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Un'intrigante proposta: Harmony Collezione
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Un'intrigante proposta: Harmony Collezione
Ebook165 pages2 hours

Un'intrigante proposta: Harmony Collezione

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About this ebook

Ogni problema...

Alyse Gregory rappresenta per Dario Olivero la perfetta occasione per ottenere la vendetta che cerca da sempre sul suo fratellastro. E visto che è proprio lei a sembrare in difficoltà, come rinunciare alla tentazione di offrirle il proprio aiuto?

... ha una soluzione.

Una proposta di matrimonio era l'ultima cosa che Alyse si sarebbe aspettata. Certo, con quel sì risolverebbe ogni suo problema, per di più al fianco di un uomo sexy come Dario...

LanguageItaliano
Release dateDec 21, 2015
ISBN9788858943281
Un'intrigante proposta: Harmony Collezione
Author

Kate Walker

Autrice inglese originaria della regione di Nottingham, ha anche diretto una libreria per bambini.

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    Un'intrigante proposta - Kate Walker

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Olivero’s Outrageous Proposal

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2015 Kate Walker

    Traduzione di Sonia Indinimeo

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2015 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-328-1

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Alyse era sul punto di rinunciare al suo folle piano, quando lo avvistò.

    Proprio mentre stava considerando l’idea di andarsene dal ballo di beneficenza appena iniziato, la folla si aprì davanti a lei come il Mar Rosso, creando una specie di corridoio dal punto in cui si trovava fino a un uomo alto e bruno all’altra estremità della sala.

    Un segno del destino!

    Alyse trattenne il respiro e si scostò i capelli dal viso per poterlo vedere meglio. Era...

    «Perfetto...» La parola le sfuggì incontrollata dalle labbra.

    L’uomo sembrava molto diverso da tutti gli altri ospiti. Un alieno, a dire il vero. Un meraviglioso falco nero, in mezzo a uno stormo di frivoli pavoni. Dello stesso genere forse, ma differente da chiunque altro.

    La diversità era così evidente che Alyse non riusciva più a distogliere gli occhi da lui. A quell’apparizione era rimasta inebetita, con il bicchiere di champagne a mezz’aria, incapace di completare il movimento per portarlo alle labbra.

    Era... stupendo. Non c’era altra parola per rendergli giustizia. Alto, con un fisico atletico e possente, disegnato alla perfezione dall’elegante abito scuro che in qualche modo lo faceva apparire pericolosamente selvaggio, un pirata griffato. La cravatta era allentata e le mani impazienti stavano slacciando il primo bottone della camicia candida, come se avesse bisogno d’aria. I folti capelli neri erano abbastanza lunghi. Gli occhi chiari e scintillanti scandagliavano la stanza inquieti e il sorriso appena accennato sulle belle labbra sensuali, era cinico più che divertito.

    Ed era proprio quello a renderlo perfetto. Al pari di Alyse, sembrava non appartenere a quel mondo, anche se lei dubitava che qualcuno l’avesse costretto a partecipare alla serata. Suo padre, invece, aveva insistito fino a sfinirla, mentre lei se ne sarebbe rimasta tanto volentieri a casa, con un buon libro.

    «Hai bisogno di uscire, dopo aver passato tutto il giorno in quel buco di galleria d’arte» le aveva detto per la decima volta in poche ore.

    «A me piace lavorare alla galleria!» aveva protestato Alyse. Be’, non era certo il lavoro creativo che aveva sempre sognato, ma le dava uno stipendio decente e, se non altro, le consentiva di uscire per qualche ora dalla soffocante prigione della sua casa, dove la malattia della madre incombeva su tutto, come una pesante coperta inzuppata di pioggia.

    «Accetta l’invito e vai al ballo! Come puoi incontrare qualcuno, se stai sempre rintanata?»

    Incontrare qualcuno... leggi Marcus Kavanaugh!, aveva pensato Alyse infastidita.

    Lui! L’uomo che ultimamente le aveva reso la vita un inferno, con le sue attenzioni indesiderate, le sue continue visite e la fastidiosa insistenza con cui le chiedeva di sposarlo, almeno un paio di volte al giorno. Aveva cominciato a farsi vedere anche alla galleria e ormai non c’era posto al mondo dove Alyse potesse trovare un po’ di pace. L’aspetto più sconcertante era che di recente, suo padre aveva abbracciato la causa di Marcus e aveva iniziato a farle pressioni, cercando di dipingerle quel matrimonio come il paradiso in terra.

    «Può anche essere figlio, nonché erede del tuo capo» gli aveva detto spazientita, qualche giorno prima, «ma non è il mio tipo!» Ovviamente suo padre non l’aveva ascoltata, insistendo che non avrebbe potuto trovare marito migliore.

    Alla fine, esasperata e oppressa, aveva deciso di andare al ballo e trovare un modo per sbarazzarsi una volta per tutte di quell’ingombrante pretendente.

    E lì entrava in gioco l’affascinante sconosciuto, in fondo alla sala.

    Ovviamente quel tale non si sentiva un pesce fuor d’acqua come lei. Bello ed elegante, dava dei punti a tutti i presenti e l’espressione del suo viso diceva a chiare lettere che non gliene fregava niente di ciò che gli altri pensavano di lui. Cosa che lo rendeva ancora più indicato come partner in ciò che Alyse aveva in mente per la serata.

    Sarebbe stato il complice perfetto del suo crimine.

    Fu come se quel pensiero avesse attraversato la stanza e fosse andato a sfiorare lo sconosciuto, perché lui voltò la testa di scatto come se qualcuno lo avesse urtato e i suoi occhi si incatenarono a quelli di Alyse.

    In quel preciso istante, lei ebbe la sensazione che il mondo si capovolgesse e si appoggiò con una mano alla parete per restare in piedi.

    Pericolo!

    La scritta rossa lampeggiante le balenò più volte nella mente scatenando un po’ di panico che andò a mescolarsi all’eccitazione. Cercava un modo per sbarazzarsi di Marcus, ma che male c’era se questo le avrebbe dato anche l’opportunità di divertirsi un po’? Se divertirsi era la parola giusta, per descrivere il terremoto che la vista di quell’uomo le aveva scatenato dentro.

    Con un gesto troppo brusco cercò di portarsi il bicchiere alle labbra, ma le mani le tremavano tanto che una piccola pioggia di vino si riversò sulla seta blu del suo abito.

    «Oh, no!»

    Aveva un fazzoletto nella borsettina argentata, ma cercarlo mentre teneva in equilibrio il bicchiere, non fece che peggiorare le cose. Tesa a reggere lo stelo del bicchiere, lasciò quasi cadere la borsetta. Nel tentativo di afferrarla, un’altra ondata di goccioline andò a posarsi sul seno che si intravedeva dall’ampia scollatura dell’abito.

    «Mi permetta.»

    Era una voce fredda, calma, autoritaria se vogliamo, ma rassicurante. Alyse stava ancora riordinando le idee e prima che riuscisse a individuare il particolare accento che scaldava quella bella voce maschile, due lunghe mani abbronzate si sollevarono per prendere dalle sue il calice e la borsetta. Depositò entrambi su un tavolino lì a fianco, prese dalla tasca un fazzoletto immacolato e cominciò a tamponarle l’abito con gesti delicati ma decisi.

    «Gra... grazie.»

    La ridicola defezione delle sue ginocchia rendeva impossibile recuperare il controllo di cui aveva un disperato bisogno e nonostante tutti i suoi sforzi, traballò sui ridicoli trampoli che portava ai piedi a cui non era per niente abituata.

    «Ferma!» le sussurrò quasi all’orecchio, afferrandole le mani per impedirle di cadere.

    «Grazie.»

    Con sollievo, Alyse sentì che la sua voce era più decisa e si sentì di nuovo in equilibrio. Poteva stare in piedi, alzare la testa e guardarlo in viso...

    Quando affondò nel profondo di quegli occhi azzurri e scintillanti come il Mediterraneo in pieno sole, la sua ritrovata stabilità si dissolse di colpo.

    L’uomo statuario che un istante prima si trovava all’altro capo della stanza, ora era lì davanti a lei in tutta la sua imponenza, bloccando la luce e facendo scomparire tutto quello che aveva intorno. Il calore del suo corpo sembrò avvolgerla e il profumo della sua pelle mescolato a quello di una raffinata colonia, le penetrò nelle narici, intossicandola.

    «Lei!» esclamò, liberando le mani e afferrandosi al suo braccio, in cerca di sostegno. Strinse le dita intorno ai muscoli guizzanti sotto la giacca e una vampata di calore le corse lungo tutti i nervi, mettendo a serio rischio la propria appena ritrovata stabilità.

    «Io» confermò lui con un sorriso a dir poco ambiguo. La lasciò andare e tornò a darsi da fare col fazzoletto. «È meglio asciugarlo subito, prima che il vestito si rovini del tutto» mormorò.

    «Io... Sì...» balbettò Alyse.

    Che cos’altro poteva dire? E a chi, visto che il resto del mondo era scomparso intorno a loro, chiudendoli in una bolla riservata, appena sfiorata dall’incessante mormorio della folla?

    Quella testa fiera era chinata, i suoi capelli le sfioravano il viso, mentre era concentrato nel difficile compito di rimediare al pasticcio che Alyse aveva fatto col vino. Era così vicino che quasi sicuramente riusciva a sentire il battito del suo cuore e rendersi conto di quanto il suo respiro fosse accelerato. Sollevò la mano e attraversò la linea sottile tra il tessuto blu e la pelle color avorio del seno, asciugandola con cura.

    Il suo tocco era leggero, quasi delicato, ma nello stesso tempo sembrava invasivo, troppo intimo in quel momento e in quell’ambiente.

    «Va meglio?»

    Alyse avrebbe voluto scostarsi e spingere via la sua mano, sconvolta dall’effetto che aveva su di lei, anche attraverso il fazzoletto ripiegato. Eppure non ci riusciva. Volevo continuare a sentirlo, anzi voleva sentirlo di più, direttamente sulla pelle, a lungo.

    Si sforzò di rispondere, cercando di non lasciarsi sfuggire le parole inopportune che premevano in un angolo della sua mente. Parole che il suo istinto primordiale la spingevano a dire. Le parole ancora e di più, così pericolosamente in bilico sulla punta della sua lingua.

    «Sto bene, ora... grazie.»

    «Perfetto!»

    Era ancora così vicino che il suo respiro accarezzava le lunghe ciocche bionde che ricadevano intorno al viso di Alyse, ma se non altro aveva smesso di sfiorarla. Appallottolò il fazzoletto e lo posò sul tavolino, accanto alla borsetta e al bicchiere.

    «Bene. Allora possiamo ricominciare da capo» dichiarò l’uomo. La bellissima voce accentata aveva finalmente una nota di leggerezza che si tradusse in un sorriso. Ma l’espressione dei suoi occhi azzurri si era fatta ancora più fredda, se possibile. Il suo sguardo la metteva a disagio, sembrava studiarla come se fosse una specie rara o un microrganismo sconosciuto, sul vetrino di un microscopio. «O, per meglio dire, possiamo cominciare» precisò.

    Raddrizzò le spalle e fu solo allora che Alyse si rese conto di quanto fosse alto. La sovrastava di un paio di spanne, nonostante i suoi tacchi vertiginosi.

    «Dario Olivero» si presentò, porgendole educatamente la mano, un gesto che sembrava ridicolo, dopo l’attimo di intimità che avevano appena condiviso. Anche la sua voce suonò strana, forzata.

    «Alyse Gregory» lo imitò. Fu costretta a inumidirsi le labbra e quel movimento non sfuggì agli occhi azzurri, intenti e penetranti come laser. Alyse avrebbe giurato di aver visto un accenno di sorriso. Lo stesso tipo di sorriso che per assurdo avrebbe potuto fare una tigre, notando che la sua preda aveva avvertito la sua presenza e ora tremava spaventata.

    Ma ogni pensiero, incluso quello, venne cancellato quando Dario le strinse la mano nella sua, forte, calda ed eccitante. Era come se nessuno le avesse stretto la mano fino a quel momento. Non così, almeno. Quel lieve contatto aveva il potere di aggrovigliarle i nervi e accendere un frenetico pulsare nella parte più intima del suo corpo. Una sensazione indecente in un luogo pubblico e con un uomo appena incontrato. Piacevolmente indecente a dire il vero...

    Alyse fu pervasa da una serie di sensazioni che non aveva mai provato. Mai così in fretta, mai così forte, mai per un perfetto sconosciuto.

    Se non altro, ora sapeva il suo nome. Conosceva di fama Dario Olivero, naturalmente. Chi non lo conosceva? I suoi vigneti e i suoi vini eccezionali erano famosi in tutto il mondo.

    «Alyse...» sussurrò Dario, trasformando quel nome in un suono dolce e sensuale, mentre i suoi occhi sembravano contraddirlo. Per un breve istante lo

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