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Un erede per i Da Rocha: Harmony Collezione
Un erede per i Da Rocha: Harmony Collezione
Un erede per i Da Rocha: Harmony Collezione
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Un erede per i Da Rocha: Harmony Collezione

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About this ebook

Il matrimonio del magnate Zac Da Rocha con l'innocente cameriera Freddie doveva essere di semplice convenienza. Se lei fosse riuscita a dargli un erede, lui le avrebbe assicurato la custodia dei suoi nipotini. Una volta ottenuto ciò che volevano, avrebbero divorziato e sarebbero andati ognuno per la propria strada.

Ma quando Freddie rimane incinta, la travolgente attrazione tra loro non accenna a spegnersi e Zac si rende conto che quello che desidera da lei è ben più di un erede. Vuole avere Freddie ogni notte nel proprio letto, e che il loro matrimonio duri per sempre.
LanguageItaliano
Release dateOct 21, 2019
ISBN9788830505711
Un erede per i Da Rocha: Harmony Collezione
Author

Lynne Graham

Lynne Graham vive in una bellissima villa nelle campagne dell'Irlanda del Nord.Lynne ama occuparsi della casa e del giardino, soprattutto nel periodo che lei considera il più magico dell'anno, il Natale.

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    Un erede per i Da Rocha - Lynne Graham

    successivo.

    1

    Zac Da Rocha, milionario brasiliano, si diresse a passo di marcia verso l'ufficio del padre. Era abbastanza sorpreso che il borioso, formale fratellastro Vitale, principe di Lerovia, avesse accettato la scherzosa scommessa che gli aveva proposto. Zac si divertiva di tanto in tanto a dare uno scrollone all'inamidato Vitale. Impaziente, si passò la mano sui capelli folti che gli scendevano sulle spalle e sorrise con improvvisa soddisfazione, esibendo denti perfetti. Forse Vitale non era poi di vedute così ristrette, dopotutto. Forse aveva tratti più in comune con lui di quanto non avesse immaginato.

    Ma appena affiorata l'idea Zac la soffocò, perché non era in cerca di legami familiari. Non aveva mai avuto una famiglia. Aveva fatto una ricerca sul padre che non conosceva, Charles Russell, per pura curiosità e si era volutamente tenuto ai margini della famiglia, molto divertito dalla reazione scioccata dei due fratellastri, Vitale e Angel. La comparsa di un terzo fratello, infatti, li aveva stupiti e disturbati e lui non aveva certo fatto uno sforzo per stabilire una relazione affettiva con loro. Ma, del resto, cosa diavolo ne sapeva lui di legami familiari? Non aveva mai avuto un fratello o una sorella e, cosa più importante, aveva avuto una madre che vedeva una volta l'anno, se andava bene, un patrigno che lo odiava e un padre naturale la cui identità aveva scoperto solo l'anno precedente, quando sua madre, in punto di morte, gli aveva alla fine rivelato la verità.

    Eppure, per quanto riguardava il padre naturale, per una volta nella vita era caduto bene, dovette ammettere borbottando tra sé, perché in realtà gli piaceva Charles Russell.

    Zac era abituato a persone che cercavano di sfruttarlo e si fidava di ben pochi. Gli occhi azzurri lampeggiarono. Favolosamente ricco fin dalla nascita e allevato come un piccolo principe, circondato da una schiera di servitori, era molto cinico nei confronti della natura umana. Ma fin dal loro primo incontro, Charles aveva dimostrato un sincero interesse per il terzo figlio ormai adulto.

    Dopo poche ore in compagnia del padre, Zac si era reso conto di quanto sarebbe stato meglio se sua madre, Antonella, avesse scelto Charles invece di sposare il cacciatore di dote Afonso Oliveira, l'amore della sua vita.

    Disgraziatamente, mentre era fidanzato con Antonella, Afonso si era annoiato e l'aveva lasciata per diverse settimane. Con il cuore spezzato, Antonella aveva ceduto a una storia, che le si era ritorta contro, con Charles, al momento in attesa di divorziare da una moglie che l'aveva tradito con un'altra donna. Ma poi Afonso era tornato da Antonella e le aveva chiesto di perdonarlo. E sua madre aveva seguito il cuore.

    Quando, poco dopo il matrimonio, si era resa conto di essere incinta, aveva sperato con tutta se stessa che si trattasse del bambino di Afonso, rifiutandosi di prendere in considerazione l'idea che Zac potesse non essere figlio del marito. Sfortunatamente Zac aveva un gruppo sanguigno raro che era stato come una bomba a orologeria nel matrimonio di sua madre.

    Appena entrato nello studio del padre, Zac fu accolto con un caldo sorriso di benvenuto.

    Poteva anche essere tatuato, indossare dei jeans e degli stivali da motociclista, portare brillantini alle orecchie ma Charles Russell, l'uomo dai capelli grigi che lo accolse indossando un immacolato completo grigio, gli riservò lo stesso affetto che riservava agli altri due figli.

    «Avevo pensato di indossare un abito per sorprendere i miei due fratelli» mormorò Zac, gli occhi che tradivano un certo sarcasmo, «ma non volevo che pensassero che mi stessi adeguando al loro stile di vita e che volessi competere con loro.»

    «Non credo proprio.» Charles sbottò in una risata stringendo il figlio in un caloroso abbraccio. «Qualche buona notizia dagli avvocati per quella questione del fondo fiduciario?»

    Le miniere di diamanti di fama internazionale Quintal Da Rocha erano state vincolate in un fondo fiduciario dal bisnonno di Zac per proteggere l'eredità della famiglia. Dopo la morte di sua madre, Zac era entrato in possesso degli utili della miniera, senza avere però il potere di controllare l'immenso impero Da Rocha finché non avesse avuto un erede. Era una clausola iniqua, che aveva afflitto le generazioni precedenti imponendo matrimoni che si erano risolti in un disastro e Zac era più che deciso a interrompere il ciclo.

    Purtroppo la risposta che aveva avuto dai legali non era quella che sperava.

    Non sarebbe potuto essere del tutto libero e proprietario del patrimonio finché non avesse ottemperato alle disposizioni contenute nell'atto. Inasprito dalle restrizioni che avevano caratterizzato la sua infanzia e l'adolescenza, si era scagliato contro le imposizioni assurde di quel fondo non appena aveva capito quanto lo limitassero. Era l'ultimo Da Rocha, teoricamente possedeva un'enorme ricchezza, ma finché non avesse avuto un erede non avrebbe avuto alcun diritto decisionale sulle miniere di diamanti e sul vasto impero costruito con i relativi profitti. Una situazione che lo faceva sentire messo da parte, e c'era ben poco che non avrebbe fatto per uscirne.

    «Gli avvocati mi hanno avvertito che se mi sposo e non riesco ad avere un figlio ci sarebbero dei problemi per entrare in possesso della mia eredità» rivelò cupo Zac, la mascella rigida. «In ogni caso ci vorrebbero anni, e non sono disposto ad attendere così tanto per avere ciò che è mio per diritto di nascita.»

    «Quindi hai deciso di sposarti» ragionò Charles.

    Zac aggrottò la fronte. «Non serve che mi sposi» ribatté. «Qualsiasi erede soddisferà le disposizioni del fondo, maschio o femmina, legittimo o meno.»

    «Be', legittimo sarebbe meglio» osservò suo padre.

    «Ma la causa di divorzio mi costerebbe un patrimonio» ribatté Zac pratico. «Perché sposarmi quando non è necessario?»

    «Per il bene del bambino» mormorò Charles con una smorfia. «Per evitare che cresca come te e tua madre, esclusi da una serena vita familiare.»

    Zac socchiuse le labbra come per dire qualcosa, ma cambiò idea. Suo nonno si era ritrovato sposato con una donna sterile. Aveva messo incinta una cameriera nera, sua dipendente, che aveva partorito la madre meticcia di Zac. Antonella era stata spedita lontano in un ranch isolato, privata della madre, ignorata dall'aristocratico padre una volta che la sua nascita gli aveva rimpinguato le finanze. Era stata un'ereditiera, ma di umili origini, di quel genere che i ricchi sofisticati disprezzavano.

    All'inizio il suo patrigno, Afonso, aveva creduto che lui fosse suo figlio e aveva sposato Antonella, disposto a chiudere un occhio sul suo imbarazzante passato pur di condividere le sue ricchezze. Ma a tre anni, in seguito a un incidente, Zac aveva avuto bisogno di una trasfusione di sangue ed era emersa la verità: non era suo figlio. Zac ricordava ancora come l'aveva assalito, urlandogli che era uno sporco sanguemisto. Subito dopo era stato trasferito al ranch per essere allevato dal personale, lontano dagli occhi e dimenticato, mentre Antonella faceva del suo meglio per tenere in piedi quel matrimonio che contava così tanto per lei.

    «È mio marito, e viene prima di tutto. Deve venire prima di tutto» gli ripeteva Antonella quando andava a fargli visita e lui chiedeva di tornare a casa con lei. «Sono innamorata di lui. Non puoi tornare a Rio. La tua presenza irriterebbe enormemente Afonso» era solita ribattere con le lacrime agli occhi.

    In ogni caso Afonso si era dato alla bella vita mentre Antonella cercava in tutti i modi di dargli un figlio suo, andando incontro a innumerevoli aborti. Alla fine una nascita prematura le era costata la vita poiché l'età non consentiva più una gravidanza sicura. Afonso non si era neppure presentato al funerale e Zac aveva seppellito la debole ma adorata madre con una pietra al posto del cuore, convinto che non si sarebbe mai sposato né innamorato, perché l'amore aveva spinto sua madre a ignorare e respingere il suo unico figlio.

    «Io ho sposato due donne molto belle, nessuna delle quali aveva spirito materno» confessò Charles riportando Zac al presente. «Angel e Vitale hanno pagato il prezzo con una vita familiare infelice. Adesso tu ti trovi a un bivio. Dai un'opportunità al matrimonio. Scegli una donna che almeno desideri un figlio e offrile la possibilità, con il tuo supporto, di essere una madre normale per quel bambino. I figli hanno bisogno di due genitori, perché allevare un piccino è un compito difficile. Dopo i due divorzi io ho fatto del mio meglio, ma non sono stato vicino ai miei figli a sufficienza per fare la differenza.»

    Era un bel discorso, fatto con il cuore, ma Zac per poco non sbuffò. Aveva capito dove Charles volesse andare a parare. Anche se sposarsi gli sarebbe costato una fortuna quando il matrimonio inevitabilmente si fosse concluso in un divorzio, quel legame legale avrebbe garantito una certa stabilità al bambino. Una stabilità di cui lui non aveva mai goduto ma del resto, a differenza di suo nonno, aveva sempre programmato di essere coinvolto nella vita di un futuro figlio. D'altra parte, se non si fosse sposato con la madre di suo figlio, la libertà di essere coinvolto nella vita del piccolo sarebbe dipesa dalla volontà della madre. Era a conoscenza di queste leggi, ne aveva discusso con gli avvocati e preferiva non pensarci più perché lo deprimevano. In effetti, le probabilità di mantenere buoni rapporti con la madre di suo figlio sarebbero state molto limitate, rifletté con impazienza.

    Le donne volevano da lui molto più di ciò che fosse disposto a dare... più tempo, più denaro, più attenzioni. Invece tutto ciò che lui voleva da una donna era sesso e una volta finito, era fatta. Era uno svergognato playboy che non aveva mai avuto una relazione seria, che non aveva mai creduto nella fedeltà e che non sopportava l'idea di essere intrappolato da qualcuna. Sotto certi aspetti era stato intrappolato in qualcosa per buona parte della vita, allevato in un ranch isolato prima di essere spedito in un rigido collegio gestito da religiosi e costretto a osservare innumerevoli regole ferree. Non aveva goduto di un solo momento di vera libertà finché non aveva frequentato l'università, ed era comprensibile che per qualche tempo fosse uscito dai binari. Per la verità era trascorso qualche anno prima che imboccasse di nuovo la retta via e concludesse gli studi in economia.

    E cosa l'aveva riportato in riga? La scoperta che, in fondo al cuore, sapeva di essere un Da Rocha e che non poteva discostarsi dalle proprie origini. Una sollevazione dei lavoratori alla quale era intervenuto in loro difesa, pur impotente, l'aveva convinto di dover cominciare a occuparsi delle riunioni del direttivo e benché non potesse ancora prendere decisioni, aveva scoperto che i dirigenti erano ben lungi dal considerarlo un nemico. Come lui, guardavano al futuro.

    «Quanto starai via?» domandò Charles sapendo che Zac avrebbe lasciato Londra per andare a controllare alcune miniere in Russia e in Sudafrica.

    Lui alzò le spalle. «Cinque... forse sei settimane. Ho molti impegni, ma mi terrò in contatto.»

    Lasciato lo studio del padre si diresse al Palm Tree, il piccolo albergo esclusivo che aveva acquistato preferendolo a un appartamento. I pensieri imboccarono subito una direzione frivola, sfuggendo con sollievo ai saggi consigli di suo padre. Aveva incastrato suo fratello in una scommessa, che prevedeva che il principe non sarebbe stato in grado di far passare una donna ordinaria come una compagna nobile, al braccio della quale si sarebbe presentato al ballo tenuto al castello di Lerovia, cui anche lui sarebbe intervenuto. Non c'era da sorprendersi che Vitale, che non aveva il minimo senso dell'umorismo, in un primo momento gli avesse rivolto un'occhiata di commiserazione. Invece, uscendo dallo studio del loro padre, Vitale l'aveva stupito non soltanto accettando la scommessa, ma aggiungendo una controproposta. E così Zac aveva avuto l'impressione di essere stato incastrato...

    Ricordi quella cameriera bionda che non ha voluto aver niente a che fare con te la settimana scorsa, e che ti ha accusato di molestie? Conducila al ballo con te, gli occhi che sprizzano amore, rivestita e ripulita, e vedremo chi di noi due avrà la meglio.

    Freddie? Con gli occhi che sprizzavano amore? Questa era la sfida delle sfide, quando non riusciva neppure

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