Dritta al suo cuore: Harmony Collezione
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Miniserie "I Fratelli Castellano" - Vol.1/2
Chantelle Shaw
Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.
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Dritta al suo cuore - Chantelle Shaw
successivo.
1
È la figlia di un conte la promessa sposa del playboy milionario siciliano!
Il titolo di testo che campeggiava sulla prima pagina di una nota rivista di cronaca rosa attrasse la sua attenzione mentre passava accanto al chiosco del giornalaio nella stazione della metropolitana di Camden Town. Incuriosita dalla parola siciliano, Kristen si fermò e ne acquistò una copia, per quanto l'idea che quel termine potesse riferirsi a Sergio non le avesse nemmeno sfiorato la mente. Solo quando salì sull'affollato vagone e aprì la rivista, il suo cuore ebbe un tuffo. Osservò stupita la foto del padre di suo figlio, emozioni conflittuali che si agitavano in lei, colpita in particolare dal fatto che la somiglianza fra Nico, tre anni, e il ricco italiano era innegabile.
Opponendosi all'istinto che la esortava ad accartocciare la pagina, lesse alla svelta l'articolo.
Lady Felicity Denholm è stata vista qualche giorno fa al London Palladium con il suo nuovo fidanzato, il milionario siciliano Sergio Castellano. Il conte Denholm si è dichiarato entusiasta alla prospettiva di un matrimonio fra la sua figlia minore e uno degli uomini più ricchi d'Europa. Il Castellano Group include una catena di alberghi di lusso e di esclusivi villaggi turistici sparsi in tutto il mondo, amministrati appunto da Sergio, mentre Salvatore, il fratello gemello, si occupa dei famosi vigneti che si estendono nella proprietà Castellano in Sicilia.
Costretta fra un uomo che reggeva in mano una grande cartella di cuoio e un'adolescente armata di un enorme zaino, Kristen si aggrappò all'apposito sostegno mentre il treno acquistava velocità. Stava diventando un'abitudine scoprire i progetti nuziali di Sergio tramite la stampa, pensò con amarezza. Così quattro anni prima, e solo due mesi dopo il naufragare della loro relazione, aveva appreso del suo fidanzamento con una bella ragazza siciliana. Presumibilmente quel matrimonio non era durato a lungo se adesso era in procinto di portare all'altare un'esponente dell'aristocrazia inglese.
Nella foto Felicity si appoggiava al braccio del suo promesso sposo, un sorriso trionfante che le illuminava il volto. Sergio era ancora più attraente di come lo ricordava, notò. La giacca dello smoking evidenziava le spalle larghe e massicce, il viso dai lineamenti perfetti ma duri era dominato da un paio di occhi stranamente inespressivi, occhi apparentemente neri ma che lei sapeva essere color del cioccolato amaro.
Ricordi della gloriosa estate trascorsa in Sicilia quattro anni prima si materializzarono nella sua mente... Aveva conosciuto Sergio dopo il suo arrivo e l'attrazione fra loro era scattata immediatamente. Rammentava con chiarezza il loro primo bacio, un bacio appena accennato ma che era bastato a farle capire di essere follemente innamorata. Invece per Sergio lei era stata solo un piacevole quanto breve diversivo dalla sua scintillante routine quotidiana.
Infine, quando il treno entrò nella stazione di Tottenham Court Road, lei infilò la rivista nella borsa, scese dal vagone e si immise nella fila di pendolari per raggiungere la scala mobile. La morsa che le si era serrata sul cuore però non accennò ad allentarsi mentre percorreva la strada che conduceva alla Fast-track Sports Phisiotherapy Clinic.
«Deduco dalla tua espressione che Nico ha fatto di nuovo i capricci perché non voleva andare all'asilo» la accolse Stephanie Brower, il suo capo. «O forse non stai bene? Sei così pallida, sembrerebbe che tu abbia appena visto un fantasma.»
«In realtà, ho visto il padre di Nico» replicò Kristen ancor prima di rendersene conto, abbandonando l'abituale reticenza a parlare della propria vita privata.
«Ma davvero? Eppure credevo che non avessi più contatti con lui sin da prima che nascesse Nico» replicò Stephanie. «Dove lo hai visto?»
Kristen le porse la rivista. «Questo è il padre di mio figlio» spiegò, indicando la foto in prima pagina.
«Sergio Castellano! Stai scherzando, vero? No, non stai scherzando...» mormorò Stephanie quando Kristen scosse la testa in segno di diniego. «Ma come hai fatto a conoscere un playboy del suo calibro? Una vera bomba sexy... Non che sia davvero sorpresa» aggiunse frettolosamente. «Tu sei una bellissima donna, ma sei anche una fisioterapista che abita a Camden, mentre lui è un multimilionario che trascorre il suo tempo navigando nel Mediterraneo a bordo del suo favoloso yacht! Dove lo hai incontrato?»
«In Sicilia. Mi ero concessa un periodo di sosta dagli studi prima della laurea per prepararmi in vista dei campionati del mondo di atletica, ma una brutta bronchite mi costrinse a fermarmi. Così il mio medico mi consigliò di trasferirmi per un po' di tempo in un posto caldo per riprendermi. Il mio patrigno, che era anche il mio allenatore, aveva un amico siciliano che possedeva una grande villa nei pressi di Taormina completa di una palestra privata. Alan la prese in affitto per sei mesi, e ci trasferimmo lì. Subito dopo il nostro arrivo però mia madre e Alan furono costretti a rientrare in Inghilterra perché il padre di quest'ultimo era morto inaspettatamente. Io rimasi in Sicilia, è stata la prima volta che ho vissuto da sola» raccontò Kristen. «Anche quando frequentavo l'università, tornavo a casa di sera per allenarmi con Alan. Adoravo l'atletica, ma a volte avevo la sensazione che lo sport non mi lasciasse tempo per altro. Non avevo mai avuto una vera relazione sentimentale, immagino che proprio per questo motivo persi subito la testa per Sergio. La proprietà Castellano confinava con la villa dove alloggiavo. Una mattina ero sulla spiaggia e Sergio mi travolse, nel senso letterale del termine, mentre faceva jogging. Per me fu amore a prima vista, e anche lui sembrava interessato.» Fece una pausa, poi scosse la testa. «Ero così ingenua» riprese. «Alan era una figura dominante nella mia vita ed era determinato a farmi vincere una medaglia d'oro ai mondiali di atletica. Mi comandava a bacchetta, ma all'improvviso mi ritrovai libera di fare quello che volevo, così mi gettai a capofitto nell'avventura con Sergio.»
«Alla fine dell'estate però tornasti a Londra» sottolineò Stephanie, lanciandole un'occhiata penetrante, «portando con te molto più di un'abbronzatura. Aspettavi già Nico, giusto? E Castellano non si offrì di aiutarti quando gli dicesti di essere incinta... Ma che razza di bastardo, soprattutto considerato quanto è ricco...»
«Non ha mai saputo di Nico» intervenne Kristen prima che l'amica si lanciasse in una delle sue tirate contro l'universo maschile. Stephanie era in procinto di divorziare da un marito afflitto da una persistente tendenza all'adulterio, e la sua opinione adesso era che tutti gli uomini meritassero di essere immersi nell'olio bollente. «Sergio fu molto chiaro durante la nostra breve storia» seguitò, «non voleva una relazione a lungo termine o impegni di qualsiasi genere. Quando scoprii di essere incinta, sapevo già che lui non avrebbe voluto fare parte della vita di nostro figlio.»
Tutta la verità però era troppo complicata da spiegare, e troppo dolorosa da ricordare, ragionò. Spesso, quando guardava Nico, le tornava in mente l'altro bambino, quello che aveva perso, e un'ondata di tristezza la travolgeva. Scosse la testa come per sottrarsi a quei pensieri e guardò Stephanie, che stava leggendo l'articolo del giornale.
«Così il padre di Nico sta per sposarsi con una viziata ereditiera» commentò Stephanie. «Qui si dice che la fortunata coppia dividerà il suo tempo fra la Sicilia, un attico a Roma e la straordinaria villa a Park Lane che Sergio ha appena acquistato. Ovviamente, il tempo che non trascorreranno a bordo dello yacht o in giro per il mondo» sottolineò. «Intanto tu combatti da mattina a sera per dare all'erede Castellano tutto ciò di cui ha bisogno... Non è giusto, non lo è per niente» concluse.
Kristen si strinse nelle spalle.
«Per fortuna non ho problemi economici» dichiarò. Il suo stipendio di fisioterapista era decente e pagava i conti, e anche se era vero che di recente il costo della vita era aumentato, riusciva ancora a non fare mancare niente a suo figlio. «Certo, non navigo nell'oro, ma chi potrebbe affermare una cosa simile oggigiorno?»
Stephanie richiuse la rivista e la appoggiò sulla scrivania. «Immagino che, visto che sei stata costretta a mandare Nico all'asilo dopo la morte di tua madre, le tue finanze abbiano subito uno scossone, ma io non mi riferivo solo all'aspetto economico. Tu stai ancora soffrendo per Kathleen, e anche Nico. Penso che sia per questo che si dispera quando lo accompagni all'asilo.»
«Però la sua maestra mi ha detto che smette di piangere non appena io vado via» minimizzò lei, ma in realtà i sensi di colpa le attanagliavano il cuore ogni volta che lasciava Nico al nido. «Tu cosa mi suggerisci di fare? Mi piacerebbe tanto stare a casa con mio figlio, seguendo l'esempio di mia madre, però io devo lavorare.»
«Credo che tu debba concederti un periodo di riposo» sentenziò Stephanie. «Lo dico perché sono molto preoccupata per te» si affrettò a precisare. «Sei una collaboratrice preziosa di questa clinica, ma è anche vero che al momento sei troppo tesa. Hai bisogno di un paio di mesi per elaborare il lutto, e nel frattempo potrai dedicare tutte le tue energie a Nico.»
Improvvise lacrime le velarono gli occhi. Kathleen, sua madre, si era trasferita da lei subito dopo la nascita di Nico in modo da badare al bambino mentre lei lavorava. Purtroppo cinque mesi prima Kathleen era stata investita sulle strisce pedonali mentre si recava al supermercato per comprare il latte. Era morta sul colpo, almeno non aveva sofferto, ma Stephanie aveva ragione, rifletté Kristen, lei non era ancora venuta a patti con la tragedia, e il suo dolore era reso più acuto da quello di Nico, cui mancava la sua adorata nonna. «Sarebbe bello» replicò, «ma prima dovrei vincere alla lotteria. Io devo lavorare per vivere.»
«Ecco qui il tuo biglietto» affermò Stephanie, indicando la rivista. «Mi sembrerebbe solo giusto se il padre di Nico si assumesse una qualche responsabilità nella vita del suo bambino.»
«No!» esclamò Kristen. «Sergio non è al corrente dell'esistenza di Nico, ma anche se sapesse di avere un figlio, non vorrebbe avere nulla a che fare con lui. Di sicuro non gli chiederò del denaro.»
«Io non stavo pensando a un assegno di mantenimento» puntualizzò Stephanie. «Hai solo bisogno di un piccolo aiuto economico per un breve periodo in modo da essere libera di concedere a Nico tutta l'attenzione di cui adesso ha bisogno.»
«Mio figlio è una mia responsabilità» dichiarò Kristen, ma era anche vero che Nico stava attraversando un momento molto delicato. Aveva solo tre anni, ma soffriva per la mancanza della nonna. Aveva perso peso, e la sua costante inappetenza stava iniziando a preoccuparla.
«Dagli tempo» le aveva consigliato il pediatra. «Nico va in ansia quando lo lasci all'asilo perché, ed è ovvio date le circostanze, teme che lo abbandonerai anche tu. Gradualmente accetterà la scomparsa della nonna, ma tu devi rassicurarlo con la tua presenza e il tuo amore.»
Certo, le sarebbe piaciuto molto prendere in affitto un cottage in riva al mare e portarvi Nico per una lunga vacanza, ma era impossibile se voleva far fronte alle scadenze mensili del mutuo che aveva acceso per acquistare la casa. Così, distolse la mente dai pensieri tristi e si concentrò sugli appuntamenti con i suoi pazienti, per la gran parte sportivi. Le piaceva il suo lavoro, e in genere la assorbiva completamente, ma quel giorno anche durante il corso di pilates di cui era istruttrice continuava a distrarsi, dunque accolse con gioia la fine del suo turno.
La metropolitana era come al solito affollatissima all'ora di punta, ma il treno passò in perfetto orario così arrivò in tempo all'asilo. Nico era con gli altri bambini in attesa dei genitori e quando la vide un sorriso radioso gli illuminò il visetto.
«Mamma!» esclamò il piccolo, correndole incontro.
Kristen gli arruffò i capelli. «Ciao, Tigrotto, hai avuto una buona giornata?» domandò, sollevandolo fra le braccia.
«Mi sei mancata» replicò Nico, guardandola con i suoi grandi occhi color del cioccolato, così simili a quelli del padre.
«Anche tu mi sei mancato, ma sono sicura che ti sia divertito molto con i tuoi amici... Hai giocato con Sam?»
«Sì, ma possiamo andare a casa adesso?»
«Certo, vai a prendere il giubbotto» replicò lei, rimettendolo per terra. «Ci fermeremo al parco, ma devi promettermi che non tenterai di salire sullo scivolo» aggiunse, un brivido che le correva lungo la schiena al ricordo di com'era caduto dall'impalcatura di ferro l'ultima volta che erano stati al parco. Nico aveva battuto la