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Oasi per due (eLit): eLit
Di Sarah Morgan
Azioni libro
Inizia a leggere- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Apr 29, 2015
- ISBN:
- 9788858937235
- Formato:
- Libro
Descrizione
Emily Kingston, timida e graziosa ragazza inglese, è convinta di partire per una vacanza. Crede che lo stato di Kazban, in Arabia Saudita, sarà per lei una tranquilla e piacevole oasi; ma appena conosce il sovrano del luogo, il ricchissimo e autoritario sceicco Zakour al-Farisi, comincia a intuire che cosa la aspetta in realtà. Innanzitutto, una prigione dorata, perché Zak ha deciso di trattenerla con la forza nel suo sontuoso palazzo, in attesa di chiarire il vero motivo della sua visita. In secondo luogo, una passione inaspettata e irrefrenabile; perché Emily, che di uomini non ha molta esperienza, non ha intenzione di resistere al magnetismo di Zak.
Informazioni sul libro
Oasi per due (eLit): eLit
Di Sarah Morgan
Descrizione
Emily Kingston, timida e graziosa ragazza inglese, è convinta di partire per una vacanza. Crede che lo stato di Kazban, in Arabia Saudita, sarà per lei una tranquilla e piacevole oasi; ma appena conosce il sovrano del luogo, il ricchissimo e autoritario sceicco Zakour al-Farisi, comincia a intuire che cosa la aspetta in realtà. Innanzitutto, una prigione dorata, perché Zak ha deciso di trattenerla con la forza nel suo sontuoso palazzo, in attesa di chiarire il vero motivo della sua visita. In secondo luogo, una passione inaspettata e irrefrenabile; perché Emily, che di uomini non ha molta esperienza, non ha intenzione di resistere al magnetismo di Zak.
- Editore:
- HarperCollins Italia
- Pubblicato:
- Apr 29, 2015
- ISBN:
- 9788858937235
- Formato:
- Libro
Informazioni sull'autore
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Anteprima del libro
Oasi per due (eLit) - Sarah Morgan
Titolo originale dell’edizione in lingua inglese:
In the Sheikh’s Marriage Bed
Harlequin Mills & Boon Modern Romance
© 2004 Sarah Morgan
Traduzione di Maria Paola Rauzi
Questa edizione è pubblicata per accordo con
Harlequin Books S.A.
Questa è un’opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a fatti o
persone della vita reale è puramente casuale.
© 2005 Harlequin Mondadori S.p.A., Milano
eBook ISBN 978-88-5893-723-5
www.harlequinmondadori.it
Questo ebook contiene materiale protetto da copyright e non può essere copiato, riprodotto, trasferito, distribuito, noleggiato, licenziato o trasmesso in pubblico, o utilizzato in alcun altro modo ad eccezione di quanto è stato specificamente autorizzato dall’editore, ai termini e alle condizioni alle quali è stato acquistato o da quanto esplicitamente previsto dalla legge applicabile. Qualsiasi distribuzione o fruizione non autorizzata di questo testo così come l’alterazione delle informazioni elettroniche sul regime dei diritti costituisce una violazione dei diritti dell’editore e dell’autore e sarà sanzionata civilmente e penalmente secondo quanto previsto dalla Legge 633/1941 e successive modifiche.
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Prologo
«I vostri ordini sono stati eseguiti, altezza. Il debito nei confronti del vostro popolo è stato ripagato.»
Zak distolse l’attenzione dallo stallone arabo che stava causando confusione nel cortile sottostante. Una fredda rabbia lampeggiò nei suoi occhi neri mentre osservava l’uomo che gli era accanto fedelmente da almeno due decenni. «Non è esatto. Rimane sempre il debito verso di me. È stato avvertito l’inglese?»
«Come avete ordinato, vostra altezza...»
Zak percepì qualcosa di strano nella voce del consigliere e subito il suo sguardo si indurì. «Parteciperà all’incontro, non è così, Sharif?»
Quest’ultimo impallidì leggermente. «Mi hanno informato che manderà la sorella al suo posto» rispose esitante, indietreggiando quando vide l’espressione furiosa dello sceicco.
Quindi l’inglese ancora una volta si è rifiutato di assumersi le proprie responsabilità, pensò Zak raddrizzando le spalle nel tentativo di allentare la tensione accumulata negli ultimi giorni. A volte desiderava che il Kazban non fosse uno stato così progressista.
In momenti come quelli avrebbe tanto desiderato tornare alle sue primitive radici tribali e impartire a Peter Kingston la severa punizione che meritava.
Sharif si schiarì la gola. «Data la natura dell’incontro mi pare una decisione sorprendente da parte sua. Che tipo di uomo può essere uno che manda la sorella a combattere le proprie battaglie?»
«Un codardo.» Lo sceicco strinse le labbra. Rifiutandosi di tornare nel Kazban l’inglese aveva evitato di essere dichiarato responsabile del suo operato. «Ma sapevamo già che Peter Kingston era un vile per cui non dobbiamo sorprenderci che sia pronto a sacrificare sua sorella per salvarsi la pelle. Non si è fatto problemi a mandarla nella gabbia dei leoni. Mi auguro per quella poveretta che indossi un’armatura.»
«Evidentemente spera che voi le dimostriate clemenza.»
Zak rise amaro. Se Peter Kingston avesse solo in parte conosciuto il suo passato non avrebbe commesso quell’errore di valutazione. I suoi sentimenti verso il sesso femminile erano tutto tranne che gentili e indulgenti. La vita gli aveva insegnato nel modo più brutale possibile che le donne, nessuna esclusa, erano manipolatrici ed egoiste e pertanto le trattava con il cinico disprezzo che meritavano.
I suoi occhi si scurirono ancora di più. «Quell’uomo non è altro che un ladro, anche se devo riconoscere la sua intelligenza. È riuscito a rubare i risparmi di cittadini onesti e lavoratori. Nel suo paese questo, forse, può essere ritenuto accettabile ma nel Kazban, fortunatamente, non siamo così stupidi. Mi spiace ma non ho alcuna intenzione di essere clemente.»
«Se non fosse stato per il vostro generoso intervento molte persone si sarebbero trovate in serie difficoltà. Secondo me il vostro popolo dovrebbe sapere che siete stato voi a...»
«Questo non ha importanza» lo interruppe lo sceicco, camminando avanti e indietro per il suo ufficio. «Ciò che conta è mandare un chiaro messaggio a tutti coloro che potrebbero essere tentati di seguire l’esempio di Kingston. È ovvio che lui si aspetti dei provvedimenti severi nei suoi confronti per cui ha preferito disertare l’incontro. Non solo è un disonesto ma non è neppure capace di assumersi le responsabilità delle sue azioni. Intendo fare di quel codardo un esempio per tutti.»
Sharif respirò a fondo. «Mandare la sorella al suo posto è stata una mossa molto astuta da parte di Kingston. Non è un segreto per nessuno che apprezzate la compagnia femminile.»
«Soltanto nel mio letto, Sharif» borbottò Zak. «Fuori dal letto le donne non hanno alcun posto nella mia vita.»
«Però vostro padre sta diventando sempre più insistente affinché prendiate moglie.»
Lo sceicco strinse le labbra. «Sono perfettamente consapevole dei desideri di mio padre» ribatté gelido.
«Di certo adesso mi direte che sto travalicando il mio ruolo» sospirò Sharif, «ma dal momento che vi conosco fin da bambino e che vi ho sempre voluto bene, mi rattrista vedervi solo invece che circondato da una famiglia.»
«È una mia scelta precisa quella di restare solo, anche se sono consapevole che questo mio status da single sta diventando un cruccio per mio padre.»
E lui avrebbe affrontato la questione... però non avrebbe mai sposato la donna che il genitore aveva in mente.
Quando fosse arrivato il momento, e non mancava molto purtroppo, avrebbe selezionato personalmente la sua futura sposa senza alcun coinvolgimento sentimentale.
«Tornando alla questione della signorina Kingston...»
Sharif scosse la testa rammaricato. «Sono sicuro che l’inglese pensa che non farete mai del male a una donna.»
Zak sorrise sardonico. «Non esiste un solo tipo di dolore» disse al suo consigliere. C’era la pena d’amore... e l’agonia del tradimento. «Sappiamo benissimo entrambi che qualunque femmina abbia un legame con Peter Kingston non potrà mai essere un esempio di virtù. Se quel vile ha scelto di mandare sul campo di battaglia la sorella sperando che non abbia il coraggio di combatterla... be’, resterà presto deluso.» Il suo sguardo si soffermò sulla spada cerimoniale appoggiata sulla sua scrivania. La sollevò e il peso familiare dell’arma gli fu di grande conforto. La lama affilata gli suscitò una forte emozione che rischiò di minare il suo ferreo autocontrollo.
Tradimento.
Eseguendo un atletico gesto del polso fendette l’aria con letale precisione.
Sharif indietreggiò. Come tutti coloro che vivevano nel Kazban conosceva la grande abilità del principe con quel particolare tipo di arma. Sua altezza era un impareggiabile spadaccino.
La donna avrebbe fatto meglio a essere forte, pensò il consigliere provando un’inspiegabile indulgenza verso di lei mentre osservava lo sceicco riporre la spada sulla scrivania con un’espressione dura e spietata.
Peter Kingston aveva commesso un grave errore a contrastare il principe ereditario Zakour al-Farisi.
Davvero un grave errore.
1
«Sua altezza la riceverà adesso, signorina Kingston. Dovrà restare sempre in piedi e parlare soltanto quando le sarà richiesto.» L’uomo, rigido, chinò leggermente la testa prima di aggiungere: «L’avverto che sua altezza è un uomo molto impegnato; per il suo stesso bene non gli faccia perdere tempo».
Emily deglutì a disagio e si chiese perché mai si era offerta volontaria a prendere il posto del fratello.
Aveva voluto aiutarlo. Tanto per cambiare aveva desiderato fare qualcosa per lui invece di ricoprire sempre il ruolo della sorella minore.
Peter aveva fatto così tanto per lei...
Per quello aveva pensato che qualche giorno nel Kazban sarebbe stato un piacevole diversivo nella sua noiosa e protetta esistenza. Tuttavia, in quel momento dubitava delle sue capacità di portare a termine il compito che si era prefissata.
Forse la sua presenza avrebbe peggiorato le cose per Peter. In ogni caso il principe Zakour al-Farisi non avrebbe gradito quello che stava per dirgli.
Suo fratello gli doveva dei soldi, ecco perché lo sceicco aveva ordinato quell’incontro, ma in quel momento Peter non era in grado di restituire il denaro.
Se vado io, Em, mi metteranno in prigione.
Allora aveva pensato che stesse esagerando. Sicuramente il Kazban non poteva avere leggi così severe e le era sembrato ragionevole venire al suo posto a perorare la sua causa.
Ma adesso che era lì non ne era più tanto sicura.
Sforzandosi di restare calma si alzò in piedi e cercò di dimenticare quel poco che aveva letto sul futuro regnante dello stato del Kazban. In fondo cosa le importava se lo sceicco aveva una mente brillante, si divertiva con schiere di donne e aveva la reputazione di possedere un cuore di pietra? Non le interessava affatto sapere che metà della popolazione mondiale femminile era innamorata di quell’uomo.
Il suo compito era quello di riferire il messaggio di suo fratello e poi andarsene.
E se avesse pronunciato le parole sbagliate?
Purtroppo sognare l’avventura non era sufficiente per un incarico così delicato, soprattutto perché lei era un’insegnante di scuola materna e tutto quello che sapeva fare nella vita era insegnare a bambini di cinque anni a leggere e scrivere. Non aveva idea di come parlare a un uomo che trattava affari di milioni di dollari già prima di colazione.
Peter doveva essere impazzito.
Oppure disperato.
Non poteva sopportare che suo fratello fosse nei guai. Quando aveva cercato di fargli delle domande circa quel debito lui le aveva assicurato che si trattava di un problema di liquidità che avrebbe risolto quanto prima, per cui non doveva preoccuparsi.
In quel momento desiderò avere insistito di più con le domande. Con il cuore in gola Emily seguì l’uomo lungo un interminabile corridoio di marmo, cercando di non lasciarsi intimidire dall’esotico interno del Golden Palace e dalle guardie armate ferme davanti a ogni porta del palazzo reale.
Anche se era consapevole che si trovavano lì perché quella era la residenza della famiglia regnante, distolse lo sguardo dalle loro spade. Facevano parte dell’uniforme e non era il caso di sentirsi a disagio.
Lei era semplicemente un messaggero.
E allora perché, all’improvviso, provava l’irresistibile desiderio di voltarsi e scappare?
Di fuggire attraverso le strade polverose del Kazban e il suo deserto misterioso per tornare nel piccolo paesino inglese in cui viveva.
Tornare alla sua solitudine...
Respinse subito quel pensiero. Aveva un incarico da svolgere. Per la prima volta nella sua vita Peter aveva bisogno del suo aiuto per cui non si sarebbe tirata indietro. Non dopo tutto quello che aveva fatto per
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