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Un uomo in mare (eLit): eLit
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Un uomo in mare (eLit): eLit

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About this ebook

Paige Stovall, scettica e guardinga, è convinta che Harrison Powell la stia tenendo d'occhio. E i conti non tornano perché Paige è una tranquilla ragazza di provincia che si trova a trascorrere una vacanza da sogno in mezzo all'oceano, mentre lui... lui è semplicemente da mozzare il fiato! Intenso, sensuale, affascinante, Harrison è un agente investigativo sulle tracce di un inafferrabile ladro di gioielli che terrorizza i passeggeri della crociera. E i suoi sospetti sembrano converger proprio sulla bella Paige: che sia lei l'autrice dei misteriosi furti? Dopotutto, gli ha rubato il cuore...
LanguageItaliano
Release dateJun 30, 2016
ISBN9788858956540
Un uomo in mare (eLit): eLit

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    Un uomo in mare (eLit) - Karen Leabo

    successivo.

    1

    Harrison Powell si sporse dal ponte e fece vagare lo sguardo sui passeggeri che s'imbarcavano sulla Caribbean Mermaid. Un'avvenente signora con i capelli biondo platino e gli occhiali da diva spiccava tra la folla. «È quella in rosso» segnalò all'uomo al suo fianco.

    James Blair inforcò il binocolo. «Non ha l'aria della sessantenne.»

    «Ci credo. Con tutti i lifting che ha fatto!»

    Nel corso delle indagini, Harrison aveva scoperto che, tra un intervento di chirurgia estetica e l'altro, Aurora Cheevers aveva preso marito e divorziato quattro volte, giocato cifre da capogiro alla lotteria della Florida e messo al mondo un fior di figliola ormai ventisettenne, di nome Paige.

    In breve, viveva al di sopra dei propri mezzi. Un particolare che la indicava come possibile indiziata dei furti di gioielli occorsi sulla Caribbean Mermaid.

    James Blair, capo della sicurezza a bordo, lo aveva assunto per inchiodarla prima che una cattiva pubblicità mettesse in fuga i clienti.

    «Piantala di fissarla!» esclamò Harrison.

    «Per una che potrebbe essere mia madre è un vero schianto. Non ti costerà molta fatica farle il filo.»

    Harrison ripensò al piano che aveva concordato con James. Sfruttando il debole della signora Cheevers per i giovanotti, le avrebbe fatto una corte serrata. E, con un po' di fortuna, l'avrebbe colta con le mani nel sacco. Nella peggiore delle ipotesi, avrebbe approfittato di un incontro galante per perquisirle la cabina e consegnare al comandante le prove per arrestarla.

    Una giovane donna al fianco di Aurora attirò la sua attenzione. Harrison sfilò il binocolo a James e mise a fuoco l'immagine. «È Paige Stovall, la figlia. Credevo che Aurora viaggiasse sola.»

    «Lo ha sempre fatto. Non sapevo che avesse una figlia.»«Ora lo sai.» Harrison l'aveva vista una sola volta durante le due settimane di pedinamenti. Quanto bastava per capire che non avrebbe resistito al suo fascino: capelli ambrati, occhi verdi, curve al posto giusto. Una combinazione... fatale!

    James si riappropriò del binocolo. «Un bel bocconcino! Credi che la madre si azzarderà a rubare i gioielli con la figlia tra i piedi?»

    «Bisognerà tenere la ragazza alla larga.» «Potrei distrarla io.» Al tono allusivo di quella proposta Harrison fulminò James con uno sguardo. Blair piaceva alle donne. Era alto, biondo e con gli occhi azzurri. Un Brad Pitt versione bravo ragazzo. Non avrebbe faticato a farle perdere la testa.

    «Scordatelo. Recitare una parte è più difficile di quanto possa sembrare in apparenza. E poi, madre e figlia non devono nutrire il minimo sospetto.»

    «E chi ha detto che dovrei recitare?» ammiccò James continuando a scrutare la preda.

    Harrison contò fino a dieci e si concentrò su Paige.

    La brezza le faceva aderire la gonna pistacchio alle gambe e il sorriso che le aleggiava sul viso era di un'innocenza conturbante. Era un vero peccato che il suo incarico fosse di incastrare la madre e mandarla in galera.

    Paige Stovall odiava ogni centimetro quadrato di quella nave prima ancora di salpare dal porto di Miami. Detestava starsene a poltrire ore e ore al sole ascoltando le chiacchiere insulse delle cene di gala. Preferiva la compagnia di un buon libro.

    Per non parlare del mal di mare.

    «Hai preso le pillole contro la nausea da movimento?» le domandò Aurora.

    «Sì, mamma.» « Paige! Quante volte devo ripeterti di non chiamarmi così? Nessuno qui deve sapere che ho una figlia della tua età. Questa settimana, avrò quarantacinque anni e tu sarai mia nipote.»

    Paige scosse il capo e continuò a riporre gli abiti nello spazioso armadio della suite di prima classe comunicante con quella della madre. Aveva provato a suggerirle di dividere la cabina, ma Aurora non aveva voluto saperne. E se una di loro avesse avuto un ospite?, aveva obiettato.

    Proprio ciò che temeva. Aurora aveva riaperto la stagione di caccia. Ogni volta che partiva in crociera, rientrava con la fede al dito. E lei era determinata a impedirle di prendere al laccio l'ennesimo cascamorto.

    Aurora guardò con disprezzo la camicetta di cotone e la gonna pistacchio della figlia. «Non vorrai presentarti al cocktail vestita così?» osservò.

    «Cos'ho che non va?» si difese Paige.

    «Sembri una scolaretta. Metti uno di quegli abitini che ti ho comprato. La prima impressione è quella che conta. È in queste occasioni sociali che ci si prepara il terreno.»

    Mentre Paige s'interrogava sul significato di quell'espressione agreste, Aurora sfilò dalla gruccia un completo alla marinara. «Con il cappellino di paglia andrà a meraviglia. Aspettami qui.» Lanciò l'abito alla figlia e scomparve dietro la porta comunicante.

    Paige sospirò e cominciò a svestirsi. Erano alle solite. Sua madre aveva appena ideato uno dei suoi presunti travestimenti da donna sofisticata e lei si sarebbe ritrovata agghindata come una bambolina dell'Ottocento.

    Tuttavia, se Aurora avesse impegnato i prossimi sette giorni ad addobbarla e a dispensarle consigli sul contegno da assumere in crociera, non avrebbe avuto il tempo di innamorarsi del primo fannullone di turno.

    Aurora aveva un talento innato per scegliersi gli uomini sbagliati per marito. Unica eccezione alla regola era stato il suo primo consorte, il padre di Paige. Era stato proprio lui a persuadere la figlia a imbarcarsi su quella nave per tenere l'ex moglie lontana dalle sbandate sentimentali.

    Bobby Stovall aveva salvato Aurora da più di una catastrofica unione e continuava a passarle gli alimenti, benché per legge non fosse più tenuto a farlo. Era ancora pazzo di lei, ma era stato irremovibile. Se si fosse risposata, avrebbe rotto definitivamente i ponti.

    Un pericolo che Paige doveva scongiurare. Per quanto si ostinasse a negarlo, Aurora aveva un disperato bisogno di Bobby.

    Quindici minuti dopo, sentendosi ridicola con la paglietta che la madre le aveva imposto d'indossare, Paige la seguì sul ponte dove era stato allestito il buffet. Un cameriere sorridente le porse un bicchiere di champagne, che lei scaricò, intatto, sul primo vassoio libero.

    «Coraggio, mettiamoci in fila» la esortò Aurora, scandagliando la folla con occhi esperti. «Cielo, non ce n'è uno sotto i settanta.»

    C'era un'abbondanza di chiome argentee e bastoni da passeggio tra gli ospiti della nave, ma non certo una penuria di ormoni maschili, a giudicare dagli sguardi che Aurora era riuscita a calamitare. Persino con il vestito nuovo, Paige si sentiva un brutto anatroccolo al fianco della madre.

    Si servirono della frutta e sedettero a un tavolo. «Dove sono finiti gli uomini di classe?» proruppe Aurora giocherellando con la forchetta.

    «Che ne dici di quello lì in fondo?» domandò Paige indicando con il cenno del capo un distinto sessantenne abbronzatissimo.

    «Chi? Doc Waller? È vedovo. L'ho incontrato spesso in viaggio. È gentile, ma... è un fossile. Speriamo che questa crociera non si riveli una perdita di tempo e di... ehi, guarda là!»

    Paige si voltò e restò senza fiato. Quell'uomo alto, con i capelli castani mossi dal vento, aveva il fisico prestante di un pilota di Formula Uno. La camicia di cotone gli avvolgeva le spalle larghe e gli short panna gli scoprivano le gambe muscolose e abbronzate.

    Sarebbe stato perfetto senza quella brunetta incollata al braccio.

    Conversava con un altro tipo, anche lui sulla trentina, carino, ma non altrettanto affascinante.

    «Proprio niente male» decretò Aurora mangiandoselo con gli occhi. «Anche l'altro non è da buttar via.»

    «Mamma! Non solo sono abbastanza giovani da poter essere tuoi...»

    «Non dirlo» la interruppe lei. «E non chiamarmi mamma!»

    «D'accordo, Aurora, ma parli di quei due uomini come fossero frutti maturi appesi a un albero. Cosa ti fa credere che possano interessarsi a noi?»

    «L'istinto, mia cara, e la penuria di concorrenti.»

    «E quella brunetta prosperosa che gli sta appiccicata come una medusa, come la definiresti?»

    «È troppo giovane per mantenere vivo il suo interesse. Per un uomo del suo calibro ci vuole una donna navigata.»

    «Sì, una che abbia circumnavigato il globo un paio di volte!»

    «Cos'hai detto?»«Niente. Cielo, vengono da questa parte.»

    Paige finse un improvviso interesse per le fragole che aveva nel piatto.

    «È naturale. Li ho appena fulminati con un irresistibile sguardo magnetico di un paio di secondi. Dannata brunetta! Li ha agganciati di nuovo.»

    Paige sollevò il capo e incrociò gli occhi dello sconosciuto. Un secondo, due, tre, quattro...

    «Paige, basta così» la richiamò Aurora.

    Lei obbedì a malincuore. Anche a quella distanza, avrebbe potuto perdersi in quello sguardo di velluto.

    «Gli hai dato a intendere più del necessario. Come diavolo avrò fatto a tirar su una figliola così innocente?»

    «Vorrai dire una che non si sposa al primo baciamano!» Quelle parole le erano uscite di bocca come dardi. Non appena le ebbe pronunciate, Paige si sentì meschina. A dispetto delle sue arie da femme fatale, era sua madre la vera innocente della situazione. Bastava che un uomo le piacesse e gli cadeva letteralmente ai piedi.

    «Posso aver divorziato quattro volte, ma mi sono anche innamorata e sposata altrettante volte. Mentre tu, mia cara, avvizzirai come una prugna secca se non ti trovi un compagno» la rimbeccò Aurora, vuotando il bicchiere di champagne in un solo sorso.

    «Scusami, Aurora, non volevo ferirti.»

    La madre si asciugò gli angoli della bocca con il tovagliolo. «E tu non somigli affatto a una prugna. Devi soltanto lasciarti andare...»

    «Ci proverò. Te lo prometto.» Gli occhi di quell'uomo l'avevano ispirata. O forse a parlare erano stati i suoi trascurati ormoni femminili. La sua vita amorosa aveva decisamente bisogno di una scossa. La maggior parte degli uomini che conosceva la trattava come la sorella minore del loro più caro amico.

    «Possiamo unirci a voi?» domandò una voce alle sue spalle.

    Paige sentì la fragola arrestarlesi a metà gola. Mister Fascino la fissava in modo tutt'altro che fraterno.

    Una vampata di calore le salì alle guance mentre cercava qualcosa di sofisticato da dire.

    «Prego» la precedette la madre. «Adoro conoscere gente nuova quando viaggio. Sono Aurora Cheevers e lei è mia nipote, Paige Stovall.»

    I due uomini annuirono e si accomodarono. Quello alto si chiamava Harrison Powell, un nome che gli calzava a pennello. Il biondino, James qualcosa.

    «È la

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