Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Baci al ballo: Harmony Collezione
Baci al ballo: Harmony Collezione
Baci al ballo: Harmony Collezione
Ebook159 pages3 hours

Baci al ballo: Harmony Collezione

Rating: 5 out of 5 stars

5/5

()

Read preview

About this ebook

Dopo un'esperienza non all'altezza delle sue aspettative da ragazza, Loris ha preso una decisione: nessuna relazione coinvolgente con l'altro sesso. E dovrà passare molto tempo prima di riuscire a riconquistare un po' di fiducia in se stessa e a legarsi al seducente casanova Mark Longman. Nemmeno con lui, però, le cose sembrano andare per il verso giusto... Così, quando in occasione del ballo di San Valentino, scopre il fidanzato tra le braccia di una bionda mozzafiato, lei non si perde d'animo. Anzi, approfitta della situazione per...

LanguageItaliano
Release dateOct 10, 2013
ISBN9788858915721
Baci al ballo: Harmony Collezione
Author

Lee Wilkinson

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Read more from Lee Wilkinson

Related to Baci al ballo

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Baci al ballo

Rating: 5 out of 5 stars
5/5

1 rating0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Baci al ballo - Lee Wilkinson

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Marriage on the Agenda

    Harlequin Mills & Boon Modern Romance

    © 2001 Lee Wilkinson

    Traduzione di Vincenzo Russo

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Enterprises II B.V. / S.à.r.l Luxembourg.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    Harmony è un marchio registrato di proprietà

    Harlequin Mondadori S.p.A. All Rights Reserved.

    © 2003 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5891-572-1

    www.eHarmony.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    1

    Il taxi accostò nei pressi di Hyde Park e lasciò Loris Bergman davanti all’ingresso del Landseer Hotel. Loris pagò, scese in fretta dall’auto, entrò nella hall e andò a rintanarsi nella toilette delle signore.

    Dopo essersi tolta di dosso l’impermeabile bagnato, che avrebbe lasciato alla guardarobiera insieme alla ventiquattrore che aveva portato con sé, diede un’occhiata alla propria immagine riflessa nello specchio.

    Arrivare in ritardo al ballo di San Valentino organizzato dalla Bergman-Longman non era già di per sé un bel biglietto da visita, perciò non aveva intenzione di peggiorare le cose presentandosi in condizioni disastrose.

    Si ritrovò a contemplare un viso piccolo, di forma ovale, un paio di labbra ben delineate e occhi grandi, dello stesso colore dello sherry. Con le altre persone, la sua bellezza non passava inosservata, ma a lei, che non sapeva neanche cosa fosse la vanità, quei lineamenti non sembravano niente di speciale.

    Soddisfatta di constatare che il trucco era ancora a posto e che i suoi capelli neri non erano paragonabili a quelli di una pazza appena evasa dal manicomio, uscì dal bagno, fece una breve puntata al guardaroba, quindi si diresse a passi decisi verso la sala del ballo.

    Il party era in pieno svolgimento: musica, risate e conversazioni ad alta voce. Alcuni invitati stavano danzando al centro dell’ampia sala, mentre altri, in posizione più defilata, chiacchieravano divisi in piccoli gruppi, sorseggiando bevande di vario genere e colore.

    Un bel giovanotto alto, con un fisico ben fatto e vestito con un impeccabile abito da sera, se ne stava solo in un angolo. Qualcosa, nel suo viso, attirò immediatamente l’attenzione di Loris. Vi trovò un che di familiare, come se lo avesse già incontrato da qualche altra parte.

    Ma una seconda occhiata, più attenta, la convinse che si stava sbagliando.

    Se avesse già incontrato quell’uomo, con quell’espressione forte e inequivocabilmente sicura di sé, se ne sarebbe certamente ricordata.

    Si stava domandando chi fosse e perché se ne stesse in disparte, quando quegli occhi brillanti incrociarono i suoi.

    Imbattersi nel suo sguardo le fece lo stesso effetto di scontrarsi contro una lastra di vetro invisibile mentre si cammina. Uno shock che le fece sussultare il cuore, lasciandola senza fiato.

    Era ancora immobile come una statua, quando la voce della madre la ridestò. «Ah, eccoti, finalmente...»

    Distogliendo non senza fatica lo sguardo da quello sconosciuto, Loris si voltò verso quella donna piuttosto bassa, con i capelli neri, il cui bel viso era guastato da un’espressione decisamente irritata.

    «Ci stavamo chiedendo dove diavolo fossi finita. Tuo padre è molto contrariato, sai?»

    «Ti avevo detto che dovevo andare a un appuntamento con una cliente alle sei e mezzo, e che avrei fatto sicuramente tardi» rispose Loris, con calma.

    «Un appuntamento di sabato sera? Ma non essere ridicola! E non venire a raccontarmi che sei un po’ in ritardo. La festa è iniziata da un pezzo.»

    Sebbene i suoi genitori sapessero che il suo lavoro di designer d’interni spesso la costringeva a orari inusuali, ogni volta che si verificava una simile eventualità entrambi avevano sempre da ridire, trattandola come una ragazzina disubbidiente e bugiarda piuttosto che come una donna in carriera.

    «Purtroppo, la signora Chedwyne, che è una di quelle clienti che non posso permettermi di trascurare, mi ha fatto perdere parecchio tempo; e quando ho finito da lei, sono dovuta passare da casa per cambiarmi, prima di venire qui.»

    Nonostante la spiegazione, Isobel Bergman non sembrava disposta a lasciar cadere il discorso. «Non capisco perché non puoi lavorare nei normali orari d’ufficio, come tutti. Dovresti protestare con i tuoi clienti che ti costringono a...»

    Loris sospirò. «Io non faccio l’impiegata, mamma. Devo andare a casa dei miei clienti quando loro ci sono, gli orari non li stabilisco io. La gente, durante il giorno, è fuori per lavoro. Quindi, ci posso andare la sera, o durante i weekend. Te l’ho già spiegato mille volte...»

    «Be’, Mark sarà furioso. Questa è un’occasione speciale: voleva festeggiare l’accordo con la Cosby e tu dovevi essere al suo fianco, non a casa della tua cliente. Gli sarai mancata molto.»

    Vedendo il suo fidanzato impegnato a ballare in mezzo alla pista con una bionda, Loris assunse un’espressione perplessa. «Mi sembra che non gli stia mancando particolarmente, a dire la verità.»

    «E cosa ti aspettavi? Che se ne stesse seduto ad attendere il tuo arrivo? Dovresti tenerlo d’occhio. Perché un bel tipo come lui, se trascurato, è normale che abbia la tentazione di guardarsi un po’ in giro... e non vorrei che qualcuna più furba di te lo dirottasse altrove.»

    Sebbene Loris sapesse che Mark Longman non era insensibile alla bellezza femminile, l’idea di doverlo tenere d’occhio non la stuzzicava affatto. Anzi.

    «Non dimenticarti che Mark Longman è un buon partito» insistette Isobel. «Bello, attraente, ancora giovane, con un lavoro di prestigio e un bel conto in banca.»

    «Be’... i suoi soldi non m’interessano...» replicò Loris freddamente.

    «Dovresti interessartene, invece. Tuo padre ha superato i sessanta, e se non riuscirò a convincerlo a cambiare il testamento, quando lui morirà il tuo fratellastro erediterà tutto, e a te non rimarrà niente.»

    Simon, estroverso e dotato di molto charme, era sempre stato il prediletto di Peter Bergman. Per questo motivo, la decisione di suo padre non l’aveva sorpresa: dunque, il figlio avuto dal precedente matrimonio era stato nominato erede universale. «Non m’importa se lui si prenderà tutto» rispose in tono distaccato. «Io ho una carriera davanti che...»

    «Potresti fare anche a meno di lavorare. Tuo padre potrebbe lasciarti almeno un’indennità, se tu...»

    «Mamma, ho ventiquattro anni, non quattordici.»

    Ma Isobel ignorò la protesta della figlia. «Parlando seriamente, io non lo avrei mai sposato, se avessi potuto prevedere un’eventualità del genere.»

    Un’altra lamentela. Un classico di quella donna. Loris ne aveva sentite così tante in vita sua, che ormai aveva imparato a ignorarle.

    «Ha pure accennato alla possibilità di disfarsi dell’appartamento di Londra e di ritirarsi nella tenuta di Monkswood.»

    «Be’, se non ha più intenzione di utilizzare la casa in città, non vedo per quale motivo dovrebbe tenerla.»

    «Sì, ma io non voglio trascorrere in campagna tutta la settimana. Diventerei matta. Purtroppo, tuo padre pensa solo a se stesso, mai a me. Lì sono già noiosi i weekend, figurati gli altri giorni» proseguì Isobel. Lamentarsi le piaceva, non c’erano dubbi. «Ah, ti sei ricordata di portarti dietro qualcosa?»

    Loris e Mark avevano in programma di trascorrere il finesettimana nella casa di Monkswood, poco fuori Paddleham.

    «Sì, me ne sono ricordata.»

    Quando la musica terminò e la pista si svuotò, entrambe le donne si misero alla ricerca di Mark, che non era più in giro.

    «Il buffet è ancora ben fornito. Vuoi mangiare qualcosa?» domandò Isobel, guardando la figlia.

    «Mi sono presa un panino prima di andare al mio appuntamento.»

    «Be’, mi sembra poco. Quest’ultima dieta che stai facendo è troppo severa.»

    A soli quarantacinque anni, Isobel aveva già perso la sua battaglia contro l’ago della bilancia. I chili di troppo che aveva guadagnato negli ultimi anni avevano modificato la sua figura, un tempo ben più esile.

    «E sono convinta che le pillole che mi hanno prescritto non hanno fatto altro che peggiorare la mia emicrania» borbottò, prima di sparire in direzione del buffet.

    Un cameriere le si avvicinò con un vassoio colmo di coppe di champagne. Loris ne prese una, ringraziando con un accenno di sorriso. Ne bevve una sorsata, e quel vino frizzante le trasmise subito un brivido.

    Mentre scrutava tra la gente, invece della sagoma familiare di Mark si sorprese a cercare quella dello sconosciuto che aveva incrociato poco prima.

    Uno squillo di fanfara attirò l’attenzione di tutti i presenti. Loris girò la testa e vide suo padre, il suo fidanzato e una terza persona ritti contro una parete della sala. Sir Peter Bergman, occhi blu e capelli grigi, elegante come sempre, chiese silenzio con un gesto autorevole e prese la parola.

    «Molti di voi già sapranno che la Bergman-Longman e i giganti americani della Cosby hanno progettato da tempo una fusione. Adesso sono lieto di annunciarvi che abbiamo finalmente raggiunto il nostro obiettivo, e William Grant, che vedete qui alla mia destra, uno dei dirigenti della Cosby, è stasera con noi per festeggiare l’evento.»

    Lo scroscio di applausi fu inevitabile.

    «Quest’accordo produrrà una delle più grandi e ricche compagnie in questo specifico settore. Abbiamo deciso di rinominare il ramo inglese della nostra società BLC Electronics.» Alzò il calice. «Possa la BLC arrivare ancora più in alto!»

    Un nuovo scoppio di applausi, stavolta ben più fragoroso del precedente.

    I tre uomini furono in un attimo circondati da una massa di persone desiderose di complimentarsi.

    Quando l’entusiasmo si placò e la folla cominciò a diradarsi, Peter Bergman e William Grant si defilarono insieme, parlottando a bassa voce.

    Appena la visuale divenne più libera, Loris riuscì a individuare Mark. Gli sorrise e s’incamminò nella sua direzione, ma lui rimase impassibile come se

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1