Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Come in una favola: Harmony Collezione
Come in una favola: Harmony Collezione
Come in una favola: Harmony Collezione
Ebook153 pages2 hours

Come in una favola: Harmony Collezione

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Tayla si crede troppo grande per credere ancora al principe azzurro, eppure è così bello indulgere in pensieri romantici! E poi quell'uomo, Ric, che è arrivato su una motocicletta rombante le ha davvero sconvolto il cuore come una scossa di terremoto. Dopo aver passato un po' di tempo con lui, Tayla si sente come una ragazzina alla prima cotta. In un momento di lucidità, però, si rende conto che c'è qualcosa che non quadra: una certa Meg sembra molto affezionata a Ric e anche Rachel non è indifferente al suo fascino.

Non sarà che Ric si sta approfittando della situazione per spassarsela senza impegnarsi?

LanguageItaliano
Release dateJan 10, 2014
ISBN9788858918296
Come in una favola: Harmony Collezione

Related to Come in una favola

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Come in una favola

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Come in una favola - Lynsey Stevens

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Male for Christmas

    Harlequin Presents

    © 1998 Lynsey Stevens

    Traduzione di Giovanna Camossi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2000 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-829-6

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    Tayla fissò lo schermo del computer tentando, senza grande successo, di fissare la sua attenzione sull’articolo che stava scrivendo.

    Era quasi Natale e quel pensiero, inspiegabilmente, la riempiva di una profonda tristezza. Natale, si disse, era la festa della famiglia, di pacchi elegantemente confezionati sotto l’albero, di pranzi che sembravano non finire mai. E delle gare di cricket da seguire in televisione mentre fuori imperversava l’infuocata estate australiana. Non era certo il momento per sentirsi tristi.

    Forse quella strana, ingiustificata malinconia scaturiva dal fatto che per la prima volta, quell’anno, avrebbero interrotto la tradizione e anziché passare il Natale da Nana, nella vecchia e grande casa di famiglia, sarebbe stata la nonna a raggiungerle a Brisbane.

    Avrebbe comunque avuto accanto le persone che più amava, si disse. Sua figlia, sua nipote e Nana. Solo la casa non sarebbe stata la stessa, ma l’essenza della festa non sarebbe cambiata. Quindi, cosa c’era che non andava?

    Dalla morte di Mike, rifletté con una punta di rimorso, aveva persino ricominciato ad amare il Natale.

    Taciturno e poco incline alle riunioni di famiglia, Mike si era, infatti, semplicemente limitato a tollerarlo e ogni anno, in quel periodo, la vita di Tayla si caricava di una tensione palpabile. Dopo la sua morte, invece, lei aveva nuovamente permesso all’incanto del Natale di catturarla nella sua magia.

    No, si rassicurò risoluta, scacciando quello strisciante senso di solitudine che a volte la coglieva alla sprovvista, superando la soglia della sua attenzione. Non aveva alcun motivo per sentirsi triste. Proprio nessuno.

    1

    «Sicura che rimarremo solo per il fine settimana?»

    Tayla Greer gettò uno sguardo veloce a sua figlia prima di riportare l’attenzione sulla strada dinanzi a lei. «Credevo ti piacesse andare dalla nonna. E poi, è il suo ottantottesimo compleanno» le ricordò.

    «Nana è fantastica e adoro stare con lei. È il resto del clan che non posso soffrire.»

    «Non ci sarà nessuno.»

    «Promesse, promesse...» mormorò Carey.

    «Zio Adrian e zia Simone hanno portato il piccolo Charlie dai nonni materni» la informò Tayla.

    «Meno male. Zio Adrian riesce a irritare persino la nonna.»

    Tayla sospirò. Non poteva negare che suo fratello esibisse a tratti uno spiacevole atteggiamento pomposo, ma la schietta franchezza di Carey andava in un certo qual modo ridimensionata. Non in quel momento, però. «Saremo solo io, te, Nana e Rachel» la rassicurò nuovamente.

    «E se zia Marlene decidesse di tornare?»

    «Carey, zia Marlene è in Italia.»

    «Ma è talmente inaffidabile e imprevedibile che potrebbe anche cambiare idea all’ultimo minuto. Nessuno direbbe mai che siete sorelle.»

    «Invece lo siamo» tagliò corto Tayla gettandosi indietro i lunghi capelli ramati con un gesto della mano, irritata che, ancora una volta, Carey avesse ragione. Lei e sua sorella Marlene, più grande di otto anni, non avrebbero potuto essere più diverse. Tayla era alta, con un corpo dalle linee morbide. Statuarie, si corresse con una smorfia di derisione. Marlene invece era delicata e minuta come lo era stata la loro madre.

    «Se zia Marlene tornasse, non rimarrò da Nana un solo istante» la avvertì Carey con decisione.

    «Non credo ci siano pericoli che succeda. Sta trascorrendo la sua luna di miele a Venezia. Te la vedi interromperla?»

    Carey scoppiò a ridere. «È la sua quarta luna di miele, mamma. Dovrebbe essere capace di farla a occhi chiusi, ormai. Perlomeno questo nuovo marito ha solo quattro anni meno di lei. Ricordi quello precedente? Ne aveva venti di meno e il grande amore non è durato nemmeno un anno. Comunque» aggiunse inarcando con fare ammiccante le sopracciglia, «deve essere stato divertente sin che è durato!»

    «Carey!» l’ammonì Tayla.

    «Tu perché credi li sposi?» indagò la ragazzina ignorando il rimbrotto della madre. «Voglio dire, perché prendersi tutta quella briga? Perché non andarci semplicemente a letto? Così risparmierebbe tutte le grane legali in cui finisce sempre dopo.»

    «Secondo te cosa dovrebbe rispondere la madre di una ragazzina di sedici anni a una affermazione del genere?» chiese Tayla spazientita mentre il giovane viso di Carey si schiudeva in un sorriso.

    «Forse che non sono fatti miei?»

    «Tanto per cominciare» replicò Tayla mordicchiandosi il labbro inferiore. «Perché piuttosto non hai chiesto a Brett di venire con noi?» disse poi nel tentativo di cambiare argomento. «Avrei rassicurato di persona i suoi genitori che vi avrei tenuti d’occhio.»

    Carey sollevò gli occhi al cielo, con una smorfia inorridita. «Oh, fantastico, mamma! Sono certa che avrebbe fatto miracoli per la mia immagine.»

    «A quale immagine ti stai riferendo?»

    «Preferirei evitare di parlarne se non ti dispiace» tergiversò Carey ripiegando le braccia sul petto. «E in ogni caso non mi andava di chiederglielo» concluse.

    «Oh, oh... Devo dedurre che l’idillio sia già al capolinea?»

    «Molto divertente, mamma. Per non dire poco delicato nei riguardi del mio fragile equilibrio adolescenziale. Come sai che non mi sto struggendo dal dolore?»

    «Dopo quello che hai mangiato oggi a pranzo? Non credo proprio» rise Tayla.

    «Brett e io abbiamo deciso di prenderci una pausa di riflessione» spiegò Carey. «Non che fossimo fidanzati o cose del genere comunque» si affrettò ad aggiungere.

    «Mi fa piacere sentirtelo dire. Sedici anni è decisamente troppo presto per pensare a impegnarsi seriamente.»

    «Mamma...»

    «Però, Brett mi piaceva» concluse.

    «Forse allora dovresti chiamarlo tu» ribatté Carey con tono piccato. «Credo che sia in cerca di una donna matura e con più esperienza.»

    «Una donna matura! Carey, mi stai forse dicendo che vi siete lasciati perché Brett voleva una prova d’amore e...»

    «Una prova d’amore? Santo cielo mamma, ma di che accidenti stai parlando?»

    «Non si chiama più così oggi?» domandò stupita mentre Carey mormorava qualcosa di incomprensibile tra i denti. «Sto parlando sul serio, Carey. Non devi lasciarti convincere da nessuno, dico nessuno, a fare cose che non vuoi. E se Brett è il tipo di ragazzo che ricorre a quel genere di ricatto morale, non vale la pena corrergli dietro.»

    «Mamma! Per favore!» esclamò Carey allargando le mani dinanzi a sé in un gesto di esasperazione. «Risparmiami la predica. Non ho fatto sesso con Brett perché non mi andava di farlo. Punto e basta» tagliò corto mentre Tayla si concedeva un muto respiro di sollievo.

    «Piuttosto forse dovrei essere io a preoccuparmi di te» insinuò Carey maliziosamente subito dopo.

    «Di me?» ripeté Tayla con un’espressione divertita mentre invadeva la corsia opposta ed effettuava un veloce sorpasso.

    «È risaputo che una donna raggiunga una completa maturità sessuale attorno ai trent’anni» sentenziò Carey. «Tu ne hai trentaquattro e quindi sei in un’età decisamente pericolosa.»

    «Ne ho quasi trentacinque per tua informazione e sono perfettamente soddisfatta della mia vita così come è. Anche senza quel genere di complicazioni, grazie.»

    «Non pensi mai a risposarti?» indagò Carey dopo qualche istante di silenzio. «Voglio dire, sono passati cinque anni da quando papà è morto e tra un anno o due io andrò all’università. Non credi che potresti sentirti sola?»

    «Non preoccuparti. Con tutto quello che ho da fare non avrò certo il tempo per sentirmi sola» la rassicurò Tayla con tono volutamente leggero.

    «E il sesso? Non ti manca?»

    «Carey!»

    «D’accordo, d’accordo» sospirò lei. «Però... è un peccato sprecare così questo momento. Non durerà in eterno, dopodiché per te si prospetta solo un percorso in discesa.»

    «È tua cugina che ti mette in testa queste idiozie? Perché se è così, avrò qualcosa da dirle tra poco.»

    Carey sbuffò. «Rachel non c’entra. E comunque non sarà qui prima di domani.»

    «E tu come lo sai?»

    «Ha chiamato ieri. Io... mi sono dimenticata di dirtelo» si scusò Carey arricciando il naso.

    «Carey, sai benissimo che devi prendere nota e riferirmi ogni messaggio che ricevi.»

    «Non era niente di importante e l’avrei fatto se si fosse trattato del tuo lavoro. Giuro.»

    «Che ha detto Rachel?» chiese Tayla dopo aver scosso la testa con rassegnazione alla spiegazione della figlia.

    «Niente di particolare. Solo che dovremo aspettare sino a domani per conoscere il suo nuovo spasimante, Mister Wonderful. C’è stato un imprevisto e non saranno qui prima di domattina.»

    «Non sapevo avesse deciso di portare anche un amico.»

    «Più che un amico, mamma. Si chiama Mac qualcosa. E si vedono da qualche mese.»

    «Da qualche mese?» ripeté Tayla sconcertata. Sua nipote, Rachel, era come una figlia per lei e le raccontava ogni cosa. O perlomeno, così era stato sino a poco tempo prima. «Non ne sapevo niente» osservò, incapace di trattenere una nota di delusione nella voce.

    «L’ha detto la scorsa settimana anche a me» tentò di rasserenarla Carey. «Sai, non capisco per quale motivo ci tenga tanto a farcelo conoscere. Dopotutto, è lei quella che ci dovrà vivere insieme» concluse in tono pratico.

    «Vivere insieme? Perché, è già una storia così importante?»

    «È un modo di dire, mamma. In realtà non ci è nemmeno andata a letto.»

    «Andata a letto?» ripeté Tayla sconcertata con la sensazione di aver perso il filo di quella conversazione, una sensazione che cominciava a diventare sinistramente familiare ogni volta che, in quegli ultimi tempi, parlava con sua figlia.

    «Quanto la fai lunga, mamma» sospirò Carey. «Sai benissimo che Rachel non è come zia Marlene. Anzi, a volte

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1