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Lezioni private: eLit
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Ebook142 pages1 hour

Lezioni private: eLit

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About this ebook

CHICK & CHIC - Vol. 2. Frankie Salvaterra è fortunata: con lo pseudonimo di Contessa Carnale tiene una rubrica sul sesso per la rivista ChiC, che le ha garantito denaro, fama e un'ottima cultura di base. Ma c'è di più, terrà un ciclo di conferenze in giro per il Paese, alloggiando in alberghi di lusso e cenando nei migliori ristoranti. Peccato che sarà accompagnata dal Duca del Desiderio, tanto affascinante quanto insopportabile. Per apparire, però, bisogna soffrire! E in fondo lei lo sa bene, certe cose riescono meglio in due.

I romanzi della miniserie:

1) Piccanti equivoci

2) Lezioni private

3) Mio da sedurre

4) Sale, sesso & pepe

LanguageItaliano
Release dateOct 30, 2015
ISBN9788858944714
Lezioni private: eLit
Author

Rhonda Nelson

Tra le autrici amate dal pubblico italiano.

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    Lezioni private - Rhonda Nelson

    Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:

    Getting It Good!

    Harlequin Blaze

    © 2005 Rhonda Nelson

    Traduzione di Tiziana Tursi

    Questa edizione è pubblicata per accordo con

    Harlequin Books S.A.

    Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o

    persone della vita reale è puramente casuale.

    © 2006 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano

    eBook ISBN 978-88-5894-471-4

    www.harlequinmondadori.it

    Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.

    Questo ebook non potrà in alcun modo essere oggetto di scambio, commercio, prestito, rivendita, acquisto rateale o altrimenti diffuso senza il preventivo consenso scritto dell’editore. In caso di consenso, tale ebook non potrà avere alcuna forma diversa da quella in cui l’opera è stata pubblicata e le condizioni incluse alla presente dovranno essere imposte anche al fruitore successivo.

    Prologo

    La scommessa

    «Vedo il tuo massaggio e rilancio di una fellatio

    Un sorriso malandrino increspò le labbra di Tate Hatcher.

    «Ti senti in una botte di ferro?»

    Zora fece scivolare la fiche al centro del tavolo e rivolse al marito uno sguardo enigmatico.

    Non era una giocatrice provetta e in quella sfida a luci rosse faticava non poco a mantenere la concentrazione.

    Ma quale donna sarebbe rimasta lucida con un marito supersexy per avversario?

    Poteva già percepire un gradevole formicolio alle terminazioni nervose e un caldo languore le si era diffuso tra le gambe. Era quasi tentata di dichiarare chiusa la partita e passare a ben altre distrazioni.

    Ma non poteva.

    Non ancora, almeno. Erano mesi che aspettava una mano così fortunata e intendeva giocarla fino in fondo.

    Tate la sondò con i ridenti occhi ambrati.

    «Secondo me, stai bluffando... Vedo la tua fellatio e rilancio di una fantasia segreta.»

    Zora inarcò le sopracciglia e tamburellò le dita sulle carte. Tate non rialzava mai la posta, a meno che non fosse arcisicuro di poterla spuntare.

    Ma anche la più fortunata delle mani non avrebbe mai potuto battere la sua. Questa volta lo aveva in pugno.

    Mentre pregustava la riscossione della posta, Zora finse di soppesare la mossa successiva e reclinò il capo da un lato.

    «Perché non rendiamo la partita più interessante?» suggerì.

    Un lampo di desiderio accese lo sguardo di Tate.

    «Qualche proposta?»

    Zora si sporse in avanti.

    «Che ne diresti di accoppiare un paio di comuni amici?»

    Il repentino cambio di argomento smorzò ogni sfavillio tra le ciglia del marito.

    «Ancora con questa storia? Ti ho già detto che non intendo immischiarmi» sbuffò e si adagiò contro lo schienale della sedia.

    «Lo sai anche tu che sono fatti l’uno per l’altro.»

    «Ma hai visto come si beccano ogni volta che si vedono?»

    Tate aveva ragione. Scambiarsi frecciatine al vetriolo sembrava essere lo sport preferito di Frankie Salvaterra e Ross Hartford. Tanta irrefrenabile animosità, in effetti, sembrava suggerire una sola cosa: più stavano lontani, meglio era.

    Invece, dove c’era l’uno, c’era puntualmente anche l’altro. Zora nutriva il segreto sospetto che quelle baruffe verbali li divertissero e, soprattutto, che tanta esagerata avversione fosse la spia di un’intensa attrazione fisica.

    Tate scosse il capo.

    «Non funzionerebbe, Zora. Sono come il diavolo e l’acqua santa.»

    Già. Esattamente ciò che avevano detto di lei e Tate.

    Lui era stato una vera spina nel fianco. Le aveva mandato a monte la prima conferenza stampa di ChiC per subdoli ed egoistici motivi editoriali.

    E lei lo aveva sposato. Chi avrebbe mai scommesso un solo centesimo sulla loro unione?

    Zora trasse un respiro profondo.

    «Se vinco questa mano, mi aiuterai a metterli insieme» decretò.

    «Era questa la tua idea di gioco interessante?»

    «Precisamente.»

    Tate esaminò le carte che aveva in mano.

    «E se invece vinco io?»

    Persuasa com’era di avere la vittoria in tasca, Zora non aveva nemmeno contemplato una simile eventualità.

    «A te la scelta.»

    Tate tacque per una manciata di secondi, prima di sfoderare un sorriso così astuto da farle rizzare i capelli sulla nuca.

    «Assumerai Ross alla redazione di ChiC

    «Cosa?»

    Tate reiterò l’oscena controfferta con aria compiaciuta.

    In qualità di socio fondatore della rivista, istituita con il preciso scopo di dare potere alle donne, Zora era categoricamente contraria all’idea di assumere personale maschile.

    Che la tacciassero pure di sessismo. Un’esperienza negativa con l’ex fidanzato e datore di lavoro l’aveva scottata. E lei aveva finito per convincersi che quella fosse l’unica strada percorribile.

    Un ambiente lavorativo esente da testosterone era tra le novità che le sue collaboratrici più apprezzavano. Per niente al mondo sarebbe tornata sui suoi passi.

    «Sai bene che non posso farlo.»

    Aveva già rinnegato una volta quei principi sposandosi. Assumere un uomo era assolutamente fuori discussione. Niente e nessuno le avrebbero fatto cambiare idea.

    «Ha un bel lavoro. Perché dovrebbe mollarlo per questo salto nel buio?»

    «Per aggiudicarsi la campagna Maxwell

    La società pubblicitaria di Tate, la Hatcher Advertising, vantava nomi prestigiosi nel proprio portafoglio clienti e quello era, in assoluto, il più altisonante.

    «Ma non avevi già deciso di passargliela comunque?»

    «Certo, ma lui lo ignora e io non so cosa darei per veder inserire un uomo sul tuo libro paga.»

    «Non se ne parla. Scegliti qualcos’altro.»

    «Che c’è? Non sei più sicura della bontà delle tue carte? O non desideri accoppiare Frankie e Ross come dici?»

    Era una provocazione da non raccogliere, ma Zora proprio non riuscì a cucirsi la bocca.

    «Certo che sono sicura e non intendo rinunciare ad accasare Frankie.»

    Quella ragazza aveva un disperato bisogno di un uomo, e Ross era il compagno su misura per lei. Più volte le aveva letto la solitudine negli occhi. Doveva evitare che finisse in un carcere dalle mura troppo alte per consentire un’evasione.

    Quanto a Tate, soltanto un intervento divino avrebbe potuto consentirgli di avere vinta la mano. Ma, poiché tutto poteva accadere, era meglio mettere qualche paletto cautelativo.

    «Contratto a tempo determinato?» propose.

    «Quanto determinato?»

    «Un’ora.»

    Tate scoppiò in una fragorosa risata.

    «Arco temporale insufficiente. Facciamo un mese.»

    «Scherzi? Una settimana è il massimo che posso offrirgli.»

    «Affare fatto. Allora, cosa hai in mano?»

    Zora mise giù le carte.

    «Scala reale massima, tesoro. Comincia pure a strapparti i capelli.»

    «Spiacente, piccola. Ne ho una migliore...»

    E mise giù una scala reale minima.

    «Non... è... possibile» biascicò Zora.

    «Allora, vediamo quale premio riscuoterò per primo. Un massaggio? Una fellatio? O una tua telefonata d’ingaggio a Ross?»

    Tate finse di soppesare le opzioni qualche istante e proferì il verdetto.

    «Vada per la telefonata.»

    «Se proprio devo farlo, non possiamo almeno parlargliene insieme?»

    «Negativo.»

    «Dannazione, Tate. Non so neanche cosa fargli fare.»

    Il personale della redazione era al completo. Anche il nuovo sito Internet era già decollato.

    E poi, perché quell’immane sacrificio portasse qualche frutto in soli sette giorni, Ross e Frankie dovevano lavorare gomito a gomito tutto il tempo.

    Missione a dir poco impossibile, dato che l’esperta di sesso, alias Contessa Carnale, sarebbe partita in tournée a breve, per pubblicizzare la nuova veste grafica della rivista.

    Zora si concesse una pausa mentre un’idea si faceva largo nella sua mente e sedava il panico in cui erano precipitati i suoi emisferi cerebrali.

    A pensarci bene, avrebbe potuto persino farle comodo. Ma certo. Tate non aveva specificato in quale veste dovesse assumere Ross.

    «Cos’hai da ridere?» domandò lui. «Qualora ti fosse sfuggito, sono stato io a vincere la partita.»

    «Infatti.»

    «Hai un asso nella manica.»

    «Forse.»

    1

    Frankie Salvaterra sgranò gli occhi per la sorpresa. Le sembrava di scivolare su una discesa ghiacciata e di non potersi fermare, né tanto meno invocare aiuto.

    «Hai assunto l’Anticristo

    «Ora non esageriamo. Ehi, qui dentro non si respira.»

    Zora aprì la finestra posta alle spalle della scrivania, sperando che la frizzante aria autunnale le schiarisse le idee.

    Inspirò a pieni polmoni e si riempì le narici del profumo dell’oceano e dell’erba appena tagliata. Quell’aria tersa era un vero miracolo, reso possibile dalla pioggia del giorno prima e dal vento da est che l’aveva seguita.

    Esattamente il tipo di giornata che avrebbe preferito passare lanciando ami con mosche secche per pescare le trote marroni al fiume, anziché relegata in ufficio, al posto di comando.

    «Non l’ho ancora assunto. Gli ho offerto un lavoro.»

    «Un lavoro?» ripeté Frankie, incredula. «Qui?»

    La sua attuale datrice di lavoro, nonché ex migliore amica, le sorrise amabilmente dalla poltrona presidenziale.

    «Sì, qui e con te, ma è un incarico temporaneo e, per quanto mi abbiano assicurato che lo accetterà, esiste pur sempre la possibilità che declini l’offerta.»

    Con lei?

    Frankie era esterrefatta. No, Zora non poteva star facendo sul serio. Era uno scherzo.

    Il mal di testa che due giorni prima aveva millantato con la madre e

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