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La rosa del deserto: Harmony Collezione
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La rosa del deserto: Harmony Collezione
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La rosa del deserto: Harmony Collezione

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About this ebook

HOT - Cameron Night è preparato ad affrontare qualunque imprevisto, e quella missione nel regno di Baslaam non fa eccezione.

Leanna De Marco è una ballerina classica che è stata rapita, e venduta, per danzare nell'harem di un sultano.

Quando Asaad, uomo senza scrupoli, offre la bellissima Leanna a Cameron, come dono per una notte, questi intravede subito la possibilità di scappare con lei. Del resto, non si rifiuta mai il regalo di un sultano.
LanguageItaliano
Release dateApr 11, 2016
ISBN9788858948200
La rosa del deserto: Harmony Collezione
Author

Sandra Marton

Tra le autrici piuù amate e lette dal pubblico italiano.

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    La rosa del deserto - Sandra Marton

    successivo.

    1

    Cameron Knight, trentadue anni, era alto quasi un metro e novanta. Aveva grandi ed espressivi occhi verdi e un corpo atletico ereditati dal padre inglese, e capelli corvini e zigomi pronunciati grazie alla madre, nelle cui vene scorreva sangue comanche. Gli piacevano le belle donne, le macchine veloci e il rischio.

    Sotto un certo aspetto era ancora l'affascinante e pericoloso adolescente di diciassette anni che aveva fatto girare la testa alla metà delle ragazze di Dallas.

    In una cosa, però, Cam era cambiato: aveva convogliato la passione per il rischio nella carriera. In un primo tempo nelle Forze Speciali, poi nell'Agenzia e, infine, nell'attività che aveva avviato con i fratelli.

    La Knight, Knight and Knight l'aveva reso ricco: i clienti risiedevano nei vari continenti e chiedevano, pagandolo profumatamente, il suo intervento quando la situazione sfuggiva loro di mano.

    Questa volta, sorprendentemente, era stato suo padre a rivolgersi a lui e Cam, a dispetto di ogni attesa, aveva accettato.

    Così in quel momento era sull'Atlantico, in volo su un jet privato, diretto in un luogo che era un semplice puntino sulle mappe. Baslaam.

    Cam controllò l'orologio. Mancava mezz'ora al tramonto. Bene. Il tutto era accaduto così velocemente che era stato costretto a trascorrere buona parte del volo immerso nella lettura dei documenti che gli aveva fornito il padre. Ma adesso aveva tempo per rilassarsi.

    Quando ci si sta per ficcare in una situazione sconosciuta bisogna essere pronti a tutto; l'esercizio di respirazione lenta e profonda, che uno degli istruttori dell'Agenzia aveva sempre indicato come il tai chi della mente, era quello che ci voleva.

    Cam inclinò il sedile all'indietro, chiuse gli occhi e lasciò vagare la mente. Forse a causa del fatto di essere in missione per suo padre pensò alla propria vita, a cosa ne aveva fatto, e alle occasioni perse.

    Com'era stato vicino a confermare le amare previsioni del suo vecchio!

    Non vali proprio niente!, gli ripeteva sempre Avery quando lui era solo un ragazzo. Non combinerai mai niente di buono...

    Cam dovette ammettere che il suo comportamento da adolescente sembrava voler confermare le previsioni paterne.

    Bigiava la scuola, si ubriacava... Aveva anche sperimentato le droghe. Non per molto, però, dato che non gli piaceva la perdita di controllo che veniva di pari passo con l'euforia.

    A diciassette anni era il classico adolescente problematico.

    In collera col suo vecchio perché si occupava molto più del denaro che non della moglie e dei figli, e con sua madre per averlo lasciato solo morendo, era stato come una bomba a orologeria pronta a esplodere.

    Una notte, mentre percorreva una strada di campagna guidando a velocità folle, si era reso conto di aver superato la casa di uno sbirro che l'aveva malmenato l'anno prima. Niente di grave, ma la cosa gli bruciava ancora.

    Soprattutto perché il poliziotto aveva agito in quel modo per fare un piacere a suo padre.

    «Il suo vecchio voleva che gli dessi una lezione» l'aveva sentito dire Cam al collega.

    Con quelle parole che gli riecheggiavano nella mente, Cam aveva fermato il fuoristrada ai margini del viottolo. Si era arrampicato su un albero, si era introdotto nella camera da letto dello sbirro e aveva osservato quel bastardo mentre russava sonoramente, poi se n'era uscito per la stessa via.

    Era stata un'esperienza esilarante. Così esilarante che l'aveva ripetuta diverse volte, introducendosi nelle abitazioni di quelli che vivevano una vita di apparenze come il suo vecchio, non sottraendo nulla, ma traendone una grande soddisfazione.

    Una notte, però, aveva rischiato grosso. Frequentava il college, a quel tempo, ed era a casa per il fine settimana, quando aveva corso il rischio di essere colto sul fatto.

    Il gioco pericoloso è una cosa, comportarsi da stupidi un'altra. Cam aveva lasciato il college, si era arruolato nell'esercito ed era stato assegnato alle Forze Speciali. Quando l'Agenzia aveva mostrato interesse nei suoi confronti, aveva accettato. Nelle operazioni sotto copertura si mangia e si respira il pericolo.

    Aveva persino creduto di essere finalmente a casa.

    Ma non era stato così. Aveva scoperto che talvolta l'Agenzia richiedeva interventi estranei alla sua natura, compiti che gli era difficile accettare.

    I suoi due fratelli avevano percorso cammini simili. Macchine veloci, donne bellissime, e giocare alla roulette russa con il pericolo ai fratelli Knight era sembrato il percorso obbligato per diventare uomini veri.

    Minori di uno e due anni, i suoi fratelli avevano frequentato il suo stesso college, e avevano giocato nella stessa squadra di calcio con successo, rendendo memorabile quella stagione calcistica.

    Dopo un paio d'anni, anche loro avevano lasciato gli studi, si erano arruolati, poi erano passati alle Forze Speciali per confluire inevitabilmente nel labirinto clandestino dell'Agenzia.

    E, altrettanto inevitabilmente, ne erano rimasti delusi.

    Alla fine i tre fratelli erano tornati a Dallas e si erano messi in affari insieme. Knight, Knight and Knight: Risk Management Specialist. Cam aveva scelto quel nome dopo ore di solenni riflessioni, e di bevute non altrettanto solenni.

    «Ma cosa diavolo vuol dire?» aveva chiesto Matt.

    «Significa che faremo un'immensa fortuna» aveva risposto Alex ghignando.

    E fu così. Clienti potenti e danarosi li pagavano profumatamente per assolvere compiti che avrebbero fatto torcere lo stomaco per la paura alla maggior parte della gente.

    Compiti che la legge non voleva – o forse non poteva – assolvere.

    L'unica persona che era parsa indifferente al loro successo era stato il vecchio. Poi, la sera precedente, Avery era comparso a Turtle Creek, la casa di Cam.

    Non aveva perso tempo in preliminari. Aveva spiegato che il suo agente petrolifero nel sultanato di Baslaam non si faceva sentire da una settimana, e risultava irraggiungibile sia al cellulare che al satellitare.

    Cam aveva ascoltato, il viso privo d'espressione. Alla fine, quando Avery aveva concluso, era rimasto in un irritante silenzio, anche se ormai sapeva cosa il padre si aspettava da lui.

    Al prolungarsi inaccettabile del silenzio, Avery aveva sentito montare la collera. «Diavolo, Cam, accidenti a te! Sai bene cosa ti sto chiedendo.»

    «Scusa, papà...» La voce di Cam era atona, «dovresti spiegarti meglio.»

    Per un attimo aveva immaginato che Avery se ne sarebbe andato sbattendo la porta. Invece il vecchio aveva tratto un profondo respiro.

    «Voglio che tu vada a Baslaam e scopra cosa diavolo succede. Qualunque sia la tua tariffa, la raddoppierò.»

    Cam aveva infilato le mani in tasca, appoggiandosi al parapetto del terrazzo che si affacciava sulla città.

    «Non voglio i tuoi soldi» aveva mormorato.

    «Allora, cosa diavolo vuoi?»

    Che mi preghi, aveva pensato Cam. Ma l'ossessivo martellamento di quel dannato codice d'onore, operato dall'esercito, dalle Forze Speciali, dall'Agenzia, e dovuto forse anche alle sue personali convinzioni, l'aveva trattenuto dall'esprimere a voce alta la riflessione.

    Era suo padre, il suo sangue.

    E questo era il motivo per cui, meno di diciotto ore dopo, atterrò nel calore soffocante del deserto che lo investì come una scarica di pugni. Un uomo minuto, in un abito bianco, si affrettò verso di lui.

    «Benvenuto in Baslaam, signor Knight. Io sono Salah Adair, l'aiuto personale del sultano.»

    «Molto piacere di conoscerla, signor Adair.» Cam attese un paio di secondi poi finse di guardarsi intorno. «Il nostro agente non è con lei?»

    «Ah...» Adair rise. «Sta svolgendo una ricerca oltre le Blue Mountains. Non le ha comunicato i suoi programmi?»

    Cam restituì il sorriso radioso. L'agente era un avvocato: non sarebbe stato in grado di distinguere una traccia di petrolio da una pompa di benzina.

    «Avrà di sicuro informato mio padre. Deve essersi dimenticato di riferirmelo.»

    Adair lo condusse a una limousine nera, parte di un convoglio costituito da vecchie Jeep e Hummer splendenti. Tutti i veicoli erano carichi di militari armati.

    «Il sultano ha mandato una scorta in suo onore» spiegò untuoso Adair.

    Scorta un accidente! Nessuna scorta avrebbe mai coinvolto tanti militari. E dove diavolo erano tutti i civili? La strada che conduceva in città era deserta. Essendo l'unica via di accesso in un paese che cercava di aggrapparsi a una parvenza del ventesimo secolo, sarebbe dovuta essere congestionata dal traffico.

    «Il sultano ha organizzato una festa» proseguì Adair con un sorriso mellifluo. «Sperimenterà molti piaceri, signor Knight. Piaceri per il palato e... per la carne.»

    «Ottimo» esclamò lui reprimendo un brivido. In quella parte del mondo i piaceri del palato avrebbero rivoltato lo stomaco a chiunque. Per quanto riguardava quelli della carne... preferiva scegliersi da solo le compagne di letto.

    C'era qualcosa di strano a Baslaam. Molto strano, e dannatamente pericoloso. Doveva stare all'erta. E questo significava niente cibi sconosciuti, niente bevute, niente donne.

    Soprattutto, niente donne.

    Dov'erano le donne?

    Leanna non avrebbe saputo dire da quanto tempo era segregata in quella tana priva d'aria e di luce. Due giorni, forse due e mezzo... e in tutto quel tempo non aveva mai visto un solo viso femminile.

    Immaginò che fosse una precauzione, perché una donna l'avrebbe ascoltata, l'avrebbe aiutata a fuggire da quell'inferno. Doveva essere così.

    Controllò l'acqua rimasta nella ciotola che le avevano dato quella mattina. Se l'avesse finita, gliene avrebbero data altra? Aveva la gola secca per il caldo afoso, anche se adesso era meno opprimente. Non aveva orologio: coloro che l'avevano rapita gliel'avevano strappato dal polso... ma le pareva che il sole stesse calando dietro le montagne. Lo intuiva dal fatto che le ombre, in quella squallida prigione, si stavano facendo più lunghe.

    E questa era la buona notizia.

    La cattiva, invece, era che l'oscurità avrebbe rimesso in moto i ragni e gli scarafaggi, esseri schifosi!

    Chiuse gli occhi, trasse un profondo respiro e s'impose di non pensare a quei dettagli. Cose ben peggiori l'aspettavano quella notte. Una delle guardie parlava l'inglese a sufficienza per avvertirla in merito. Rabbrividì, nel ricordare la sua sadica risata.

    Quella notte sarebbe stata condotta dall'uomo che l'aveva acquistata: il re, o come diavolo si chiamava, di quel paese orribile. Gli scarafaggi, il caldo, la puzza dei suoi rapitori sarebbero stati ricordi piacevoli al confronto di quello che stava per accaderle.

    «Asaad Il Grande ti possederà

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