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A fior di labbra: Harmony Collezione
A fior di labbra: Harmony Collezione
A fior di labbra: Harmony Collezione
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A fior di labbra: Harmony Collezione

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About this ebook

Quando Andrea Bauer scopre che deve sottoporsi a un delicato intervento che le impedirà per sempre di diventare madre, decide di concedersi un'ultima possibilità. Il problema è trovare un uomo disposto ad andare a letto con lei senza avanzare pretese sul bambino. Mai avrebbe pensato che il suo capo, il milionario Gabriel Corbin, sarebbe accorso in suo aiuto. Andrea, però, non sa che Gabe è innamorato di lei fin dal primo momento che l'ha vista, e che pur di conquistarla e convincerla a sposarlo è disposto a fare qualsiasi cosa. Dopo la prima notte di passione nulla sarà più come prima, e nel cuore di Andrea inizierà a sbocciare un sentimento inaspettato.

LanguageItaliano
Release dateAug 11, 2014
ISBN9788858924754
A fior di labbra: Harmony Collezione
Author

Rebecca Winters

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    A fior di labbra - Rebecca Winters

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Baby Proposal

    Harlequin Mills & Boon Tender Romance

    © 2004 Rebecca Winters

    Traduzione di Velia De Magistris

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5892-475-4

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Non ci posso credere!» borbottò Saul Karsh prima di accendere il sigaro, una di quelle rarità che si trovavano solo al club Macanuda di Manhattan. «Vuoi vendere la tua azienda... Stai scherzando, spero.»

    «In realtà non sono mai stato così serio in vita mia» replicò Gabe Corbin. «È una decisione che avrei dovuto prendere già da tempo. Tu sei il primo a cui offro l’affare, il che ti lascia cinque giorni per accettare la mia proposta prima che mi rivolga ad altri.»

    «Ma perché tanta fretta? Hai solo trentasei anni!»

    «Che nel mio caso sono già troppi.»

    Rendendosi conto che Gabe non aveva intenzione di fornirgli ulteriori chiarimenti, Saul scosse la testa e tirò un paio di boccate dal suo sigaro. «Se vuoi sbarazzarti di un’azienda in costante espansione, è ovvio che devi avere dei motivi personali molto gravi» ipotizzò. Poi d’un tratto un lampo di preoccupazione gli brillò negli occhi. «Non è che per caso...»

    «Tranquillo, non sono malato» si affrettò a precisare Gabe, prima di inghiottire in un sol sorso quanto restava nel suo bicchiere. «Manda da me qualcuno dei tuoi al più presto se ti interessa verificare i libri contabili. Ti metterò a disposizione Phil Rosen, il mio capo ragioniere. Ma cerca di decidere entro domenica, altrimenti io partirò e potrai trattare soltanto con il mio direttore generale.»

    La Karsh Techonologies Inc., di cui Saul era direttore generale e proprietario, produceva macchinari di alto livello per gli ospedali e la ricerca spaziale. L’acquisizione della Corbin’s Business PC gli avrebbe consentito di muoversi in un nuovo campo, uno al quale desiderava avere accesso ormai da tempo, stando agli informatori di Gabe.

    Saul era intraprendente e duro, ma anche conosciuto per la sua rigida etica negli affari. Dei cinque imprenditori americani della zona che avevano il potere economico per acquistare la sua azienda, era il preferito di Gabe. Era sicuro che sarebbe stato corretto nei confronti degli impiegati e che avrebbe dato il giusto impulso alla produzione.

    Saul continuò a fissarlo per qualche istante prima di annuire. «Stan Abrams e i suoi collaboratori saranno da te domani mattina alle nove» affermò.

    Esattamente le parole che Gabe si era augurato di sentire. «Perfetto.» Appoggiò due banconote da venti dollari sul tavolo e si alzò. «È stato un piacere vederti» aggiunse, stringendo la mano di Saul. «Spero che concluderemo l’affare.»

    «Mio figlio ha solo pochi anni meno di te. Se stesse pensando di compiere un passo così importante, io sarei molto preoccupato. Sei assolutamente sicuro di sapere cosa stai facendo?»

    Una domanda che gli confermò ancora una volta di aver scelto l’uomo giusto. «Più che sicuro» ribadì Gabe, prima di uscire dal bar per dirigersi verso la limousine che lo attendeva all’angolo della strada.

    «Benny, portami in ufficio, per favore» disse Gabe all’autista dopo aver preso posto sul sedile posteriore.

    «Certo, signore.»

    Gabe estrasse il cellulare dalla tasca e chiamò i suoi più stretti collaboratori per convocare una riunione per quella sera stessa, precisando che, con tutta probabilità, avrebbero lavorato fino oltre la mezzanotte.

    Il processo per alienare l’azienda leader per la produzione di computer che aveva costruito lui stesso, e alla quale aveva dedicato ogni energia negli ultimi quattordici anni, non era semplice. Ora che aveva trovato un possibile acquirente, non doveva sprecare neanche un minuto. Ma il pensiero che il primo passo fosse ormai stato fatto gli permetteva di intravedere la luce alla fine del tunnel.

    Mentre era nell’atrio in attesa dell’ascensore che doveva condurlo al suo ufficio, Gabe incontrò Bret Weyland, il responsabile del reparto vendite. Per una volta Andrea Bauer non era con lui. Una cosa piuttosto sorprendente, visto che Bret e la bellissima donna, capo del reparto di progettazione dei software, convivevano ormai da tre mesi.

    Bret era sempre accanto ad Andrea e manifestava nei suoi confronti una possessività che sfiorava il patologico. Era un mistero per Gabe come i due riuscissero a lavorare insieme. Ma, finché portavano a termine ogni incarico con successo, lui non aveva nulla di cui lamentarsi.

    «Dov’è la tua dolce metà questa sera?» esordì, con un sorriso forzato.

    «Mi aspetta a casa. Sta preparando la cena» spiegò Bret.

    L’immagine dei due nella loro tranquillità domestica, impegnati in attività senz’altro più interessanti che cucinare, lo disturbò più di quanto avrebbe dovuto. Una sensazione che aumentò la sua impazienza di lasciarsi tutto alle spalle e di voltare pagina. «Beato te» commentò Gabe entrando nell’ascensore.

    Un sorriso illuminò il viso di Bret. «Puoi ben dirlo» confermò.

    Le porte della cabina si richiusero, interrompendo provvidenzialmente la conversazione, un attimo prima che Gabe cedesse all’impulso di cancellare con un pugno l’espressione sognante dal viso del suo giovane collaboratore.

    Dopo essersi sottoposta all’ennesima visita ginecologica, Andrea ormai aveva la piena consapevolezza delle sue condizioni. Era inutile continuare a illudersi, e ancor di più lo era rimandare l’inevitabile. Ecco perché, alle nove e trenta del mattino, entrò trafelata nell’ufficio del suo capo.

    «Buongiorno, Andrea» esordì Karen, la segretaria personale di Gabe, alzando gli occhi su di lei. «Cosa posso fare per te?»

    «Il signor Corbin è dentro?»

    «Sì. È arrivato prima di me.»

    «Bene. Devo parlargli subito.»

    «Dammi un istante. Verifico se può riceverti.»

    «Grazie.»

    «Entra pure» disse la segretaria poco dopo.

    «Grazie, Karen.»

    «Ti prego, scusami se ti disturbo. So quanto siano piene le tue giornate» esordì Andrea facendo capolino nell’ufficio.

    Gabe le rivolse uno sguardo penetrante. «Sai che per te ho sempre tempo, Andrea. Ma sembri sconvolta. Siediti e raccontami cosa ti è successo.»

    «Be’, ieri sono stata dal mio ginecologo» esordì lei dopo aver preso posto. «Dai risultati delle analisi sembra che la mia malattia si sia aggravata e...»

    «Quale malattia?»

    «Endometriosi» spiegò Andrea. Era molto imbarazzante discutere di un argomento così personale con il suo datore di lavoro, ma non c’era modo di evitarlo. «È una patologia piuttosto comune oggigiorno. Pare che sia collegata allo stress.»

    Gabe si sporse sulla scrivania. «Per questo motivo hai già chiesto tre permessi da quando hai iniziato a lavorare per me?» si informò.

    Li aveva contati? Andrea sentì il viso andarle in fiamme, anche se il tono così gentile con cui le aveva parlato la fece sentire libera di confidarsi con lui. «Sì, mi sono sottoposta a tre laparoscopie. E non sono state le uniche. La prima l’ho subita quando frequentavo il liceo, la seconda ai tempi dell’università. Avevo appena iniziato a lavorare per la Stover Electronics quando affrontai la terza. Poi è arrivato il colloquio con te e l’assunzione alla Corbin’s Business PC

    «Mi dispiace, Andrea, non immaginavo.» Negli occhi di Gabe apparve una luce di comprensione. «Qual è la cura?»

    «L’isterectomia. Ed è anche l’unica possibile, quindi ho deciso di fare l’intervento al più presto. Sono qui per definire il periodo del mio congedo.»

    «Ma hai solo ventotto anni» commentò Gabe. «Sei troppo giovane per una soluzione così drastica.»

    «Non nelle mie condizioni» replicò Andrea, trattenendo a stento le lacrime. «Combatto contro questa malattia da quando sono una ragazzina. Adesso sono stanca e non ho la forza di continuare a lottare. Il mio ginecologo prevede circa sei settimane di riposo assoluto dopo l’intervento. Mi rendo conto delle difficoltà che causerà la mia assenza, ma c’è Darrell. È un vero mago, riuscirà a gestire tutto anche da solo.»

    «Non c’è nessuna altra strada da tentare prima che tu venga privata per sempre della possibilità di diventare madre?»

    «In effetti ci sarebbe» mormorò Andrea. «Dovrei restare incinta subito, prima che la malattia progredisca ancora. Però questa non è una possibilità.»

    «Perché no?» insistette Gabe.

    Andrea non riusciva a capire perché il suo capo continuasse a porle domande di natura così privata quando lei gli stava solo chiedendo sei settimane di congedo per la convalescenza. Lavorava per lui da appena sei mesi ed era stata assunta al primo colloquio grazie alla sua laurea in ingegneria informatica e alle ottime referenze fornite dalla Stover Electronics. Dopo solo trenta giorni era stata promossa a capo del reparto che progettava software, il che aveva comportato una stretta collaborazione con Gabe. Ciononostante i loro rapporti erano rimasti esclusivamente professionali, nel senso che lui non aveva mai investigato sulla sua vita privata né lei non sapeva nulla della sua.

    «Non puoi avere figli?» incalzò Gabe.

    Andrea scrollò le spalle. La possibilità di non riuscire a concepire era un’altra delle sua paure. Forse la malattia aveva già intaccato il suo sistema riproduttivo. E non c’era più il tempo per verificare. «Non lo so» ammise. «Non sono mai stata sposata.»

    «Il matrimonio non è poi così diverso da una convivenza» ragionò Gabe. «Tu e Bret vivete insieme ormai da...»

    «Questi sono soltanto pettegolezzi!» lo interruppe lei, visibilmente esasperata. Era stata una stupida a frequentare Bret Weyland, si disse per l’ennesima volta. Aveva accettato il suo corteggiamento solo per dimostrare a se stessa che Gabe non significava niente per lei. Purtroppo, quella tattica si era rivelata un’arma a doppio taglio ed era stato Bret a pagarne le conseguenze.

    «È strano» commentò Gabe. «Ho incontrato Bret ieri sera e mi sembrava convinto del contrario.»

    Andrea sospirò. «Ha mentito. Ci siamo lasciati da più di un mese.»

    «Lui è uno dei miei dirigenti di punta e anche uno dei più stimati all’interno dell’azienda. Perché avrebbe dovuto inventare una storia simile?»

    Andrea scosse la testa e i capelli color miele le danzarono intorno al viso, sfiorando le spalle. «Le persone reagiscono nei modi più strani di fronte alla sofferenza» ipotizzò. «Ti posso solo dire che non sono mai stata a letto con un uomo, né tanto meno ci sono andata a convivere» affermò. Gli occhi grigi del suo capo, ombreggiati da ciglia nere e folte come i capelli, si illuminarono di incredulità. «Non capisco perché sembri così sorpreso» riprese lei. «Ci sono molte donne, più di quante tu possa immaginare, che vogliono aspettare il matrimonio per fare l’amore per la prima volta. Purtroppo però, questa mia convinzione si è ritorta contro di me. Sto pagando un prezzo molto alto per aver aspettato invano l’uomo giusto.»

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