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Sposa di maggio (eLit): eLit
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Ebook142 pages1 hour

Sposa di maggio (eLit): eLit

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About this ebook

La sposa, Amber, splendente, lo sposo, Jake, bellissimo, lo scenario da favola, in più la presenza del fior fiore della società scozzese: potrebbe trattarsi di un matrimonio perfetto se non fosse per qualche particolare non del tutto trascurabile, come lo sposo geloso e la sposa incinta del bambino di un altro. Ma il meglio deve ancora arrivare: Jake sta per rivelare ad Amber qualcosa del suo passato, che potrebbe cambiare la vita di lei per sempre...
LanguageItaliano
Release dateApr 28, 2017
ISBN9788858968581
Sposa di maggio (eLit): eLit

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    Sposa di maggio (eLit) - Sara Wood

    successivo.

    1

    «Hai detto... i Caraibi?»

    Colta di sorpresa, Amber si voltò con una tale velocità che il velo da sposa le ricadde sul viso oscurandole la vista per un attimo. Con un gesto impaziente lo respinse sulla massa di capelli ramati che le sfiorava le spalle nude. «Tu ti stai prendendo gioco di me» disse al vecchio amico.

    Leo si appoggiò a una delle colonne della galleria dei Menestrelli e sorrise. «Bene, almeno sono riuscito ad attrarre la tua attenzione! Ecco, io ti co-munico il mio trasferimento nell'isola di St. Lucia, e tu non riesci a staccare gli occhi da tuo marito.»

    «Jake?» Amber aggrottò la fronte. Davvero stava guardando Jake? Che strano. «Ne sei sicuro?»

    «Certo.»

    «Non me n'ero resa conto. D'altra parte sarei una sposa ben inusuale se non lo facessi.»

    E una sposa inusuale era, in fin dei conti. Il suo matrimonio con Jake era senz'altro l'evento più originale che avesse mai avuto luogo nella piccola contea di Castlestowe. Un matrimonio di convenienza. Niente sesso, nessun coinvolgimento emotivo, solo un caldo affetto. Perfetto.

    Era solo amicizia che la legava al marito, e quegli sguardi di ammirazione dovevano essere stati del tutto inconsapevoli. Prima di poterlo evitare guardò nuovamente verso il salone sottostante, gesto sottolineato prontamente da un risolino di Leo.

    Ospiti in eleganti vestiti affollavano la sfarzosa Sala dei Baroni del castello di Castlestowe. Jake, alto e atletico, splendido nell'abito nero da sera, li sovrastava tutti. Amber osservò i folti capelli corvini che gli si arricciavano sul collo e quel viso di una bellezza stupefacente, con gli occhi scuri che brillavano della gioia comune a tutti i neo sposi felici. Ma lui non era uno sposo felice. Quell'espressione quasi estatica non aveva alcun motivo di comparire sul suo viso.

    Amber distolse lo sguardo e cercò di dimenticare tutti i rimorsi che l'avevano assalita dal momento in cui Jake aveva pronunciato il suo sì, sorridendole con una dolcezza disarmante. Quando lei gli aveva sorriso a sua volta, negli occhi di suo marito aveva notato un'espressione di desiderio. Sfortunatamente Jake era seducente, era un uomo, e lei non aveva troppa fiducia nelle promesse fatte dagli uomini, specialmente quando i loro ormoni erano coinvolti.

    «Suppongo che Jake debba avere un aspetto molto diverso ora, vestito così elegantemente» osservò Leo.

    Certo, doveva essere per quello che trovava Jake interessante. Il mistero era risolto. «Bello, vero? Non avrei mai creduto che potesse assumere un atteggiamento tanto civilizzato.»

    Civilizzato, sì, ma non completamente, pensò. C'era qualcosa di oscuro in Jake che la spaventava, un qualcosa che intuiva al di là dei modi educati e delle sue maniere affascinanti.

    Molte volte durante la loro relazione, quando lei gli aveva parlato animatamente della sua famiglia e della sua casa, Jake aveva trovato una scusa per allontanarsi, come se la sua gioia potesse in qualche modo ferirlo. Di conseguenza, lei aveva imparato a non raccontargli più della sua Scozia, avvertendo che quell'uomo aveva dei problemi che non era desideroso di condividere. In realtà nessuno poteva avvicinarsi intimamente a Jake né far breccia nel suo cuore.

    Si conoscevano da tempo, a causa del loro lavoro. Jake era uno dei migliori reporter di guerra, Amber era un'impiegata delle Nazioni Unite e si occupava di ritrovare le famiglie dei bambini dispersi durante i combattimenti. Si erano visti una prima volta a Bucarest, poi si erano incontrati a Sarajevo e, più recentemente, in Ruanda in un campo profughi.

    Ogni volta che Jake scendeva dal suo fuoristrada, le donne, tutte le donne, si voltavano a guardare quel corpo muscoloso e scattante, quel viso reso interessante dagli zigomi alti e sporgenti, da quegli occhi scuri come la lava.

    Un fremito di ansietà scosse il corpo di Amber. Quando lui le aveva chiesto di sposarlo, la natura sensuale di Jake aveva costituito un problema. Solo l'affetto che sentiva nei suoi confronti e la certezza che Jake aveva capito le sue esigenze e i suoi sentimenti, l'avevano spinta ad accettare. Jake sapeva cosa ne pensava lei del sesso, e ne conosceva anche il perché.

    Si stava creando delle inutili preoccupazioni, pensò. Jake era stato buono con lei. Il viso di Amber si illuminò per l'ammirazione nei confronti di quell'uomo sofisticato che una sera riusciva senza sforzo a tener viva la conversazione in un accampamento, e quella successiva si addentrava in territori ostili armato solo di un blocco per appunti e di vestiti di ricambio.

    Durante gli ultimi dieci anni Jake aveva dedicato ogni minuto del suo tempo alla sua professione. Non c'era spazio per le donne nella sua vita.

    E lei lo aveva sposato. Il che la rendeva saggia o folle.

    «Sei felice?» le chiese Leo. «Un paio di volte, oggi, mi sei sembrata piuttosto sofferente.»

    Amber gettò la testa all'indietro e rise. «È il giorno del mio matrimonio» replicò. «E solo due settimane fa Jake e io eravamo in Africa. Mi sto abituando all'idea di essere di nuovo a casa, e a quella di essere una donna sposata.»

    «È stata una decisione piuttosto frettolosa» osservò Leo sorridendo. «Se le persone qui non ti conoscessero così bene, avrebbero controllato la circonferenza del tuo punto vita.»

    «Cielo!» esclamò Amber, resistendo al desiderio di passarsi una mano sul ventre. Lì c'era il suo bambino. E non era il bambino di Jake. All'improvviso l'assalì una sensazione di nausea. «La mia reputazione ne verrebbe distrutta, giusto?» cercò di scherzare. «Ora, Leo, per quello che riguarda i Caraibi...»

    «Certo, non solo andrò a vivere lì con Ginny, ma ci sposeremo di nuovo.»

    Amber strinse le mani in un gesto di gioia. Dopo il divorzio da Ginny Leo aveva sofferto terribilmente. «Splendido! Sono felice per te, ma...» Il suo pensiero corse al padre di Leo, il visconte Stuart Brandon. Era anche il suo padrino e dal momento che i suoi genitori erano morti, era stato lui a organizzarle il matrimonio come un regalo personale di nozze.

    «Come puoi andar via?» continuò Amber. «Tu gestisci la proprietà. Conosci ogni angolo di terra, ogni filo d'erba. Le coltivazioni, il villaggio, il castello... questa contea è la tua vita, come lo è per me. Tu sei l'erede di Castlestowe. E io la amo con tutto il mio cuore, anche se sono solo la figlia di uno dei dipendenti» disse, lasciando trapelare l'orgoglio di far parte di una famiglia che era stata devota al conte per generazioni. «Ho giurato che non avrei mai abbandonato questo posto.»

    «Ma io amo di più Ginny» replicò Leo con dolcezza.

    Quella semplice frase la colpì nel profondo. Non sapeva perché, ma era gelosa. Dopo la sua recente e disastrosa storia con Enzo, aveva deciso che amare costituiva un rischio troppo elevato. Un matrimonio basato solo sull'amicizia era molto meglio. Si adattava a lei e si adattava a Jake...

    Jake! Le sembrava di pensare a lui a ogni respiro, e non era quanto si era proposta di fare. Amber osservò la grande sala sotto di lei. La calda luce di centinaia di candele illuminava l'ambiente, antichi stendardi alle pareti erano gli orgogliosi testimoni delle battaglie sostenute dalla famiglia Brandon nel corso dei secoli. Quella sera era presente la crema della società scozzese. Amava Castlestowe, amava l'atmosfera quasi magica che animava il castello, amava il suo aspetto forte e solitario. Sorrise. «Ginny ha sempre odiato questo posto. È davvero troppo esigente.»

    «Tesoro» replicò Leo, sorprendendola con un caldo abbraccio. «Per Ginny la Scozia è umida, fredda e inospitale. Io amo Ginny, voglio renderla felice, così come Jake vuole rendere felice te. Verrà ad abitare qui perché ti ama, vero? Stessa situazione.»

    Jake non aveva espresso quella volontà, ecco qual era il problema. Aveva semplicemente detto che avrebbe provato a vivere in Scozia. «Nulla potrebbe portarmi via da qui» replicò Amber determinata. «Nulla!»

    Ancora stretta fra le braccia di Leo, girò la testa per guardare giù e incontrò gli occhi di Jake. Rabbrividì. Suo marito sembrava in collera.

    Fu assalita da un timore irrazionale. Dovette respirare profondamente per calmarsi, mentre gli occhi di Jake passavano da lei a Leo.

    «Cielo, che sguardo!» commentò Leo.

    «Oh, ma in realtà è mite come un gattino» replicò lei agitando una mano per salutare Jake.

    «Io penso che il tuo gattino abbia sfoderato gli artigli.» Leo l'allontanò da sé. «Tuo marito è geloso. Credo che faresti meglio a spiegargli la natura del nostro rapporto.»

    «Geloso?» Amber rimase immobile per un attimo. Poi capì. Era una parte necessaria della commedia non gradire la vista della sposa stretta fra le braccia di un altro uomo. «Ma certo che è geloso» convenne decidendo di stare al gioco. «O, almeno, dovrebbe esserlo.»

    Nessuno poteva sapere quanto apprezzasse la mancanza di interesse che Jake aveva nei suoi confronti. Libera da ogni complicazione emotiva, accanto a lui era riuscita a rilassarsi. Fortunatamente lei e Jake volevano la stessa cosa. Rimanere buoni amici e restare immuni dai pericoli dell'amore.

    L'amore poteva distruggere il cuore e la mente di una persona. La sua breve parentesi sentimentale si era ormai conclusa e il suo matrimonio con Jake era l'assicurazione che non avrebbe più patito tali sofferenze.

    Sorrise a Jake, spinta da un improvviso senso di gratitudine. Lui rispose con uno sguardo di disapprovazione, poi le fece cenno di scendere nella sala.

    Continuando a sorridere, Amber alzò una mano. «Cinque minuti» disse.

    Jake aggrottò la fronte e si girò.

    «Non fai che guardarlo» ridacchiò Leo.

    «Sì. Oh, no. Lui è molto affascinante» rispose Amber riluttante. Centinaia di farfalle ballavano sulla sua pelle. Farfalle con le ali calde. Si toccò il viso con una mano. «Fa caldo, vero?»

    «Non particolarmente. Ma conosco la sensazione.»

    Amber non replicò. Seguiva con lo sguardo Jake che, dopo aver mormorato qualche parola alle persone con cui stava parlando, si stava dirigendo verso gli alloggi della servitù.

    Leo le toccò il braccio con gentilezza. «Amber, tu capisci perché ho deciso di partire, vero? Non posso abbandonare Ginny ora che ha bisogno di me. La terra e i possedimenti non significano nulla per me. C'è solo Ginny. Tu rinunceresti a tutto per Jake, non è così?»

    «Stai scherzando?» Mai, per nulla al mondo, avrebbe lasciato Castlestowe.

    «Avremo

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