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Consigli d'amore: Harmony Collezione
Consigli d'amore: Harmony Collezione
Consigli d'amore: Harmony Collezione
Ebook156 pages2 hours

Consigli d'amore: Harmony Collezione

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About this ebook

Kyle Harper, noto imprenditore con la testa sulle spalle e poco tempo per i sentimenti, ha un grosso problema. La governante l'ha piantato in asso e lui ha bisogno di una babysitter che si occupi delle tre figlie adolescenti. Sembra un'impresa disperata e la sua ultima possibilità è l'eccentrica Sue Clark, per tutti Zuzu, proprietaria di un negozio un po' strano ma apprezzatissimo in casa. Forse lei potrebbe dargli qualche consiglio. Quando si incontrano, Sue lo lascia senza parole: non solo è carina da morire, ma si candida per il posto! Come resistere a quella misteriosa fatina vestita con mille colori?

LanguageItaliano
Release dateAug 9, 2013
ISBN9788858913680
Consigli d'amore: Harmony Collezione

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    Consigli d'amore - Kaitlyn Rice

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Table For Five

    Harlequin American Romance

    © 2005 Kathy Hagan

    Traduzione di Carla Ferrario

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-368-0

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Alla ricerca di un’opportunità per interrompere la marea di chiacchiere provenienti dal telefono, Kyle Harper scostò l’apparecchio dall’orecchio.

    «Prendete i fucili!» stava gridando intanto suo padre. «Sono arrivati i banditi!»

    «Va tutto bene, papà» prese la parola Kyle, sforzandosi di assumere un tono rassicurante. «Dev’essere la televisione.»

    «Portate dentro le donne e i bambini e caricate le armi. Questi brutti ceffi sono peggio dei serpenti!»

    Kyle abbozzò un sorriso, cercando il lato divertente di una situazione che avrebbe potuto fargli perdere la testa. Eddie Harper, suo padre, uno degli uomini più influenti di Kirkwood, nel Kansas, ormai confondeva i film western con la realtà.

    A parte il distacco dalla realtà, però, appariva la stessa persona di sempre. A Kyle piaceva pensare che forse prima o poi sarebbe riuscito a trovare la via del ritorno.

    Naturalmente era impossibile, salvo che la ricerca sull’Alzheimer facesse qualche sostanziale passo avanti, conseguendo un risultato diverso dal semplice rallentamento dell’evoluzione della malattia. Quando la diagnosi era stata definitiva, Kyle aveva preso il posto di suo padre alla testa della catena di ristoranti di famiglia. Kirkwood vantava un’università di buon livello, soprattutto in campo agricolo, un giro d’affari sufficiente a supportare gli oltre quarantamila residenti, e ottantasei ristoranti, dal semplice fast-food ai locali più eleganti. Molti di quei ristoranti erano stati aperti dal padre di Kyle, personaggio popolare tra gli abitanti del posto.

    E lo era anche al di fuori di Kirkwood. Da Concordia a Kansas City, gli amanti della buona cucina parlavano bene di lui. Eddie Harper era stato un eccellente uomo d’affari e una bella persona.

    Ascoltando suo padre blaterare di fucili e fuorilegge, Kyle provò una stretta al cuore. Perché dire è stato? Mio padre è ancora vivo, per quanto diverso. Impenetrabilmente, irreparabilmente diverso.

    «Attento!» gridò suo padre con voce stridula. «Due stanno scappando! Coprimi mentre controllo la porta sul retro.»

    Gli effetti schiaccianti dell’Alzheimer avevano fatto presa sul cervello di Eddie, ma il suo cuore era rimasto lo stesso. Non volendo avvilirlo, Kyle decise di stare al gioco. «Ci penso io» dichiarò. «Fai venire al telefono la piccola donna, per favore.»

    Dopo qualche istante, la madre di Kyle andò all’apparecchio.

    Il suo tono allegro alleggerì l’umore di Kyle. «Ciao, sto per andare a casa» la informò subito. «Hai bisogno che vi porti qualcosa?»

    «No, tesoro, grazie, siamo a posto. Tuo padre ha trascorso una buona giornata, va’ pure a casa.»

    Parlarono ancora per qualche minuto, perché prima di seguire quel consiglio Kyle voleva essere sicuro che tutto andasse davvero bene. Se era fortunato, anche per le sue figlie poteva essere stata una buona giornata.

    Dirigere i circa ottocentoventi impiegati della Harper Enterprises, suddivisi tra ufficio e nove ristoranti, a volte sembrava più facile che non contenere lo scompiglio creato da due genitori anziani e da un trio di fanciulle in età scolare.

    Il lavoro, nel peggiore dei casi, poteva essere impegnativo, ma la famiglia si rivelava spesso complicata. In casi simili al suo, Kyle aveva sentito parlare di generazione sandwich. Si sentiva compresso dalle responsabilità nei confronti di entrambe le generazioni e cercava di resistere alle pressioni senza andare in pezzi. Un compito a volte scomodo, spesso fastidioso, e sempre snervante.

    Dopo aver riappeso, Kyle controllò l’orologio. Evitando di passare dai suoi genitori, poteva arrivare a casa prima che Nona, la governante, perdesse le staffe, come succedeva spesso. Doveva prendere un aereo per San Diego, e per tutta la settimana aveva temuto che un ritardo di Kyle le avrebbe fatto perdere il volo.

    Kyle prese la ventiquattrore, infilò il soprabito e si diresse al parcheggio. Procedendo di buon passo sulle strisce pedonali in Nickel Street, cercò di calcolare in quanto tempo sarebbe riuscito ad arrivare a casa.

    Ma, notando la donna sensuale all’interno del negozio di fronte all’edificio della Harper, rallentò il passo, fingendo di studiare le vetrine e in realtà concedendosi una pausa da tutte le responsabilità che gravavano su di lui.

    Ne valeva la pena.

    La donna lavorava all’interno della vetrina. Indossava un abito lungo e morbido che metteva in risalto le curve del suo corpo minuto. Gli ricordava una creatura magica, un folletto dei boschi o uno spiritello.

    Se anche avesse portato abiti più tradizionali, sarebbe bastata la tonalità castano dorata dei suoi capelli a catturare l’attenzione. L’ufficio di Kyle si trovava proprio di fronte al negozio, perciò gli capitava spesso di osservarla, chiedendosi se fosse sposata, che tono avessero la sua voce e la sua risata. Che tipo di vita conducesse...

    Se avessi più tempo entrerei nel negozio, almeno per sentirla parlare, pensò. Proprio allora fece la sua comparsa un cliente e la donna si voltò verso di lui. Kyle riprese a camminare, raggiunse il parcheggio e salì in macchina.

    Non aveva tempo di indugiare in quelle fantasie, che non potevano andare oltre una segreta attrazione.

    Assumendo il controllo degli affari del padre, aveva assunto anche la responsabilità della sussistenza dei loro circa ottocentoventi dipendenti. Per quanto oneroso, il lavoro gli piaceva. La sua equità gli aveva fatto guadagnare spesso le prime pagine dei giornali locali, e la sua abilità aveva quasi triplicato i profitti già ottimi della compagnia.

    Aveva ereditato anche la buona reputazione degli Harper. Alla fine degli anni Cinquanta suo padre aveva aperto la prima tavola calda di Kirkwood e le sue capacità e la sua generosità lo avevano trasformato subito in una celebrità locale.

    Il matrimonio di Kyle aveva occupato mezza pagina nel Corriere di Kirkwood, e anche le tappe scolastiche delle sue figlie erano state pubblicizzate, così come la morte della moglie, avvenuta tre anni prima.

    Se Kyle fosse stato sorpreso a flirtare con la commessa del negozio, tutti avrebbero commentato che si trattava solo di sesso e forse avrebbero avuto ragione. Dopo la morte della moglie, era stato costretto a ibernare i sentimenti e a rendere duro il proprio cuore. In seguito le condizioni di salute di suo padre gli avevano sottratto un alleato e perciò il muro che riparava le sue emozioni era diventato ancora più alto. E poi, quante donne sarebbero state interessate alla sua vera natura, al di là del nome importante?

    Kyle non poteva fermarsi a riflettere su entrambe le perdite subite, se non voleva sprofondare nella depressione. Perciò faceva del suo meglio per proteggere i contributi che Eddie e Beth, sua moglie, avevano dato al mondo: la società e le sue tre figlie.

    Kyle accese il motore e partì. Mentre aspettava di immergersi nel traffico, notò di nuovo la donna che lavorava nella vetrina. Senza dubbio suscitava in lui delle fantasie... Indossava colori primaverili nei giorni più cupi dell’autunno, e non aveva paura di farsi notare. Qualunque uomo non avrebbe potuto evitare di porsi domande sul suo conto.

    Kyle la vide inclinare la testa nella sua direzione con aria pensosa ed ebbe l’impressione che lo guardasse. Del resto la sua automobile bloccava l’uscita dal parcheggio e la BMW rossa fiammante era vistosa quanto gli abiti e i capelli della donna.

    Kyle sperava che l’automobile fosse ben illuminata, così da poter essere notato. Non per la macchina, ma come uomo. Un uomo interessato e interessante.

    Solo quando qualcuno alle sue spalle suonò il clacson, Kyle si risvegliò da quelle fantasie e ripartì.

    Dieci minuti dopo parcheggiò nel garage di casa. Subito percepì un forte odore di fumo. O Nona ha concesso alle ragazze di pasticciare in cucina, oppure la mia giornata di lavoro non è ancora finita...

    Confidando nella prima ipotesi, Kyle lanciò un’occhiata al posto macchina dove di solito Nona parcheggiava la sua utilitaria. Non vedendola, la sua preoccupazione crebbe. Corse in casa e un rapido controllo in cucina rivelò abbastanza guai da fargli venire mal di testa.

    Il lavello traboccava di piatti sporchi e qualcuno aveva lasciato una padella sul fornello elettrico acceso. Lanciò la ventiquattrore sul tavolo e si affrettò a spegnere. «Nona? Ragazze?» chiamò.

    Nessuna risposta.

    Accartocciato sulla piastra incandescente trovò un cucchiaio di plastica fumante, che provocava un odore troppo forte per qualcosa di tanto piccolo.

    Probabilmente Alexandria si è cimentata in uno dei suoi esperimenti in cucina. A dieci anni, la sua figlia minore faceva di tutto per tenere il passo con le sorelle, ma spesso tendeva a correre troppo.

    Dopo aver raccolto il cucchiaio con una spatola di metallo, Kyle gettò entrambi nel lavello e fece scorrere l’acqua. Aprì la finestra. «Alex!» gridò richiudendo il rubinetto. «Hai dimenticato qualcosa in cucina?»

    Silenzio. Nona doveva essersene andata prima del previsto. Kyle controllò accanto al telefono, ma non c’era nessun biglietto. Compose il numero di casa della donna e poi quello del suo cellulare, senza ottenere risposta. Quella partenza precipitosa era piuttosto strana, ma dopo l’esperienza con le quattro governanti assunte negli ultimi tre anni, Kyle si era abituato alla loro imprevedibilità.

    Sospirando, si mosse alla ricerca delle figlie.

    La casa era troppo silenziosa per essere abitata da tre ragazzine dai dieci ai quattordici anni. Ed era alquanto insolito non sentire la musica a tutto volume...

    Kyle salì le scale, ma, arrivato in cima, fu costretto a fermarsi perché si trovò davanti il televisore di Alex. Lo spostò, immaginando che quell’insolita collocazione fosse stata determinata da un litigio.

    La quattordicenne Sydney accusava spesso le sorelle di guardare

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