.

    Disorientato da un commento così personale, Jake si accigliò. Non era sicuro che lo intendesse in senso buono. Doveva ringraziarla? O ignorarla? Optò per la soluzione più semplice.

    «I geni dei Blackstone.»

    Kim esitò prima di continuare. «Sai che noi tutti eravamo convinti che Howard sragionasse riguardo a te» disse alla fine. «Non riesco a credere che tu sia davvero vivo.»

    Jake sollevò le sopracciglia e le rivolse un sorriso ironico. «In carne e ossa.»

    Kim esitò di nuovo, un momento di troppo.

    «Hai qualcosa da dire?» la sollecitò Jake con calma. «Coraggio, parla.»

    «Non hai domande sulla famiglia? Su Howard? Sonya? Vince?»

    «Non in modo particolare. Ho un reparto ricerche molto efficiente.»

    «Dove sei stato negli ultimi trent’anni?» chiese Ryan.»

    «Nel Queensland. Poi, dai dieci anni circa, nell’Australia del Sud.»

    «E...?» lo sollecitò Kim.

    Jake li lasciò in sospeso per alcuni secondi prima di ammettere: «Venni rapito dalla governante di Howard e dal suo compagno. Due mesi dopo la richiesta di riscatto, verso mezzanotte, la loro auto finì nel fiume Lindon, a cinque chilometri a nord di...».

    «Newcastle, sì, abbiamo letto il rapporto della polizia» lo interruppe Ryan. «Tutti hanno creduto che fossi annegato anche tu.»

    «April Kellerman arrivò sul luogo al momento dell’incidente e mi trasse in salvo.»

    «E ti tenne con sé.»

    Il disprezzo nella voce di Ryan risvegliò in Jake un forte senso di protezione. «Non giudicare quello che non conosci» lo avvertì a voce bassa, trafiggendolo con un’occhiata gelida.

    Calò di colpo il silenzio.

    Fu Kim a romperlo. «Ci occorre saperne di più se dobbiamo preparare un comunicato stampa.» Un’ombra le incupì i lineamenti. «Tu non ti fidi di noi.»

    «Non mi fido di nessuno.»

    «Che atteggiamento simpatico» borbottò Ryan.

    «La fuga di notizie alla stampa non riguarda me.»

    Ryan si irrigidì mentre Perrini diceva: «Lo sai che i giornalisti riempiranno i vuoti con qualunque cosa riusciranno a trovare, vera o falsa che sia».

    «Lo so.»

    Jake era deciso a non lasciar trapelare niente sotto i loro sguardi inquisitori. Pochi secondi dopo, il lieve sospiro di Kim fu l’unico segno che aveva vinto. Vinto che cosa? Sorprendentemente, la vittoria aveva un sapore amaro.

    «La tua data di

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1