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30 giorni, un solo gioco
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30 giorni, un solo gioco
Ebook185 pages2 hours

30 giorni, un solo gioco

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About this ebook

Bisogna sempre ritagliarsi un momento per i propri svaghi.

Jill Sheldon è convinta che il divertimento di un certo tipo sia il sale della vita. Ci crede anche perché lavora in un negozio di giocattoli per adulti. A Jill non dispiacerebbe trasmettere questa sua visione della vita al nuovo capo, Mitch Landry, che ha intenzione di chiudere, magari con degli esempi pratici, utilizzando proprio i giocattoli che loro stessi vendono.

... Soprattutto se si gioca in due.

Mitch non crede che accettando di divertirsi con la spregiudicata Jill per un mese intero, il suo modo di concepire il divertimento cambierà. Ma perché precludersi la possibilità di assaporare quel corpo mozzafiato, se gli viene offerto su un piatto d'argento? L'importante è giocare e divertirsi per trenta giorni, poi si vedrà.
LanguageItaliano
Release dateApr 11, 2016
ISBN9788858947975
30 giorni, un solo gioco
Author

Cindi Myers

Vive sulle Montagne Rocciose, in Colorado. Ha conosciuto suo marito a un appuntamento al buio; sei settimane dopo hanno fissato la data delle nozze!

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    30 giorni, un solo gioco - Cindi Myers

    successivo.

    1

    Jill Sheldon credeva nel profumo Happy, nel reggiseno Miracle e nel non perdersi neanche un giorno di divertimento. Così quando aveva visto il cartello Cercasi commessa nella vetrina del Just 4 Play, aveva capito di avere trovato il lavoro giusto per lei. Che cosa poteva esserci di più divertente di lavorare in un negozio di gadget?

    D'accordo, vendeva gadget sessuali e biancheria intima. Ma la gente aveva bisogno di divertirsi anche con il sesso, no? In quei sei mesi al Just 4 Play, aveva avuto diversi momenti piacevoli, al lavoro e fuori. Dopotutto, la vita era troppo breve per non godersela.

    «I preservativi musicali vanno con gli altri o nel reparto novità?» chiese al suo collega Sid Crawford un mercoledì pomeriggio mentre aprivano l'ultima spedizione di merce.

    Sid si accigliò. «Con le novità, credo. E sistema l'espositore in modo che sembri bello pieno. Potrebbe essere l'ultima consegna per un bel po' di tempo.»

    «E come mai?» chiese lei sorridendo alle note di Bolero che, strizzando la confezione, uscivano dolcemente e inondavano l'intero negozio.

    «Ci vorrà un po' per il passaggio di tutti i documenti al nuovo titolare.»

    Lei mise i pacchetti vicino a una scatola di biancheria commestibile. Forse li avrebbe impacchettati con l'olio per i massaggi così da poter reclamizzare i due prodotti come un'esperienza altamente sensuale. «Il vecchio Grif mi mancherà.» Sospirò e fece una pausa al ricordo del defunto Griffeth Landry, il precedente proprietario del Just 4 Play. Era morto all'improvviso un mese prima, colpito da un fulmine mentre giocava a golf.

    «Già, Grif era forte.» Sid annuì facendo dondolare la sua cresta di capelli rosa con il movimento della testa.

    «Suo nipote che tipo è?» chiese Jill.

    Sid scrollò le spalle. «Non lo so. Non l'ho mai visto.»

    «Suvvia, qualcosa devi pur sapere. Come si chiama?»

    «Mitchell Landry, ma non so altro.»

    Lei depose un flacone di bagnoschiuma e andò ad appoggiarsi a una pila di scatole vicino a Sid. «Di dov'è? Vive qui a Boulder?»

    «Non lo so.»

    «Come si guadagna da vivere?»

    «Non ne ho idea.»

    «Quanti anni ha?»

    Sid alzò le mani per porre fine a quella sfilza di domande. «Lo giuro, non so proprio niente di lui. Davvero.» Aprì un altro scatolone. «Certo che sei curiosa.»

    «Mi piace sapere le cose. Non hai mai sentito dire che sapere è potere?»

    «Già. Sei mai stata senza potere?»

    Lei incrociò le braccia sul petto. «Mai. E non intendo esserlo neanche in futuro.»

    «Temo che dovrai restare all'oscuro fino a quando il signor Mitchell Landry deciderà di onorarci della sua presenza.»

    «Non può essere troppo vecchio se era nipote di Grif» commentò lei sorridendo. «Forse è giovane e bello. Forse potrei persino aiutarlo a provare qualche prodotto.» Gli mostrò un paio di manette foderate di pelliccia.

    Sid scosse la testa. «Sei incorreggibile.»

    «So come divertirmi, ecco tutto.»

    «Già, ma a volte bisogna anche essere seri.»

    Il che veniva detto da quell'uomo dai capelli rosa che possedeva più gioielli di lei. «La vita è troppo breve per essere seri» ribatté Jill. Aprì un cartone e ne estrasse un reggiseno coperto di paillette che brillò alla luce fluorescente. Sgranò gli occhi. «Guarda che roba!»

    «Che cosa dovrebbe essere? Una specie di costume?» Il Just 4 Play era specializzato in costumi elaborati per quei clienti che amavano mettere in scena le loro fantasie più sfrenate.

    «Credo che sia per una ragazza dell'harem» Jill tolse dalla scatola un paio di pantaloni velati. «Non sono stupendi?»

    Scrollando le spalle, Sid riprese a disimballare la merce.

    «Scommetto che non avrà il successo della Cameriera Francese o dell'Infermiera Betty.»

    «Non saprei. Se vuoi la mia opinione, lo trovo piuttosto sexy.» Jill girò il reggiseno da una parte all'altra guardando il brillio delle gemme. «Penso che lo metterò sul manichino nella vetrina principale.»

    «Una buona idea. Quella pelle nera si seccherà al sole.»

    Lei raccolse i pantaloni in stile orientale e si avviò al retro del negozio. «Ehi, dove stai andando?» gridò Sid. «Abbiamo un altro bancale da scaricare.»

    «Volevo provarmi questo. Solo per un momento.»

    «Per essere sicura che i clienti sappiano che tu non fai parte della merce.»

    Lei gli sorrise al di sopra della spalla. «Dipende dal cliente.»

    «Sono tutte chiacchiere e basta e lo sai.»

    Jill entrò nel camerino e tirò la tenda. Be', forse non era poi così scatenata, ma anche fingere di esserlo era divertente. Il Just 4 Play trattava piacere e fantasia, che male faceva a flirtare un po' con i clienti? Le piaceva pensare che uscissero dal negozio un po' più felici di quando vi erano entrati e se i vestiti e i doppi sensi funzionavano, perché no?

    Il corpetto ben aderente accentuava il suo décolleté. I pantaloni trasparenti, che portava sopra un paio di mutandine di raso rosa, erano a vita bassa e stretti alle caviglie. Sorrise alla propria immagine riflessa nello specchio. Non male. Quel capo sarebbe andato a ruba.

    E se l'uomo giusto avesse comperato quello e il costume da pirata...

    Rise. Grif e Sid la prendevano in giro per la tenuta alla Errol Flynn che li aveva convinti a ordinare. «Qualsiasi donna vorrebbe essere portata via da un pirata fanfarone» aveva obiettato lei. Evidentemente si era sbagliata, perché il costume stava sullo scaffale da sei mesi. Tuttavia, un giorno, avrebbe finalmente trovato un uomo disposto a indossarlo per lei.

    Il problema era che la maggior parte degli uomini che frequentava erano decisamente troppo seri. Quando cominciava a pensare che finalmente se la sarebbe spassata, si ritrovava con uno che la guardava dritta negli occhi e le parlava di matrimonio e figli e tutte quelle cose complicate. Che fine avevano fatto tutti quei tipi allergici all'impegno di cui si parlava tanto? Perché finiva sempre con il genere opposto?

    Scuotendo la testa, uscì dal camerino. «Allora, che cosa ne pensi?» chiese a Sid facendo una giravolta.

    Lui si voltò a guardarla con occhio critico. «Rebecca della Fattoria del Sole che va in Arabia» sentenziò.

    «Dai, smettila. Non ho l'aria un po' esotica?»

    Sid scosse la testa. «Mi dispiace, tesoro, ma quegli occhioni blu e il naso all'insù, per non parlare dei riccioli biondi e delle lentiggini, ti fanno sembrare una appena scesa dall'autobus proveniente dai campi di grano dell'Iowa. Staresti meglio con il costume da scolaretta.»

    Lei lo fulminò con un'occhiata. «È solo perché sono piccola. È difficile essere seducenti se si è alte solo uno e sessanta.»

    «Ehi, non è vero. Un sacco di uomini cercano le ragazze dall'aria sana.»

    Jill fu sul punto di mostrargli la lingua ma suonò il campanello all'ingresso ed entrò un cliente.

    La gente assumeva atteggiamenti diversi quando entrava al Just 4 Play la prima volta. Molti erano nervosi, ridacchiavano, magari arrossivano. Altri sapevano quello che volevano e andavano dritti al sodo, senza degnare di uno sguardo l'altra merce. Qualcuno pensava evidentemente di entrare in una specie di negozio di hobbistica e, rendendosi conto dell'errore, batteva rapidamente in ritirata. Le coppie entravano tenendosi per mano ed esaminando gli articoli parlavano in tono pacato, usando quel giro di shopping come preludio a un incontro più intimo.

    Ma Jill non aveva mai visto nessuno comportarsi come l'uomo entrato in quel momento. Quello era maledettamente serio, dalla cima dei capelli castani ben pettinati alla punta dei mocassini perfettamente lucidati. L'espressione era quella che ci si aspettava di vedere in faccia a un direttore di banca che ti ha appena rifiutato un prestito. Le spalle, poi – belle e larghe, notò lei – erano quelle di un gladiatore pronto a battersi.

    Quello sì che è un tipo formale, pensò Jill andandogli incontro. Sorrise fra sé. Non c'era niente di meglio che cominciare il pomeriggio con una sfida. Dopo avere trattato con lei, il signor Borioso sarebbe uscito sorridendo e pronto a spassarsela un po'. A giudicare dalla sua aria acida, non doveva avere preso molta vitamina F nella sua vita recente.

    «Benvenuto al Just 4 Play» lo salutò lei andandogli di proposito molto vicino. «È vergine?»

    Lui sgranò gli occhi, di un fantastico color cioccolato. «Come ha detto, scusi?»

    Jill si avvicinò ancora di più, sfiorandogli il braccio. Inalò la sua colonia speziata. Aramis. Un profumo che aveva sempre trovato particolarmente sexy. «È la prima volta che viene da noi?»

    «Sì.» L'uomo indietreggiò di un passo e si guardò intorno. Si accigliò alla vista della bambola gonfiabile a grandezza naturale che portava un bikini di raso rosso. «Vedo che tutto ciò che mi hanno detto di voi è vero.»

    «Oh!» Lei lo prese sotto braccio e lo fece avanzare nel negozio. «Spero che gliene abbiano parlato bene. Cerca qualcosa in particolare? Qualcosa per lei e sua moglie?»

    «Non sono sposato.»

    Lei sorrise. Così non era sposato. Bene.

    Lui stava ancora guardandosi intorno con l'aria di non approvare. Be', c'erano anche tipi così. Ma visto che era entrato, un minimo di interesse doveva pur averlo, pensò Jill. Perciò non le restava che contare su quell'interesse per scoprire che cosa voleva davvero. «Allora, qualcosa per lei e la sua ragazza.»

    L'uomo trasalì e si liberò della sua presa. «Dubito che la mia ragazza apprezzerebbe le cose che avete qui.»

    «Potrebbe stupirla, signore.» Si erano fermati nella zona dedicata alla biancheria intima e ai costumi. «Abbiamo dei capi molto belli. Camicie da notte e guêpière. Anche le nostre giarrettiere si vendono bene.» Gliene mostrò un paio di pizzo nero. «Immagini la sua ragazza con queste addosso, delle calze di seta e tacchi a spillo.»

    Lui arrossì nonostante l'abbronzatura. «Non è per questo che sono venuto.»

    Sorridendo, Jill depose le giarrettiere. Era pronta a scommettere che se quell'uomo si fosse lasciato andare un po' si sarebbe rivelato una vera tigre. «Magari preferisce qualcosa di più sensuale.» Prendendolo per mano lo condusse verso l'espositore di oli per massaggi... un buon posto da dove cominciare per i novizi. Mentre superavano la vetrina, la luce colpì il suo corpetto incastonato di cristalli.

    «Che cos'è quello che ha addosso?» le chiese il cliente.

    Lei si fermò e alzò le mani con una mossa da danza del ventre. «Fa parte della collezione di costumi fantasia. Vuole vederne degli altri?»

    Lo sguardo dell'uomo su di lei fu più intimo di una carezza. Jill lottò contro l'impulso di proteggersi il seno con le mani. «Davvero c'è chi mette questa roba anche quando non è Halloween?»

    La nota divertita rivelata dalla sua voce la rilassò. «Ma certo. Alle coppie piace recitare dei ruoli che si sono immaginati nelle loro fantasie. Per esempio, un uomo può vestirsi da cowboy, completo di gambali di cuoio. Vendiamo bene anche la cintura da lavoratore edile.» Jill sorrise. Il suo cliente sarebbe stato molto bello con quel costume particolare. «O una donna potrebbe vestirsi da cameriera francese, o da infermiera.» Abbassò la voce in un mormorio sensuale. «Qual è la sua fantasia, signore? Sono sicura di poterla aiutare a realizzarla.»

    Lui incontrò il suo sguardo per avvertirla che aveva fatto la domanda sbagliata. O quella giusta. Solo per un attimo, l'emozione riuscì a penetrare la sua facciata impassibile. Un uomo che teneva a bada i sentimenti, in attesa della donna in grado di liberarli...

    Jill distolse lo sguardo, le guance calde, come una bambina che avesse visto qualcosa che non doveva vedere.

    L'uomo indietreggiò. «Al momento, non mi interessano le fantasie, io...»

    «Abbiamo anche dei meravigliosi libri di istruzioni sul massaggio sensuale.» Dicendosi che era sciocca a permettere a quello sconosciuto di farle perdere la calma, lei lo prese di nuovo per mano e lo tirò verso un armadio antico pieno di flaconi e vasetti dai colori vivaci. «E abbiamo questi oli profumati che vanno bene sia per donne sia per uomini.» Aprì un flacone di prova di olio di cannella. Sentì il suo sguardo su di sé e fu percorsa da brividi di consapevolezza.

    «Sapeva che secondo delle indagini fatte, uno dei profumi più eccitanti per gli uomini è quello dei panini alla cannella appena usciti dal forno?» Se ne spalmò una goccia all'interno del polso e glielo porse. «Non è meraviglioso?»

    Le dita maschili intorno al suo polso erano calde e forti. Dita lunghe, sensibili, del genere che poteva dare molto piacere a una donna se lui fosse stato bravo a usarle. E qualcosa le disse che lo era. L'uomo si portò il suo polso al naso e inalò, chiudendo gli occhi per un secondo. Le labbra erano così vicine alla sua pelle da poter sentire il calore del suo fiato e le ginocchia cominciarono a cederle. Avrebbe voluto staccarsi, ma non ne trovò la forza. Che cosa le stava succedendo?

    Lui aprì gli occhi e la fissò con intensità. Serio, come se non fosse affatto turbato per il suo corteggiamento. Vide oltre il suo costume frivolo e i modi scherzosi una parte di lei che non mostrava mai a nessuno.

    Jill si allontanò da lui, stupita. Come le era venuto quel pensiero? Perché la stava guardando a quel modo? «Mmh... forse farà meglio a dirmi perché è qui e vedrò se qualcuno può aiutarla» lo incalzò evitando il suo sguardo. E

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