Tutta colpa della leggenda: Harmony Collezione
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About this ebook
In dolce attesa e sola, Maddy Potter è sicura che il matrimonio non rientri nel suo prossimo futuro, certamente non nel suo futuro con Pete Taggart. Il rude, arrogante ma innegabilmente sexy rancher non glielo chiederà mai. Solo perché lui l'ha salvata da una bufera di neve e lei ha dormito sotto la trapunta di famiglia per due notti, non significa che qualcosa debba accadere tra di loro. Dopotutto la leggenda della trapunta non può essere vera! O forse sì.
Millie Criswell
Autrice americana con l'hobby della lettura, ha cominciato a scrivere romanzi dietro suggerimento del marito.
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Book preview
Tutta colpa della leggenda - Millie Criswell
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
The Pregnant Ms. Potter
Harlequin American Romance
© 2001 Millie Criswell
Traduzione di Sonia Scognamiglio
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.
© 2004 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5893-013-7
www.harlequinmondadori.it
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1
Maddy Potter era certa che la sua vita sarebbe terminata di lì a poco.
«Stupida, stupida. Sono una stupida» urlò contro se stessa.
Non le era bastato il fatto di essere rimasta incinta e senza marito. Aveva dovuto inoltrarsi nel mezzo di una tempesta di neve tremenda, in un punto sconosciuto del Colorado, con la radio fuori uso e senza alcuna possibilità di contattare sua sorella a Leadville.
«Non pensi nemmeno di guidare con questo tempo, signorina» le aveva suggerito l’uomo dell’autonoleggio, un paio d’ore prima. «Si trovi una stanza in un motel vicino all’aeroporto e lasci qui la macchina. È l’unica cosa sensata da fare. Tra un paio di giorni potrà guidare con minor rischio.»
Quando mai io sono stata una persona sensata?, si disse Maddy. Di certo non quando aveva ceduto all’insistente corte di David Lassiter e aveva accettato di fare sesso senza protezione per la prima volta in vita sua. Be’, non proprio senza protezione, in realtà. Ma quel dannato profilattico si era rotto proprio nel momento meno adatto.
Stupida non era una parola sufficiente per definire il suo comportamento incosciente. Completamente pazza sarebbe andato molto meglio.
Con un sospiro, Maddy, si portò la mano sul ventre. Lassiter era il suo capo nello studio pubblicitario in cui lavorava a New York, non era certo il suo fidanzato, né lo sarebbe mai stato. Di ciò lei era ben consapevole.
Era stata così brava da farsi assumere in quello studio tanto prestigioso e non aveva mai chiesto l’aiuto di nessuno per nulla, non avrebbe cambiato modo di essere solo perché ora era incinta, ce l’avrebbe fatta da sola ancora una volta.
Quando ne aveva parlato a David, lui non aveva detto una parola, si era solo voltato e le aveva firmato un cospicuo assegno per farla abortire. Il solito insensibile, ma che altro avrebbe dovuto aspettarsi da un tipo del genere?
Se avesse avuto almeno un minimo di tatto in più, Maddy forse non sarebbe fuggita con tanta fretta per rifugiarsi tra le braccia dell’unica persona al mondo su cui sapeva di poter contare: sua sorella maggiore, Mary Beth. Inoltre, non si sarebbe certo avventurata in quella tempesta di neve, ben sapendo di non essere esattamente un asso del volante. Infatti, vivendo a Manhattan, non aveva mai avuto alcun bisogno di un’auto.
La neve cadeva copiosa e il vento era tanto forte da rendere la visibilità inferiore a un metro.
La situazione era drammatica.
L’unica cosa che Maddy sapeva per certa era quella di aver preso la statale direttamente dall’aeroporto di Colorado Springs e di aver poi imboccato il raccordo sbagliato, circa un’ora dopo. Si era quindi ritrovata in una stradina secondaria in cui le condizioni dell’asfalto erano pessime. Per evitare una buca, aveva sterzato troppo in fretta, frenato di botto e il ghiaccio sulla strada l’aveva fatta sbandare. Con uno scossone, era finita fuori dalla carreggiata, incapace di far ripartire la macchina e riportarla sulla strada.
Pensò fosse il caso di cominciare a pregare, fino all’istante in cui non ricordò di avere con sé il cellulare. Se fosse riuscita a contattare la sorella, il cognato Lyle sarebbe di certo corso in suo soccorso e sarebbe stata salva. Lui era come un fratello maggiore per lei.
Purtroppo, però, quel dannato telefono non riusciva a prendere la linea, la batteria era carica ma evidentemente il segnale non era abbastanza forte. Dopo aver provato per mezz’ora di seguito, anche la batteria cominciò a scaricarsi e Maddy si vide perduta.
Di solito non era il tipo di donna che affrontava i problemi con le lacrime, il contrario piuttosto. Era sempre stata piena di grinta e spirito di iniziativa, ma la situazione era veramente disperata, a quel punto: non aveva nulla da mangiare, faceva molto freddo e non aveva alcuna possibilità di chiamare aiuto. La strada era decisamente poco frequentata, per cui quante possibilità ci sarebbero state che qualcuno l’avrebbe notata? Pochissime.
Provò a scendere dall’auto, ma gli sportelli erano bloccati dal ghiaccio.
Con le lacrime che le rigavano il volto, Maddy cominciò a cantare ad alta voce tutte le canzoni di Natale che le venivano in mente, abbandonandosi sempre di più al freddo e alla stanchezza.
«Ehi, c’è qualcuno qui?» sentì gridare da una voce maschile, e prima che potesse convincersi di averla immaginata, la udì di nuovo.
«Signorina, mi sente?»
«Sì!» si affrettò a esclamare. «Sono qui, la sento. La prego, mi tiri fuori. Per favore.»
L’uomo tentò di aprire lo sportello, ma non ci riuscì. Poi fece il giro dell’auto e provò dal lato del passeggero, però i risultati furono gli stessi.
«Le portiere sono bloccate. Aspetti un minuto, in macchina ho degli attrezzi. Cercherò qualcosa che possa scrostare il ghiaccio.»
Maddy istintivamente sollevò gli occhi al cielo.
«Grazie, Dio» scandì a voce alta.
Pete Taggart, con gesto deciso, riuscì finalmente ad aprire lo sportello dell’auto.
Aiutò Maddy a uscire e, appena la vide, scosse il capo. Santo cielo, quella donna portava tacchi alti e un impermeabile che sarebbe andato bene in primavera, forse. Doveva essere una ragazza di città, senza dubbio.
«Non riuscirà a fare neanche un passo con quelle scarpe, signorina» le disse con tono deciso. «Mi metta le braccia intorno al collo e la porterò al mio fuoristrada.»
«N... non sarà necessario. C... ce la po... posso fare» balbettò Maddy, semicongelata.
«Avanti, non dica sciocchezze. Non potrà muovere neanche un passo con quelle ridicole scarpe. Smetta di fare storie, finiremo per morire assiderati entrambi.»
Dato che la neve le arrivava quasi al ginocchio, Maddy si decise, seppur con riluttanza, ad accettare l’aiuto dell’uomo. Lui la sollevò senza il minimo sforzo e la condusse alla macchina, adagiandola sul sedile del passeggero.
«È stata veramente fortunata, sa? Sono passato di qui solo per caso, non avevo in programma di farlo, e siccome la strada è privata avrebbe potuto morire di freddo prima che ci passasse qualcun altro. Evidentemente guidare non è proprio il suo forte, come ha fatto a finire fuori strada in quel modo?»
Lei non ebbe il tempo di soffermarsi sulla poca educazione del suo salvatore. Aveva troppo freddo. «G... grazie. La r... ringrazio davvero molto.» Quando cominciò a scaldarsi un po’ con il riscaldamento della macchina, si voltò verso di lui. «Ho sbagliato strada, non so proprio come abbia fatto a finire quaggiù.»
«Dove era diretta?»
«A Leadville, a trovare mia sorella.»
«Leadville è dal lato opposto. Lei si trova sulla terra dei Taggart, signorina, e io sono Pete Taggart. Quel ranch laggiù mi appartiene. Non dovrebbe avventurarsi per queste strade, se non è capace di orientarsi.»
Questa volta Maddy colse in pieno la rudezza dell’uomo. Tuttavia, le aveva pur sempre appena salvato la vita, per cui decise di essere indulgente, contrariamente a quanto le imponeva il suo carattere.
«Le chiedo scusa. Non avevo idea si trattasse di proprietà privata. Come dicevo, devo aver sbagliato strada. Anche se non so come.»
«È facile perdersi durante una tempesta come questa. Sono contento del fatto che dovessi andare a controllare il mio toro Henry, altrimenti non sarei mai passato di qui.»
Maddy trovò divertente il fatto che lui chiamasse per nome un toro. In fondo, se quell’uomo dava un nome ai suoi animali, forse non era proprio il cowboy villano che sembrava.
«Mi chiamo Madeline Potter, ma tutti mi chiamano Maddy.»
Senza presentarsi a sua volta, Pete continuò a prestare attenzione solo alla strada.
«Si può sapere che cosa diavolo l’ha spinta a prendere la macchina con questo tempo, signorina Potter? Solo qualcuno senza il minimo giudizio non avrebbe capito che non era il caso. Ma, naturalmente, le donne non hanno mai giudizio.»
Maddy non credeva alle proprie orecchie. Quello era davvero troppo.
«Chiedo scusa, può ripetere?»
«Ha sentito benissimo. La maggior parte delle donne non sa cosa significhi avere buonsenso quando si tratta di fare i conti con cose pratiche come le condizioni del tempo, per esempio. O lo scegliere l’abbigliamento adatto alla neve. E a giudicare dai suoi tacchi alti, lei deve essere una di quelle donne.»
Maddy sentì il sangue salirle al cervello. «Per sua informazione, signor Taggart, sono una pubblicitaria e lavoro in uno dei più importanti studi di New York, mi sono laureata con lode e sono molto intelligente.» Avrebbe potuto aggiungere che per mantenersi all’università aveva svolto tre lavori contemporaneamente, però non voleva apparire come chi ha qualcosa da dimostrare, e a quel bovaro non sarebbe importato gran che in ogni caso.
«Felice di sentire dei suoi successi, signorina. Ma, a quanto pare, all’università non le hanno insegnato che, guidando con una tempesta di neve su strade che non si conoscono, ci si può lasciare la pelle.»
Pete era consapevole di essere troppo duro e scortese con quella ragazza, che in fondo neanche conosceva, ma aveva i suoi buoni motivi per parlare a quel modo. Degli ottimi motivi.
Lei riprese, per nulla intenzionata ad arrendersi. «Mi hanno insegnato molte cose, se proprio ci tiene a saperlo. Mi hanno insegnato a essere indipendente, cosa che sono. Mi hanno insegnato a competere e vincere in un mondo di uomini e, soprattutto, mi hanno insegnato a tenere a bada i maschi sciovinisti a cui non piacciono le donne. Proprio come lei, signor Taggart.»
«Oh, a me le donne piacciono molto, signorina Potter,