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Incontro d'amore (eLit): eLit
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Incontro d'amore (eLit): eLit
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Incontro d'amore (eLit): eLit

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About this ebook

Allison Cole è al settimo cielo, terrà un corso di artigianato in un villaggio turistico. L'unico problema è Alex Casali, l'uomo per cui ogni donna perderebbe il sonno. Lei è lì per lavorare, ma riuscirà a tenere a freno la sua voglia di conoscerlo meglio?
LanguageItaliano
Release dateOct 30, 2017
ISBN9788858978061
Incontro d'amore (eLit): eLit
Author

Patricia Thayer

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

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    Incontro d'amore (eLit) - Patricia Thayer

    successivo.

    1

    Kerry Springs, Texas.

    In sella al suo imponente stallone baio, Alex Casali contemplò la distesa del suo ranch, dove trecento capi di razza pregiata Hereford stavano pascolando tranquillamente.

    Aveva impiegato anni di duro lavoro e di risparmio fino all'ultimo centesimo per diventare proprietario dell'A Bar A Ranch. Si trattava di una tenuta molto vasta, di parecchie centinaia di acri di terreno, che era riuscito ad acquistare a un'asta.

    Da allora erano trascorsi dieci anni, e con il tempo e alcuni buoni investimenti, era riuscito a costruire il suo piccolo impero commerciale.

    Tuttavia, la Casali Cattle Company non era abbastanza per lui. Così, per soddisfare la propria ambizione, da un po' di tempo aveva iniziato ad allevare anche cavalli.

    Un progetto che si era rivelato un'altra sfida.

    Recentemente, aveva deciso anche di inaugurare un villaggio turistico su una piccola porzione di terreno del ranch.

    Alex si raddrizzò leggermente sulla sella e guardò in direzione di un boschetto, ai margini del quale c'era una dozzina di graziosi minialloggi nuovi di zecca.

    Per l'ennesima volta si chiese come fosse riuscita Tilda a convincerlo a realizzare anche quel progetto.

    Forse perché la sua governante, ex proprietaria e contabile del ranch nonché sua socia in quell'impresa, nel corso degli anni gli aveva sempre dato ottimi suggerimenti per incrementare la rendita di A Bar A.

    Questo non cambiava il fatto che lui amava la vita solitaria che si conduceva in un ranch e non sentiva affatto il bisogno di circondarsi di estranei. In genere, infatti, cercava di evitare il più possibile la compagnia dei suoi simili, a eccezione di Angelo, suo fratello gemello.

    Lo stallone si agitò, impaziente, e Alex impugnò saldamente le redini per tenerlo sotto controllo. Fu in quel momento che vide un'auto avvicinarsi lungo il sentiero sterrato che dall'ingresso della tenuta conduceva alla ranch house.

    Alex osservò attentamente l'auto. Nessuno dei suoi dipendenti aveva quel modello. Questo significava che il nuovo arrivato era un intruso.

    Allison Cole guardò un istante fuori dal finestrino mentre superava con il suo piccolo SUV l'arco di ferro e pietra che segnalava l'ingresso all' A Bar A Ranch.

    Alcune querce e alberi di cedro ombreggiavano il viale che portava alla ranch house. In alcuni recinti a poca distanza dalla strada, branchi di cavalli pascolavano nella prateria che si estendeva fino ai piedi delle colline.

    «È davvero bello qui, vero, Cherry?» disse Allison, dando un'occhiata a sua figlia attraverso lo specchio retrovisore.

    La bambina, quattro anni, seduta nel suo sedile di sicurezza, non rispose.

    Allison sospirò. Di solito a quell'età i bambini sono molto vivaci e non fanno che tempestare di domande i propri genitori. Ma Cherry faceva eccezione e lei non poteva negare che le mancava il suono della voce di sua figlia.

    Era dal giorno dell'incidente che non parlava e non camminava più.

    Nonostante quella mattina fosse stata profondamente depressa quando Tilda Emerson le aveva telefonato, la curiosità aveva avuto la meglio e non era riuscita a resistere al suo invito.

    Con un po' di fortuna, quella gita all'A Bar A Ranch avrebbe significato un incremento nelle entrate di Blind Stitch, il negozio di merceria e trapunto che gestiva in città. Così, dopo una rapida riflessione, aveva deciso di incontrare Tilda.

    Erano trascorsi mesi dall'ultima volta che si era concessa un pomeriggio di vacanza, pensò Allison. D'impulso accostò a un lato della strada, vicino al punto in cui alcune cavalle con i loro puledri stavano brucando erba.

    «Vuoi scendere a vedere i cavalli, Cherry?»

    Ignorando il silenzio di sua figlia, Allison sganciò la cintura di sicurezza alla piccola, la prese in braccio e si avvicinò alla recinzione.

    Allison giudicò un segnale incoraggiante il fatto che Cherry appoggiò le mani alla ringhiera di legno e osservò gli animali con un interesse che non dimostrava da molto tempo.

    «Hai visto che belli i puledrini?» disse, sperando in una risposta.

    «Posso sapere che diamine ci fate sulla mia proprietà?» le apostrofò una voce maschile alle sue spalle.

    Allison si voltò di scatto e a poca distanza vide un uomo in sella a un imponente stallone baio.

    «Come dice, scusi?» gli domandò, intimidita.

    Lo stallone scartò bruscamente e nitrì, impaziente tanto quanto il suo cavaliere.

    «Questa è proprietà privata» l'avvertì l'uomo, con un'espressione fredda negli occhi grigi. «E tu sei entrata senza permesso.»

    «Niente affatto» reagì Allison. «Sono stata invitata all' A Bar A Ranch da Tilda Emerson. Devo incontrarmi con lei per affari.»

    Lo sconosciuto la osservò un istante in silenzio. «Tilda è alla ranch house. Ti consiglio di non farla aspettare» replicò, brusco.

    Detto questo, l'uomo fece voltare il suo cavallo e se ne andò.

    «Non certo un tipo socievole» mormorò Allison, tornando verso il punto in cui aveva posteggiato l'auto. Forse accettare quell'invito da parte di Tilda Emerson non era stata una buona idea, pensò, sistemando Cherry nel sedile di sicurezza.

    Si mise di nuovo al volante e dopo avere superato alcuni edifici bassi che sembravano delle scuderie e un granaio, giunse finalmente in vista della ranch house, una spaziosa villa a due piani, ben tenuta, con il portico e il patio ornati di vasi di fiori.

    «Davvero niente male» mormorò Allison, paragonandola al suo piccolo appartamento di città, situato sopra il negozio.

    Seguendo le istruzioni che le aveva dato Tilda per telefono, Allison oltrepassò la grande aiuola rotonda davanti alla casa e posteggiò l'auto vicino all'ingresso secondario della villa.

    Spense il motore e si voltò a guardare Cherry. «Siamo arrivate, tesoro... Oh, guarda! C'è un altro cavallo laggiù» disse, indicandole un roano grigio che pascolava dietro una siepe.

    Non appena Allison scese dall'auto, la porta di servizio si aprì e comparve una donna sulla sessantina, alta e magra, che indossava un paio di jeans e una camicetta a fiori.

    «Signora Emerson?» domandò Allison.

    Quest'ultima annuì sorridendo e scese i pochi gradini del portico.

    «Chiamami pure Tilda» replicò gentilmente. «E immagino tu sia Allison Cole. Piacere di conoscerti» aggiunse, mentre si scambiavano una stretta di mano. «Sono contenta che tu abbia accettato il mio invito.»

    «La tua proposta mi ha incuriosita» ammise Allison. «Non vedo l'ora di conoscere tutti i dettagli.»

    «Hai avuto problemi a trovare l'ingresso del ranch?» si informò Tilda.

    «No, ma a poca distanza da qui ho incontrato un cowboy che mi ha detto che mi stavi aspettando. Spero non ti dispiaccia se ho portato mia figlia con me.»

    «I bambini sono sempre i benvenuti» le assicurò Tilda. «Piuttosto, con questo caldo, sarà meglio fare scendere subito la piccola dall'auto» le suggerì.

    Allison esitò un istante, poi aprì il bagagliaio ed estrasse la sedia a rotelle pieghevole di sua figlia. «Sistemo Cherry e sono subito da te» la informò.

    Vedendo la sedia rotelle anziché il classico passeggino, Tilda smise di sorridere.

    «Lascia che ti aiuti» si prestò Tilda.

    Poi si diressero verso il patio, dove non c'erano barriere che impedivano il percorso della sedia a rotelle.

    «Cherry... È proprio un bel nome» disse Tilda, sorridendo alla piccola. «Ti piacciono gli animali, Cherry?»

    Anche se la bambina non rispose, Tilda non si scoraggiò.

    «Spero di sì, perché qui ne abbiamo tanti.»

    Come evocato dalle sue parole, un grosso Labrador si avvicinò, seguito da un cane di taglia più piccola.

    «Quello grosso si chiama Rover» lo presentò Tilda, accarezzandogli il bel muso. «Il piccolo, invece è Pete» aggiunse, dedicando delle attenzioni anche al meticcio. «A tutti e due piace essere coccolati, soprattutto dai bambini.»

    Come se avesse compreso quell'ultima frase, Rover posò il muso sul bracciolo della sedia a rotelle.

    Anziché reagire con paura, con sua grande meraviglia Allison vide sua figlia posare la mano sul muso del cane e accarezzarlo, proprio come aveva fatto Tilda poco prima.

    Subito anche Pete reclamò la sua attenzione e Cherry accarezzò anche lui.

    Tilda servì della limonata e dopo avere bevuto la bibita fresca, invitò Allison a seguirla in salotto.

    «Non ti dispiace che spinga in casa la sedia a rotelle, vero?» domandò Allison.

    «No, ma dubito che Cherry voglia lasciare i suoi nuovi amici» rispose Tilda, notando l'espressione sorridente della bambina. «Puoi lasciarla qui, se vuoi. La terremo d'occhio dalle porte finestre aperte. Rover e Pete le faranno la guardia.»

    Allison annuì e seguì Tilda in salotto, rassicurata dal fatto che dal punto in cui si trovava vedeva perfettamente Cherry.

    «Hai davvero una bella casa» si complimentò, rivolta alla sua ospite.

    «Grazie, ma non è mia. Voglio dire, non più» replicò Tilda. «Dodici anni fa, quando rimasi vedova, mi resi conto di non essere in grado di dirigere da sola un ranch così vasto e non avevo le risorse necessarie per assumere un intendente. Così, decisi di mettere all'asta il ranch, che venne acquistato da Alex Casali.»

    «Mi spiace... Non deve essere stato un periodo facile per te» mormorò Allison.

    «Non mi sono mai pentita della decisione presa. Alex mi chiese di restare qui per lavorare come governante e contabile. È un uomo in gamba, e negli ultimi dieci anni ha aumentato notevolmente il giro d'affari del ranch, ha ristrutturato la casa, costruito un nuovo granaio e inaugurato anche un allevamento di cavalli. In altre parole, A Bar A è tornato agli splendori di un tempo e mi piace pensare che anch'io ho contribuito a questo.» Tacque un istante e sorrise prima di continuare. «Adesso sono anche socia di Alex nel progetto del villaggio turistico.»

    «A proposito di questo, preferisco essere sincera, Tilda... Non so se avrò il tempo necessario da dedicare al tuo progetto» disse Allison, cauta, pur immaginando che sarebbe stato un grosso errore rinunciare a quella proposta. Una cifra extra mensile, infatti, le avrebbe fatto sicuramente comodo. «Non voglio trascurare mia figlia per il lavoro.»

    Tilda annuì, comprensiva. «Spero riusciremo a trovare una soluzione perché sei perfetta per il ruolo che vorrei affidarti.»

    Alex raggiunse le scuderie e smontò da cavallo. Affidò lo stallone alle cure di Jake, uno dei suoi dipendenti e quando raggiunse a piedi la ranch house non fu affatto sorpreso di vedere l'auto della splendida rossa con gli occhi verdi con la quale aveva parlato poco prima, posteggiata a poca distanza.

    Fantastico, si disse, senza alcun entusiasmo, immaginando che l'ospite di Tilda fosse un'arredatrice o una decoratrice d'interni.

    Perché le donne sentivano il bisogno di arredare anche un minialloggio fin nei minimi dettagli?

    Comunque fosse, lui non voleva sapere niente di tende, tappeti e mobilio, decise.

    Entrato in casa, si sarebbe limitato a rivolgere alle due donne un cenno di saluto e poi si sarebbe chiuso nello studio.

    Più facile di così...

    Non che non gli piacessero le rosse, ma quella doveva essere già sposata o impegnata, a giudicare dalla bambina che aveva portato con sé.

    Alex fece per salire i gradini del patio quando vide una sedia a rotelle vuota vicino a una delle siepi. Incuriosito, guardò con maggiore attenzione in quella direzione e vide anche Rover, Pete, e il vecchio Buckshot, il roano grigio. Niente di strano in tutto questo, se non fosse stato che in loro compagnia c'era un caschetto di ricciolini color rame. Ovvero la bambina che aveva visto poco prima con la rossa.

    «Ma che diamine...» Alex si interruppe, notando che c'era qualcosa di strano nella posa della bambina, seduta a terra, mentre si sforzava di accarezzare il muso abbassato del cavallo.

    «Questa poi» aggiunse sottovoce. La bambina, però, dovette udire la sua voce, perché si voltò a guardarlo. Dopo averlo osservato un istante con i grandi occhi azzurri, gli sorrise.

    «Cavallino» disse la piccola sottovoce.

    «Proprio così» annuì Alex con una stretta al cuore, accorgendosi che la bambina non muoveva le gambe. «Che ne dici se ti prendo in braccio? Così sarai più comoda ad accarezzare il muso del vecchio grigio.»

    Come risposta, la bambina gli tese le braccia, concedendogli immediatamente la propria fiducia. Un particolare che commosse Alex più di quanto fosse disposto ad ammettere.

    Sollevò da terra la bambina come se fosse stata una piuma e tenendola fra le braccia le consentì di accarezzare il muso del roano.

    «Si chiama Buckshot e gli piace essere coccolato» le spiegò. Cherry gli sorrise di nuovo e Alex si sentì di nuovo sciogliere.

    «Cherry!» esclamò un istante dopo una voce femminile alle loro spalle.

    Alex si voltò e vide la madre della bambina uscire di casa di corsa, dirigendosi verso di loro.

    «Tutto bene, tesoro?» chiese ansiosamente alla figlia, quando li raggiunse.

    «Grazie a me, sì» rispose Alex, brusco.

    «Chi le ha dato il permesso di portare qui mia figlia?» replicò Allison, nello stesso tono, togliendogli dalle braccia la bambina.

    «Non mi sono preso alcun permesso. Ho trovato la bambina

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