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Amore pirata: Harmony Collezione
Amore pirata: Harmony Collezione
Amore pirata: Harmony Collezione
Ebook126 pages1 hour

Amore pirata: Harmony Collezione

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About this ebook

La vendetta è un piatto da servire freddo, si sa, altrimenti rischia di trasformarsi in una pericolosa arma a doppio taglio. Sono ben cinque anni che Emily Pelosi produce accessori di moda praticamente identici a quelli di Tommaso Ferri, con l'esplicito intento di rovinargli il mercato, ma il dolore e il sentimento di rivincita le bruciano ancora dentro come un fuoco inestinguibile.

È proprio quel fuoco che Tommaso conta di sfruttare. Perché nonostante la faida tra le due famiglie, l'attrazione tra loro è qualcosa di concreto e innegabile. È sicuro di riuscire a fermare la deliberata quanto dannosa pirateria di Emily e al tempo stesso avere al proprio fianco la donna che non ha mai dimenticato. Sarà necessario soltanto barare un po', all'inizio, ma in amore e in guerra tutto è lecito.

LanguageItaliano
Release dateNov 11, 2013
ISBN9788858916575
Amore pirata: Harmony Collezione
Author

Jane Porter

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Amore pirata - Jane Porter

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    The Italian’s Blackmailed Bride

    Mills & Boon Romance - Various

    © 2004 Jane Porter-Gaskins

    Traduzione di Silvana Mancuso

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2008 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-657-5

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    «Non può arrestarmi.» La voce di Emily Pelosi non lasciò trasparire in alcun modo il gelo che avvertiva dentro di sé. «Non ho fatto nulla di male.»

    «Si faccia da parte, mademoiselle» ripeté monotono l’agente della dogana in uniforme, azzerando l’effetto dell’accento musicale dei Caraibi.

    Emily si sforzò di nascondere l’irritazione. Non si lasciava intimidire facilmente, non era mai stata timida, e adesso, dopo cinque anni di lotta spietata, senza esclusione di colpi, manteneva la propria posizione, rimanendo attaccata a quanto il Times aveva sottolineato di lei una volta, ossia alla sua notevole freddezza. «Può legalmente trattenermi?»

    L’agente la guardò come se fosse stupida. «Certo.»

    Il cervello di Emily si mise in moto, cercando di metabolizzare i fatti. Era chiaro che si trovava nei guai, com’era chiaro che non sarebbe servito a nulla continuare ad alienarsi l’agente della dogana.

    «Capisco. Ma se qualcuno potesse avvertire la mia amica...è fuori che mi aspetta.»

    «Non può fare altro che aspettare.»

    Emily guardò altrove e deglutì, il suo viso era nascosto per metà dai capelli castani che mascheravano così la sua frustrazione. Mantieniti calma, fredda. Annelise alla fine tornerà al terminal e risolveremo insieme la questione.

    Con la testa che le pulsava, gli occhi secchi e sabbiosi dopo il volo notturno da Heathrow, si mise a osservare attentamente il piccolo terminal dell’isola. Il tozzo edificio di cemento era di fatto deserto, c’erano solo lei e l’agente.

    Per la prima volta desiderò di aver preso qualcosa per dormire, come aveva fatto Annelise, anziché lavorare. Invece aveva continuato a lavorare per tutta la notte, ormai era diventata per lei una consuetudine. Emily Pelosi, la stacanovista.

    Per un attimo ebbe una strana visione della propria vita. Una vita passata tra aeroporti internazionali, alberghi all’estero e incontri di lavoro davanti ad una tazza di tè verde.

    Non viveva, pensò stanca, si limitava a esistere. Per attaccare, depredare, distruggere... Ma adesso doveva concentrarsi su questioni più pratiche: Annelise fuori ad aspettare, per esempio. «Capisco che a lei non interessi nulla della mia amica, ma se qualcuno potesse almeno informarla di ciò che sta succedendo.»

    «Alla sua amica è già stato detto che non può tornare al terminal.» L’agente incrociò le braccia sul petto. «E lei dovrà aspettare finché non arriveranno gli investigatori.»

    Investigatori? E da dove? Emily era atterrata ad Anguilla per anni, facendovi scalo per St. Matt’s, e non era mai stata fermata prima, né era mai stata seccata per alcun motivo. «Ha un mandato, quindi?» chiese, sentendosi come se stesse cercando di mettere insieme un puzzle al buio.

    «Sì, mademoiselle. Abbiamo un mandato emesso da un paese membro della Comunità Europea.» L’agente in uniforme parlò con l’inglese fortemente accentato dei Caraibi orientali. La maggior parte delle isole vicine al Sud America era multilingue, vi si parlava il francese, l’olandese, l’inglese e lo spagnolo; e molte delle isole minori, come St. Matt’s, erano di proprietà privata.

    «Ma qui non siamo nella Comunità Europea.»

    «Stiamo lavorando a stretto contatto con le dogane degli Stati Uniti e della Comunità Europea per controllare la pirateria.»

    Pirateria. Contrabbando internazionale. A quel punto le fu tutto improvvisamente chiaro. «Quale membro della Comunità Europea?»

    «L’Italia. E per essere più precisi, una società che si chiama Altagamma

    Altagamma. Le sue labbra presero appena la piega di un sorriso amaro, duro. Ma certo. Tutto cominciava a quadrare.

    L’Altagamma era un’associazione che rappresentava prodotti italiani di qualità nei mercati nazionali e internazionali. Ne facevano parte circa quaranta marchi, con vendite che superavano gli undici miliardi di dollari, e la maggior parte di queste proveniva dalle esportazioni. E Tommaso Ferri era il nuovo presidente della Altagamma.

    Tommaso Ferri.

    Emily avvertì una fitta gelata nel petto.

    Tommaso Ferri. Questa era opera sua.

    Per un attimo le ronzò in testa un rumore indefinito, quel genere di vuoto statico che copre ogni altro suono. Conosceva bene Tommaso come poche altre persone. E lo odiava come pochi altri. Qualche anno prima, Tommaso era subentrato al padre, Adriano, e se quest’ultimo era stato duro, inflessibile, senza pietà, Tommaso era mille volte peggio.

    «Ah» sospirò sollevato l’agente. «Sono arrivati. Gli investigatori stanno venendo qua.»

    Si udì un suono metallico, e voltandosi Emily vide le porte che si aprivano dall’altra parte del piccolo terminal. Entrarono tre uomini, due in uniforme, l’altro con abiti civili, ed Emily si rese conto che la sua guerra contro la Ferri Design cominciava a farsi interessante.

    Gli investigatori se ne andarono due ore dopo, e per un attimo Emily rimase seduta da sola in una piccola stanza, che probabilmente non era mai stata usata da quando il piccolo aeroporto dell’isola era stato costruito. Era atterrata o decollata da Anguilla tante di quelle volte, e non aveva mai saputo dell’esistenza di quella stanza.

    Stanca e affamata - non le era stato offerto nulla né da bere né da mangiare - si guardò le mani, piegando ripetutamente le dita. Non portava anelli, non li portava mai, le unghie non erano laccate ed erano corte e lisce. Aveva mani pratiche, eppure la vita che conduceva non era affatto pratica.

    I suoi viaggi in Cina, gli appuntamenti con i produttori... Quello che un tempo era stato solo una stoccata ai Ferri, era diventato col passare degli anni un forte impegno con l’Asia in sé. Aveva imparato che molti cinesi erano grossi capitalisti, creativi, motivati, dediti al perfezionamento della tecnologia, e lei aveva provato rispetto per questa ricerca del successo. Aveva ammirato il fatto che tutti quelli che aveva conosciuto in Cina cercassero l’opportunità di lavorare in proprio, tutti avevano il sogno di diventare imprenditori.

    La porta si aprì senza far rumore, eppure Emily la sentì. Sollevò la testa.

    Tommaso era fermo sulla soglia. I capelli castano scuro erano ben pettinati, e nonostante l’abbigliamento raffinato rimaneva qualcosa di fiera mascolinità in lui. Era molto alto e aveva le spalle larghe. Il suo fisico robusto sembrava più quello di un agricoltore toscano che non quello di uno dei più ricchi imprenditori della moda italiana.

    «Buongiorno, Emily.» La sua voce, così profonda, fu come un sussurro che le corse sulla pelle.

    Lei serrò la mascella, e per la prima volta si sentì veramente male.

    Si era chiesta quando sarebbe comparso. Si era aspettata di vederlo quando l’agente della dogana le aveva detto che si trattava della Altagamma, ma in qualche modo trovarselo lì, faccia a faccia, fu peggio di quanto si aspettasse. Odiava Tommaso. Lo odiava al punto da desiderarne il sangue.

    «Non puoi sfuggirmi, stavolta» continuò lui con un tono gioviale, come fossero due amici che si incontravano in mezzo a una piazza assolata.

    Invece era chiaro che non si era dato per vinto. Non lo avrebbe mai fatto. Non fino a quando lei sarebbe stata una minaccia per la sua azienda. Erano passati circa due anni dalla sua ultima causa, ma lui era andato avanti. E quella seconda causa avrebbe dovuto essere un chiaro avvertimento.

    «Dici?»

    Lui entrò nella stanza, chiudendosi la porta alle spalle, piano; tuttavia Emily indietreggiò al suono metallico della serratura.

    Quando Tommaso si avvicinò, lei provò il forte desiderio di guardare altrove, ma non gli avrebbe lasciato il coltello dalla parte del manico.

    «Un altro interrogatorio?» lo schernì, accavallando con lentezza la gamba sul ginocchio, le mani raccolte in grembo.

    Gli occhi di lui, del blu più intenso, catturarono i suoi. «Questa è una cosa seria, Emily.»

    E non appena le

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