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Amore senza confine: Harmony Collezione
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Amore senza confine: Harmony Collezione

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About this ebook

Una notte di passione con il suo capo? Incredibile, ma vero!

Un equivoco conduce Philippa Stevenson tra le braccia di Andrea D'Alessio, l'imprenditore italiano che ha appena acquisito la società Venstar. Philly pensava che il suo capo fosse un tipo basso, grassottello e pelato, invece si ritrova di fronte il prototipo del maschio latino, tenebroso, dai colori scuri e i tratti forti, il viso abbronzato, i capelli neri e lucidi, gli occhi lunghi, stretti e magnetici, irresistibile. Dopo una notte di passione, Andrea non intende lasciarla andare via: la vuole per sé, la vuole nel suo letto! Mentre Philippa si accorge di aver commesso un errore terribile e vuole a tutti i costi allontanarsi dall'uomo che l'ha sedotta. A questo punto riuscirà Andrea a persuadere ugual-mente Philippa a diventare sua moglie?

LanguageItaliano
Release dateDec 10, 2014
ISBN9788858929155
Amore senza confine: Harmony Collezione
Author

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Amore senza confine - Lynne Graham

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Italian Boss’s Mistress

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2003 Lynne Graham

    Traduzione di Carlotta Picasso

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-915-5

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    La veduta di Napoli dall’aereo lasciò senza fiato il gruppo di uomini d’affari che si stava recando in quella città per l’acquisizione di una società, la Venstar, che avrebbe esteso ulteriormente l’impero economico di Andrea D’Alessio. D’Alessio era un imprenditore, noto per essere un tipo inflessibile e risoluto. Il suo nome era diventato una leggenda. Non c’era capo esecutivo della Venstar che non temesse di perdere il proprio posto di lavoro.

    «Questa fotografia l’aiuterà a riconoscere il personale dell’azienda, una volta che lo incontrerà di persona.» Uno dei direttori porse al nuovo proprietario il notiziario informativo della società in cui era stata pubblicata la fotografia dell’organico.

    Andrea la studiò con attenzione e rimase colpito dall’immagine di una donna molto alta, ritratta in mezzo a un manipolo di uomini dall’espressione seria e compassata. Appariva fuori luogo e il suo atteggiamento dimesso, le spalle curve come se volesse nascondersi, evidenziavano l’assoluta mancanza di grazia ed eleganza.

    Un paio di occhiali dalla montatura pesante nascondeva il suo volto sottile. Ma quello che soprattutto colpì Andrea fu la sua trasandatezza.

    Aveva i capelli scompigliati in riccioli ribelli che andavano in tutte le direzioni e l’effetto era disastroso. Avrebbero avuto bisogno di un’energica spazzolata.

    Osservandola nei particolari, notò che mancava un bottone alla giacca e che i pantaloni informi avevano l’orlo di una gamba scucito.

    Si accigliò. La cura della propria persona era per lui una priorità fondamentale. Sempre elegante e impeccabile, non tollerava chi non fosse ordinato, ben vestito e attento ai particolari.

    «Chi è quella donna?» si informò, con un tono che voleva sembrare casuale.

    «Oh, si riferisce a... Philippa!» esclamò un capo esecutivo della Venstar. «È il nostro vicedirettore amministrativo...» rispose, ricordando che l’assunzione di una donna nell’organico della società era stata una sfida della vecchia dirigenza.

    «Non deve pensare a lei come a una donna qualunque, normale... è un cervellone. Mira in alto, è ambiziosa e non pensa che al lavoro» rivelò con una punta d’orgoglio un altro direttore. «Si dedica totalmente al lavoro. Non ha preso un giorno di ferie in tre anni...»

    «Questo non depone a suo favore, rischia di ammalarsi» obiettò Andrea. «Gli impiegati stressati ed esausti non riescono a mantenere alte le loro prestazioni e commettono errori. Questa signora ha bisogno di una vacanza e il capo del personale dovrebbe scambiare due chiacchiere con lei sul suo aspetto, sciatto e trasandato.»

    Gli impiegati si irrigidirono. Pancia in dentro, spalle dritte, petto in fuori, i presenti temettero che una piccola pecca nel loro modo di abbigliarsi o un brutto portamento potessero pregiudicare la loro posizione e qualificarli come persone trasandate. Un silenzio imbarazzante riempì la stanza. Philippa era trasandata, goffa, in disordine? Nessuno si era mai soffermato su quell’aspetto. I suoi colleghi e collaboratori apprezzavano le sue doti di grande economista e la sua estrema efficienza.

    Andrea continuò a esaminare la fotografia, spostando la sua attenzione sul gruppo di uomini.

    «Sono fermamente convinto che, non curarsi del proprio aspetto e vestirsi alla buona, dia una cattiva impressione ai clienti. Non voglio vedere nessuno indossare i jeans in ufficio. Essere eleganti e alla moda implica ordine e disciplina e ha un buon impatto sulla clientela. Ad esempio, quest’uomo qui davanti, dovrebbe tagliarsi i capelli e indossare una camicia nuova. Un occhio attento al proprio aspetto è doveroso e torna sempre a proprio vantaggio. Ricordatevi che curare la propria immagine non è mai tempo sprecato.»

    Quasi tutti i presenti decisero di seguire una dieta, di tagliarsi i capelli e di comprare un completo nuovo. Andrea era l’emblema dell’eleganza, a conferma di quanto sosteneva. Alto, magro, raffinato e signorile con il suo abito Armani, avrebbe dato ai più giovani il desiderio di emularlo.

    Ricky Brownlow era troppo vanesio per pensare di aver bisogno di tagliarsi i folti capelli biondi, o di mettersi a dieta, e sorrise compiaciuto tra sé. Aveva già escogitato un modo per insediare la sua attuale amante al posto di Philippa senza attirare l’attenzione, o le critiche, dei colleghi.

    «L’ufficio del personale dovrà anche mettere a punto dei nuovi obiettivi. Vorrei vedere un miglioramento nell’organico della Venstar e con ciò intendo dire che vorrei che un numero maggiore di donne occupasse ruoli direttivi all’interno dell’azienda» concluse Andrea.

    Quando Ricky Brownlow, il diretto superiore di Philippa, la convocò nel suo ufficio per metterla al corrente delle ultime novità, lei rimase sbigottita.

    «Cheryl... sarà nominata direttore amministrativo?» domandò con incredulità.

    Ricky annuì, come se non ci fosse niente di anomalo in ciò che le aveva appena riferito.

    Cheryl Long? Quella giovane brunetta dal sorriso pronto, che fino a quel momento era stata una delle sue impiegate, adesso stava per diventare il suo capo? Quella notizia fu un vero shock per Philippa. Da tre mesi stava operando come direttore amministrativo e aveva nutrito molte speranze sulla convalida ufficiale e definitiva di quell’incarico. Non aveva minimamente sospettato che Cheryl aspirasse a quel posto.

    «Ho pensato che sarebbe stato meglio informarti in via ufficiosa, prima del direttore del personale» aggiunse Ricky, con il tono di chi sta facendo un grosso favore.

    «Ma Cheryl non ha alcuna qualifica per occupare quel posto e ha un’esperienza di un paio di mesi nel settore...» insistette Philippa.

    «Come si dice, la gente giovane e motivata mantiene alto lo spirito dell’azienda» concluse Ricky, inarcando le sopracciglia di fronte alla sua espressione afflitta.

    Delusa e mortificata, lei tornò alla sua scrivania.

    Avrebbe potuto essere scavalcata da un candidato più qualificato di lei, si disse. Ma questo che cosa significava? Che non sapeva accettare la sconfitta? Temette di essersi sopravvalutata e pensò che, probabilmente, non era riuscita a rendersi conto del talento e delle capacità di Cheryl.

    All’improvviso si ricordò che quella sera ci sarebbe stata un festa di benvenuto in onore di Andrea D’Alessio. Sospirò. Non le erano mai piaciute le feste e ancora meno i ricevimenti offerti dall’ufficio.

    Ma anche se aveva perso il posto a cui aveva aspirato e che credeva ingenuamente di avere già acquisito, pensò che avrebbe fatto meglio a recarsi al rinfresco per dimostrare a tutti che non era invidiosa del successo di Cheryl.

    Cheryl stava per diventare il suo capo. Philippa ingoiò a fatica il rospo. Che cosa aveva fatto per compromettere la sua promozione? Perché nessuno l’aveva informata prima?

    Cheryl stava per diventare il suo capo. Non poteva crederci. In più di un’occasione, Philippa l’aveva trattata con durezza e ammonita per le pause pranzo troppo lunghe e per il lavoro scadente e impreciso. Era proprio la Cheryl che passava la metà del tempo chiacchierando, o civettando con il primo uomo disponibile? Cheryl che quel giorno...

    Philippa si sentì prendere dallo scoraggiamento. Lei che aveva sempre bruciato le tappe, ottenuto sempre dei risultati eccellenti, aveva fallito e non se ne capacitava. Doveva aver disatteso le aspettative. Forse non era stata all’altezza di quanto le veniva richiesto...

    «Peccato che lui non ami la pubblicità. Mi sarebbe piaciuto vedere una sua fotografia in primo piano» bisbigliò Jonelle, una delle assistenti, con lo sguardo sognante. «Stasera, vedendolo in carne e ossa, scopriremo se la sua reputazione corrisponde a verità.»

    «Sembra che abbia regalato alla sua ultima fidanzata un paio di manette tempestate di brillanti...» continuò Jonelle.

    Philippa non era interessata alla vita privata di Andrea D’Alessio. Sapeva che era un vero fenomeno negli affari ma anche un gigolo e un terribile donnaiolo, nonostante avesse tentato di tutto per proteggere la sua privacy e non farsi fotografare dai paparazzi che lo seguivano ovunque.

    Il suo istinto l’aveva messa in guardia e, senza ancora conoscerlo, era sospettosa nei suoi confronti. Se un uomo le avesse regalato delle manette tempestate di brillanti, si sarebbe trovato scaraventato fuori da un aereo senza paracadute. Comunque, lei non era il tipo da attrarre individui del genere. Molte altre donne, invece, sarebbero rimaste affascinate all’idea di sottostare alle fantasie sessuali del partner.

    «Scommetto che è un vero schianto» riprese Jonelle, con lo sguardo sognante. «Un tipo passionale...»

    «Invece io scommetto che è basso e con la faccia tonda e il naso a patata» aggiunse Philippa, ironica. «E il motivo per cui a lui non piace apparire sui giornali è che adora le voci che circolano sul suo conto che lo descrivono più bello di come sia in realtà.»

    «Forse quel povero ragazzo cerca soltanto di sfuggire a chi lo insegue per la sua ricchezza» ipotizzò Jonelle.

    «Allora, se non fosse stato milionario, nessuno gli sarebbe corso dietro» la derise l’altra.

    A metà mattinata, Philippa fu convocata dal direttore del personale. Le fu detto, per la seconda volta in quel giorno, che la sua richiesta di diventare direttore amministrativo era stata respinta. Tuttavia, grazie a Ricky Brownlow che l’aveva preavvertita, riuscì a dissimulare la rabbia e la frustrazione. L’anziano direttore la rassicurò, dicendole che non c’erano problemi per quanto riguardava le sue prestazioni e che la mancata promozione non dipendeva da lui.

    «Inoltre, ha svolto un ottimo lavoro in questi ultimi mesi, considerando tutto quello che ha passato» continuò in tono amichevole.

    Il riferimento alla recente morte del padre, avvenuta in primavera, la scosse. «Sono stata fortunata perché il lavoro mi ha tenuta molto occupata.»

    «Lo sa che non ha mai usufruito delle ferie in questi ultimi tre anni?»

    Philippa aggrottò la fronte e sollevò le spalle. «Sì, lo so...»

    «Mi hanno chiesto di assicurarmi che alla fine del mese lei vada in ferie per almeno tre settimane...»

    «Tre settimane... di ferie?» Philippa sobbalzò.

    «Mi hanno anche autorizzato a concederle sei mesi di astensione dal lavoro, o un intero anno sabbatico.»

    «Un... un anno sabbatico? Dice sul serio?» gli domandò, con gli occhi spalancati per lo stupore. L’anziano signore ignorò l’espressione avvilita sul viso di Philippa e cominciò a elencarle i benefici che poteva trarre da una pausa dal lavoro e da un lungo e meritato periodo di riposo.

    «Lei passa troppe ore in ufficio.»

    «Ma a me piace lavorare...»

    «Non ha importanza. Vedrà, in vacanza riuscirà a rilassarsi e allora prenderà in considerazione l’opportunità di godersi un intero anno sabbatico. Pensi a come si sentirà più riposata e stimolata al suo ritorno al lavoro.»

    Rilassata? Riposata? Credevano che fosse stressata? Era questo il motivo per cui non aveva ottenuto la promozione? Si era dimostrata irritabile, nervosa con i suoi colleghi? O non aveva manifestato sufficienti capacità manageriali? Si stava arrovellando la testa, cercando di capire la causa del suo fallimento.

    Non le davano scelta. Le avevano indorato la pillola, solo

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