Ricordati di me: Harmony Collezione
By Penny Jordan
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Penny Jordan
Scrittrice inglese, attiva da parecchi anni nell'area della narrativa romantica, è notissima e molto apprezzata dal pubblico di tutto il mondo.
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Ricordati di me - Penny Jordan
successivo.
1
Guardando Ritchie, il suo fratellastro di ventidue anni, Ward provò un misto di collera, dolore e senso di colpa.
«Perché diavolo non sei venuto da me, se avevi bisogno di soldi?» gli chiese.
Il sole che filtrava dalla finestra dello studio, arredato in modo quasi monacale, illuminò i capelli biondi di Ritchie.
«Avevi già fatto tanto per me!» rispose il ragazzo, gli occhi azzurri colmi di rimorso. La sua voce era uguale a quella del padre, il patrigno di Ward. «Mi seccava chiederti altri soldi, ma il Master negli Stati Uniti era un'occasione da non perdere» confessò sincero, dimenticando per un attimo i suoi guai.
Ward lo fissò con gli occhi grigio scuro ereditati dal padre, un giovane operaio scomparso quarantadue anni prima, quando lui era ancora in fasce. Era morto in un incidente sul lavoro, dovuto più all'assenza di misure di sicurezza che alla sua imperizia.
La madre di Ward aveva ricevuto un indennizzo ridicolo, e per giunta aveva dovuto lasciare la casetta in cui viveva con il figlio, di proprietà della ditta, ed era tornata a vivere con i genitori. Il piccolo Ward restava con la nonna mentre lei lavorava come donna delle pulizie nella scuola locale.
Proprio lì aveva conosciuto il secondo marito, il padre di Ritchie.
Aveva parlato a lungo con Ward prima di accettare la proposta del mite insegnante di inglese che si era innamorato di lei.
Si erano sposati già avanti negli anni, quindi nessuno dei due si aspettava l'arrivo di un bambino, e Ward capiva perfettamente come mai fossero impazziti di gioia per quel dono inatteso.
Ritchie era identico al padre: gentile, educato, studioso e incline a fidarsi di tutti, non per mancanza di intelligenza ma perché non concepiva che al mondo vi fosse gente avida ed egoista.
Grazie al patrigno, che lo amava come un figlio, Ward aveva proseguito gli studi e, più tardi, aveva fondato la sua ditta.
Era molto fiero del successo che aveva avuto. Adesso era miliardario e avrebbe potuto vivere nel lusso, dopo che la sua azienda di telecomunicazioni era stata acquistata da un'importante multinazionale. Però Ward preferiva la vita semplice.
Era alto e robusto, con le spalle larghe ereditate dal padre e da generazioni di lavoratori, e il suo fisico incuteva rispetto. Gli uomini lo temevano, e le donne lo trovavano irresistibile.
Soltanto la settimana precedente, Ward aveva detto a chiare lettere alla moglie di un collega, bella e disponibile, di non essere interessato a ciò che aveva da offrirgli.
In una donna Ward cercava le qualità che aveva imparato ad apprezzare in sua madre: lei era sempre stata tenera, affettuosa, gentile, leale e fedele.
Scoprire che quelle doti erano un'autentica rarità era stata un'amara sorpresa.
A ventidue anni si era sposato con una donna che aveva creduto di amare, e che invece si era rivelata molto diversa da ciò che lui aveva pensato. Infatti l'aveva lasciato dopo un anno, dichiarando di volere un uomo con cui divertirsi, che avesse soldi e tempo da dedicarle e la riempisse di regali.
Ward non si era opposto al divorzio. A quel punto, era deluso dal matrimonio quanto lei; era stanco di tornare in una casa vuota, di doversi preparare la cena, ma soprattutto di una donna che non dava niente e pretendeva tutto in cambio.
Dopo quella triste esperienza, Ward aveva pensato solo al lavoro e aveva avuto successo negli affari. E non si era stupito più di tanto quando la sua ex moglie aveva avuto il coraggio di ripresentarsi, sostenendo di averlo sempre amato, e che il loro divorzio era stato uno stupido errore. Anche se avesse avuto la sfortuna di amarla ancora, e grazie al cielo non era così, Ward non l'avrebbe mai ripresa. La cosa più importante per lui era l'onestà: gli scorreva nel sangue, era quasi una questione genetica.
Il loro matrimonio era morto e sepolto, le aveva detto in tono gelido, e aveva cancellato tutto ciò che aveva provato per lei un tempo.
Da allora non l'aveva più vista e aveva deciso di escludere le donne dalla sua vita.
I problemi, comunque, non erano rappresentati solo dalle donne. E in quel momento Ward ne aveva uno da risolvere.
Quando Ritchie era stato ammesso a Oxford, Ward, molto fiero di lui, gli aveva offerto di finanziarlo. Ritchie in fondo era suo fratello, e lui non poteva dimenticare l'aiuto che il patrigno gli aveva dato quando aveva messo in piedi la sua attività.
I loro genitori adesso erano in pensione, e il padre, più anziano della madre di quindici anni, soffriva di cuore, quindi doveva evitare emozioni e stress. Per quello Ritchie si era rivolto a lui.
«Perché diavolo non mi hai detto che ti servivano altri soldi?» ripeté Ward in tono minaccioso.
«Me ne avevi già dati tanti» tornò a giustificarsi Ritchie. «Non potevo...»
«Santo cielo, bastava usare il buonsenso per capire che era tutto un imbroglio! Nessuno, dico nessuno, paga quel tasso di interessi o ha un guadagno simile sugli investimenti! Perché credi che facessero pubblicità in quel modo?»
«Mi sembrava la soluzione a tutti i miei problemi» replicò Ritchie. «Avevo in banca le cinquemila sterline che mi avevi dato tu, e avevo la possibilità di raddoppiarle nel giro di qualche mese, poi avrei trovato un lavoro per l'estate...» Tacque, a disagio, vedendo che Ward scuoteva la testa e alzava gli occhi al cielo.
«Mi sembrava una buona soluzione» si difese ancora Ritchie, «non avevo idea che...»
«L'hai detto, non avevi idea» confermò Ward. «Avresti dovuto parlarne con me. Adesso raccontami esattamente quello che è successo» ordinò.
Ritchie prese fiato. «Ho trovato uno di quei fogli pubblicitari, non ricordo dove. Diceva che chi voleva fare fruttare il suo capitale doveva scrivere a una casella postale per saperne di più.»
«Una casella postale.» Ward alzò di nuovo gli oc chi al cielo. «E tu, gettando al vento il buonsenso, hai scritto.»
«Mi sembrava una buona idea» protestò Ritchie addolorato. «E credevo... Insomma, papà mi ha sempre detto che sono fortunato ad avere il tuo aiuto, che lui e la mamma non si sarebbero potuti permettere di mandarmi a Oxford, che non devo trovare un lavoro part-time per mantenermi, così ho più tempo per studiare, e a volte questo mi fa sentire... Oh, accidenti, odio l'idea che papà mi paragoni a te e mi consideri inferiore, e che i miei compagni mi ritengano viziato perché ho le spalle coperte.»
Inferiore? Ward fece una smorfia. Ammirava e rispettava il patrigno, gli voleva anche bene, ma si era sempre sentito a disagio all'idea di non corrispondere agli ideali di quell'uomo mite e per nulla materialista.
«Comunque» continuò Ritchie, «un giorno mi ha chiamato un tale e mi ha detto di mandargli un assegno di cinquemila sterline. Lui mi avrebbe spedito un rapporto mensile con la situazione dei miei investimenti e mi ha assicurato che la cosa era sicura.»
«Però non ti ha spiegato come poteva garantirti un tasso di crescita assolutamente fuori dalla realtà, vero?» domandò Ward con calma pericolosa.
«Lo ha giustificato con l'assenza di intermediari, e ha aggiunto che in certi mercati d'oltremare c'erano buone occasioni da sfruttare.»
«Quindi, per pura generosità, voleva condividere la sua scienza con chiunque avesse risposto all'annuncio. È così, vero?»
«Non ho indagato» rispose Ritchie, arrossendo. «So che avrei dovuto farlo» riprese, «ma il professor Cummins mi aveva appena detto che, dopo il Master negli Stati Uniti, avrei avuto molte più possibilità a Oxford, se avessi voluto intraprendere la carriera universitaria, e mi aveva anche chiesto di svolgere delle ricerche per una serie di conferenze che doveva tenere in America. Non so come mai abbia scelto proprio me. I miei voti...»
«Ti ha scelto per gli stessi motivi per cui ti ha scelto quell'intraprendente truffatore» lo interruppe Ward in tono sarcastico. «Allora, gli hai mandato le cinquemila sterline che avevi in banca. E poi?»
«Per i primi due mesi è andato tutto bene. I rapporti indicavano ritorni eccellenti, ma il terzo mese non ho ricevuto niente, e quando ho chiamato il numero di telefono risultava scollegato.»
Ritchie era così perplesso che in altre circostanze Ward, che era dotato di senso dell'umorismo, avrebbe riso della sua ingenuità, ma quella era una faccenda seria. Suo fratello era stato derubato delle sue cinquemila sterline dall'operatore finanziario più disonesto di cui Ward fosse mai venuto a conoscenza, e a suo tempo ne aveva incontrati molti, anche se non si era mai fatto raggirare.
«Che sorpresa!» fu il suo unico commento.
«Sì» mormorò Ritchie sconvolto. «So che cosa stai pensando, ma... All'inizio credevo che si trattasse di un errore e ho scritto all'indirizzo che figurava sui rapporti, ma la lettera è tornata indietro con la scritta destinatario sconosciuto, e da allora...»
«Il tuo fantastico investitore è svanito nel nulla, dopo avere fatto sparire i tuoi soldi» concluse Ward seccamente.
«Mi dispiace da morire, Ward, ma dovevo dirtelo. I soldi non mi bastano neanche per arrivare alla fine di questo trimestre, per non parlare del prossimo.»
«Quanto ti serve per il resto dell'anno?» tagliò corto Ward.
Riluttante, Ritchie glielo disse.
«E quanto per il Master negli Stati Uniti? Ti prego di dirmi la cifra esatta, non soltanto una parte per stupidi motivi di orgoglio.»
Ancora più riluttante, Ritchie gli comunicò la cifra.
«Bene» concluse Ward, prendendo il libretto degli assegni. Scrisse una somma che copriva l'ammontare indicato da Ritchie e aggiunse una generosa mancia.
Così generosa che l'altro arrossì fino alla radice dei capelli e protestò: «No, non posso accettare, Ward, è troppo!».
«Prendilo» gli ordinò Ward, poi guardò l'orologio e annunciò disinvolto: «A proposito, ti serve una macchina nuova. Ecco le chiavi. Lascia qui quella vecchia, ci penso io a farla portare via».
«Una macchina nuova? Non ne ho bisogno, la Mini va benissimo» replicò Ritchie.
«Può darsi, ma tuo padre sta invecchiando e quando vai a trovarlo si preoccupa sempre, e non gli fa certo bene. Sarà molto più tranquillo sapendoti al volante di un'auto sicura.»
Scuotendo la testa, Ritchie prese le chiavi. Era inutile discutere con Ward. Gli sorrise, e non per la prima volta desiderò essere come lui.
Il trimestre precedente, quando Ward era andato a Oxford a trovarlo, una sua compagna, una delle ragazze più carine e corteggiate dell'università, aveva commentato senza fiato che era sexy da morire, e Ritchie aveva capito perfettamente ciò che intendeva.
Ward emanava un potere, un'energia, una forza virile che lo distinguevano dagli altri uomini. Era un leader nato e possedeva quel qualcosa in più che Ritchie, invece, non avrebbe mai avuto, indipendentemente da lauree e