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Dalla tua parte: Harmony Collezione
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Dalla tua parte: Harmony Collezione

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About this ebook

Kathleeen O'Hara fatica a credere alle parole del notaio che sta leggendo il testamento del suo ex marito. Perché Harry, dopo tutto quello che le ha inflitto, ha lasciato al fratellastro metà della loro azienda agricola? Per lei Lorcan Hunter rappresenta la parte più tragica e insieme più dolce del suo passato: si erano amati per una breve, meravigliosa notte, poi le drammatiche vicende delle rispettive famiglie avevano travolto tutto. Appena si rivedono, però, Lorcan la tratta con disgusto e l'accusa di...
LanguageItaliano
Release dateNov 10, 2016
ISBN9788858956342
Dalla tua parte: Harmony Collezione

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    Dalla tua parte - Sara Wood

    successivo.

    1

    Kathleen pensò a Lorcan e rabbrividì. Erano ormai tre mesi che viveva con quella spada di Damocle sulla testa e il filo che la reggeva diventava ogni giorno più sottile. Finché non sarebbe successo l'irreparabile. Di sicuro Lorcan non avrebbe avuto un briciolo di pietà per nessuno e lei non avrebbe potuto fare proprio nulla per convincerlo a desistere dai suoi propositi, anche perché lui aveva la legge dalla sua parte.

    Tutto era iniziato con la morte di Harry, quando il notaio aveva messo un'inserzione sull'Irish Times chiedendo a chiunque avesse informazioni su Lorcan, il fratello di Harry, di mettersi subito in contatto con lui. Da allora, ogni mattina Kathleen temeva potesse essere l'ultima che trascorreva a Ballykisteen Manor.

    Se Lorcan fosse tornato a reclamare la sua eredità, niente sarebbe più stato come prima e lei e il bambino si sarebbero ritrovati in mezzo alla strada.

    «Ti sei affezionata a quel fagiolo, Kathleen?»

    La voce di Declan la strappò ai suoi cupi pensieri. Solo allora si rese conto che stava rigirando un fagiolo fra le dita come se fosse stato un rosario.

    «Stupido!» esclamò tirandoglielo addosso. Poi arrotolò le maniche e continuò a sgranare i lunghi baccelli in un contenitore con stampigliata sopra la scritta Azienda agricola Ballykisteen Manor.

    «Cosa faremo se Lorcan deciderà di affrontarci?»

    «Smettila di tormentarti, Kathleen» replicò Declan. «Non ha risposto nessuno all'appello sul giornale, tanto che è stato tolto. Dunque, fine della storia.»

    «Forse hai ragione tu. Ma io non mi sento ancora tranquilla.»

    «Be', io invece sì. La proprietà è tua, perciò...»

    «Metà proprietà» lo corresse, scacciando un gruppetto di galline dalla terrina colma di fagioli.

    «Ancora non mi capacito di come Harry abbia potuto fare una cosa simile! Dividere Ballykisteen fra voi due! Va bene che negli ultimi tempi non era più lui, ma non poteva essere tanto fuori di testa. Lui odiava Lorcan!»

    Kathleen trasse un profondo sospiro. L'ultimo anno era stato proprio un inferno. «Povero Harry. Suppongo che abbia voluto trasferire i propri debiti a suo fratello come ultima rivalsa.»

    «Già, ma quei debiti sono tuoi per diritto» replicò Declan strappandole un sorrisetto. «Eri sua moglie, santo paradiso!»

    Kathleen rimase in silenzio. Nessuno era a conoscenza del fatto che, in realtà, lei e Harry non si erano mai sposati. E lei aveva giurato che non ne avrebbe mai fatto parola con nessuno.

    Se Lorcan l'avesse scoperto... Impallidì sotto l'abbronzatura. Non osava neanche pensarci. Lorcan aveva un cuore di pietra. Che cosa ne sarebbe stato di lei e del suo bambino se avesse scoperto la verità?

    Ancora due miglia e sarebbe arrivato a casa! Lorcan si lasciò scappare un'esclamazione di trionfo. Sotto la spinta dell'adrenalina, accese l'autoradio e si mise a cantare. Musica irlandese, la sua preferita. Secondo il suo orologio biologico, era l'alba. O mezzanotte. Fece un rapido calcolo: se a Boston adesso era più o meno ora di colazione, lì doveva essere ora di pranzo. Non c'era da meravigliarsi se si sentiva lo stomaco sottosopra. Di sicuro non era una questione di nervi, perché i suoi erano rivestiti di materiale isolante.

    Era stato via otto anni. Un tempo incredibilmente lungo. E se Harry non fosse morto, con ogni probabilità non sarebbe tornato mai più. Non che la morte del suo fratellastro l'avesse particolarmente colpito...

    I Fitzgerald li avevano adottati da due famiglie diverse. Harry dalla nascita, lui undici anni più tardi, a nove anni. Era stato un tragico errore perché, invece di legare fra loro, Harry e lui erano stati nemici fin dal primo istante: l'invaso e l'invasore.

    Non che lui avesse fatto nulla per dimostrarsi amichevole... A ogni modo, il primo giorno Harry gli aveva proposto di giocare ai Vichinghi usando le vanghe come spade. Il suo primo fendente gli aveva aperto la guancia in due. Lorcan si tastò lo zigomo, un difetto intrigante che aveva attratto più di una donna. Le donne... Il suo sguardo verde acqua si fece color malachite nel giro di un paio di secondi al pensiero di una donna in particolare. Kathleen! Che sgualdrina!

    Figlia illegittima della domestica di suo padre, a sei anni era una bimbetta fragile e indifesa. Con i capelli corvini, gli occhiali da zitella, i brufoli e l'apparecchio per raddrizzare i denti, era praticamente impossibile non burlarsi di lei. E poi, come nelle fiabe, verso i quattordici anni il bruco si era trasformato in farfalla. L'apparecchio era scomparso rivelando una dentatura perfetta, le si era corretta la vista e la sua pelle...

    Strinse il volante fra le mani. Toccarla era stato come accarezzare seta pura! A diciassette anni, assetata di sesso e di potere, lei l'aveva baciato togliendogli il fiato, lasciandogli intendere chissà che cosa. Ma neanche un'ora più tardi, lui l'aveva sorpresa a letto con Harry. E la mattina successiva era già fra le braccia di Declan, il figlio del giardiniere.

    Gli ci era voluto un lavaggio del cervello per dimenticarla. Imprecò sottovoce e si concentrò sulla guida. Nonostante fosse esausto, una parte della sua anatomia sembrava aver preso vita all'improvviso. Raddrizzò la schiena nel tentativo di dirottare altrove la tensione sessuale. Fantasticare su quella donna era un inutile spreco di energie.

    Lentamente riprese il controllo delle proprie emozioni, ma la rabbia continuò a roderlo. Per fortuna erano anni che Kathleen e sua madre non vivevano più a Ballykisteen Manor, altrimenti avrebbe lasciato perdere i suoi progetti sulla casa per concentrarsi sulla vendetta. Un lampo gli balenò negli occhi color giada. In quel caso sì che il futuro si sarebbe prospettato interessante!

    Kathleen finì di sgranare i fagioli e si aggiustò la cintura che le reggeva i jeans troppo larghi. Sentì un ringhio provenire dal basso e la linea dura della sua bocca si addolcì nella curva di un fugace sorriso. I due bastardini alzarono su di lei i loro occhioni adoranti, completamente dimentichi della scabbia e dei maltrattamenti subiti. Poco distante, sul sentiero che correva lungo il muretto di cinta dell'orto, diversi gatti malconci si stavano godendo il sole. Poteva sentire le oche starnazzare dal campicello sottostante, mentre il vecchio mulo e i due pony pestavano allegramente gli zoccoli nel vicino recinto.

    «Spero proprio che Lorcan non faccia mai vedere il suo brutto muso da queste parti.»

    «Già. Se si facesse vivo, sarebbe un disastro per tutti» confermò Declan in tono catastrofico.

    «Pensi che cercherebbe di convincermi a vendergli la mia parte?»

    «Di sicuro tu non potresti permetterti di comperare la sua!»

    «Sarei costretta ad andarmene. Che ne sarà di noi?» Le tremava la voce per l'emozione.

    «Non puoi continuare ad agitarti così, benedetta ragazza...»

    «Non posso farne a meno!» protestò lei. «Mi sono sforzata di essere ragionevole e di accettare la situazione, ma da quando è morto Harry non riesco più a pensare ad altro. Sono fuori di me dalla preoccupazione!»

    «Allora rassegnati a fare a metà di tutto con lui. Dividi il giardino nel mezzo. Cipolle a destra, cavoli a sinistra» le suggerì Declan con forzata allegria. «Ah! E poi, naturalmente, dovrete dividervi il mulo. Insisti per aver la parte che mangia. Cedigli pure le capre così come stanno e dividi la casa in modo da accaparrarti la cucina e la televisione. Che te ne pare?»

    Kathleen gli fece una boccaccia. Declan era fatto così: se poteva, evitava lo scontro diretto. Alla lotta, preferiva la diplomazia.

    Ma lei e Lorcan non avrebbero mai potuto vivere sotto lo stesso tetto. Mai e poi mai! Il suo disprezzo le aveva lasciato delle ferite così profonde, che non si erano ancora rimarginate.

    «Assurdo. T'immagini le litigate? Cose da prendersi a pugni.» Trasse un sospiro. «Spero solo che non si faccia vedere.»

    «Non lo farà, sta' tranquilla.»

    Ma come poteva stare tranquilla? Lorcan l'aveva sempre spaventata e affascinata allo stesso tempo perché era un tipo fuori del comune. Imprevedibile. Harry le aveva raccontato un sacco di storie terrificanti su di lui.

    Aveva sei anni quando i Fitzgerald l'avevano adottato. Lorcan aveva dato prova del suo temperamento vulcanico il giorno stesso in cui era arrivato. Fosse vissuta cent'anni, Kathleen non avrebbe mai dimenticato Harry mentre, piangendo come un vitello, accusava Lorcan di averlo colpito con la vanga senza alcun motivo. Da quel momento in poi tutti i bambini avevano incominciato ad avere paura di lui.

    Non le aveva mai fatto del male, in alcun modo. Perciò quando, tutt'a un tratto, le si era rivoltato contro sbattendola fuori di casa, per lei era stato un trauma. Le venivano ancora i brividi soltanto a pensarci.

    «Magnifica giornata» osservò Declan senza sospettare i suoi foschi pensieri.

    Kathleen si guardò attorno. Sì, era proprio una bellissima giornata. L'aria era tersa, gli uccellini cinguettavano allegri, le nuvole se ne stavamo aggrappate alle cime delle montagne... Per quanto tempo ancora avrebbe goduto di quella natura incontaminata?

    «Non voglio andarmene!» esclamò, e lo fece con una enfasi da eccitare i cani semiaddormentati. «Oh, Dec! Tu mi aiuterai, vero?»

    Declan piantò il rastrello per terra e le posò le mani sulle spalle magre. «Sai che puoi sempre contare su di me» le rispose in tono pacato.

    Era così grande e grosso che non riusciva a cingerlo completamente con le braccia, ma lo strinse comunque forte a sé, disperata. Lui le accarezzò i capelli con gesti goffi. Avrebbe voluto potergli credere, ma sapeva benissimo che, nel caso in cui fossero giunti alla resa dei conti, non sarebbe mai riuscito a tener testa a Lorcan. Già una volta Lorcan l'aveva cacciata da casa, e sapeva bene cosa volesse dire trovarsi tutt'a un tratto in mezzo a una strada.

    Appoggiata sul largo torace di Declan, sentì il medaglione d'argento che portava sempre al collo premerle sullo sterno. E ripensò al suo primo bambino, la cui fotografia era custodita lì dentro, al figlio che aveva amato e perduto tanti anni prima. La morte di Kieran era una ferita ancora aperta e bruciante e Kathleen dubitava che si sarebbe potuta mai rimarginare. Per reazione si era attaccata in maniera quasi morbosa a Conor, che ora rappresentava la cosa più preziosa che avesse al mondo.

    Per amor suo avrebbe sacrificato il proprio orgoglio. Lei e il bambino dovevano rimanere.

    Prese fiato. Avrebbe lottato con le unghie e con i denti, avrebbe imbrogliato, manipolato... qualsiasi cosa pur di salvaguardare gli interessi del suo bambino.

    Come Dio volle giunse in vista del paese. Lorcan sentì la tensione allentarsi nei muscoli irrigiditi delle spalle. Un bel bagno caldo e un sano pasto irlandese annaffiato da una pinta di birra scura, ecco cosa gli ci voleva adesso!

    E poi...

    Un lampo gli passò negli occhi, due gemme d'acquamarina sull'abbronzatura dorata del volto. E poi si sarebbe occupato dei suoi affari. Oh, aveva in mente tali progetti, che a sua madre si sarebbero rizzati i capelli in testa!

    S'immaginò la sua reazione quando le fosse apparso davanti. Aveva smesso di rispondere alle sue lettere cinque anni prima, all'improvviso. Il breve messaggio di Harry non lasciava spazio a dubbi: lei lo incolpava della morte del loro padre adottivo.

    Allora si era sentito così schiacciato dal senso di colpa, che non era stato in grado di affrontare la possibilità di essere stato rifiutato anche da lei. Un sacco di gente l'aveva rifiutato in passato e non era all'altezza di reggere un altro rifiuto. Così aveva rimosso dalla propria coscienza l'abbandono di sua madre e si era gettato a capofitto nel lavoro, mentre gli anni correvano via veloci come sabbia fra le dita.

    Ma adesso che Harry era morto, Lorcan era sicuro che sarebbe

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