Discover millions of ebooks, audiobooks, and so much more with a free trial

Only $11.99/month after trial. Cancel anytime.

Guaio in giarrettiera (eLit): eLit
Guaio in giarrettiera (eLit): eLit
Guaio in giarrettiera (eLit): eLit
Ebook159 pages2 hours

Guaio in giarrettiera (eLit): eLit

Rating: 0 out of 5 stars

()

Read preview

About this ebook

Stavolta non è colpa mia. È vero, in passato è stata una ragazza vivace, ma ora Kira Whitman è un'affermata agente immobiliare, con una vita decisamente tranquilla. Quando però la socia in affari la mette nei guai, Kira è costretta a fuggire nella propria città natale, senza nemmeno il tempo di fare i bagagli. Purtroppo i suoi ex cittadini serbano di lei un pessimo ricordo e non sembrano ben predisposti ad accoglierla, tanto più che non ha con sé neppure il denaro per pagarsi una stanza. La faccenda cambia quando a invitarla è Mitch Brewer; con lui guadagnarsi vitto e alloggio sarà un vero un vero piacere.
LanguageItaliano
Release dateApr 28, 2017
ISBN9788858968697
Guaio in giarrettiera (eLit): eLit
Author

Dorien Kelly

Tra le autrici più amate e lette dal pubblico italiano.

Related to Guaio in giarrettiera (eLit)

Related ebooks

Romance For You

View More

Related articles

Reviews for Guaio in giarrettiera (eLit)

Rating: 0 out of 5 stars
0 ratings

0 ratings0 reviews

What did you think?

Tap to rate

Review must be at least 10 words

    Book preview

    Guaio in giarrettiera (eLit) - Dorien Kelly

    successivo.

    1

    Se il concetto di karma avesse avuto un qualche fondamento, Kira Whitman era sicura che adesso sarebbe stata uno scarafaggio e non certo uno dei migliori agenti immobiliari della Florida meridionale. In quanto ai soliti cinici, secondo i quali non c'è poi una grande differenza tra scarafaggi e agenti immobiliari, Kira non aveva tempo per la loro negatività. Era troppo impegnata a guadagnare dollari a palate.

    Era un'altra giornata perfetta. Kira e Roxanne, la sua socia dell'agenzia immobiliare Whitman-Pierce, erano reduci da una lunga gita sull'adorata Porsche rossa di Roxanne. Era valsa la pena di affrontare le tre ore di auto fino a Big Pine Key per esaminare la Casa Pura Vida, con cinque camere da letto, sei bagni e una magnifica posizione in riva al mare.

    I sandali di Kira risuonavano sul cortile di pietra che circondava la piscina. Tirò un profondo sospiro e sorrise, aspirando il sentore salino dell'aria tropicale. Una brezza umida le fluttuava intorno, corteggiando la sua camicetta di seta. Sì, era una ragazza decisamente fortunata. Molto più di quanto meritasse.

    Kira tornò a girarsi verso la casa.

    «Facciamo un'altra ispezione» propose alla sua socia.

    In quel momento a Roxanne squillò il telefonino. Kira osservò la sua amica che estraeva il cellulare dalla borsetta firmata, controllava il numero di chi chiamava e lo riponeva senza rispondere. Kira sperava solo che non si trattasse di un cliente, ma preferì non fare domande per evitare un'altra delle liti feroci che lei e Roxanne avevano avuto negli ultimi tempi.

    Quando raggiunsero la casa, il telefono di Roxanne aveva smesso di squillare ed era subito arrivata una nuova chiamata.

    «Non credi che dovresti rispondere?» chiese alla fine Kira.

    «Non ce n'è bisogno.» Roxanne si strinse nervosamente nelle spalle. «Allora, secondo te, quanto dovremmo chiedere per questo posto? Cinque e mezzo?»

    «No, come minimo sei e quattro» rispose Kira, aprendo le portefinestre che portavano al salone.

    Si girò a guardare l'amica. Roxanne si era fermata e stava controllando le chiamate perse sul cellulare con aria preoccupata.

    Cercando di concentrarsi su qualcosa di più positivo, Kira entrò nella magnifica cucina che si affacciava su un vialetto circondato da alberi lussureggianti e aspettò l'altra.

    «Sei e quattro? Sei proprio sicura?» chiese Roxanne, riprendendo la conversazione come se non fosse mai stata interrotta.

    «Al cento per cento.»

    L'abilità di Kira a tirare sul prezzo fino all'ultimo centesimo era un dono di famiglia. Suo padre, a cui non rivolgeva la parola da tre anni, era il re delle agenzie immobiliari di Chicago. Collezionava palazzi da adibire a uffici come altri collezionano auto d'epoca.

    Da ragazzina, Kira aveva passato anni ad ascoltare conversazioni di affari a cena, e ora ne raccoglieva i frutti. Quello era il suo ambiente naturale e adorava venire pagata per curiosare nelle case degli altri.

    Roxanne estrasse un palmare dalla borsetta; era la sua unica concessione all'organizzazione e lo usava solo perché riteneva che la facesse sembrare importante. Digitò distrattamente dei numeri, poi scosse la testa. «Io la metterei a meno. In ogni caso parliamo di una differenza di nemmeno un milione di dollari. Ci conviene piazzare la casa al più presto.»

    L'amicizia con Roxanne aveva permesso a Kira di introdursi nell'ambiente dell'alta società quando si era trasferita in Florida e stabilita a Coconut Grove, tre anni prima. All'inizio il loro rapporto sembrava funzionare perfettamente. Roxanne si occupava della contabilità e dell'ufficio, mentre Kira si concentrava sulle vendite. E tutte e due si godevano fino in fondo la scatenata vita notturna di South Beach.

    Poi Roxanne era cambiata. E, a essere sinceri, forse anche Kira non era più quella di una volta, anche se continuava a divertirsi e ad apprezzare i motoscafi veloci e lo champagne di qualità. Ma negli ultimi mesi Roxanne si era dedicata esclusivamente al divertimento. Aveva piantato in asso gli amici in comune con Kira, sostenendo che erano noiosi. Arrivava in ufficio sempre più tardi, lavorava di meno e si aspettava di guadagnare sempre di più, come per magia. Più passava il tempo, più Kira diventava esasperata.

    «Sono io che ho portato avanti le trattative e so che per questa zona chiedere sei e quattro è più che giustificato» insistette. «Il cliente merita di incassare l'intero valore. Mi hai detto che è una seconda casa, per cui non c'è nessuna fretta di vendere, giusto?»

    «Be'... oh!» Roxanne si interruppe subito.

    Kira seguì il suo sguardo e vide un enorme SUV bianco che si fermava proprio dietro l'auto di Roxanne.

    In silenzio osservarono l'uomo che scese dal lato del passeggero e fece il giro della Porsche, subito raggiunto dal guidatore.

    «È uno dei proprietari della casa?» chiese Kira, malgrado avesse parecchi dubbi. Se fosse stato davvero così, la sua amica non sarebbe stata tesa a tal punto.

    Roxanne scosse la testa. «Non esattamente.»

    «Sono amici tuoi?» chiese Kira, sforzandosi di non sembrare sarcastica. In effetti, non riusciva a immaginare gente più losca di quei due.

    «Più conoscenti che amici» rispose affrettatamente Roxanne, infilandosi in tasca il telefonino. «Mi libero di loro in un secondo.»

    Kira osservò dalla finestra Roxanne che parlava con i due uomini con le braccia incrociate e uno sguardo di sfida. Evidentemente non si trattava di una conversazione amichevole.

    Dopo qualche momento, Kira fu distratta dallo squillo del cellulare. Controllò il numero e resistette all'impulso di non rispondere, considerato che aveva appena rimproverato Roxanne per lo stesso comportamento.

    Del resto si trattava della sua migliore cliente. Salutò Madeline e cercò di rispondere alle sue domande sul numero esatto di prese elettriche e di interruttori di un vecchio palazzo, senza perdere d'occhio quel che succedeva di fuori.

    Quando concluse la telefonata, dall'altra parte della finestra era divampata una lite feroce. Kira si chiese se non fosse il caso di uscire e fare da mediatrice, ma in quel momento Roxanne fece un cenno nella sua direzione e in silenzio formulò le parole torno subito.

    Kira batté la mano contro il vetro e gridò: «Ehi, che state facendo?».

    Ma naturalmente né Roxanne né i due uomini potevano sentirla. Incredula, Kira osservò la sua socia che saliva sul retro del SUV.

    «Accidenti!»

    Subito afferrò il cellulare e compose il numero dell'amica, mentre l'auto faceva retromarcia sul vialetto e scompariva. Dopo il primo squillo, rispose la segreteria.

    «Roxanne, sono Kira. Chiamami e spiegami cosa diavolo sta succedendo.»

    Poi controllò l'orologio - era l'una e venti - e telefonò in ufficio.

    «Ciao, Susan» disse alla segretaria. «Per favore, chiamami sul cellulare quando arriva Roxanne... Sì, dovrebbe essere con me, ma c'è stato un imprevisto.» Dopo avere fatto qualche domanda sulle telefonate della giornata, chiuse la comunicazione e tornò ad aspettare.

    Passò un quarto d'ora. Poi venti minuti, che presto diventarono quaranta. Sul telefonino di Roxanne rispondeva sempre la segreteria. Se si fosse trattato di un'altra persona, Kira sarebbe stata preoccupata, ma era abituata alle stranezze di Roxanne. Non avrebbe saputo dire quante volte negli ultimi tempi si fosse dimenticata di un appuntamento, avesse preso una vacanza non prevista o avesse trascurato il lavoro. L'unica cosa che le impediva di mandarla al diavolo era la consapevolezza che, solo qualche anno prima, anche lei era stata irresponsabile quanto Roxanne.

    Non avendo altro da fare, Kira camminò fino alla cascatella che si tuffava nella piscina e si lasciò scorrere sulle dita l'acqua fredda che cadeva nella vasca sottostante. Subito si sentì meno tesa e sorrise tra sé e sé, pensando che quella era una casa da condividere con un uomo. Un uomo sexy e muscoloso, dalle mani sicure e con un buon senso dell'umorismo.

    Qualcuno come Mitch Brewer.

    E questa da dove saltava fuori?

    Perplessa, Kira si ritirò dall'acqua. Era da anni che non pensava consciamente a Mitch. D'accordo, forse era meglio dire mesi. Per non parlare dei sogni ricorrenti, naturalmente, ma quella era un'altra faccenda. Non era difficile dimenticare un uomo che l'aveva delusa con la stessa facilità con cui l'aveva affascinata. Ma ormai Mitch e la cittadina di Sandy Bend, nel Michigan, facevano parte del passato. Allora era una ragazza diversa, che adesso non le avrebbe fatto nessuna simpatia.

    Passò un'ora intera. Esasperata, Kira frugò nella ventiquattrore di Roxanne senza sentirsi minimamente in colpa e trovò le chiavi di Casa Pura Vida e della Porsche. Se non altro non sarebbe stata costretta a chiedere a qualcuno dell'ufficio di venire a prenderla. Per il momento era riuscita a tenere nascosto al personale il comportamento bizzarro di Roxanne.

    Curiosò in salotto fino a quando trovò il telecomando per l'impianto stereo della villa. La musica le teneva una migliore compagnia di quel silenzio che logorava i nervi. Avrebbe voluto sedersi da qualche parte, ma il proprietario non aveva lasciato nessun mobile. Le sarebbe bastata anche una sedia pieghevole. Da ragazzina si era rotta l'anca e la gamba destra e stare in piedi troppo a lungo le procurava un fastidioso dolore.

    Il tempo passò e arrivarono le due e mezzo. Le venne quasi voglia di fare una partita a solitario sul palmare identico a quello di Roxanne, che la sua socia le aveva regalato per Natale. Kira non avrebbe saputo dire quanto bisognasse aspettare una persona che si congeda con un torno subito. Sua madre e le sue sorelle, grandi esperte di galateo, avrebbero avuto la risposta pronta. Perfino suo fratello maggiore, Steve, che era molto più rilassato di loro, sembrava avere una regola per ogni situazione. Il guaio era che Kira non rivolgeva più la parola a nessuno dei suoi familiari e non poteva avvalersi della loro esperienza. Così decise di concedere a Roxanne un'altra mezz'ora.

    Alle tre era in preda alla rabbia, sicura di essere vittima dell'ennesimo scherzo idiota della sua socia. Raccolse le sue cose e quelle di Roxanne, chiuse Casa Pura Vida e iniziò il lungo viaggio di ritorno verso l'ufficio.

    Quando si fermò accanto alla sua auto, il posteggio della Whitman-Pierce era vuoto e il sole iniziava a tramontare. Si sentiva distrutta, fisicamente e mentalmente. Si fermò nell'ufficio deserto solo il tempo per controllare la segreteria telefonica, sperando di trovare un messaggio di Roxanne - naturalmente non ce n'erano - e di buttare le chiavi della Porsche sulla scrivania della socia.

    Mentre tornava a casa, si chiese se dovesse concedersi un meritatissimo cocktail prima o dopo aver chiamato suo padre nella sua casa di villeggiatura nel Michigan.

    «Decisamente prima» mormorò tra sé.

    Sapeva benissimo che la sua agenzia era troppo recente per ottenere un prestito dalle banche. Quindi non le restava che leccare i piedi a suo padre per farsi prestare i soldi che le servivano per comprare la quota di Roxanne. Un bicchierino di vodka le avrebbe fatto dimenticare l'orgoglio a cui teneva tanto.

    Kira girò in Jacaranda Drive, dove si trovava la casa in affitto a un solo piano, identica a tutte le altre, in cui lei viveva da tre anni. L'affitto relativamente basso le aveva permesso di mettere da parte una buona somma per comprare il tipo di casa che desiderava davvero. Purtroppo quella cifra non era nulla in confronto a quello che avrebbe dovuto pagare per assicurarsi una vita lontano da Roxanne.

    Mentre si avvicinava al vialetto di casa, vide due uomini che aspettavano di fronte all'ingresso. Non le sembrava di conoscerli, non vedendoli di spalle, almeno. Rallentò, osservando un terzo uomo più anziano, in camicia nera e pantaloni troppo stretti, che sbucava dal retro di casa sua e si univa agli altri due.

    In una giornata meno strana avrebbe pensato che si trattasse di una raccolta di beneficenza, o qualcosa del genere. Ma adesso era

    Enjoying the preview?
    Page 1 of 1