Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Tutta la verità sull'amore: Harmony Bianca
Tutta la verità sull'amore: Harmony Bianca
Tutta la verità sull'amore: Harmony Bianca
Ebook147 pages1 hour

Tutta la verità sull'amore: Harmony Bianca

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Zoey: Dopo il tradimento di mio marito, avevo giurato a me stessa che non mi sarei mai più fidata di un uomo. Ma per qualche motivo sento che Daniel è diverso; lui è premuroso e gentile, oltre che incredibilmente sexy, ed è il primo che mi abbia fatto credere che forse per me la felicità è a portata di mano.



Daniel: La priorità per me è sempre stata mia figlia Maddie. Almeno fino a quando non ho incrociato i magnetici occhi blu della dottoressa Evans. In un attimo tutti i miei dubbi e le mie paure sono state spazzate via, finché un bacio sensuale e indimenticabile mi ha costretto a rivedere tutto quello che credevo di sapere sull'amore.
LanguageItaliano
Release dateNov 20, 2017
ISBN9788858974001
Tutta la verità sull'amore: Harmony Bianca
Author

Dianne Drake

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Read more from Dianne Drake

Related to Tutta la verità sull'amore

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Tutta la verità sull'amore

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Tutta la verità sull'amore - Dianne Drake

    successivo.

    1

    Caffè. Nero, bollente e abbondante... il suo vizio del mattino. Era una delle poche cose della vita che si concedeva regolarmente. E che bramava a ogni inizio di giornata.

    Daniel Caldwell sorseggiò il caffè, posò la tazza sul tavolino rotondo e aprì l'ultima edizione del quotidiano locale di Seattle. Un articolo sulla fluttuazione dei prezzi del petrolio attrasse la sua attenzione, così si mise comodo sulla sedia e iniziò a leggere. Aveva tempo solo per un articolo, poiché si ritagliava soltanto una mezz'ora per sé prima di andare in ospedale. Il resto della sua giornata era riempito dagli obblighi sul lavoro e dagli obblighi come padre single di una vivace bambina di tre anni, sempre pronta a richiedere le sue attenzioni.

    La sua vita era al limite del frenetico e quella mezz'ora al giorno lo faceva sentire più umano. Gli piaceva fermarsi nel solito bar e stare fra la gente per un po', anche se, in quella fase della sua vita, non aveva tempo di socializzare. Era bello ritrovarsi in mezzo a persone che non si aspettavano nulla da lui, circostanza che accadeva molto di rado.

    Daniel bevve un altro sorso di caffè, mentre leggeva che gli esperti si aspettavano che la fluttuazione dei prezzi del petrolio sarebbe continuata nell'immediato futuro. Non che questo gli importasse molto. Aveva una piccola auto che utilizzava quasi esclusivamente per il breve tragitto tra casa e lavoro. Per lo meno durante la settimana. Nei giorni liberi invece cercava di portare Maddie al parco o al molo. Sua figlia adorava dare le briciole di pane ai gabbiani e guardare la gente che pescava sulla banchina.

    Daniel diede un'occhiata all'orologio. Gli restavano solo quindici minuti. Continuando a bere il caffè, si girò casualmente al tintinnio del campanello della porta d'ingresso e vide entrare una donna nel locale.

    Era attraente. Era decisamente attraente. Elegante anche con indosso il camice blu da infermiera. L'aveva mai vista in ospedale?

    Non volendo essere sorpreso a fissarla, Daniel si girò di scatto, mentre lei si dirigeva verso il bancone. Ora che gli dava le spalle, si voltò per guardarla meglio. La conosceva? Aveva un'aria familiare. Stessa silhouette, stesso portamento sicuro. No, non poteva essere. A pensarci bene, forse... I suoi capelli erano più luminosi però, di un biondo miele che si intonava con la sua carnagione chiara e non erano legati nel solito chignon alla base della nuca, ma le ricadevano sulle spalle conferendole una certa femminilità. Oh, e non aveva nemmeno gli occhiali. Zoey aveva sempre indossato grandi occhiali neri che le nascondevano metà del viso, quasi volesse celare la sua bellezza.

    Era proprio lei. Zoey. Una cosa era certa, non si era mai aspettato di incontrarla. A dir la verità, non lo aveva mai voluto. Cosa doveva fare, ora? Avvicinarsi e chiederle cortesemente come andasse? Daniel la osservò parlare con il barista e inclinare la testa di lato mentre rideva per qualcosa che lui aveva detto. Era così allegra. Lo era sempre stata per tutto il tempo che aveva trascorso con Elizabeth e questa era una della cose che lui aveva sempre ammirato in Zoey.

    Così come aveva ammirato le sue doti di infermiera. Era esemplare, considerato poi il duro lavoro che svolgeva e che lui non avrebbe mai fatto. Zoey aveva sempre guardato al suo mestiere con ottimismo.

    Daniel sapeva che l'atteggiamento di Zoey era stato di grande conforto per Elizabeth alla fine dei suoi giorni e di questo le sarebbe stato grato in eterno. L'aveva fatta ridere e sorridere.

    Zoey si girò verso di lui con il caffè in mano, cogliendolo di sorpresa. Daniel abbassò subito lo sguardo sul quotidiano, accorgendosi tuttavia che la donna si stava dirigendo verso di lui. Non era certo di volerla salutare. Gli ricordava un periodo infelice, un periodo che voleva dimenticare, ma che lo tormentava ancora a distanza di un anno. Eppure, quando lei si avvicinò al suo tavolo, Daniel alzò il capo e le sorrise. E si accorse che aveva gli occhi blu più incantevoli che avesse mai visto.

    «Daniel?» domandò, rivolgendogli un sorriso cordiale.

    «Zoey? Zoey Evans?»

    Zoey annuì. «Ne è passato di tempo, vero?»

    «Un anno.» Un lungo e triste anno dalla morte di Elizabeth.

    «Come va?» gli chiese.

    «Abbastanza bene. Lavoro e mi prendo cura di Maddie. E non ho tempo per molto altro.»

    «Immagino che essere un padre single non sia semplice. Deduco che tu sia ancora single.»

    «Esatto» confermò, alzandosi e invitandola a sedere. «Vuoi unirti a me per qualche minuto? Me ne restano circa sette, prima di andare in ospedale» precisò, dando un'occhiata all'orologio.

    Zoey sembrò esitare, poi accettò l'invito. «Anch'io non ho molto tempo. Devo vedere una paziente da queste parti stamattina e non voglio arrivare in ritardo.»

    Daniel ripensò a tutti gli appuntamenti che lei aveva avuto con Elizabeth. Non era mai arrivata in ritardo, nemmeno di un minuto o due. «Sei sempre stata puntuale» si complimentò, offrendole la sedia e notando la grazia con cui si sedeva.

    «E tu sei sempre stato in ritardo.»

    «Ora non più. Ho perso le cattive abitudini.»

    Zoey gli sorrise e posò il caffè sul tavolino. «La mancanza di puntualità infastidiva Elizabeth.»

    Non parlava di Elizabeth da tanto tempo... per lo meno non ad alta voce. Era sempre nei suoi pensieri, ma gli capitava di rado di fare riferimento a lei quando chiacchierava con qualcuno. Aveva paura che quella profonda ferita potesse riaprirsi. Era andato avanti senza sua moglie nell'ultimo anno e non era stato per niente facile, perché gli mancava tanto da provare quasi un dolore fisico. Non era passato giorno senza che avesse contemplato la sua fotografia o parlato con lei o ricordato i vecchi tempi.

    Ma affrontare l'argomento Elizabeth in una conversazione era una cosa che non faceva da tempo, nemmeno con Abby, sua suocera. La donna si occupava di Maddie mentre lui era al lavoro e fra di loro c'era il tacito accordo di non pronunciare ad alta voce il nome della figlia.

    «So che Elizabeth non sopportava essere in ritardo e tanto meno che lo fossi io. Mi rimproverava sempre per questo. Credo fosse uno dei pochi motivi di discussione tra di noi. Ma non accade più ora, anche se devo dire che è dura essere puntuali se non hai nessuno che ti stimoli a farlo.»

    «Lei era felice del vostro matrimonio. Parlava sempre di quanto fosse bello essere sposata con te.»

    «Anch'io ero felice. È durata solo cinque anni però.» I loro progetti per il futuro erano stati annientati da una leucemia fulminante. Era qualcosa che nessuno metteva in conto, né considerava possibile che accadesse. Ma a Elizabeth era stata diagnosticata, e in tre mesi se l'era portata via.

    «Sono stati cinque anni bellissimi però. E poi hai Maddie. Come sta, a proposito?»

    «Reagisce. Quando sono al lavoro, sta con la mamma di Elizabeth. È una peste per la maggior parte del tempo. Deve sempre dire la sua e ha un bel caratterino.»

    «Quanti anni ha ora, tre? L'ultima volta che l'ho vista era poco più che una neonata e non so se la riconoscerei ora. Crescono in fretta, vero?»

    «È quello che temo» commentò, ripiegando il giornale, con l'intento di portarselo al lavoro. Lo faceva tutte le mattine, anche se poi non finiva mai di leggerlo e lo gettava non appena arrivava in ufficio. «La nonna la vizia e ho paura che questo non faccia che renderla più cocciuta. Fa i capricci e mi minaccia spesso di andare a vivere con Abby se non faccio ciò che vuole.»

    «Fa i capricci? E perché?»

    Daniel fece una smorfia. «È difficile per lei questa continua alternanza tra la nonna e me. È così piccola e la sua vita è già instabile. Non sono sicuro che sappia su cosa può contare. Non può nemmeno essere certa che io torni a casa tutte le sere, perché io stesso non ne sono certo.»

    «E allora sii paziente con lei. Sarà sicuramente disorientata, e la cosa mi dispiace molto, perché, per quel che ricordo, Maddie è una bambina molto dolce.»

    «So che non è semplice per lei ed è per questo che spero che supererà questa fase di ribellione senza restarne troppo segnata.»

    «Ognuno ha il proprio modo di reagire, Daniel. Credo che lei stia manifestando la sua confusione nell'unico modo che conosce. E dubito che ne resterà segnata. Anche questo fa parte del suo cammino di crescita.»

    «Lo so e so bene cosa stia passando, ma questo non rende le cose più facili. E il fatto che Abby la vizi non fa che peggiorare le cose. Credo che Maddie sia convinta che tutti la debbano trattare come fa sua nonna.»

    Zoey sorrise. «Si sa che il ruolo delle nonne è di viziare i nipotini. Ho sempre ritenuto che fosse un sacrosanto diritto!»

    «Ma Abby esagera.»

    «Oppure la tua è una reazione eccessiva all'unico modo che lei conosce di esprimere il suo amore per Maddie. Ognuno lo fa come meglio riesce.»

    «Può essere, perché so che è mossa dalle migliori intenzioni. Adora Maddie ed è una brava nonna. Ma Elizabeth e io abbiamo parlato a lungo una sera delle aspettative che avevamo per nostra figlia e di come l'avrei cresciuta dopo la sua scomparsa, e non era di certo viziandola come fa Abby. Elizabeth voleva che Maddie crescesse forte e indipendente.»

    So che ti prenderai cura di Maddie, ma voglio che ti prenda cura anche di te. Vai avanti con la tua vita, Daniel. Divertiti. Sii felice. Trova qualcuno con cui ricominciare. Non voglio che resti solo.

    Avevano deciso insieme del futuro di Maddie, ma i progetti di Elizabeth per il suo futuro erano difficili da accettare.

    «Sono certa che le cose si sistemeranno col tempo, e crescendo, Maddie, supererà questa fase.»

    Daniel sospirò. Abby stava solo cercando di fare le veci di Elizabeth ed era per questo che non le rimproverava nulla, perché anche per sua suocera era stata una perdita incolmabile. «Inizialmente avevo pensato di mettere Maddie al nido dell'ospedale, ma credo molto nella famiglia e

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1