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Un matrimonio di facciata?: Harmony Collezione
Di Anne Oliver
Azioni libro
Inizia a leggere- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Jun 19, 2015
- ISBN:
- 9788858935675
- Formato:
- Libro
Descrizione
Il più grande affare di tutta la sua vita è lì, a portata di mano, e per concluderlo gli serve solo una cosa...
Per il celebre e impenitente scapolo Jordan Blackstone il matrimonio non è un impegno in agenda: c'è andato vicino già una volta, e non ha alcuna intenzione di commettere ancora lo stesso errore. Così, ora che invece una moglie è ciò di cui ha più bisogno, deve farsi venire un colpo di genio. Chloe Montgomey, ecco la persona perfetta per recitare quella parte! Ma quando la passione tra loro esplode, la finta luna di miele a Dubai comincia a sembrare un po' troppo reale per entrambi.
Informazioni sul libro
Un matrimonio di facciata?: Harmony Collezione
Di Anne Oliver
Descrizione
Il più grande affare di tutta la sua vita è lì, a portata di mano, e per concluderlo gli serve solo una cosa...
Per il celebre e impenitente scapolo Jordan Blackstone il matrimonio non è un impegno in agenda: c'è andato vicino già una volta, e non ha alcuna intenzione di commettere ancora lo stesso errore. Così, ora che invece una moglie è ciò di cui ha più bisogno, deve farsi venire un colpo di genio. Chloe Montgomey, ecco la persona perfetta per recitare quella parte! Ma quando la passione tra loro esplode, la finta luna di miele a Dubai comincia a sembrare un po' troppo reale per entrambi.
- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Jun 19, 2015
- ISBN:
- 9788858935675
- Formato:
- Libro
Informazioni sull'autore
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Anteprima del libro
Un matrimonio di facciata? - Anne Oliver
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
Marriage in Name Only?
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2013 Anne Oliver
Traduzione di Maria Paola Rauzi
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
Harmony è un marchio registrato di proprietà
Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.
© 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5893-567-5
www.harlequinmondadori.it
Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.
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1
Almeno sarebbe morta in modo spettacolare.
Chloe Montgomery strinse le dita attorno alla fune immaginando di non essere appesa al soffitto buio di uno dei locali più belli di Melbourne. Il nodo sotto i piedi le graffiava la pelle e il costume troppo piccolo le impediva di respirare, specialmente considerando che quello avrebbe potuto anche essere il suo ultimo respiro.
«Andrà tutto bene, Chloe» le sussurrò il ragazzo alle sue spalle mentre le sistemava l’imbragatura sulla schiena. «Fidati, sarai il clou della serata.»
«Fidarmi...» sussurrò lei. Come avrebbe fatto a cantare Happy Birthday se aveva la gola serrata?
«Pronta?»
«Mmm...» borbottò Chloe. Quale perverso ragionamento l’aveva convinta di essere in grado di fare quella cosa? La verità era che aveva bisogno di dimostrare al suo nuovo capo che era una risorsa per la società e che nessun compito era troppo difficile per lei. Per questo, quando l’artista prenotata per quell’evento aveva avuto un incidente in auto mentre si stava recando lì, si era offerta di sostituirla.
Se tutto fosse andato come doveva sarebbe atterrata in grembo al festeggiato, lo avrebbe baciato su una guancia, poi qualcuno sarebbe comparso a liberarla dall’imbragatura, così sarebbe potuta scappare in cucina con la dignità intatta.
A quel punto Dana le sarebbe stata riconoscente decidendo di assumerla a tempo pieno grazie alla sua flessibilità e professionalità.
Un riflettore si accese accecandola. Gli ospiti iniziarono a mormorare e Chloe sentì puntati su di sé gli occhi dei presenti.
E pensare che aveva trascorso tutta la vita cercando di non farsi notare dalla gente. Invece adesso era al centro dell’attenzione. Peccato che sarebbe stata ricordata per le ragioni sbagliate.
Si suppone che tu debba cantare, rammentò a se stessa mentre iniziava la sua discesa. Individua il tuo obiettivo e concentrati su di lui.
Lanciò un’occhiata al tavolo sotto di lei; in mezzo c’era già la torta con le candeline accese e i bicchieri con lo champagne. Alcune stelle filanti rosse segnalavano la sua destinazione.
Un uomo la stava fissando con un sorriso compiaciuto sulle labbra. Malgrado la debole luce delle candele notò che erano labbra molto belle. Era meglio scordarsele dato che era lì per un motivo ben preciso e che era stata la moglie a organizzargli quella sorpresa.
Si schiarì la voce e intonò uno stonato Happy Birthday tenendo lo sguardo concentrato sul festeggiato mentre continuava la sua discesa.
Con un tempismo perfetto, e manovrando leggermente la corda, gli atterrò in grembo proprio alla fine della canzone.
Il suo corpo si surriscaldò e rabbrividì allo stesso tempo quando il suo fondoschiena semiscoperto entrò in contatto con un paio di cosce dure come la roccia.
Due mani decise le strinsero la vita procurandole una scarica elettrica. Chloe trovò il tutto imbarazzante. E sbagliato. Sollevò il mento e incontrò lo sguardo dell’uomo. Gli occhi di lui erano di un blu così intenso che la turbarono nel profondo.
«Buon compleanno...» augurò nella sua migliore imitazione di Marilyn Monroe. Vi fu una pausa imbarazzante durante la quale Chloe tentò disperatamente di ricordare il nome del festeggiato. Alla fine rinunciò e si chinò per dargli un bacio sulla guancia, inalando il suo odore virile prima che lui voltasse la faccia in modo che le loro labbra si sfiorassero. La sua bocca era calda, decisa. Amichevole. Troppo amichevole.
Scioccata, Chloe si staccò e lo fissò. I suoi profondi occhi blu le stavano inviando segnali sbagliati per arrivare da un uomo sposato.
«Non sono io il festeggiato» le disse lo sconosciuto. Quindi si piegò leggermente in avanti e le sussurrò all’orecchio: «Ma questo lo sapevi già, non è vero?». Poi indicò con un dito la persona alla sua destra. «È Sadiq quello che dovresti baciare» aggiunse con un tono di annoiato cinismo.
Chloe sentì il moschettone dell’imbragatura sganciarsi e realizzò di essere ancora seduta in grembo allo sconosciuto. Rimase immobile chiedendosi se per caso non lo stesse... eccitando.
Non desiderando scoprirlo si alzò con le gambe che a stento la sorreggevano.
«Ehi, mi hai baciata!» gli sussurrò all’orecchio sorridendo, anche se dentro di lei era furiosa per il suo atteggiamento sprezzante e con se stessa per essersi sbagliata.
Concentrò la propria attenzione sull’uomo affascinante dai capelli e occhi scuri che sarebbe stato a meraviglia in qualche romanzo ambientato nel deserto e che li stava guardando divertito.
«Sadiq!» esclamò con forzata allegria chinandosi a baciarlo accompagnata da un applauso rumoroso. Gli augurò una felice serata benché la sua mente fosse sconvolta dagli eventi degli ultimi trenta secondi. Ma lo sapevi già, non è vero? Quella strana accusa le bruciava ancora dentro. Come osava quell’arrogante, chiunque fosse, insinuare che avesse fatto quella messinscena per sedurlo?
Molestie sessuali. Sentì la bile salirle alla gola. Se solo quel tipo si fosse lamentato con Dana sarebbe stata licenziata.
Jordan Blackstone osservò le guance della bionda arrossire, nonché il suo generoso décolleté quando si piegò a baciare sulla guancia l’amico, e si godette il suo disagio.
Per fortuna si era alzata prima che la faccenda diventasse imbarazzante. Se avesse sfregato ancora qualche istante il suo fondoschiena tempestato di lustrini sul suo inguine si sarebbe ritrovato in guai seri.
Le donne erano sempre alla ricerca di metodi originali per conoscerlo e dovette ammettere che quell’ultimo era stato davvero unico e speciale... esattamente come la risposta del suo corpo. Non si era aspettato che la sua libido avesse un risveglio tanto veloce e potente.
La guardò baciare rapidamente Sadiq, ricordando a sua volta la dolcezza e morbidezza di quelle labbra.
La ragazza sparì senza che quasi se ne accorgesse. Scosse la testa per allontanare la sua immagine. Poco importava che avesse recitato la parte di quella che aveva commesso un errore; restava comunque il tipo di donna in cerca di uomini ricchi che lui evitava accuratamente. E l’abito era stato scelto apposta per enfatizzare le sue curve destinate ad accendere la fantasia di qualsiasi maschio.
Sollevò il suo bicchiere d’acqua minerale e lo bevve tutto d’un fiato per idratarsi la gola mentre guardava Sadiq che spegneva le candeline.
Una cameriera portò via la torta per tagliarla e distribuirla agli invitati mentre l’orchestra iniziava a suonare.
«Be’, è stato sicuramente interessante» commentò fissando la corda che veniva issata verso il soffitto per poi sparire dietro la balconata.
Sadiq ridacchiò. «Non tanto quanto la tua espressione quando la ragazza è atterrata sulle tue gambe, amico mio. E poi quel bacio... Mi vuoi dire a cosa stavi pensando?»
Jordan si accigliò. «Non stavo pensando affatto.» Ed era proprio quello il problema. Doveva essere grato a Sadiq per avere voluto tenere alla larga i giornalisti, altrimenti il giorno dopo sarebbe stato l’argomento principale della stampa scandalistica.
Sadiq si chinò e gli disse, sovrastando la musica: «Una parolina discreta qui e là e stasera potresti essere un uomo fortunato».
«Alla mia fortuna ci penso da solo» rispose lui mentre immaginava di levare quel costume dal corpo voluttuoso della sconosciuta. Allontanò subito quella visione. «Inoltre non è il mio tipo.»
«Perché, hai per caso un tipo ideale di donna?» lo prese in giro l’amico.
Jordan non rispose, limitandosi a versarsi altra acqua. Non era il suo tipo? Be’, il suo inguine era decisamente di parere contrario. Senza dubbio era una donna passionale. E lui non era in cerca proprio di quello? Di una ragazza focosa, single e temporanea?
Aprì il colletto della camicia, a disagio. Ricordava ancora il profumo speziato e sensuale della sconosciuta che gli aveva stimolato pensieri peccaminosi, come giacere nudo con lei davanti a un camino acceso.
Per non parlare degli occhi del colore di uno Scotch d’annata. Non gli era sfuggito un iniziale fuoco di desiderio, cancellato in fretta e furia. No, non era possibile che avesse frainteso. Aggrottò la fronte chiedendosi se invece non si fosse sbagliato. Perché dopo il bacio e le accuse in quegli occhi era comparso un diverso tipo di fuoco... quello dell’indignazione.
In effetti, ora che ci pensava, si era meritato la sua rabbia. Chissà, magari era già impegnata, anche se non portava anelli. Il fatto di averlo notato lo stupì molto, comunque relegò quell’incidente nei recessi della sua mente. Controllò l’ora e si alzò. Sfortunatamente il trentesimo compleanno del suo amico coincideva con alcuni affari importanti.
«Devo andare» comunicò a Sadiq posandogli una mano sulla spalla. «Ho una teleconferenza con il Dubai tra un’ora.»
L’altro annuì. «Buona fortuna. Ci sei a pranzo domani?»
«Certamente» rispose Jordan. Poi baciò sulla guancia la moglie. «Buonanotte, Zahira. Festa fantastica. A proposito, ho apprezzato tantissimo la tua sorpresa.»
Zahira sorrise. «Non era deliziosa? È stata coraggiosa a sostituirsi all’artista praticamente senza preavviso.»
«È così?» domandò lui bloccandosi.
«L’artista originale ha avuto un incidente prima di arrivare qui» gli spiegò Zahira, «e una persona dello staff di Dana si è offerta di prenderne il posto.»
Jordan sentì una punta di rimorso. Quindi non si trattava di un’intrattenitrice professionista, bensì di una ragazza senza alcuna esperienza che aveva salvato la serata. Questo spiegava l’esito disastroso della sua performance e scusava il suo gesto maldestro. Non quello di lui, però.
«Buon per lei» borbottò. Di solito ammirava le persone disposte a mettersi alla prova, ma in
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